PROGETTO PER LA CREAZIONE DI UNO SPAZIO AUTOGESTITO "CASA DELLE CULTURE"

INDICE

Introduzione.................1
Chi siamo: genesi del progetto...........3
Linee direttrici/obiettivi...................5

I progetti Laboratorio multimediale..................8
Costruzione di un laboratorio video.............10
Sala prove per i gruppi musicali vicentini.............14
Biblioteca autogestita/cineforum...........16
"Invisibili", sportello di consulenza per soggetti senza diritti......17
Palestra popolare................19
Progetto web-radio...............20
Laboratorio artistico..........23

Conclusioni...........24
Appendice............25
Allegato A...............25
Allegato B ............27

PROGETTO PER LA CREAZIONE DI UNO SPAZIO AUTOGESTITO "CASA DELLE CULTURE"

INTRODUZIONE
Il progetto presenta l'utilizzo di uno spazio che possa essere catalizzatore e trampolino di esperienze volte a creare uno spazio di confronto ed un altro futuro possibile per i cittadini di Vicenza, rivolgendosi in particolare ai giovani; un progetto che consideri socialità, cultura e attivismo sociale e politico al di fuori delle logiche di mercato ma funzionali ai bisogni e ai diritti.
Abbiamo visto la nostra città, nel giro degli ultimi anni, subire inesorabilmente la progressiva eliminazione di ogni spazio, sia fisico che politico, che permetta le attività della cosiddetta "società civile"; ricordiamo le lunghe liste di attesa per le associazioni richiedenti uno spazio fisico dove ritrovarsi, nonché le polemiche rispetto alla mancanza di strutture in città, anche solo di ascolto e informazione, volte ad una maggiore accoglienza e integrazione dei cittadini migranti; è assurdo vedere come un territorio come il nostro, che assorbe nuovi cittadini migranti, più che in ogni altra zona, sia del tutto privo di strutture capaci di aiutare l'inserimento dei nuovi arrivati, e favorirne l'integrazione in un paesaggio urbano sempre più palesemente multietnico.
Il nostro progetto di una Casa delle Culture vuole pertanto inserirsi nel vuoto culturale e relazionale che sempre più si respira nella nostra città; vuole diventare un punto di riferimento culturale e di aggregazione per tutti i soggetti che si ritrovano in questo progetto, nonché per tutta la cittadinanza, in particolare la popolazione giovanile.
Vuole inoltre diventare un luogo che svolga da "facilitatore sociale" e da ponte tra le differenti culture.
Per rispondere a questo vuoto noi ribadiamo l'importanza di ragionare verso soluzioni slegate dal business culturale e che ripartano dalle energie ed entusiasmi dell'autogestione; quest'ultima intesa come alternativa alla tendenza di considerare consumatori e non attori sociali gli abitanti del nostro territorio; autogestione ed autorganizzazione come soluzione per incidere e mordere il reale in uno scenario urbano senza prospettive per chi è diverso.

CHI SIAMO: GENESI DEL PROGETTO

Alla base del progetto "Casa delle Culture" vi sono un gruppo di giovani vicentini legati all'esperienza del centro sociale "Ex-lanerossi"; quell'esperienza, durata appena un paio di mesi, è riuscita però a creare aggregazione e a rappresentare l'inizio di un percorso che ci ha visto sempre in prima linea nella battaglia per gli spazi in città, in particolare; e, in generale, sempre impegnati nelle tematiche sociali.

Siamo studenti universitari, educatori, animatori, musicisti di gruppi locali, lavoratori precari. Molti di noi hanno alle spalle esperienze importanti di volontariato; gli anni passati ci hanno visti particolarmente impegnati nelle problematiche dei migranti in città, sia attraverso l'esperienza più recente dello "Sportello degli Invisibili", centro di consulenza ed ascolto rivolto ai "senza diritti", ovvero in particolare ai migranti; sia attraverso l'esperienza del centro di accoglienza autogestito sito presso la struttura dell'ex centro sociale "Ya Basta!"; centro di accoglienza talmente conosciuto e ben funzionante che spesso, in presenza di senza tetto, sia le forze dell'ordine, che semplici cittadini indirizzavano i soggetti a questa struttura.
La decisione di presentare un progetto di "Casa delle Culture" rappresenta dunque il culminare di un percorso collettivo di richiesta di spazi, tematica di vivo interesse per tutta la popolazione, nelle più diverse forme: citiamo, ad esempio, l'occupazione, da parte di un nutrito gruppo di studenti medi e universitari, nell'inverno scorso, di una ex fabbrica di appartenenza provinciale; interesse sottolineato anche dalle numerose lettere, provenienti dall'intera società civile, apparse sul "Giornale di Vicenza".
La spinta finale verso la redazione di un progetto che comunque già da tempo veniva discusso, avviene dopo la faccenda "Area Sonica" dei mesi passati, ovvero il fallimento di un progetto musicale finanziato dal Comune; alla nostra richiesta di poter svolgere un festival musicale di tre giorni all'interno dello stesso spazio, la possibilità ci viene negata, ma l'Assessorato ai Giovani fa sapere pubblicamente, tramite dichiarazioni rilasciate al Giornale di Vicenza, che è interessato alla presentazione di un nostro progetto.
Detto, fatto. Decidiamo quindi per un'idea allargata di centro multiculturale, con le caratteristiche già presentate nell'introduzione; questo dopo esserci, per tutto l'anno precedente, confrontati con i giovani vicentini, sia attraverso la partecipazione di alcuni di noi al Coordinamento Studentesco, che attraverso la realizzazione di una mappatura dei bisogni realizzata dal Coordinamento stesso tramite un questionario distribuito all'interno delle scuole superiori vicentine, i cui risultati hanno portato alla luce la volontà e il bisogno di spazi di aggregazione in cui riconoscersi anche da parte degli studenti medi.

LINEE DIRETTRICI/OBIETTIVI

Il progetto "Casa delle Culture" si basa su alcune linee guida che rappresentano i nostri valori e credenze, legati ad un percorso di generalizzazione dei diritti, con l'obiettivo generale di una società più giusta e più tollerante, più "a misura del singolo", in una città come Vicenza, importante nodo economico dell'intero nord-est, dove è fondamentale l'introduzione di politiche basate sul rispetto e l'apertura per le diversità.
Tali linee guida sono:
- L'autogestione; pensiamo infatti ad un progetto della e per la cittadinanza. Uno spazio regolato da un'assemblea di gestione dove chiunque possa esprimersi liberamente e presentare progetti; Ciò allo scopo di rendere protagonisti i partecipanti, con un coinvolgimento diretto nella gestione del posto, sulla base di democraticità e orizzontalità .
- L'autorecupero e l'autofinanziamento; in una società dell'eccesso, vogliamo sperimentare l'autorecupero come forma di riutilizzo e di scambio di materiali che ad altri non servono più; questo anche nell'ottica di una politica di tagli al sociale, che sappiamo messa in atto a livello regionale per mancanza di fondi.
Vogliamo utilizzare questi due mezzi perché necessariamente legati all'autogestione di uno spazio; nonché per supportare una politica legata ai consumi, che si renda responsabile e oculata nelle scelte e che coinvolga l'intera cittadinanza nella preparazione e gestione finanziaria dello spazio.
- L'antirazzismo visto non solo in un'ottica passiva di tolleranza, ma anche come riconoscimento dell'altro e delle possibilità di arricchimento che porta con sé; questa linea è direttamente collegata alle due che seguono, che ne rappresentano l'attuazione pratica.
- L'attenzione alle esigenze e bisogni del singolo; questo per contrastare l'avvento di una globalizzazione che ci vuole tutti uguali; noi vogliamo invece riscattare l'individualità dei soggetti attraverso processi di empowerment, ovvero la scoperta e l'utilizzo delle proprie risorse personali, attraverso meccanismi partecipativi e di gestione allargata.
- L'attenzione e il rispetto delle differenze, attraverso un'analisi di comunicazione e rapporti visti in un'ottica di scambio ed arricchimento; comunicazione quindi con le culture diverse, per cominciare; ma anche comunicazione con il quartiere circostante, facendo leva sulla partecipazione dal basso e lo sviluppo di comunità. Lo spazio si propone quindi come punto di riferimento e ponte tra le differenze, attraverso feste, incontri culturali, eventi informativi, ed apertura ai progetti e alle "contaminazioni" migranti, sotto forma di eventi culturali o quant'altro.
- La libera circolazione dei saperi, rivolta alla cultura in ogni sua forma, con un'attenzione particolare alle forme di espressione giovanili; particolare importanza riveste in questo senso la musica, a cui verrà dato largo spazio anche attraverso la costruzione e la gestione di una sala-prove. Musica quindi come espressione e libera circolazione di idee, non ingabbiata in una logica di copyright; lo stesso per quanto riguarda le nuove tecnologie, nonché qualsiasi forma di arte e cultura, per una libera circolazione delle idee.
- La prevenzione dell' uso sconsiderato delle droghe pesanti, legata ad un discorso di riduzione del danno, proponendo un progetto valido e coinvolgente di gestione di uno spazio, che allontani dai circuiti dell'eroina, ribadendo la nostra posizione di opposizione a questa sostanza.
- Solidarietà e criticità, che, nelle più svariate forme, fanno parte del nostro dna; dal consumo critico, a campagne informative, volantinaggi, discussioni, assemblee pubbliche.
Questi essenzialmente linee ed obiettivi che ci siamo proposti. Ma entriamo ora nel concreto dei progetti....

1) LABORATORIO MULTIMEDIALE
La creazione di un laboratorio multimediale autogestito è fondamentale al fine di poter imparare, produrre e praticare la libera circolazione e diffusione dei saperi. Sosteniamo da sempre la libertà di scambio di idee e di informazioni attraverso il software libero, ossia un programma che si possa eseguire per qualunque scopo, di cui sia possibile studiarne il funzionamento per adattarlo alle proprie esigenze, che si possa ridistribuire attraverso copie e che si possa perfezionare. L'esempio più importante di software libero, che intendiamo studiare collettivamente ed utilizzare nel nostro laboratorio, è il sistema GNU/Linux , la cui licenza concede all'utente del programma le libertà elencate prima e in più si occupa di proteggerle attraverso il copyleft, un tipo di protezione che prevede che le modifiche ad un programma possano essere distribuite solo con la stessa licenza del programma originale.
Vorremmo lavorare all'interno del laboratorio computer per favorire la pratica del file sharing, ossia la libera condivisione di file di qualsiasi tipo, da quelli musicali a quelli video, ma anche testi, come ad esempio libri. Il file sharing si basa sulla struttura peer to peer, P2P, che è una condivisione di file in cui non è coinvolto un server centrale, che non fa da intermediario nella comunicazione tra due utenti finali. Sentiamo inoltre la necessità di rivendicare il diritto alla privacy e quindi vorremmo portare avanti all'interno del laboratorio politiche di crittografia, anonimato e tutela di questo diritto. In questo contesto di software libero, file sharing e tutela della privacy vorremmo dare libero sfogo alla creatività a livello multimediale, quindi con la costruzione e poi gestione di siti internet, dove ognuno possa mettere in rete e a disposizione di tutti le proprie idee, le proprie esperienze ed emozioni. Un altro obiettivo è la creazione di cd-rom, dove inserire documenti, video, foto, file-audio, software liberi, ecc.
L'elemento fondamentale è che tutto il materiale prodotto deve essere rigorosamente "No Copyright", ossia accessibile e riproducibile da tutti e tutte.
Il laboratorio vuole diventare inoltre un luogo di socialità, in grado di preparare più gente possibile, fornendogli le conoscenze tecniche per concretizzare la propria creatività.
Sono previsti corsi, gratuiti o a sottoscrizione, di: - HTML, per quanto riguarda costruzione e gestione di siti internet;
- corsi base di grafica;
- corsi di GNU/Linux, affinchè il software libero possa diffondersi il più possibile.
E' inoltre previsto l'allestimento di un internet point per permettere anche a soggetti con seri problemi economici di usufruire di tutte le potenzialità che offre la tecnologia multimediale.

2) COSTRUZIONE DI UN LABORATORIO VIDEO
All'interno di uno spazio autogestito ed autorganizzato riveste notevole importanza la riappropriazione e la diffusione della conoscenza delle nuove tecnologie multimediali contemporanee: una delle grosse opportunità in nostro possesso nel campo della comunicazione è appunto la progressiva accessibilità (sia economica che tecnica) ai nuovi mezzi tecnologici multimediali, videocamere digitali in primis.
Ora è possibile grazie ad una videocamera, un computer, un televisore e tanta passione, realizzare filmati di buona qualità in un tempo molto breve; questo determina l'apertura di una vasta gamma di possibilità nel campo delle nuove forme di comunicazione, grazie allo sfruttamento di tecniche finora di esclusivo appannaggio dei media mainstream e delle agenzie pubblicitarie.
L'occhio elettronico di una videocamera digitale, offre sempre l'opportunità di esplorare nuove forme di comunicazione autoprodotta, in grado di sfruttare la maggior efficacia e coinvolgimento che l'immagine e il video possono dare allo spettatore.
E' inoltre un preziosissimo aiuto nella conservazione e testimonianza della realtà.
Costruire la possibilità di realizzare iniziative con l'aiuto di questi mezzi è sicuramente un'opportunità importante per la diffusione della conoscenza delle nuove tecnologie e della loro applicazione, con finalità di socialità di saperi e creatività.
Nel campo dell'autoproduzione chiarificatore è l'esempio del progetto del collettivo Mediablitz , curatore della realizzazione del video della nota band vicentina "Derozer", realizzato con standard tali da renderlo all'altezza di circolazione su tv specializzate, senza per questo aver avuto bisogno di investimenti milionari.
La maggiore scommessa nel campo della radicale ri/appropriazione delle tecnologie è il proliferare delle street-TV, televisioni di quartiere aperte con mezzi di fortuna che occupano dei coni d'ombra nei canali di emissione delle frequenze nazionali, e permettono in uno spazio limitato di rendere visibile una programmazione alternativa totalmente autocostruita.
Prevediamo pertanto:
- Corsi ed esperienze collettive di progettazione di filmati e documentari; all'interno dell'ambito progettuale la creazione di un laboratorio per la realizzazione di video autoprodotti, da far nascere all'interno di uno spazio collettivo ed autogestito offre una serie di opportunità per dimostrare le innumerevoli possibilità concrete del mezzo audiovisivo.In modo particolare la co-gestione di una "casa delle culture" darebbe lo spunto per la possibile realizzazione di video inchieste e documentari, in primis come mezzi di indagine, supporto e diffusione dei progetti, quelli riguardanti i problemi dei migranti e della carenza di abitazioni,seguiti e trattati da altri soggetti ed associazioni, per primi. Il documentario deve diventare uno strumento al servizio di chi investe nella progettazione di una città più solidale, laddove i diritti e la dignità di tutti vengano garantiti.
- Realizzazione di videoclip musicali, in collaborazione con gli artisti vicentini e con i responsabili della sala prove; questo perché lo strumento audiovisivo occupa un ruolo fondamentale all'interno del panorama musicale, nella veste di promozione culturale e musicale; per molti gruppi musicali rappresenta un mezzo irrinunciabile, nel tentativo di far circolare i propri lavori. Offre inoltrel'opportunità di trasmettere in maniera efficace ed innovativa i testi delle canzoni, specchio della sensibilità e idee degli artisti.Riuscire a dare la possibilità ad i gruppi emergenti di realizzare videoclip rimanendo fuori dal vischioso e rischioso meccanismo del music business, che tante volte ha stravolto (e rovinato) identità e contenuti, significa [ri]portare la musica nei luoghi da cui è sgorgata, senza venire contaminata dagli artifici di agenzie e manegement .Inoltre la diffusione tecnologica supera il solco che prevedeva in passato la realizzazione di videoclip ad esclusivo appannaggio di gruppi musicali ricchi e famosi: i tempi sono cambiati e con investimenti molto modesti si può fare molto. Il mezzo visivo autorealizzato diventa un potente trasmettitore di messaggi ed innovazione come forma di arte destabilizzante rispetto ad i canoni classici previsti dalle agenzie musicali specializzate.
- Esperienze di regia live dei concerti, in quanto campo recente di notevole importanza ed interesse, la cui diffusione porta a promuovere non solo l'artista ma anche le stesse manifestazioni musicali a cui partecipa. Su questo tema le prospettive future indicano chiaramente come la prossima tappa nel coinvolgimento del pubblico sia quello della regia live dei concerti, metodo che consente un video assemblaggio in diretta dell'esibizione mixata con altre immagini, in maniera tale da appassionare e stimolare aspetti sensoriali multipli (vista, udito..) tali da poter trasformare un concerto in un'esperienza che permette anche la trasmissione di senso e contenuti; a tal riguardo si può ricordare il progetto innovativo del gruppo napoletano di "AL MUKAWAMA" , maestri nel coniugare immagini suoni parole e filmati nei loro show. Si crea pertanto un gruppo di collaborazione con i gruppi musicali stessi, per realizzare una serie di videoclip o live diventa una scommessa per la diffusione di un mezzo erroneamente considerato èlitario, ma dalle ampie possibilità artistiche e culturali e soprattutto per costruire la consapevolezza che la musica è e deve rimanere un'esperienza artistica in grado di sopravvivere e diffondersi anche senza tutti i vincoli e i limiti di agenzie di concerti, case discografiche e agenzie di promozioni.
- Autoformazione alle nuove tecnologie: la presa di coscienza della portata di rivoluzione tecnologica delle nuove forme di trasmissione visiva è strettamente legata alla volontà di diffondere le conoscenze che permettono tali realizzazioni; diventa quindi naturale predisporre la creazione di corsi atti ad aumentare il numero di persone capaci di maneggiare le nuove tecnologie, attraverso appositi momenti di autoformazione che rendano possibile: l'uso della videocamera digitale e delle tecniche di ripresa; la conoscenza delle tecniche di utilizzo dei software specifici e delle tecniche di montaggio; la realizzazione di videoclip e registrazioni live di gruppi musicali con un lavoro d'equipe.

3) SALA PROVE PER I GRUPPI MUSICALI VICENTINI
All'interno di uno spazio sociale autorganizzato riveste una rilevante importanza lo sviluppo di possibilità e servizi autocostruiti e gestiti dai medesimi futuri utilizzatori.Il campo musicale si presta in maniera evidente ed immediata per questo tipo di progetti.E' comune infatti il forte legame che si crea tra gli artisti, le band e i luoghi dove sperimentano e creano musica e canzoni. Per un gruppo musicale giovanile coltivare la propria passione è assai difficoltoso poichè i prezzi per poterlo fare sono molto alti, uno tra i problemi più comuni e diffusi è appunto trovare un luogo adatto dove provare ed eventualmente registrare.Il mercato privato offre affitto di sale prove a costi proibitivi e con limitazioni orarie svilenti, inoltre l'attrezzatura e la cura dei servizi di supporto sono spesso scadenti perchè compiuti esclusivamente per profitto. L'idea di creare una sala prove interamente gestita dai membri di gruppi musicali permette di valorizzare la passione,l'impegno e la creatività.La scommessa è quella di andare oltre alla classica ripartizione oraria settimanale delle varie band per cercare di vivere quello spazio come un laboratoro collettivo costantemente in evoluzione.Si creerebbero così contatti tra musicisti che spesso portano ad interessanti progetti artistici, si avrebbe la possibilità di sperimentare senza il dramma continuo di un costo che sale come il tassamentro .
Oltretutto Vicenza è da anni ricca di esperienze musicali, giovanili e non, spesso vengono anche promosse con kermesse ma raramente si possono vedere sale prove comunali a basso costo, anzi le poche presenti sono essenzialmente di tre categorie:
- di tipo commerciale con alti affitti, per lo più appannaggio e guadagno extra dei negozi di strumenti musicali
- costruite in luoghi privati come i citatissimi garage fumosi di qualche fortunato e privilegiato amico, create all'interno dei patronati delle chiese e quindi sotto il loro controllo.
Risulta quindi prioritario l'attuazione di un servizio pubblico di aiuto a chi vuole cimentarsi in questa forma d'arte.
A questo scopo verranno organizzati dei corsi per poter introdurre alla conoscenza dei vari strumenti musicali, in primis chitarra, basso e batteria.
La completa autorganizzazione della sala prove permette inoltre la diffusione della conoscenza delle tecniche specifiche per le esibizioni musicali, dando la possibilità a chi è interessato di imparare conoscenze specifiche di mixerista, tecnico del suono, adetto luci...
Quindi offrire l'opportunità di una formazione con possibilità di un futuro reddito nel campo dello spettacolo.

4) BIBLIOTECA AUTOGESTITA/CINEFORUM
All'interno di un progetto che valuti i saperi come patrimonio collettivo, una biblioteca assume una valenza importante di luogo dove originare, conservare e trasmettere le conoscenze.
Il progetto è quindi volto alla formazione ed all'autoformazione del soggetto, attraverso la materiale sia cartaceo, che audio, che video. Il materiale conservato verrebbe utilizzato sempre sulle basi di autorecupero e autofinanziamento, magari coinvolgendo i cittadini in una raccolta di libri usati; verrebbe quindi messo a disposizione dell'intera cittadinanza.
La biblioteca vuole inoltre diventare un punto di scambio culturale; sono previste sezioni di approfondimento rispetto alla multiculturalità, nonché dibattiti, conferenze e quant'altro possa valorizzare e veicolare il patrimonio culturale. punto chiave diventa in questo senso lo strumento del cineforum come supporto e catalizzatore di interesse rispetto alle differenti culture.

5) "INVISIBILI", SPORTELLO DI CONSULENZA PER SOGGETTI SENZA DIRITTI.
Il progetto "Invisibili" nasce a livello nazionale nell'autunno 2002, in seguito all'entrata in vigore della legge sull'immigrazione Bossi-Fini, nel tentativo di fornire una consulenza ai soggetti migranti alle prese con difficoltà burocratiche, ecc. L'Associazione Difesa Lavoratori-Cobas (A.D.L. Cobas) e il Progetto Melting Pot Europa In collaborazione con le associazioni "Razzismo Stop", "M21" di Treviso e con le realtà dei "Disobbedienti" del Nord-Est, hanno pertanto dato vita ad un servizio di consulenza legale che riguarda tutti quei soggetti che sono "invisibili" per quanto concerne l'acquisizione di diritti.
L'obiettivo di questo progetto è di dare visibilità ai bisogni insopprimibili di questa moltitudine di soggetti producendo interazione tra conflitto e supporto legale ed offrendo pertanto un'indispensabile consulenza per far valere anche sul piano giuridico nuovi e vecchi diritti.
Lo "Sportello degli Invisibili" offre supporto legale sulle seguenti questioni:
MIGRANTI:
Tutti i cittadini stranieri potranno rivolgersi ai nostri sportelli per avere ogni tipo di consulenza riguardante le procedure di regolarizzazione, i ricongiungimenhti, il lavoro e quant'altro
LAVORO:
Saremo in grado di fornire consulenza oltre che per quelli che si possono definire i lavori tradizionali, anche per tutti i nuovi contratti di lavoro, atipici, interinali, ecc.
CASA:
Migranti, sfrattati, anziani, giovani coppie... una infinità di soggetti che lottano tutti i giorni per avere una casa dove poter vivere dignitosamente. Allo sportello si potrà trovare una consulenza adeguata per ogni tipo di problema.
Gli sportelli si avvalgono della consulenza di affermati studi legali; sono collegati l'uno con l'altro via telematica offrendo così un servizio omogeneo in ciascuna delle sedi.
Il progetto si offre dunque come strumento per facilitare, o meglio rendere possibile, l'accesso ai diritti di cittadinanza; un'umanità che, all'interno di processi di esclusione sociale e restrizione della sfera dei diritti, è costretta a subire le discriminazioni e il razzismo di una società sempre più intollerante e indotta a considerare il migrante come un pericolo.
E' intenzione dello sportello avviare una collaborazione con le altre realtà vicentine che si occupano di immigrazione, nel tentativo di fornire reali risposte ai bisogni dei migranti, verso una maggiore integrazione; ciò avvalendosi di ulteriori strumenti partecipativi come incontri, dibattiti, feste multiculturali e quant'altro, lasciando ampia disponibilità alle iniziative dei migranti stessi.

6) PALESTRA POPOLARE
La realizzazione di una palestra popolare autogestita, all'interno di uno spazio pensato per la socialità e animazione quotidiana, è una occasione per poter realizzare concretamente la possibilità di compiere delle attività sportive, per tutti coloro che lo vogliono, e ad un prezzo ragionevole.
Infatti l'attuale "mercato del fitness" ha reso molto costose le quote per la frequenza di palestre, diventate una vera azienda dagli alti profitti, a scapito della fruibilità della disciplina sportiva. La proposta è dunque di creare una palestra che sia popolare nei costi, ma soprattutto sappia radicarsi come un'esperienza nuova nel quartiere, e per i giovani in particolare.
La caratteristica di una palestra autogestita è quella di favorire anche il coinvolgimento diretto degli interessati: l'organizzazione di un corso di una determinata disciplina viene seguito e curato direttamente da chi poi lo vorrà frequentare.
L'idea della palestra è orientata in maniera particolare verso studenti medi ed universitari, le categorie forse più colpite dai prezzi proibitivi delle varie palestre cittadine.
In ogni caso è sicuramente un'occasione per molti, che hanno dovuto abbandonare l'attività sportive per problemi economici o dovuti alla scarsità e lontananza delle strutture adatte.
Crediamo che anche la possibilità di svolgere attività sportiva e curare il proprio corpo siano esigenze importanze per tutti, e come la salute, bisogna fare in modo che siano un bene comune, non regolate esclusivamente dal mercato.

7) PROGETTO WEB-RADIO
All'interno dello spazio di "casa delle culture", pensiamo rivesta particolare importanza la comunicazione: per questo vorremmo creare all'interno degli studi di trasmissione radiofonica.
Crediamo infatti che sia una grande occasione caratterizzare con specificità ed informazione locale, le trasmissioni radiofoniche, soprattutto dopo la scomparsa delle emittenti locali, scomparse cedendo le frequenze alle radio commerciali.
Al giorno d'oggi, grazie alle nuove tecnologie, vi è la possibilità di avviare delle trasmissioni radiofoniche usando semplicemente un PC, grazie allo streaming in diretta usando la connessione ad internet.
In questo modo diventa possibile aprire un network informativo radiofonico senza costose attrezzature e senza complessità burocratiche.
Vogliamo quindi aprire una web radio a Vicenza che diffonda musica e messaggi attraverso internet.
Avviare una collaborazione e creare una redazione locale radiofonica a Vicenza è una grande opportunità anche per poter esprimere tutta la ricchezza ed entusiasmo di quella scena di gruppi musicali vicentini, e che potrebbe così avere una vetrina innovativa per diffondere le proprie canzoni; inoltre sarebbe possibile spiegare e presentare tutte le iniziative culturali ed artistiche della città.
Per spiegare la funzione e il progetto di creazione di alleghiamo di seguito dei brani da un documento preparato per un'assemblea svoltasi nei mesi addietro.
"Ora è giunto il momento di intraprendere anche noi un percorso di attraversamento di questo straordinario mezzo, in grado di comunicare non solo informazione e musica, ma anche esperienze e dibattito.
Possiamo incominciare a creare (e sognare) il nostro spazio virtuale che cerchi di colmare la mancanza di luoghi di aggregazione sociale.
La radio diventa un'occasione per divulgare non solo brani musicali ma anche le esperienze che coinvolgono i nostri territori, offre cioè la possibilità di esprimere le proprie idee e di criticare, si deve quindi costruire la possibilità di diffondere voce e progettualità, entrando in contatto con innumerevoli persone.
E' in questo senso che sogniamo una comunic-azione, che sappia coniugare l'informazione con un necessario intervento diretto, in prima persona, nella realtà sociale, una comunic-azione quindi sociale perché carica di interrelazioni, confronti, esperienze che trovino il loro terreno di espansione in quello spazio basato sulle relazioni sociali che dal basso cercano di ricombinare le proprie singole e specifiche esperienze.
Questo spazio può essere quello della Provincia di Vicenza attraversata da realtà e movimenti disomogenei ma che possono esprimere la loro forza nel lavoro di rete grazie alla creazione di un gruppo redazionale che collabori nel compito di esprimere la nostra specificità all'interno della radio, ponendosi come obiettivo di attirare interesse e consenso.
Questo passaggio può così arricchire e superare la cosiddetta informazione territoriale che attraverso esperienze come Global Radio ( www.globalradio.it ) e Mediablitz (www.inventati.org/mediablitz ) ha fatto in modo, in primis durante il periodo dei bombardamenti in Iraq, che gli avvenimenti e le mobilitazioni della Provincia potessero essere conosciuti da molte persone, senza i filtri e le censure che caratterizzano i media tradizionali e mainstream.
Questi progetti acquistano sicuramente un impulso maggiore se possono essere accompagnati dall'uso di uno spazio radio non solo per un servizio informativo ma per una trasmissione culturale e socializzante.
Per questo vogliamo creare un percorso che possa permetterci in breve tempo di poter autogestire come gruppo della provincia di Vicenza degli spazi dove trasportare e diffondere la nostra specificità correlando esperienze come quelle, ad esempio, dei gruppi musicali emergenti così come a tutti gli altri soggetti portatori di cultura nei nostri territori."

8) LABORATORIO ARTISTICO
L'esigenza di un laboratorio artistico sorge già ai tempi dell' "Ex lanerossi", all'interno del quale giovani artisti vicentini si erano cimentati con tentativi di arte industriale, tramite il recupero a fine artistico di materiali di scarto industriale.
Ci si è quindi accorti dell' esigenza di uno spazio che permetta di creare liberamente ed esporre le proprie opere, dando così la possibilità ad artisti emergenti o principianti di esprimersi.
Il progetto si articola in:
- corsi base di tecniche artistiche;
- possibilità di esporre i propri elaborati;
- elaborazione degli spazi dove l'arredamento non è solo oggetto, ma frutto anche di esperienza artistica.

CONCLUSIONI
Questo progetto è frutto di un anno di riflessione e lavoro sul territorio, e vuole aprire in tempi molto brevi un tavolo di trattative per l'assegnazione in comodato gratuito di uno spazio, pubblico o privato, già ristrutturato o da ristrutturare.
A questo scopo alleghiamo alcuni documenti sul ruolo dell'autorecupero:
Allegato A : testimonianze di progetti già attivi in altre città, nel caso specifico Venezia.
Allegato B : la proposta di legge alla camera dei deputati n° 718 del 10/05/1996: " Norme per il recupero ad uso abitativo di immobili di proprietà pubblica e privata attraverso cooperative di autorecupero".

APPENDICE

ALLEGATO A

ASC PROGETTO ENERGIE ALTERNATIVE
L'Agenzia Sociale per la Casa promuove il progetto di autocostruzione di collettori solari nell'ambito del recupero delle unità abitative dismesse di edilizia popolare a Venezia.
Il recupero in autocostruzione delle abitazioni abbandonate vuole essere denuncia contro la grave politica di gestione speculativa del patrimonio pubblico perpetrata dall'Ater nei confronti della comunità; insieme si delineano le prospettive di un altro modo di gestire il fabbisogno abitativo delle fasce sociali più deboli e la massima attenzione nei confronti delle problematiche di carattere energetico-ambientale della regione.
Nella città di Venezia si contano numerosi attentati alla salute pubblica, tra i quali il più grave è il polo petrolchimico di porto Marghera; oltre alle indicazioni della commissione energetica europea che richiede un immediato abbassamento del 50% del combustibile impiegato per il riscaldamento cittadino.
A fronte di questi problemi, le amministrazioni passate e presenti non hanno ancora trovato delle soluzioni concrete se non quella di premiare esclusivamente la qualità "estetica" della città di fatto impedendo l'installazione di qualsiasi pannello solare - che sia per l'acqua sanitaria, che sia per il riscaldamento solare o per la produzione di energia elettrica attraverso il fotovoltaico.
L'Agenzia Sociale per la Casa disobbedisce agli ordini di chi vuole una città vetrina e contrappone all'interesse dei soliti pochi "privati", la salute del pianeta ed il risparmio energetico promuovendo l'installazione di pannelli solari su tutti i tetti della città.

COSTRUZIONE ED AUTOCOSTRUZIONE IN TERRA CRUDA
L'iniziativa di autocostruzione è promossa dall'Agenzia Sociale per la Casa nell'ambito del recupero architettonico-sociale di unità abitative di edilizia economica e popolare oramai dismesse da anni e lasciate al degrado dalle criminali autorità competenti.
Il fondamentale supporto tecnico è fornito dal bio-architetto A.Facchi - Geologika.
Le architetture di terra sono il segno di uno stretto legame con il territorio, di un modo di costruire e vivere che si sviluppa in simbiosi con il paesaggio e l'ecosistema circostante senza alterarlo, senza grandi impatti. La storia delle architetture di terra è la storia di un diverso uso della campagna e di nuove forme di urbanizzazione più sostenibili.
La terra è probabilmente il primo materiale da costruzione conosciuto (oltre ad essere la prima divinità). La scoperta del suo utilizzo si perde nella notte dei tempi e ancora oggi quasi la metà della popolazione mondiale abita in case di terra cruda.
A partire dal secondo dopoguerra, il diffondersi di materiali introdotti sul mercato della moderna produzione edilizia ha portato a un abbandono della tecnica del crudo, considerata ormai obsoleta e, soprattutto, per molti, indiscussa - anche se non veritiera - testimonianza di povertà, di emarginazione a livello sociale e culturale, da rimuovere anche dalla memoria.
Conseguenza inevitabile di questo atteggiamento è stata una graduale ma inesorabile perdita della conoscenza delle tecniche costruttive, ormai affidate alla manualistica e alla memoria di anziani costruttori; al tempo stesso, la totale assenza dei necessari interventi di manutenzione ha portato moltissime costruzioni verso una irreversibile situazione di degrado, disperdendo così un patrimonio, ricco di storia e di saperi. Solo di recente si è venuto consolidando, in Italia, un certo interesse per questo frammento di storia costruttiva, mirato, in prima istanza, alla conoscenza, alla tutela e al potenziale recupero di questo patrimonio.
L'architettura in terra non appartiene però solo alla storia: è anche realtà, innovazione, progresso.
In un momento in cui concetti come sostenibilità, ecologia, rispetto dell'ambiente rientrano in un linguaggio comune dell'abitare, l'utilizzo della terra cruda, innovata sul piano applicativo e delle prestazioni, si ripresenta nel panorama dei materiali da costruzione con un interesse particolare.
Quasi tutte le terre estratte appena al di sotto dello strato arabile (che è da scartare perché troppo ricco di humus e intrusioni putrescibili) sono adatte a costruire.
Questo significa che chiunque ha a disposizione sufficiente materiale per edificare la propria casa (lo scavo delle fondazioni).
Dopo molti decenni di oblio la costruzione in terra ritorna in auge grazie al lavoro pionieristico di molti tecnici (e non) appassionati dalle prestazioni ecologiche, tecnologiche e culturali di questo straordinario materiale: alta tecnologia arcaica: riciclabilità, inerzia termica, regolazione microclimatica dell'umidità, fonoassorbenza, atossicità, elementarietà, modellabilità.
Si costruiscono muri portanti o di tamponamento, pavimenti e solai, cupole, volte, intonaci e pitture. Case, castelli, palazzi, templi, torri.
La terra cruda è un materiale da costruzione ecologico che migliora il microclima interno delle abitazioni creando un maggiore benessere abitativo. Un mattone in terra cruda consente un risparmio energetico del 90% rispetto ad un mattone in terra cotta. L'argilla inoltre è un materiale naturale e non tossico che si presta all'autocostruzione e alla realizzazione di muri economici o decorativi, per le sue caratteristiche di plasticità e resistenza. Storicamente le case di terra erano costruite dagli abitanti stessi insieme ai vicini ed agli amici in una forma di festosa e mutuale condivisione del lavoro. Molte delle tecniche applicative, le più semplici, ben si prestano infatti all'autocostruzione.
Ognuno contribuiva al cantiere per quel che poteva o sapeva fare, dai lavori più faticosi (preparazione dell'impasto, trasporto e messa in opera) a quelli più indirizzati alla cura e al ristoro dei lavoratori (preparazione e offerta dei cibi e delle bevande; produzione di ritmi, suoni e canti; rifiniture). Tutta la comunità era coinvolta nell'evento festivo-costruttivo. L'atossicità, la facile modellazione, la scarsa pericolosità dei cantieri di terra ne fanno ancora oggi il materiale ideale per autocostruire.
E' importante che una parte della casa sia stata modellata dagli abitanti e dai loro amici con le loro proprie mani. Questo aumenta la percezione di unità che collega l'essere umano al luogo che abita.
L'esperienza crea una micro storia di fondazione e produce basilari cognizioni pratiche per la manutenzione e l'eventuale futura evoluzione degli spazi domestici. Che emozione per tutti il corpo nudo nella terra nuda (immagine ambivalente di vita e di morte), l'incastonare materia viva in materia viva.
Un buon auspicio e una coscienza di produrre architettura e design come nostra impronta, come emanazione dal nostro essere.
"Quando chiesi a Diankouno Dolo perchè la forma delle costruzioni dei Dogon (Burkina Faso) è rotonda non mi comprese; ripetei la domanda e allora mi rispose: "Non sono rotonde, sono costruzioni quadrate con forme affettuose. L'uomo costruisce con le proprie mani; la mano dell'uomo è affettuosa, non conosce la forma quadrata; del resto anche l'argilla umida essa pure è tenera, affettuosa: l'argilla quindi e la mano dell'uomo non possono che creare forme affettuose. La mano non può plasmare angoli esatti, e del resto neanche l'argilla ama gli angoli esatti. Ed anche la pioggia è affettuosa. La pioggia cade, le piace cadere, è materiale affettuoso cui piace seguire forme affettuose. Le mani dell'uomo sono fatte per carezzare la donna e l'argilla e la pioggia: questo è giusto e buono e bello. E perchè chi accarezza la sua donna non accarezzerebbe anche la sua casa?" Herman Haan, da: Byggekunst, numero 2, 1965

ALLEGATO B

CAMERA DEI DEPUTATI N. 718

PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
LENTI, BOGHETTA, DE CESARIS, MALENTACCHI, BONATO, VALPIANA, PISAPIA, DE MURTAS, GALDELLI, MELONI, NARDINI

Norme per il recupero ad uso abitativo di immobili di proprietà pubblica e privata attraverso cooperative di autorecupero

Presentata il 10 maggio 1996

Onorevoli Colleghi! - Nelle grandi aree urbane, ma non solo, la questione casa riveste sempre più il carattere di grave emergenza abitativa a causa della scarsa offerta di alloggi pubblici a canone sociale. Nel contempo si assiste al fatto che notevoli patrimoni immobiliari di comuni, regioni, province e privati, in particolare nei centri storici, e non, sono lasciati nel più completo degrado. Tale degrado spesso diviene occasione di speculazioni in quanto gli enti locali si trovano a decidere di smettere tali immobili per poche lire a privati che li trasformeranno in terziario o grande commercio. Si tratta di uno spreco inammissibile, a cui va data una risposta. Con la presente proposta di legge, che porgiamo alla vostra attenzione, intendiamo sostenere quelle iniziative, ancora sporadiche, di cooperative di autorecupero di immobili di proprietà pubblica ad uso abitativo che in alcune città italiane hanno avuto riscontri positivi. Si tratta di riutilizzare i patrimoni immobiliari in degrado ad uso abitativo e farli rimanere di proprietà pubblica. Le cooperative di autorecupero si dovranno formare con la partecipazione di senza casa e sfrattati e dovranno applicare gli stessi meccanismi previsti dalla normativa regionale in materia di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica. In questo modo si potrà aumentare l'offerta di alloggi in locazione a canone convenzionato e programmare reinsediamenti abitativi nei centri storici. Non è certo la nostra proposta di legge esaustiva della problematica casa ma può contribuire ad alleviare le necessita di tanti cittadini. Non è un caso che nel 1990 alla riunione dei Ministri europei della casa, l'autorecupero presentato dall'Unione inquilini e da alcune cooperative di autorecupero di Bologna e Roma, è stato indicato dagli stessi Ministri europei come una strada da percorrere.
La partecipazione diretta dei cittadini sfrattati e senza casa alle spese di recupero può permettere ai comuni di procedere a quei programmi di recupero ad uso abitativo che altrimenti, per la limitazione dei finanziamenti, non possono essere avviati.

Art. 1.
(Censimento degli immobili pubblici).

1. I comuni entro e non oltre un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge provvedono al censimento degli immobili di proprietà pubblica, non destinati a finalità di edilizia economica e popolare, presenti sul loro territorio e alla loro catalogazione, con riferimento in particolare alla presenza di unità immobiliari e fabbricati inutilizzati, al loro stato di manutenzione e allo stato di manutenzione degli immobili utilizzati.
2. Dal censimento sono esclusi gli immobili istituzionalmente adibiti ad edilizia economica e popolare di proprietà dei comuni e degli istituti autonomi case popolari e sono ricompresi, in particolare, gli immobili di proprietà di regione, provincia e degli enti di assistenza e beneficienza disciolti, nonché di proprietà statale o di altri enti pubblici.
3. I comuni, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, approvano i programmi di recupero integrale all'uso sociale del patrimonio pubblico inutilizzato e di recupero e manutenzione del patrimonio già adibito ad uso abitativo.
4. I programmi di cui al comma 3 possono essere realizzati per intervento diretto del comune e, per una quota da definire nell'ambito dei citati programmi, attraverso l'apporto dei cittadini riuniti in cooperative di autorecupero formate da soggetti senza casa e sfrattati.

Art. 2.
(Autorecupero di immobili).

1. I comuni nell'ambito dei piani integrati e con riferimento a quanto previsto dalla delibera CIPE del 27 ottobre 1988 individuano gli immobili di loro proprietà o di proprietà di altri enti pubblici o di privati da acquisire e da recuperare con l'apporto dei cittadini associati in cooperative di autorecupero formate da senza casa e sfrattati. L'individuazione di detti immobili può avvenire anche al di fuori dei piani attuativi richiamati ed essere oggetto di programma specifico di recupero promosso dal comune, della regione o della provincia nel cui territorio insiste l'immobile da recuperare.

Art. 3.
(Bandi di assegnazione di immobili soggetti ad autorecupero).

1. Al fine di promuovere l'apporto dei cittadini ai programmi di recupero di cui all'articolo 2 il comune emana un bando pubblico per l'assegnazione di alloggi da ristrutturare aperto a cooperative di autorecupero.
2. Il bando dovrà contenere:
a) l'indicazione del numero degli immobili soggetti a recupero e la loro ubicazione;
b) i requisiti soggettivi degli aspiranti assegnatari associati in cooperative di autorecupero corrispondenti ai requisiti per l'accesso all'edilizia agevolata;
c) i requisiti delle cooperative di autorecupero per la partecipazione al bando, le condizioni contrattuali della assegnazione e i criteri di assegnazione dei fabbricati alle cooperative di autorecupero.
3. Entro novanta giorni dalla data di chiusura del bando, il comune rende pubblico l'elenco delle cooperative di autorecupero a cui vanno assegnati gli immobili oggetto del bando.
4. Le cooperative di autorecupero, alle quali sono stati assegnati gli immobili da recuperare ad uso abitativo entro i successivi sessanta giorni assegnano al loro interno gli alloggi, secondo criteri stabiliti dalla assemblea dei soci, a coloro che posseggono i requisiti per l'accesso all'edilizia agevolata.
5. Qualora entro i termini di cui al comma 4 le cooperative non abbiano effettuato le assegnazioni, provvede il comune sulla base dei criteri di assegnazione previsti dalla normativa regionale in materia di edilizia residenziale pubblica.

Art. 4.
(Convenzione per l'assegnazione di immobili in autorecupero).

1. Gli immobili in degrado da recuperare ad uso abitativo vengono assegnati a cooperative di autorecupero o consorzi tra le stesse per mezzo di una convenzione con la quale la cooperativa o il consorzio di cooperative si impegnano a realizzare l'intervento di recupero in tempi certi tramite la partecipazione diretta agli oneri economici e col lavoro stesso dei soci, salvo il diritto di rivalersi del valore delle opere eseguite sul canone di locazione.
2. Nella convenzione dovrà essere stabilito il valore, valutato in base ai capitolati di appalto per lavori analoghi, delle opere a carico delle cooperative di autorecupero o dei consorzi tra le stesse; l'ammontare del canone di locazione per singolo alloggio definito sulla base della normativa regionale in materia di determinazione di canoni per l'edilizia residenziale pubblica; il periodo di tempo durante il quale il socio assegnatario sconterà in conto canone di locazione il valore delle opere realizzate; gli impegni della amministrazione comunale nella realizzazione di parte degli interventi di recupero; le penali e i motivi della rescissione del contratto in caso di inadempienze.
3. La cooperativa di autorecupero o il consorzio tra le stesse è direttamente responsabile della esecuzione a regola d'arte dei lavori di recupero. Dal momento della fine dei lavori, di cui si da atto con verbale firmato dal presidente della cooperativa e da un rappresentante dell'Amministrazione comunale, i soci assegnatari sono direttamente responsabili del pagamento degli oneri, delle spese accessorie e del canone di locazione.

Art. 5.
(Realizzazione dell'autorecupero).

1. Il progetto di recupero viene redatto a cura degli uffici tecnici del'Amministrazione comunale in collaborazione diretta con la cooperativa di autorecupero o loro consorzi. L'Amministrazione comunale può delegare la redazione del progetto direttamente alla cooperativa; in tal caso il valore del progetto è computato per il 50 per cento a carico della cooperativa di autorecupero e per il restante 50 per cento a carico dell'Amministrazione comunale.
2. Sono in ogni caso di competenza dell'Amministrazione comunale i lavori inerenti: le fondazioni; le coperture; gli interventi di consolidamento e di rifacimento dei solai; gli impianti elettrici, idrici, di riscaldamento, e similari fino al pavimento del piano terra; il rifacimento delle facciate.
3. Sono di competenza della cooperativa di autorecupero o loro consorzi i pavimenti, gli intonaci, i serramenti interni ed esterni, gli impianti esterni.
4. La convenzione stipulata tra la cooperativa di autorecupero o loro consorzi e l'Amministrazione comunale regola con apposito capitolato di appalto i lavori di competenza della cooperativa di autorecupero o loro consorzi.
5. La direzione dei lavori è di competenza della cooperativa di autorecupero sotto la diretta sorveglianza dell'Amministrazione comunale.
6. Al fine del computo del valore del lavoro erogato dai soci assegnatari della cooperativa di autorecupero questo è valutato sulla base della paga oraria prevista dai contratti di categoria dei lavoratori dipendenti relativamente alle mansioni corrispondenti.
7. Gli oneri per i materiali ed ogni altro onere aggiuntivo relativo ai lavori di competenza delle cooperative di autorecupero sono a carico delle stesse.
8. Le cooperative di autorecupero possono, al fine di realizzare l'intervento, ricorrere a ditte o professionisti per una parte dei lavori non superiore al 20 per cento del valore dei lavori.

Art. 6.
(Compiti delle regioni).

1. Le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano nell'ambito dei loro fondi per i programmi di edilizia economica e popolare definiscono la quota di stanziamento destinato all'autorecupero di immobili in degrado da destinare ad uso abitativo.
2. I comuni sono tenuti a presentare alle regioni o alle province autonome di Trento e di Bolzano i piani di autorecupero di immobili in degrado. La regione approva i piani entro e non oltre sessanta giorni dal ricevimento dei suddetti piani.
3. I piani di autorecupero presentati dai comuni devono contenere una scheda per ogni edificio interessato con la quantificazione della spesa prevista suddivisa tra gli interventi di competenza dell'Amministrazione comunale e gli interventi di competenza delle cooperative di autorecupero o loro consorzi.
4. Nell'approvare i piani la regione assegna nell'ambito dei fondi destinati all'edilizia sovvenzionata e agevolata finanziamenti ai comuni presentatori dei piani di recupero. Contestualmente la regione dispone i fondi relativi alla accensione dei mutui agevolati da assegnarsi alle cooperative di autorecupero assegnatarie degli interventi.
5. Le cooperative o consorzi tra le stesse hanno accesso ai fondi destinati ai singoli interventi sulla base della assegnazione degli immobili da recuperare da parte dell'Amministrazione comunale.
6. I comuni possono comunque procedere ad interventi di autorecupero anche con fondi propri e senza la assistenza di mutui agevolati per le cooperative di autorecupero.