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A VICENZA UN
CPT? NOI I LAGER LI SMONTIAMO!!!
dal Giornale
di Vicenza di Domenica 5 Gennaio 2003
La proposta:
Vicenza sede veneta del Centro immigrati?
Casarini: «Vogliono un lager. Noi lo smonteremo»
(d. n.) Potrebbe essere insediato a Vicenza il nuovo centro temporaneo
di permanenza per gli immigrati clandestini del Veneto. La proposta arriva
dal parlamentare aennista Filippo Ascierto, secondo il quale la nuova
struttura protetta dove identificare gli stranieri destinati all'espulsione
dovrebbe essere collocata nel capoluogo berico oppure a Padova, le due
città con la percentuale più alta di extracomunitari. «Una nuova legge,
sottoscritta a dicembre come collegato alla finanziaria - precisa Ascierto
- consente di bypassare gli enti locali (sia regionali che locali), che
spesso non si assumono la responsabilità di decidere la realizzazione
dei Ctp, strutture che per comodità che vanno sistemate vicine alla città.
Questo non deve destare preoccupazioni perché ognuno di questi centri
sarà controllato da almeno una sessantina di poliziotti, e non ci saranno
problemi di sicurezza. D'altronde, si tratta di una soluzione necessaria,
se vogliamo far funzionare la legge Bossi-Fini. Serve una struttura per
ogni regione, e se lo decide il ministero nessuno si potrò opporre».
L'ipotesi di Ctp veneto è fortemente voluta dall'assessore regionale ai
flussi migratori e alla sicurezza Raffaele Zanon, per far transitare gli
stranieri trovati privi del permesso di soggiorno. Oggi i clandestini
vengono accompagnati a Milano, Bologna, Lecce o Brindisi, con costi molto
alti: nel corso del 2002, duemila gli extracomunitari espulsi dal Veneto,
di cui quasi duecento dal Vicentino. Negli ultimi mesi il numero ha subito
un' escalation in virtù di una serie di operazioni mirate, condotte da
polizia e carabinieri, nei luoghi di ritrovo tipici degli stranieri. Un'attività
quotidiana, che ha portato il questore a firmare decreto su decreti per
intimare agli irregolari di lasciare il nostro paese.
Quello che resta da individuare, ora, è la locazione del centro. In base
all 'ipotesi di risistemare ex caserme, nella provincia berica sono 5
le possibili destinazioni, suddivise fra Asiago (caserma Riva e poligono
di tiro a segno), Schio (caserma Cella), Zovencedo (centro radio) e Arcugnano
(deposito munizioni). In tutta la regione, sono altri 50 i siti individuati.
Ma Ascierto presenta un'altra opzione: una struttura privata. «Sono in
contatto con un industriale che ha intenzione di mettere a disposizione
un capannone della zona industriale di Padova - spiega il deputato An
-, una possibilità prevista dalla nuova legge perché si tratta di contributi
alla sicurezza di tutti i cittadini. Sarà il ministero degli Interni a
decidere, dopo aver sentito il parere del prefetto. Anche a Vicenza potrebbe
darsi un' ipotesi di questo genere, visto l'alto numero di immigrati che
vivono nel territorio berico. Restano da cercare gli accordi, ma è una
strada assolutamente percorribile».
Chi non è d'accordo con nessuna localizzazione del Ctp è Luca Casarini,
leader dei Disobbedienti: «Così com'è concepito, si tratta di un lager
- sostiene - e noi lo smonteremo. Non è così che si risolve il problema
dell' immigrazione irregolare in Italia».
dal Gazzettino
di Vicenza di Domenica, 5 Gennaio 2003
IMMIGRATI NELLA RETE DELLA BOSSI-FINI
Ma c’è già il niet del suo compagno di partito, l’assessore Sante Sarracco
«Centro per clandestini in città». È polemica
La proposta di Ascierto (An): «Se i politici locali non vogliono, mi rivolgerò
direttamente ai privati»
(Gp.Ch.) «Il centro temporaneo di per manenza per clandestini a Vicenza
o a Padova». La proposta (o provocazione?) arriva dalla Città del Santo
per bocca dell'onorevole di Alleanza nazionale, Filippo Ascierto. Per
chè la nostra città? «Nel vostro comune -afferma l'onorevole Ascierto
- c'è un alta per centuale di immigrati ».
Al componente
della commissione Difesa della Camera evidentemente piace il gioco della
provocazione e sembra lanciare una sfida ai politici vicentini: «La
legge non prevede il coinvolgimento delle istituzioni locali nella decisione
sulla località dove insediare questo centro , previsto dalla legge Bossi-
Fini e, quindi, si può scegliere Vicenza, indipendentemente dagli enti
locali». Eccolo qui il piatto "velenoso", servito ai politici locali.
La realizzazione della sede per la sistemazione dei clandestini prima
della loro espulsione sembra già essere più di un semplice pomo della
discordia. E, tanto per far capire che non sta scherzando, l'onorevole
Ascierto tira fuori un altro asso della manica che farà sicuramente
ribollire i bollenti spiriti dei politici locali: «Sto cercando anche
a Vicenza come mi è già successo a Padova, industriali disposti ad affittare
strutture per accogliere questo centro ». In cambio, assicura il parlamentare
del partito di Gianfranco Fini, «sarà pagato l'affitto o, addirittura,
sarà acquistato l'immobile. L'importante è che possa ospitare mensa,
cucina e le stanze dei clandestini». A sorvegliare questo centro , ci
saranno anche «una quarantina di poliziotti che dovranno garantire il
mantenimento dell'ordine pubblico» precisa Ascierto.
Il "pranzo"
dell'esponente di An è servito tanto più che ai più scettici in città
ricorda che «mi sento tutti i giorni con Giorgio Conte». Piatti decisamente
indigesti quelli arrivati da Padova e serviti nei palazzi della politica
vicentina. Chi sembra avere già forti dolori di stomaco è il suo stesso
compagno di partito, l'assessore ai servizi sociali, Sante Sarracco.
Subito sceglie la via diplomatica: «Non dico subito di no al centro
- attacca - ma prima dobbiamo parlarne anche con i partiti della Casa
della libertà oltre che con il sindaco, il prefetto ed il presidente
della Provincia». Poi, per ò, sembra masticare molto amaro sulla proposta
dell'onorevole Ascierto: «Non capisco per chè questo centro lo si debba
realizzare proprio a Vicenza. Con questa scelta, non si fa altro che
incrementare la per centuale di clandestini, presenti sul nostro territorio».
E lancia anche una proposta: «Ci sono tante strutture militari abbandonate
nella nostra regione con tanto di mense e servizi. Per chè non pensare
a quegli spazi?».
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