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AZNAR GIUSTIFICA CON IL SUO APPOGGIO ALLA GUERRA IL
VETO USA A BATASUNA José María Aznar riconosce pubblicamente che «questo dimostra a cosa servono alcune cose» Batasuna è stata inclusa dal Governo di Geourge Bush nella sua "lista di gruppi terroristi", il che comporta, fra l’altro, la proibizione di ingresso nel paese per i suoi rappresentanti. Questa misura è stata presa in occasione della visita a Washington di Aznar, il quale, successivamente, ha affermato che «questo dimostra a cosa servono alcune cose», riferendosi al suo appoggio all’invasione dell’Iraq. Arnaldo Otegi ha definito "propagandistico" il provvedimento e ha sottolineato che il leader spagnolo "considera giustificabile il massacro di migliaia di civili in Iraq, se con questo si ottiene che Batasuna entri nella lista.
GARA
«È la prima conseguenza della relazione fra Spagna e
Stati Uniti. Questo dimostra a cosa servono alcune
cose». Sono parole pronunciate ieri a Washington dal
presidente spagnolo, José María Aznar, dopo la
decisione del Governo Bush di includere Batasuna,
Euskal Herritarrok e Herri Batasuna nella sua «lista
di gruppi terroristi», con l’argomentazione che queste
tre organizzazioni politiche sono «alias di ETA». La cosa era già stata anticipata martedì dalla consigliera per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Condoleeza Rice, che aveva assicurato che il Governo Bush sarebbe stato «molto ricettivo» rispetto a questa richiesta dell’Esecutivo di Madrid, considerato il «fermo appoggio spagnolo alla guerra contro l’Iraq». La decisione contro le tre formazioni della sinistra indipendentista basca, datata 30 aprile e firmata dal Segretario di Stato Colin Powell, è stata pubblicata ieri sul Federal Register (Gazzetta Ufficiale del Governo USA). L’inserimento di una organizzazione in questa lista, proibisce ai cittadini statunitensi di prestare aiuto materiale ai suoi rappresentanti, vieta a questi ultimi l’ingresso nel paese e congela i suoi beni che si trovino in banche degli Stati Uniti. Bisogna ricordare che, in passato, sono stati inseriti in una lista simeile l’African National Congress di Nelson Mandela, il leader del SinnFein Gerry Adams o l’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA). Poche ore prima che questa notizia fosse diffusa, Aznar era intervenuto a New York davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove ha chiesto che questo organismo internazionale, la cui posizione contro la guerra in Iraq è stata ignorata da USA, Gran Bretagna e Stato spagnolo, elabori una sua «lista generale di organizzazioni terroriste». L’ambasciatore britannico all’ONU, Jeremy Greenstock, ha suggerito «cautela» di fronte ad una proposta che «sarà praticabile solo quando l’Assemblea Generale dell’ONU disporrà di una definizione opportuna di cosa sia terrorismo». Un esempio delle differenti interpretazioni del termine è stata la domanda dell’ambasciatore siriano, Mikhail Wehbe, che ha chiesto ad Aznar il suo appoggio per mettere fine «ad una delle forme di terrorismo più abominevoli», in riferimento all’occupazione dei territori palestinesi. REAZIONI Arnaldo Otegi, di Sozialista Abertzaleak (denominazione dei gruppi consiliari della sinistra indipendentista basca, N.d.T.) Otegi ha assicurato che questa decisione è «un atto di propaganda elettorale» di Aznar, al quale importa solo «ottenere voti, anche a costo di riunirsi su un’isola per decidere che assassinerà migliaia di Irakeni». Ha concluso che Aznar «considera giustificabile l’assassinio ed il massacro di migliaia di civili in Iraq se con questo ottiene che Batasuna entri in una lista del Governo più reazionario che vi sia stato negli ultimi decenni negli USA». «Era ora di rendersene conto». Javier Rojo del Partido Socialista de Euskadi (sezione basca del PSOE, N.d.T.) Il segretario generale del PSE in Araba ha sottolineato che «era ora che gli USA si accorgessero di ciò che succede qui». Rojo ha aggiunto che la decisione «deve essere vista all’interno della normalità democratica di uno Stato di diritto» e ha ricordato che «media degli USA ci dicevano che Batasuna e ETA sono organizzazioni separatiste, non terroriste. Ora dimostriamo che il terrorismo è uguale qui come a Lima e che la lotta al terrorismo non ha frontiere». Iñaki Anasagasti del Partito Nazionalista Basco Per il portavoce nazionalista al Congresso Spagnolo, la misura «è una cortina fumogena priva di effetti pratici». Anasagasti ha segnalato che «Aznar si sta vantando del perché è servita la sua collaborazione con gli Stati Uniti nella guerra all’Iraq», e ha definito io comportamento del presidente spagnolo come quella di un «cagnolino da compagnia, indegna di un presidente europeo». A questo proposito, ha sottolineato che «questo si fa solo quando si ha un complesso di inferiorità».
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