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8/6/03
- Una testimonianza di Gigi Pistillo dal Peru', dove una serie di scioperi
dovuti all'esplosiva situazione sociale provocata dalle politiche ultra-liberiste
del governo hanno portato il presidente Toledo a proclamare lo stato d'emergenza.
"Quello che sta succedendo in questa fase in Perù è che una serie di scioperi ha scosso per alcune settimane il paese. Hanno cominciato gli insegnanti, una categoria da sempre molto combattiva, ormai in sciopero da quasi un mese, che hanno bloccato l'attività didattica in tutte le scuole pubbliche del Paese, con tutto il corollario di manifestazioni, blocchi stradali ecc. Gli insegnanti, a cui si sono spesso uniti anche gli studenti, hanno ricevuto l'appoggio del maggiore sindacato del Perù la CGTP e soprattutto dell'Apra, l'unico vero partito organizzato che sta tentando in questo modo di dare una spallata al governo di Toledo e candidare il suo segretario Alan Garcia alla presidenza, forte anche dei consensi ricevuti alle ultime amministrative. L' APRA è un vecchio partito di sinistra la cui parabola ricorda un po' quella del nostro PSI: un passato di grandi tradizioni di lotta ed impegno sociale, a cui si contrappone un presente di demogogia e corruzione. Il suo attuale segretario, da presidente della repubblica dall' 85 al '90, anni di Sendero Luminoso, è stato responsabile di episodi di massacri di campesinos e repressioni che solo ora stanno timidamente emergendo e, dopo la caduta di Fujimori, è dovuto scappare all'estero inseguito da accuse di corruzione. E' potuto ritornare dopo un indulto. Il
governo di Toledo, ( il "cholo " come dispreggiativamente lo chiama la
stampa in riferimento alle sue origini indigene- ma ha studiato negli
Stati Uniti-), fedele esecutore dei dettami del FIM, attua una politica
sociale disastrosa. Nonostante il becero populismo dei discorsi ufficiali,
la scuola pubblica è a pezzi con edifici fatiscenti, doppi e tripli turni,
pochissime attrezzature e uno stipendo per i professori che si aggira
intorno ai 500- 600 soles (150 euro) al mese, una vera miseria. Succede
cioè che tutti i nodi e le contraddizioni di una politica economica all'insegna
del più sfrenato liberismo ( in 10 anni,ad es. sono state date più concessioni
minerarie che in tutta la storia del Perù) stanno venendo al pettine.
Il Perù ha un tasso di crescita del Pil del 6% annuo, il più alto dell'America
Latina, la dollarizzazione che ha raggiunto il 70% dell'economia ha praticamente
bloccato l'inflazione, ma di questa ricchezza alle categorie più povere
non arrivano neanche le bricciole. Gli interessi sul debito estero ne
assorbono una grossa fetta, in resto va nelle tasche delle multinazionali
e pochi altri. La percentuale dei poveri aumenta ( negli ultimi 10 è passata
dal 38 al 56% della polazione), la disoccupazione non diminuisce e tutti
i femomeni negativi indotti ( l'esodo verso le città e lo spopolamento
delle campagne, l'inquinamento, la delinquenza ecc.) continuano a condizionare
l'intera società. gigi pistillo |