MEDIABLITZ NEWSLETTER n° 06 - 04/02

(edizione locale)

Ciao a tutt* in questa newsletter abbiamo voluto dare spazio a ciò che accade a Vicenza e provincia, che tra manifestazioni, progetti ed appuntamenti, si rivela particolarmente ricca di iniziative.

Chi volesse collaborare, (dis)iscriversi alla newsletter può contattarci a mediablitz@inventati.org

Il nostro sito www.inventati.org/mediablitz  è stato aggiornato e potete trovare anche parte dei contenuti di [multi]mediablitz. Visitatelo!

A presto

Mediablitz

 

°°°°°°° SOMMARIO°°°°°°°

1- comunicato mediablitz su la politica dell’assessore Abalti riguardo gli spazi giovanili

2- documento  del coordinamento vicentino "no CPt si accoglienza" per la prossima  assemblea

3- presentazione del progetto  [multi]mediablitz

4- “Thiene NO War” Appello alla manifestazione di sabato  8/02  per la pace senza se né ma

5- Coordinamento Studentesco: I nostri sogni non si possono indagare!

6- Recensione de “la Banda Bellini”  di Marco Philopat

 

COMUNICATO DI MEDIABLITZ

Oggetto: in merito alle dichiarazioni dell’ assessore alle politiche giovanili di Vicenza        sulla creazione di un centro musicale in città

 

Mediablitz è un gruppo di comunic/azione che promuove la libera diffusione di saperi e cultura con l'obiettivo di una reale riappropriazione collettiva e sociale dei mass-media.

Per questo non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle ultime novità  dell'assessorato alle politiche giovanili di Vicenza, pubblicizzate in grande stile sui giornali locali negli ultimi giorni.

Ci riferiamo  alle dichiarazioni di Arrigo Abalti che annuncia pomposamente la volontà di creare un centro musicale  sponsorizzato e gestito da privati nell'area "ex lanerossi" ai Ferrovieri.

Crediamo che queste dichiarazioni altro non siano che opportunismi di una  campagna elettorale che vorrebbe ipocritamente sfruttare proprio  l’irrisolto e grave problema degli spazi per i giovani,  verso il quale questa amministrazione ha saputo rispondere solo con repressione e denunce.

Vorremmo infatti ricordare come la nuova idea (“In pratica, il centro sarebbe costituito da alcune stanze insonorizzate per le prove di gruppi musicali, un auditorium dove questi gruppi possano esibirsi per il loro pubblico e infine una sala di incisione per produrre cd. Il tutto dotato di qualche altro servizio come un bar e una sala di aggregazione, ma con un taglio spiccatamente musicale per questa struttura”) ricalca quella annunciata nell’ottobre 2001 della costruzione (entro il 2003) di un complesso analogo preso la Rocchetta in via Bonollo, lasciato cadere nel nulla.

Adesso la storia si ripete addirittura annunciando il progetto prima ancora di aver parlato con la nuova proprietà dello stabile! ( “l’assessore Franzina conferma che ci sarà a breve un incontro con i nuovi rappresentanti della proprietà.)

Vorremmo però aggiungere che riteniamo assai miope credere che per promuovere le iniziative dei giovani gruppi musicali si consideri solamente il music business degli investitori privati senza pensare minimamente a valorizzare e consentire l’autoproduzione e la creatività dei complessi giovanili.

La musica non è solo una merce, anzi è veicolo di libertà ed espressività e non deve finire appannaggio di associazioni di music business come Media Music Vicenza (sostenute dal Comune), il cui presidente è guarda caso Alessandro Ambrosini, noto fascista ed ex dirigente provinciale del partito razzista Forza Nuova.

Noi crediamo che “fare musica” sia anche un mezzo per diffondere idee e contenuti e che l’autoproduzione, l’autopromozione e la contrarietà alle ferree leggi del mercato, del copyright e della s.i.a.e. siano l’altro modo possibile per essere artisti oggi.

Per questo Mediablitz ha creato, in collaborazione con alcune band vicentine, un cd multimediale con una compilation ma anche con all’interno alcuni video, che trattano tematiche d’attualità, e delle pagine di presentazione dei gruppi.

Tutto questo, visto che ci interessa che il sapere non abbia vincoli né divieti, è distribuito senza copyright.

Questo per affermare che il music business non è l’unica via per chi vuole (o vorrebbe) sostenere la creatività musicale giovanile.

 

MEDIABLITZ

www.inventati.org/mediablitz

mediablitz@inventati.org



 

Documento del Coordinamento vicentino "no cpt-si accoglienza" in preparazione dell'incontro del 12 febbraio

 

In seguito delle dichiarazioni dell'on. Ascierto di An di qualche settimana fa sulla possibile costruzione di un Centro di permanenza temporanea per immigrati a Vicenza, si è svolta in città, giovedì 30 gennaio, presso i Chiostri di S. Corona, un'assemblea provinciale indetta da un'ampio schieramento di forze che da anni si occupano delle questioni legate all'immigrazione e che vanno dai Disobbedienti ai Tavoli dei migranti dei social forum del vicentino, da Rifondazione comunista ai Verdi (gruppo Welfare e diritti di cittadinanza), dalla Cub alla Cgil (Dipartimento immigrati), dall'Associazione delle comunità degli immigrati della provincia di Vicenza fino alla Sinistra giovanile e al Coordinamento studentesco, al fine di costituire un coordinamento che cerchi sia di opporsi alla costruzione del Cpt sia di imporre all'ordine del giorno dell'agenda politica vicentina l'adozione di politiche di accoglienza e non di repressione.

Il rifiuto dell'equazione immigrato = criminale, che sta facendo breccia nell'opinione pubblica e che le politiche di tipo sicuritario e segregazionista creano e alimentano, pone l'esigenza di una battaglia culturale e politica che unisca capacità di informare la popolazione sulla reale natura della legge Bossi-Fini e sui meccanismi che essa mette in atto a pratiche che chiedano con forza l'utilizzo delle risorse disponbili a favore di un diverso approccio, che miri, tra le altre urgenze, a risolvere il problema della casa e le questioni legate alla qualità del lavoro che gli immigrati svolgono nelle fabbriche di una provincia che esporta come l'intero Portogallo.

L'immigrazione non può più essere vista e trattata come un fenomento congiunturale, ma al contrario strutturale, come dimostra il fatto che la provincia di Vicenza sia la prima in Italia per rapporto tra cittadini italiani e immigrati: l'8,7%. L'idea di ospitalità deve trovare una sua centralità strategica nelle politiche di accoglienza, come messo in evidenza dal rappresentante della comunità senegalese, di contro invece all'aumentare di provvedimenti punitivi, che peggiorano ulteriormente le condizioni di vita già precarie e a volte davvero ai limiti della decenza dei migranti.

 

Adottando dunque la parola d'ordine "no ai cpt, né qui né altrove, si all'accoglienza", l'assemblea ha deciso di darsi un primo appuntamento per discutere sul da farsi il giorno 12 febbraio presso lo Sportello degli invisibili di via S. Tommaso 4, alle ore 21'00; al quale è invitato chiunque abbia a cuore la questione.

Riteniamo inoltre che il coordinamento riceva un'ulteriore conferma della sua necessità dalle dichiarazioni apparse sabato 1 febbraio sul Mattino di Padova per bocca del sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, che ha indicato Longare tra i siti possibili per la costruzione del primo Cpt in Veneto. In ogni caso, anche se si decidesse per Bagnoli o per Vittorio Veneto, l'assemblea ritiene che il coordinamento vicentino debba esistere comunque, per dare il proprio appoggio e contributo alle forze che cercheranno di contrastare la realizzazione del progetto. E questo perché si è convinti che esistano altre possibilità di intervento più rispettose della dignità umana. Il coordinamento s'impegna dunque, in tempi brevi, a formulare una serie di proposte alternative, che speriamo possano incontrare quantomeno l'interesse delle istituzioni competenti.

Coordinamento vicentino "no cpt-si accoglienza"




PRESENTAZIONE DI MULTIMEDIABLITZ

______[multi]mediablitz___________________________

Con questo cd-rom mediablitz vuole sperimentare le possibilità, offerte dai nuovi media, di veicolare contenuti critici utilizzando diversi supporti: dalla musica ai video al testo.

Inizialmente l'idea era di produrre una compilation musicale di gruppi underground di vicenza e dintorni, poi alla musica si sono affiancati i video e alcuni testi.

In questo modo abbiamo cercato di conciliare divertimento e contenuti politico-sociali, uniti dalla pratica dell'autoproduzione contro la mercificazione della musica e della cultura.

Un cd-rom ha un costo ridotto ed è ormai utilizzabile dalla maggioranza delle persone: per questo pensiamo possa essere un mezzo molto efficace per la diffusione di idee e conoscenze, estendendo la pratica dell'autoproduzione a territori finora inesplorati.

La parte audio del cd è leggibile normalmente da un qualsiasi lettore cd. I gruppi (alcuni dei quali hanno partecipato al "Mediablitz Tour") sono muppez, cetomedio, key movement, c.s.c.h., fuckin' noise e vertical.

Le altre due sezioni si leggono inserendo il cd nel computer.

I video: "no cpt" e "via mattei" sui centri di permanenza temporanea, il videoclip dei derozer "cielo nero" e "palestina newsreel #2" di indymedia.

I testi: un libro, "Media Activism" (downloadabile all'indirizzo: www.rekombinant.org/media-activism), il racconto di Wu Ming "benvenuti in palestina" e il dossier sui c.p.t. di mediablitz.

I contenuti del cd non sono protetti da copyright. Anzi, la duplicazione e la diffusione sono incoraggiati!




Thiene: NO WAR! Appello alla manifestazione di sab 8/02 

Tutti i giorni i media ci mettono in contatto con una realtà internazionale in continua evoluzione  che ci preoccupa e ci fa sentire sempre più impotenti e spettatori di un presente e futuro che non solo non ci appartiene ma che vorremmo riuscire a contrastare con tutte le nostre forze.

Ormai, nostro malgrado, è quasi certo che i grandi potenti della terra decideranno a breve di dichiarare guerra all’Iraq.Tutto questo ci fa capire che le persone che ci governano sono sempre più sorde rispetto la volontà del popolo.

Non possiamo più accettare passivamente questa realtà.

Per questo noi giovani dell’ associazione culturale ALEPH e del COORDINAENTO LIBERA ZONE  abbiamo pensato di scendere in piazza e renderci così visibili al cospetto di chi ha il potere di decidere, per dire non solo no alla guerra in Iraq ma per esprimere un concetto molto più forte e universale:SI ALLA PACE assoluta nel mondo.

Il giorno 8 febbraio non saremo più invisibili perché saremo in tanti  dagli operai agli impiegati, dai studenti ai nonni, dalle associazioni laiche e cattoliche fino ad arrivare ai partiti, tutti uniti sotto un'unica bandiera e parola d’ordine:PACE.

Quello che vogliamo fare è allo stesso tempo il minimo e il massimo che persone comuni come noi possano fare.

Il nostro è un invito, aperto a tutti, a partecipare a questa importante giornata dando così, anche con la singola presenza, un contributo essenziale e un maggiore peso ai concetti che andremo ad esprimere.

La manifestazione partirà dalla stazione dei treni di Thiene  alle ore 9.00 e si concluderà in piazza Chilesotti dove con l’aiuto di tutti i manifestanti cercheremo di formare la parola PACE  occupando tutta la piazza e dando così un valore e una visibilità assoluta a questa importante parola.

Aderiscono alla giornata:

Aleph, Libera-zone,  D.s. , Verdi , Margherita, Giovani Comunisti, Studenti, Disobbedienti – Vi-, Akwaaba, AlternativaDemocratica, Progetto Giovani (fara-breganze-schiavon-pianezze), Social Forum Altovicentino




 Coordinamento Studentesco: I nostri sogni non si possono indagare!

Oggi 1 febbraio in alcune scuole vicentine sono stati calati degli striscioni con scritto "Non ci avrete mai come volete voi" e "i nostri sogni non si possono indagare". Inoltre alla fine della giornata scolastica è stato svolto un volantinaggio che spiegava i motivi di questa iniziativa.

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai 27 indagati per l'occupazione simbolica dell' ex-Siamic, fatta da un gruppo di studenti medi ed universitari, il laboratorio zero.

Questo atto repressivo colpisce alcuni di noi, ma volgiamo dire che se sognare un posto autogestito,dove poter esprimere la nostra creatività,poter confrontarsi su tematiche politico-sociali,e tentare di concretizzarlo è reato,allora siamo tutti colpevoli e rivendichiamo il fatto che noi del Coordinamento Studentesco non solo abbiamo attraversato il lab.0,ma l'abbiamo anche occupato!!!

Non condividiamo e condanniamo questo modo,da parte delle istituzioni competenti, di risolvere le problematiche giovanili e l'esigenza di spazi sociali autogestiti,attraverso le denunce e la repressione; dichiariamo che non ci fate paura e non ci fermerete, perchè i nostri sogni e le nostre idee sono più forti delle nostre intimidazioni.

La giornata di oggi assume un significato ulteriore dopo la notizia delle denunce per invasione di luogo pubblico,furto,devastazione,danneggiamento aggravato ed interruzione di servizio pubblico, rivolte a 64 studenti veneziani e mestrini(di cui 41 minorenni) in seguito alle occupazioni delle scuole cittadine in novembre.Siamo vicini a loro,mentre stanno manifestando per le vie di Venezia,ed esprimiamo la nostra più totale solidarietà a chi viene colpito da questi atti repressivi, denunciato perchè voleva aprire momenti critici di discussione e dibattito su argomenti troppo spesso dimenticati,come riforma Moratti,guerra e Bossi-Fini.

COORDINAMENTO STUDENTESCO VICENZA

ecco ora il testo del volantino distribuito nelle scuole:

I NOSTRI SOGNI NON SI POSSONO INDAGARE!

13 dicembre 2002 ore 20.00: i portoni dell’ex siamic dopo anni di immobilità vengono aperti per concretizzare un sogno: il sogno di uno spazio autogestito dove vivere la nostra socialità, cultura, dove discutere e confrontarsi su varie tematiche e dover poter dar sfogo alla nostra creatività.

LA VOSTRA RISPOSTA??

-POLIZIA PROVINCIALE FUORI DAL POSTO CHE TENTA LO SGOMBERO, PREFERENDO LE PANTEGANE A NOI

-DIGOS 24 ORE SU 24

-27 INDAGATI, DI CUI 4 STUDENTI DI SCUOLE SUPERIORI E SOPRATTUTTO DENUNCIAMO IL FATTO CHE MOLTI DI QUESTI PROVVEDIMENTI GIUDIZIARI SONO STATI DECISI A CASO, VERSO PERSONE CHE HANNO SOLAMENTE ATTRAVERSATO IL POSTO

La vostra legalità ,a cui ci avete costretti, è quella che nega la libertà d’espressione!

L’illegalità, di cui ci accusate, è la fantasia di chi non crede a questo mondo come l’unico possibile!

Le indagini, che aprite su di noi, non riusciranno mai a comprendere che non potrete fermarci, perché siamo un esercito di sognatori!

Mettete pure i nostri nomi sui giornali, perché pensate di fomentare la paura, ma siete soltanto degli illusi!

Possiamo solo aver paura di continuare a viver una vita incatenati dalle vostre leggi, dai vostri show televisivi, dalle vostre riforme della scuola , dai vostri modelli di comportamento!

Non potrete mai averci come volete voi perché siamo altro da voi, perché sogniamo le nostre città, le nostre scuole colorate, piene di suoni e musica , perché ci prenderemo quello di cui abbiamo bisogno, perché non vogliamo il vostro potere , le vostre poltrone, le vostre guerre!!

LA QUESTIONE DEGLI SPAZI SI RISOLVERA' SOLO QUANDO AVREMO UNO SPAZIO AUTOGESTITO!




LA BANDA BELLINI

Diario, gennaio 2003

Come un film di Spike Lee: la Banda Bellini

di Rosella Simone

Non è facile spiegare oggi quel tempo di miti rivoluzionari, di film di eroi spacconi e sconfitti, di poeti americani e acidi lisergici, di rodomontate etiche e vigliaccherie amorose, di sogni grandiosi e vino cattivo, di albe rincorse a parlare parlare parlare. E la voglia pazza che tutto cambi, ma proprio tutto, e esserci in quel cambiamento, vivi possibilmente, o morti anche, che tanto gli eroi son sempre giovani e belli e le leggende non muoiono mai. E Andrea Bellini era bello, selvaggio, biondo e furioso. Un macho prepotente che faceva tremare il cuore alle ragazze, capo per destino. Capo banda, perché la banda era tutto allora. La banda degli amici, quella del quartiere, o quella delle affinità elettive. Perché c'erano, anche allora, quelli col sangue agli occhi che venivano dalle periferie metropolitane come Andrea, o dalla provincia come me, all'università, primi della nostra razza che studiava. Razza intelligente e bulimica, pronta a divorare tutto, sapere e vita. Con così tante domande nella testa da fare confusione e così agire e basta. Agire per esistere, per non essere complici di ingiustizia senza neanche aver combattuto. Forse abbiamo letto solo il primo libro de Il capitale, cito da una vecchia canzone di Ivan Della Mea, ma il Mucchio selvaggio e Giù la testa l'abbiamo visto tutti, visto e rivisto ed è un po' come se il trence verde e lungo, da praterie selvagge, divisa storica da combattimento della Banda Bellini, lo avessimo indossato simbolicamente tutti. Fuorilegge sul tramonto del far west contro le ingiustizie del mondo. E Marco Philopat, che di anni ne ha 40, e che nel '68 era un bambino ha colto nel suo nuovo romanzo La Banda Bellini (Shake edizioni, 191 pagine, 12 euro) questo modo di essere e lo ha reso nel romanzo, ha colta quella risata, quella spavalderia, quella innocenza, quella cattiveria, quella passione selvatica e tanto cinematografica e tanto poetica che era il sale e il pane di noi che eravamo ragazzi negli anni sessanta. Per capire quel tempo, breve e furibondo, prima del tempo plumbeo delle bombe di stato, della lotta armata, della paura e del tradimento, ci voleva un romanzo come questo, dove ironia e sentimenti, rivoluzioni e film made in Hollywood, etica e cambiamento si mescolano nel gioco felice-infelice ma appassionato della vita giovane. Che vuole credere all'amicizia, all'onore, alla libertà e, con questa fede, inventa, alla fine del '900, un'epopea tra Far west e banda Bonnot. Scion scion Andrea.

Quando e come hai conosciuto Andrea Bellini?

"Una dozzina di anni fa grazie a Primo Moroni, libraio della Calusca, presentandomelo come una vera e propria leggenda metropolitana. Il suo era stato il servizio d'ordine più famoso degli anni settanta per le vittorie ottenute sul campo. Allora faceva, insieme ai suoi amici veterani delle guerre di piazza, una rivista gratuita che si chiamava n.n., figli di nessuno. La impaginavamo noi della Shake".

Più che in Costretti a sanguinare, il tuo primo romanzo uscito nel '97, qui si vede la struttura a lasse alla Balestrini...

"Ho tentato di portare la ricerca del gruppo 63 su un terreno più televisivo. Un romanzo a zapping. Pur mantenendo la narrazione vera e propria, sempre in prima persona, ho mischiato gli eventi ai pensieri più intimi di Andrea. Ho fatto fatica perché Andrea è uno che tende sempre a raccontare ciò che è esteriore anche se nasconde nel tenero cuore una passione controculturale ".

La sua è un'epopea che dura un tempo breve...

"Inizia a fare politica a 16 anni e a 25 anni, arrivato il 77, lui si ritira. Rimbaud degli aanni settanta ".

Come hai fatto a farti raccontare gli amori...

"Ho fatto sponda con Livia, sua moglie. E poi l'ho seguito da un bar all'altro bevendo drink innumerevoli offerti da lui, per farlo parlare, per farlo cantare".

Veramente Andrea sembra odiare le donne...

"...pensa che siano spie; pensa che i gruppi di autocoscienza femminile siano fatti apposta per inculare il potere dei maschietti, per tutto il libro lui si barcamena con questa tensione ".

Quale altra difficoltà hai incontrato?

"La violenza. Io vengo dagli ambienti anarcopunkpacifisti e affrontare la Banda Bellini che con la violenza aveva a che fare quotidianamente era difficile. Anche se era un tipo di violenza rigorosa, l'assalto all'arma bianca, di piazza. Il manganello contro lo Stalin, la spranga, e la chiave inglese. Odiavano chi spaccava le vetrine, chi portava le molotov, tutti quelli che usavano le pistole. Infatti quando nel corteo c'è troppo di tutto, si sciolgono. Nonostante siano 50 persone, cinque file da dieci, amicissimi. Duri e puri come cemento armato, come acciaio ma, alla fine, vengono disgregati dall'interno dalle logiche della violenza ".

Ma perché propria questa storia?

"Per Primo Moroni e per la battaglia che si porterà dietro dall'82 sino alla morte nel 98: liberiamo gli anni 70. Fondamentale per la storia della lotta di classe in Italia e per non ripetere gli stessi errori".

E poi non si può costruire su degli omissis...

"Il Vietnam vince perché spara, si diceva. Adesso la situazione è diversa; il movimento, da Porto Alegre in poi, ha contatti solidi con tutto il mondo, con i movimenti di liberazione ma anche con l'associazionismo di base, con i semterra, con i gruppi di donne in India. Lotta di base non violenta. Forse la Banda Bellini, nel suo piccolo, può far capire che certe logiche verticistiche e militari non pagano più. Naomi Klein dice che questo movimento è al femminile, che pone la non violenza come questione fondativa di tutto il movimento".

E tu, il narratore, da che mondo arrivi?

"Io? Io sono Philopat vivo nel mondo dei fumetti e quello che racconto è il mondo dei fumetti.

Venerdì 7 febbraio ore 20’30 alla libreria Spaziopiù a Vicenza:

Marco Philopat presenta: La Banda Bellini