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Rassegna stampa
«Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova». Dalle casse, sistemate su due carrelli del supermercato, vien fuori una colonna sonora che non ha bisogno di interpretazioni. I disobbedienti di Vicenza: «Ci riprenderemo il diritto di dissentire che questa giunta razzista e fascista vuole toglierci». Poi via con le incalzanti melodie sudamericane. Quando però a dissentire è il consigliere comunale di An Gianfranco Pilastro, i poliziotti sono costretti a portarlo via a braccia per evitare che la situazione precipiti.
È stato l’unico momento di tensione di quello che pareva dover essere un pomeriggio di un giorno da cani. Dunque, ricapitolando: i no global berici avevano a suo tempo chiesto, e ottenuto, l’autorizzazione a manifestare in corso Palladio contro l’ordinanza di Hüllweck che vietava di manifestare, appunto, in corso Palladio. Forza Nuova aveva reagito annunciando una contromanifestazione per «dichiarare la nostra indignazione per il non rispetto di norme e decreti in atto nel Comune di Vicenza». Ecco perché polizia e carabinieri avevano schierato un piccolo esercito di uomini e mezzi, per il timore che i due schieramenti potessero entrare in contatto, con le facilmente prevedibili conseguenze che si sarebbero potute verificare. Poi Forza Nuova ci ha ripensato («un atto dovuto ai liberi cittadini vicentini che non meritano sabati bellicosi»), anche perché non era stata inoltrata la domanda in tempo utile, e la tensione è rientrata. Almeno fino a quando il corteo dei circa trecento disobbedienti non si è imbattuto in un... Pilastro. Polizia davanti, carabinieri dietro e in mezzo loro, i giovani disobbedienti («Non ci avrete mai come volete voi»), che chiedono la «libertà per i compagni imprigionati» e rivendicano «la necessità di una reale democrazia in città e non accettiamo che il centro storico divenga una zona rossa per pressione dei commercianti». C’è anche l’on. Lalla Trupia (Ds) in corso Palladio. «Sono venuta qui per controllare», dice tra il serio e il faceto. Sta dalla parte dei no global, su questo non c’è dubbio. E poi lancia un dardo avvelenato contro il sindaco. «Vorrei capire se ci è o ci fa - attacca -, perché emettere un’ordinanza che vieti manifestazioni in corso Palladio è un atto che non rientra nelle sue facoltà. Forse l’ha fatto solo per tenersi buoni i commercianti, sapendo bene che quell’atto, come dimostrano le autorizzazioni concesse dal prefetto, non rientra nelle sue facoltà». Il corteo avanza lento e, poco prima di palazzo Trissino, incoccia in Gianfranco Pilastro. Il consigliere di An aveva appena finito di dire che, grazie a queste manifestazioni, il centro della città si svuota; vorrebbe farlo presente anche ai manifestanti, che lo individuano e lo invitano ad andarsene a casa. Apriti cielo, Pilastro dice che lui va dove gli pare. La tensione cresce, vola qualche spintone. «Sei un provocatore», gridano i disobbedienti. «Provocatore io? Siete voi che svuotate la città, vergognatevi». Il commissario Marco Calì, aiutato da altri poliziotti, evita che la tensione diventi una rissa e trascina prudentemente Pilastro in un angolo. «Mi hanno dato un calcio - grida l’interessato - e voi impedite a me di camminare per la mia città. Non mi pare la cosa giusta da fare». Seguono spiegazioni, chiarimenti, conciliaboli. Fin che la rabbia finisce per sbollire. I no global, intanto, proseguono la loro marcia, tra canti e balli. Una signora tappa le orecchie alla figlia che sta in passeggino per paura che il volume troppo alto della musica provochi danni ai timpani della creatura. La bimba guarda la mamma e sorride divertita per il fuori-programma in centro. tratto dal Gazzettino di Vicenza del 8/12: LA PROTESTA Disobbedienti, sindacati, rappresentanti del centro-sinistra, famiglie complete: erano più di cinquecento ieri a manifestare in corso Palladio (Forza Nuova assente) «Abbiamo sterilizzato l'ordinanza anti-cortei» «Abbiamo ripreso uno spazio in modo pacifico». Il vicesindaco: «No, il divieto va mantenuto». Martedì toccherà ai pacifisti «L'ordinanza contro i cortei in corso Palladio di fatto non esiste più. In modo pacifico e divertito abbiamo ripreso uno spazio di tutta la città».
Il primo commento dopo il corteo di ieri in corso (l'annunciata presenza di Forza Nuova non c'è stata) è arrivato da Francesco Pavin, portavoce dei disobbedienti e delle tute bianche beriche. Una manifestazione filata liscia, ma che lascia sul tavolo della giunta di Vicenza un dilemma. Lasciare vigente il divieto redatto l'esate scorsa o abbandonarlo? Una risposta che potrebbe arrivare già dalla prossima riunione dell'esecutivo prevista per domani. Alle 14.30 i cinquecento del corteo (c'erano tute bianche, disobbedienti, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil assieme agli esponenti del centrosinistra, nonché molti semplici cittadini con figli a seguito) hanno mosso i primi passi da piazza Castello. La marcia è proseguita sino a palazzo Trissino dove si è verificato un imprevisto. Il consigliere comunale di An Gianfranco Pilastro si è frapposto al corteo, ma poi ha accettato di farsi da parte su invito delle forze dell'ordine. I manifestanti hanno sostato per un po' attorno a palazzo Trissino, poi sempre passando per il corso hanno terminato la manifestazione in piazza Matteotti, tra canti, balli e slogan contro la giunta. «Abbiamo sterilizzato - dice Pavin - l'ordinanza anticortei. Poi toccherà a quella antibivacchi. Infine torneremo ad impossessarci di un nuovo centro sociale». Telegrafico il vicesindaco Valerio Sorrentino: «Siamo felici che non sia successo nulla; noi non facciamo certo i gufi. Su quell'ordinanza però noi rimaniamo della nostra opinione: va mantenuta». Rimane ora da capire se il sindaco voglia ritirarla o meno (il primo cittadino aveva preso in considerazione l'ipotesi già il mese scorso), anche perché martedì è prevista sempre in corso una nuova manifestazione dei pacifisti cattolici contro la guerra in Iraq. Sul versante dell'ordine pubblico tutto è filato liscio: «Complimenti alla questura ai carabinieri e alla municipale per la vigilanza puntuale e discreta» ha detto Emiliano Calistri del Circolo Russell che ha poi spiegato che molte persone nel corteo hanno approfittato dell'occasione «per andare a fare shopping nelle botteghe del centro» ormai in piena atmosfera prenatalizia. Marco Milioni
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