Documento del Coordinamento vicentino
"no cpt-si accoglienza"
in preparazione dell'incontro del 12 febbraio


In seguito delle dichiarazioni dell'on. Ascierto di An di qualche settimana fa sulla possibile costruzione di un Centro di permanenza temporanea per immigrati a Vicenza, si è svolta in città, giovedì 30 gennaio, presso i Chiostri di S. Corona, un'assemblea provinciale indetta da un'ampio schieramento di forze che da anni si occupano delle questioni legate all'immigrazione e che vanno dai Disobbedienti ai Tavoli dei migranti dei social forum del vicentino, da Rifondazione comunista ai Verdi (gruppo Welfare e diritti di cittadinanza), dalla Cub alla Cgil (Dipartimento immigrati), dall'Associazione delle comunità degli immigrati della provincia di Vicenza fino alla Sinistra giovanile e al Coordinamento studentesco, al fine di costituire un coordinamento che cerchi sia di opporsi alla costruzione del Cpt sia di imporre all'ordine del giorno dell'agenda politica vicentina l'adozione di politiche di accoglienza e non di repressione.
Il rifiuto dell'equazione immigrato = criminale, che sta facendo breccia nell'opinione pubblica e che le politiche di tipo sicuritario e segregazionista creano e alimentano, pone l'esigenza di una battaglia culturale e politica che unisca capacità di informare la popolazione sulla reale natura della legge Bossi-Fini e sui meccanismi che essa mette in atto a pratiche che chiedano con forza l'utilizzo delle risorse disponbili a favore di un diverso approccio, che miri, tra le altre urgenze, a risolvere il problema della casa e le questioni legate alla qualità del lavoro che gli immigrati svolgono nelle fabbriche di una provincia che esporta come l'intero Portogallo.
L'immigrazione non può più essere vista e trattata come un fenomento congiunturale, ma al contrario strutturale, come dimostra il fatto che la provincia di Vicenza sia la prima in Italia per rapporto tra cittadini italiani e immigrati: l'8,7%. L'idea di ospitalità deve trovare una sua centralità strategica nelle politiche di accoglienza, come messo in evidenza dal rappresentante della comunità senegalese, di contro invece all'aumentare di provvedimenti punitivi, che peggiorano ulteriormente le condizioni di vita già precarie e a volte davvero ai limiti della decenza dei migranti.

Adottando dunque la parola d'ordine "no ai cpt, né qui né altrove, si all'accoglienza", l'assemblea ha deciso di darsi un primo appuntamento per discutere sul da farsi il giorno 12 febbraio presso lo Sportello degli invisibili di via S. Tommaso 4, alle ore 21'00; al quale è invitato chiunque abbia a cuore la questione.

Riteniamo inoltre che il coordinamento riceva un'ulteriore conferma della sua necessità dalle dichiarazioni apparse sabato 1 febbraio sul Mattino di Padova per bocca del sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, che ha indicato Longare tra i siti possibili per la costruzione del primo Cpt in Veneto. In ogni caso, anche se si decidesse per Bagnoli o per Vittorio Veneto, l'assemblea ritiene che il coordinamento vicentino debba esistere comunque, per dare il proprio appoggio e contributo alle forze che cercheranno di contrastare la realizzazione del progetto. E questo perché si è convinti che esistano altre possibilità di intervento più rispettose della dignità umana. Il coordinamento s'impegna dunque, in tempi brevi, a formulare una serie di proposte alternative, che speriamo possano incontrare quantomeno l'interesse delle istituzioni competenti.

Coordinamento vicentino "no cpt-si accoglienza"