PROGETTO PER LA CREAZIONE DI UNO SPAZIO AUTOGESTITO
"CASA DELLE CULTURE"
INDICE
Introduzione.................1
Chi siamo: genesi del progetto...........3
Linee
direttrici/obiettivi...................5
I progetti
Laboratorio
multimediale..................8
Costruzione di un laboratorio
video.............10
Sala prove per i gruppi musicali
vicentini.............14
Biblioteca
autogestita/cineforum...........16
"Invisibili", sportello di consulenza per soggetti
senza diritti......17
Palestra popolare................19
Progetto web-radio...............20
Laboratorio artistico..........23
Conclusioni...........24
Appendice............25
Allegato A...............25
Allegato B ............27
PROGETTO PER LA CREAZIONE DI UNO SPAZIO AUTOGESTITO
"CASA DELLE CULTURE"
INTRODUZIONE
Il progetto presenta l'utilizzo di uno spazio che
possa essere catalizzatore e trampolino di esperienze
volte a creare uno spazio di confronto ed un altro
futuro possibile per i cittadini di Vicenza,
rivolgendosi in particolare ai giovani; un progetto
che consideri socialità, cultura e attivismo sociale e
politico al di fuori delle logiche di mercato ma
funzionali ai bisogni e ai diritti.
Abbiamo visto la nostra città, nel giro degli ultimi
anni, subire inesorabilmente la progressiva
eliminazione di ogni spazio, sia fisico che politico,
che permetta le attività della cosiddetta "società
civile"; ricordiamo le lunghe liste di attesa per le
associazioni richiedenti uno spazio fisico dove
ritrovarsi, nonché le polemiche rispetto alla mancanza
di strutture in città, anche solo di ascolto e
informazione, volte ad una maggiore accoglienza e
integrazione dei cittadini migranti; è assurdo vedere
come un territorio come il nostro, che assorbe nuovi
cittadini migranti, più che in ogni altra zona, sia
del tutto privo di strutture capaci di aiutare
l'inserimento dei nuovi arrivati, e favorirne
l'integrazione in un paesaggio urbano sempre più
palesemente multietnico.
Il nostro progetto di una Casa delle Culture vuole
pertanto inserirsi nel vuoto culturale e relazionale
che sempre più si respira nella nostra città; vuole
diventare un punto di riferimento culturale e di
aggregazione per tutti i soggetti che si ritrovano in
questo progetto, nonché per tutta la cittadinanza, in
particolare la popolazione giovanile.
Vuole inoltre diventare un luogo che svolga da
"facilitatore sociale" e da ponte tra le differenti
culture.
Per rispondere a questo vuoto noi ribadiamo
l'importanza di ragionare verso soluzioni slegate dal
business culturale e che ripartano dalle energie ed
entusiasmi dell'autogestione; quest'ultima intesa come
alternativa alla tendenza di considerare consumatori e
non attori sociali gli abitanti del nostro territorio;
autogestione ed autorganizzazione come soluzione per
incidere e mordere il reale in uno scenario urbano
senza prospettive per chi è diverso.
CHI SIAMO: GENESI DEL PROGETTO
Alla base del progetto "Casa delle Culture" vi sono un
gruppo di giovani vicentini legati all'esperienza del
centro sociale "Ex-lanerossi"; quell'esperienza,
durata appena un paio di mesi, è riuscita però a
creare aggregazione e a rappresentare l'inizio di un
percorso che ci ha visto sempre in prima linea nella
battaglia per gli spazi in città, in particolare; e,
in generale, sempre impegnati nelle tematiche sociali.
Siamo studenti universitari, educatori, animatori,
musicisti di gruppi locali, lavoratori precari. Molti
di noi hanno alle spalle esperienze importanti di
volontariato; gli anni passati ci hanno visti
particolarmente impegnati nelle problematiche dei
migranti in città, sia attraverso l'esperienza più
recente dello "Sportello degli Invisibili", centro di
consulenza ed ascolto rivolto ai "senza diritti",
ovvero in particolare ai migranti; sia attraverso
l'esperienza del centro di accoglienza autogestito
sito presso la struttura dell'ex centro sociale "Ya
Basta!"; centro di accoglienza talmente conosciuto e
ben funzionante che spesso, in presenza di senza
tetto, sia le forze dell'ordine, che semplici
cittadini indirizzavano i soggetti a questa struttura.
La decisione di presentare un progetto di "Casa delle
Culture" rappresenta dunque il culminare di un
percorso collettivo di richiesta di spazi, tematica di
vivo interesse per tutta la popolazione, nelle più
diverse forme: citiamo, ad esempio, l'occupazione, da
parte di un nutrito gruppo di studenti medi e
universitari, nell'inverno scorso, di una ex fabbrica
di appartenenza provinciale; interesse sottolineato
anche dalle numerose lettere, provenienti dall'intera
società civile, apparse sul "Giornale di Vicenza".
La spinta finale verso la redazione di un progetto che
comunque già da tempo veniva discusso, avviene dopo la
faccenda "Area Sonica" dei mesi passati, ovvero il
fallimento di un progetto musicale finanziato dal
Comune; alla nostra richiesta di poter svolgere un
festival musicale di tre giorni all'interno dello
stesso spazio, la possibilità ci viene negata, ma
l'Assessorato ai Giovani fa sapere pubblicamente,
tramite dichiarazioni rilasciate al Giornale di
Vicenza, che è interessato alla presentazione di un
nostro progetto.
Detto, fatto. Decidiamo quindi per un'idea allargata
di centro multiculturale, con le caratteristiche già
presentate nell'introduzione; questo dopo esserci, per
tutto l'anno precedente, confrontati con i giovani
vicentini, sia attraverso la partecipazione di alcuni
di noi al Coordinamento Studentesco, che attraverso la
realizzazione di una mappatura dei bisogni realizzata
dal Coordinamento stesso tramite un questionario
distribuito all'interno delle scuole superiori
vicentine, i cui risultati hanno portato alla luce la
volontà e il bisogno di spazi di aggregazione in cui
riconoscersi anche da parte degli studenti medi.
LINEE DIRETTRICI/OBIETTIVI
Il progetto "Casa delle Culture" si basa su alcune
linee guida che rappresentano i nostri valori e
credenze, legati ad un percorso di generalizzazione
dei diritti, con l'obiettivo generale di una società
più giusta e più tollerante, più "a misura del
singolo", in una città come Vicenza, importante nodo
economico dell'intero nord-est, dove è fondamentale
l'introduzione di politiche basate sul rispetto e
l'apertura per le diversità.
Tali linee guida sono:
- L'autogestione; pensiamo infatti ad un progetto
della e per la cittadinanza. Uno spazio regolato da
un'assemblea di gestione dove chiunque possa
esprimersi liberamente e presentare progetti; Ciò allo
scopo di rendere protagonisti i partecipanti, con un
coinvolgimento diretto nella gestione del posto, sulla
base di democraticità e orizzontalità .
- L'autorecupero e l'autofinanziamento; in una società
dell'eccesso, vogliamo sperimentare l'autorecupero
come forma di riutilizzo e di scambio di materiali che
ad altri non servono più; questo anche nell'ottica di
una politica di tagli al sociale, che sappiamo messa
in atto a livello regionale per mancanza di fondi.
Vogliamo utilizzare questi due mezzi perché
necessariamente legati all'autogestione di uno spazio;
nonché per supportare una politica legata ai consumi,
che si renda responsabile e oculata nelle scelte e che
coinvolga l'intera cittadinanza nella preparazione e
gestione finanziaria dello spazio.
- L'antirazzismo visto non solo in un'ottica passiva
di tolleranza, ma anche come riconoscimento dell'altro
e delle possibilità di arricchimento che porta con sé;
questa linea è direttamente collegata alle due che
seguono, che ne rappresentano l'attuazione pratica.
- L'attenzione alle esigenze e bisogni del singolo;
questo per contrastare l'avvento di una
globalizzazione che ci vuole tutti uguali; noi
vogliamo invece riscattare l'individualità dei
soggetti attraverso processi di empowerment, ovvero la
scoperta e l'utilizzo delle proprie risorse personali,
attraverso meccanismi partecipativi e di gestione
allargata.
- L'attenzione e il rispetto delle differenze,
attraverso un'analisi di comunicazione e rapporti
visti in un'ottica di scambio ed arricchimento;
comunicazione quindi con le culture diverse, per
cominciare; ma anche comunicazione con il quartiere
circostante, facendo leva sulla partecipazione dal
basso e lo sviluppo di comunità. Lo spazio si propone
quindi come punto di riferimento e ponte tra le
differenze, attraverso feste, incontri culturali,
eventi informativi, ed apertura ai progetti e alle
"contaminazioni" migranti, sotto forma di eventi
culturali o quant'altro.
- La libera circolazione dei saperi, rivolta alla
cultura in ogni sua forma, con un'attenzione
particolare alle forme di espressione giovanili;
particolare importanza riveste in questo senso la
musica, a cui verrà dato largo spazio anche attraverso
la costruzione e la gestione di una sala-prove. Musica
quindi come espressione e libera circolazione di idee,
non ingabbiata in una logica di copyright; lo stesso
per quanto riguarda le nuove tecnologie, nonché
qualsiasi forma di arte e cultura, per una libera
circolazione delle idee.
- La prevenzione dell' uso sconsiderato delle droghe
pesanti, legata ad un discorso di riduzione del danno,
proponendo un progetto valido e coinvolgente di
gestione di uno spazio, che allontani dai circuiti
dell'eroina, ribadendo la nostra posizione di
opposizione a questa sostanza.
- Solidarietà e criticità, che, nelle più svariate
forme, fanno parte del nostro dna; dal consumo
critico, a campagne informative, volantinaggi,
discussioni, assemblee pubbliche.
Questi essenzialmente linee ed obiettivi che ci siamo
proposti. Ma entriamo ora nel concreto dei progetti....
1) LABORATORIO MULTIMEDIALE
La creazione di un laboratorio multimediale
autogestito è fondamentale al fine di poter imparare,
produrre e praticare la libera circolazione e
diffusione dei saperi. Sosteniamo da sempre la libertà
di scambio di idee e di informazioni attraverso il
software libero, ossia un programma che si possa
eseguire per qualunque scopo, di cui sia possibile
studiarne il funzionamento per adattarlo alle proprie
esigenze, che si possa ridistribuire attraverso copie
e che si possa perfezionare. L'esempio più importante
di software libero, che intendiamo studiare
collettivamente ed utilizzare nel nostro laboratorio,
è il sistema GNU/Linux , la cui licenza concede
all'utente del programma le libertà elencate prima e
in più si occupa di proteggerle attraverso il
copyleft, un tipo di protezione che prevede che le
modifiche ad un programma possano essere distribuite
solo con la stessa licenza del programma originale.
Vorremmo lavorare all'interno del laboratorio
computer per favorire la pratica del file sharing,
ossia la libera condivisione di file di qualsiasi
tipo, da quelli musicali a quelli video, ma anche
testi, come ad esempio libri. Il file sharing si basa
sulla struttura peer to peer, P2P, che è una
condivisione di file in cui non è coinvolto un server
centrale, che non fa da intermediario nella
comunicazione tra due utenti finali. Sentiamo
inoltre la necessità di rivendicare il diritto alla
privacy e quindi vorremmo portare avanti all'interno
del laboratorio politiche di crittografia, anonimato e
tutela di questo diritto. In questo contesto di
software libero, file sharing e tutela della privacy
vorremmo dare libero sfogo alla creatività a livello
multimediale, quindi con la costruzione e poi gestione
di siti internet, dove ognuno possa mettere in rete e
a disposizione di tutti le proprie idee, le proprie
esperienze ed emozioni. Un altro obiettivo è la
creazione di cd-rom, dove inserire documenti, video,
foto, file-audio, software liberi, ecc.
L'elemento fondamentale è che tutto il materiale
prodotto deve essere rigorosamente "No Copyright",
ossia accessibile e riproducibile da tutti e tutte.
Il laboratorio vuole diventare inoltre un luogo di
socialità, in grado di preparare più gente possibile,
fornendogli le conoscenze tecniche per concretizzare
la propria creatività.
Sono previsti corsi, gratuiti o a sottoscrizione, di:
- HTML, per quanto riguarda costruzione e gestione di
siti internet;
- corsi base di grafica;
- corsi di GNU/Linux, affinchè il software libero
possa diffondersi il più possibile.
E' inoltre previsto l'allestimento di un internet
point per permettere anche a soggetti con seri
problemi economici di usufruire di tutte le
potenzialità che offre la tecnologia multimediale.
2) COSTRUZIONE DI UN LABORATORIO VIDEO
All'interno di uno spazio autogestito ed
autorganizzato riveste notevole importanza la
riappropriazione e la diffusione della conoscenza
delle nuove tecnologie multimediali contemporanee: una
delle grosse opportunità in nostro possesso nel campo
della comunicazione è appunto la progressiva
accessibilità (sia economica che tecnica) ai nuovi
mezzi tecnologici multimediali, videocamere digitali
in primis.
Ora è possibile grazie ad una videocamera, un
computer, un televisore e tanta passione, realizzare
filmati di buona qualità in un tempo molto breve;
questo determina l'apertura di una vasta gamma di
possibilità nel campo delle nuove forme di
comunicazione, grazie allo sfruttamento di tecniche
finora di esclusivo appannaggio dei media mainstream e
delle agenzie pubblicitarie.
L'occhio elettronico di una videocamera digitale,
offre sempre l'opportunità di esplorare nuove forme di
comunicazione autoprodotta, in grado di sfruttare la
maggior efficacia e coinvolgimento che l'immagine e il
video possono dare allo spettatore.
E' inoltre un preziosissimo aiuto nella conservazione
e testimonianza della realtà.
Costruire la possibilità di realizzare iniziative con
l'aiuto di questi mezzi è sicuramente un'opportunità
importante per la diffusione della conoscenza delle
nuove tecnologie e della loro applicazione, con
finalità di socialità di saperi e creatività.
Nel campo dell'autoproduzione chiarificatore è
l'esempio del progetto del collettivo Mediablitz ,
curatore della realizzazione del video della nota band
vicentina "Derozer", realizzato con standard tali da
renderlo all'altezza di circolazione su tv
specializzate, senza per questo aver avuto bisogno di
investimenti milionari.
La maggiore scommessa nel campo della radicale
ri/appropriazione delle tecnologie è il proliferare
delle street-TV, televisioni di quartiere aperte con
mezzi di fortuna che occupano dei coni d'ombra nei
canali di emissione delle frequenze nazionali, e
permettono in uno spazio limitato di rendere visibile
una programmazione alternativa totalmente
autocostruita.
Prevediamo pertanto:
- Corsi ed esperienze collettive di progettazione di
filmati e documentari; all'interno dell'ambito
progettuale la creazione di un laboratorio per la
realizzazione di video autoprodotti, da far nascere
all'interno di uno spazio collettivo ed autogestito
offre una serie di opportunità per dimostrare le
innumerevoli possibilità concrete del mezzo
audiovisivo.In modo particolare la co-gestione di una
"casa delle culture" darebbe lo spunto per la
possibile realizzazione di video inchieste e
documentari, in primis come mezzi di indagine,
supporto e diffusione dei progetti, quelli riguardanti
i problemi dei migranti e della carenza di
abitazioni,seguiti e trattati da altri soggetti ed
associazioni, per primi. Il documentario deve
diventare uno strumento al servizio di chi investe
nella progettazione di una città più solidale, laddove
i diritti e la dignità di tutti vengano garantiti.
- Realizzazione di videoclip musicali, in
collaborazione con gli artisti vicentini e con i
responsabili della sala prove; questo perché lo
strumento audiovisivo occupa un ruolo fondamentale
all'interno del panorama musicale, nella veste di
promozione culturale e musicale; per molti gruppi
musicali rappresenta un mezzo irrinunciabile, nel
tentativo di far circolare i propri lavori. Offre
inoltrel'opportunità di trasmettere in maniera
efficace ed innovativa i testi delle canzoni, specchio
della sensibilità e idee degli artisti.Riuscire a dare
la possibilità ad i gruppi emergenti di realizzare
videoclip rimanendo fuori dal vischioso e rischioso
meccanismo del music business, che tante volte ha
stravolto (e rovinato) identità e contenuti, significa
[ri]portare la musica nei luoghi da cui è sgorgata,
senza venire contaminata dagli artifici di agenzie e
manegement .Inoltre la diffusione tecnologica supera
il solco che prevedeva in passato la realizzazione di
videoclip ad esclusivo appannaggio di gruppi musicali
ricchi e famosi: i tempi sono cambiati e con
investimenti molto modesti si può fare molto. Il mezzo
visivo autorealizzato diventa un potente trasmettitore
di messaggi ed innovazione come forma di arte
destabilizzante rispetto ad i canoni classici previsti
dalle agenzie musicali specializzate.
- Esperienze di regia live dei concerti, in quanto
campo recente di notevole importanza ed interesse, la
cui diffusione porta a promuovere non solo l'artista
ma anche le stesse manifestazioni musicali a cui
partecipa. Su questo tema le prospettive future
indicano chiaramente come la prossima tappa nel
coinvolgimento del pubblico sia quello della regia
live dei concerti, metodo che consente un video
assemblaggio in diretta dell'esibizione mixata con
altre immagini, in maniera tale da appassionare e
stimolare aspetti sensoriali multipli (vista, udito..)
tali da poter trasformare un concerto in un'esperienza
che permette anche la trasmissione di senso e
contenuti; a tal riguardo si può ricordare il progetto
innovativo del gruppo napoletano di "AL MUKAWAMA" ,
maestri nel coniugare immagini suoni parole e filmati
nei loro show. Si crea pertanto un gruppo di
collaborazione con i gruppi musicali stessi, per
realizzare una serie di videoclip o live diventa una
scommessa per la diffusione di un mezzo erroneamente
considerato èlitario, ma dalle ampie possibilità
artistiche e culturali e soprattutto per costruire la
consapevolezza che la musica è e deve rimanere
un'esperienza artistica in grado di sopravvivere e
diffondersi anche senza tutti i vincoli e i limiti di
agenzie di concerti, case discografiche e agenzie di
promozioni.
- Autoformazione alle nuove tecnologie: la presa di
coscienza della portata di rivoluzione tecnologica
delle nuove forme di trasmissione visiva è
strettamente legata alla volontà di diffondere le
conoscenze che permettono tali realizzazioni; diventa
quindi naturale predisporre la creazione di corsi atti
ad aumentare il numero di persone capaci di maneggiare
le nuove tecnologie, attraverso appositi momenti di
autoformazione che rendano possibile: l'uso della
videocamera digitale e delle tecniche di ripresa; la
conoscenza delle tecniche di utilizzo dei software
specifici e delle tecniche di montaggio; la
realizzazione di videoclip e registrazioni live di
gruppi musicali con un lavoro d'equipe.
3) SALA PROVE PER I GRUPPI MUSICALI VICENTINI
All'interno di uno spazio sociale autorganizzato
riveste una rilevante importanza lo sviluppo di
possibilità e servizi autocostruiti e gestiti dai
medesimi futuri utilizzatori.Il campo musicale si
presta in maniera evidente ed immediata per questo
tipo di progetti.E' comune infatti il forte legame che
si crea tra gli artisti, le band e i luoghi dove
sperimentano e creano musica e canzoni. Per un gruppo
musicale giovanile coltivare la propria passione è
assai difficoltoso poichè i prezzi per poterlo fare
sono molto alti, uno tra i problemi più comuni e
diffusi è appunto trovare un luogo adatto dove provare
ed eventualmente registrare.Il mercato privato offre
affitto di sale prove a costi proibitivi e con
limitazioni orarie svilenti, inoltre l'attrezzatura e
la cura dei servizi di supporto sono spesso scadenti
perchè compiuti esclusivamente per profitto. L'idea di
creare una sala prove interamente gestita dai membri
di gruppi musicali permette di valorizzare la
passione,l'impegno e la creatività.La scommessa è
quella di andare oltre alla classica ripartizione
oraria settimanale delle varie band per cercare di
vivere quello spazio come
un laboratoro collettivo costantemente in
evoluzione.Si creerebbero così contatti tra musicisti
che spesso portano ad interessanti progetti artistici,
si avrebbe la possibilità di
sperimentare senza il dramma continuo di un costo che
sale come il tassamentro .
Oltretutto Vicenza è da anni ricca di esperienze
musicali, giovanili e non, spesso vengono anche
promosse con kermesse ma raramente si possono vedere
sale prove comunali a basso costo, anzi le poche
presenti sono essenzialmente di tre categorie:
- di
tipo commerciale con alti affitti, per lo più
appannaggio e guadagno extra dei negozi di strumenti
musicali
- costruite in luoghi privati come i
citatissimi garage fumosi di qualche fortunato e
privilegiato amico, create all'interno dei patronati
delle chiese e quindi sotto il loro controllo.
Risulta quindi prioritario l'attuazione di un servizio
pubblico di aiuto a chi vuole cimentarsi in questa
forma d'arte.
A questo scopo verranno organizzati dei corsi per
poter introdurre alla conoscenza dei vari strumenti
musicali, in primis chitarra, basso e batteria.
La completa autorganizzazione della sala prove
permette inoltre la diffusione della conoscenza delle
tecniche specifiche per le esibizioni musicali, dando
la possibilità a chi è interessato di imparare
conoscenze specifiche di mixerista, tecnico del suono,
adetto luci...
Quindi offrire l'opportunità di una formazione con
possibilità di un futuro reddito nel campo dello
spettacolo.
4) BIBLIOTECA AUTOGESTITA/CINEFORUM
All'interno di un progetto che valuti i saperi come
patrimonio collettivo, una biblioteca assume una
valenza importante di luogo dove originare, conservare
e trasmettere le conoscenze.
Il progetto è quindi volto alla formazione ed
all'autoformazione del soggetto, attraverso la
materiale sia cartaceo, che audio, che video.
Il materiale conservato verrebbe utilizzato sempre
sulle basi di autorecupero e autofinanziamento, magari
coinvolgendo i cittadini in una raccolta di libri
usati; verrebbe quindi messo a disposizione
dell'intera cittadinanza.
La biblioteca vuole inoltre diventare un punto di
scambio culturale; sono previste sezioni di
approfondimento rispetto alla multiculturalità, nonché
dibattiti, conferenze e quant'altro possa valorizzare
e veicolare il patrimonio culturale. punto chiave
diventa in questo senso lo strumento del cineforum
come supporto e catalizzatore di interesse rispetto
alle differenti culture.
5) "INVISIBILI", SPORTELLO DI CONSULENZA PER SOGGETTI
SENZA DIRITTI.
Il progetto "Invisibili" nasce a livello nazionale
nell'autunno 2002, in seguito all'entrata in vigore
della legge sull'immigrazione Bossi-Fini, nel
tentativo di fornire una consulenza ai soggetti
migranti alle prese con difficoltà burocratiche, ecc.
L'Associazione Difesa Lavoratori-Cobas (A.D.L. Cobas)
e il Progetto Melting Pot Europa
In collaborazione con le associazioni "Razzismo Stop",
"M21" di Treviso e con le realtà dei "Disobbedienti"
del Nord-Est, hanno pertanto dato vita ad un servizio
di consulenza legale che riguarda tutti quei soggetti
che sono "invisibili" per quanto concerne
l'acquisizione di diritti.
L'obiettivo di questo progetto è di dare visibilità ai
bisogni insopprimibili di questa moltitudine di
soggetti producendo interazione tra conflitto e
supporto legale ed offrendo pertanto un'indispensabile
consulenza per far valere anche sul piano giuridico
nuovi e vecchi diritti.
Lo "Sportello degli Invisibili" offre supporto legale
sulle seguenti questioni:
MIGRANTI:
Tutti i cittadini stranieri potranno rivolgersi ai
nostri sportelli per avere ogni tipo di consulenza
riguardante le procedure di regolarizzazione, i
ricongiungimenhti, il lavoro e quant'altro
LAVORO:
Saremo in grado di fornire consulenza oltre che per
quelli che si possono definire i lavori tradizionali,
anche per tutti i nuovi contratti di lavoro, atipici,
interinali, ecc.
CASA:
Migranti, sfrattati, anziani, giovani coppie... una
infinità di soggetti che lottano tutti i giorni per
avere una casa dove poter vivere dignitosamente.
Allo sportello si potrà trovare una consulenza
adeguata per ogni tipo di problema.
Gli sportelli si avvalgono della consulenza di
affermati studi legali; sono collegati l'uno con
l'altro via telematica offrendo così un servizio
omogeneo in ciascuna delle sedi.
Il progetto si offre dunque come strumento per
facilitare, o meglio rendere possibile, l'accesso ai
diritti di cittadinanza; un'umanità che, all'interno
di processi di esclusione sociale e restrizione della
sfera dei diritti, è costretta a subire le
discriminazioni e il razzismo di una società sempre
più intollerante e indotta a considerare il migrante
come un pericolo.
E' intenzione dello sportello avviare una
collaborazione con le altre realtà vicentine che si
occupano di immigrazione, nel tentativo di fornire
reali risposte ai bisogni dei migranti, verso una
maggiore integrazione; ciò avvalendosi di ulteriori
strumenti partecipativi come incontri, dibattiti,
feste multiculturali e quant'altro, lasciando ampia
disponibilità alle iniziative dei migranti stessi.
6) PALESTRA POPOLARE
La realizzazione di una palestra popolare autogestita,
all'interno di uno spazio pensato per la socialità e
animazione quotidiana, è una occasione per poter
realizzare concretamente la possibilità di compiere
delle attività sportive, per tutti coloro che lo
vogliono, e ad un prezzo ragionevole.
Infatti l'attuale "mercato del fitness" ha reso molto
costose le quote per la frequenza di palestre,
diventate una vera azienda dagli alti profitti, a
scapito della fruibilità della disciplina sportiva.
La proposta è dunque di creare una palestra che sia
popolare nei costi, ma soprattutto sappia radicarsi
come un'esperienza nuova nel quartiere, e per i
giovani in particolare.
La caratteristica di una palestra autogestita è quella
di favorire anche il coinvolgimento diretto degli
interessati: l'organizzazione di un corso di una
determinata disciplina viene seguito e curato
direttamente da chi poi lo vorrà frequentare.
L'idea della palestra è orientata in maniera
particolare verso studenti medi ed universitari, le
categorie forse più colpite dai prezzi proibitivi
delle varie palestre cittadine.
In ogni caso è sicuramente un'occasione per molti, che
hanno dovuto abbandonare l'attività sportive per
problemi economici o dovuti alla scarsità e lontananza
delle strutture adatte.
Crediamo che anche la possibilità di svolgere attività
sportiva e curare il proprio corpo siano esigenze
importanze per tutti, e come la salute, bisogna fare
in modo che siano un bene comune, non regolate
esclusivamente dal mercato.
7) PROGETTO WEB-RADIO
All'interno dello spazio di "casa delle culture",
pensiamo rivesta particolare importanza la
comunicazione: per questo vorremmo creare all'interno
degli studi di trasmissione radiofonica.
Crediamo infatti che sia una grande occasione
caratterizzare con specificità ed informazione locale,
le trasmissioni radiofoniche, soprattutto dopo la
scomparsa delle emittenti locali, scomparse cedendo le
frequenze alle radio commerciali.
Al giorno d'oggi, grazie alle nuove tecnologie, vi è
la possibilità di avviare delle trasmissioni
radiofoniche usando semplicemente un PC, grazie allo
streaming in diretta usando la connessione ad
internet.
In questo modo diventa possibile aprire un network
informativo radiofonico
senza costose attrezzature e senza complessità
burocratiche.
Vogliamo quindi aprire una web radio a Vicenza che
diffonda musica e messaggi attraverso internet.
Avviare una collaborazione e creare una redazione
locale radiofonica a Vicenza è una grande opportunità
anche per poter esprimere tutta la ricchezza ed
entusiasmo di quella scena di gruppi musicali
vicentini, e che potrebbe così avere una vetrina
innovativa per diffondere le proprie canzoni; inoltre
sarebbe possibile spiegare e presentare tutte le
iniziative culturali ed artistiche della città.
Per spiegare la funzione e il progetto di creazione di
alleghiamo di seguito dei brani da un documento
preparato per un'assemblea svoltasi nei mesi addietro.
"Ora è giunto il momento di intraprendere anche noi un
percorso di attraversamento di questo straordinario
mezzo, in grado di comunicare non solo informazione e
musica, ma anche esperienze e dibattito.
Possiamo incominciare a creare (e sognare) il nostro
spazio virtuale che cerchi di colmare la mancanza di
luoghi di aggregazione sociale.
La radio diventa un'occasione per divulgare non solo
brani musicali ma anche le esperienze che coinvolgono
i nostri territori, offre cioè la possibilità di
esprimere le proprie idee e di criticare, si deve
quindi costruire la possibilità di diffondere voce e
progettualità, entrando in contatto con innumerevoli
persone.
E' in questo senso che sogniamo una comunic-azione,
che sappia coniugare l'informazione con un necessario
intervento diretto, in prima persona, nella realtà
sociale, una comunic-azione quindi sociale perché
carica di interrelazioni, confronti, esperienze che
trovino il loro terreno di espansione in quello spazio
basato sulle relazioni sociali che dal basso cercano
di ricombinare le proprie singole e specifiche
esperienze.
Questo spazio può essere quello della Provincia di
Vicenza attraversata da realtà e movimenti disomogenei
ma che possono esprimere la loro forza nel lavoro di
rete grazie alla creazione di un gruppo redazionale
che collabori nel compito di esprimere la nostra
specificità all'interno della radio, ponendosi come
obiettivo di attirare interesse e consenso.
Questo passaggio può così arricchire e superare la
cosiddetta informazione territoriale che attraverso
esperienze come Global Radio ( www.globalradio.it ) e
Mediablitz (www.inventati.org/mediablitz ) ha fatto in
modo, in primis durante il periodo dei bombardamenti
in Iraq, che gli avvenimenti e le mobilitazioni della
Provincia potessero essere conosciuti da molte
persone, senza i filtri e le censure che
caratterizzano i media tradizionali e mainstream.
Questi progetti acquistano sicuramente un impulso
maggiore se possono essere accompagnati dall'uso di
uno spazio radio non solo per un servizio informativo
ma per una trasmissione culturale e socializzante.
Per questo vogliamo creare un percorso che possa
permetterci in breve tempo di poter autogestire come
gruppo della provincia di Vicenza degli spazi dove
trasportare e diffondere la nostra specificità
correlando esperienze come quelle, ad esempio, dei
gruppi musicali emergenti così come a tutti gli altri
soggetti portatori di cultura nei nostri territori."
8) LABORATORIO ARTISTICO
L'esigenza di un laboratorio artistico sorge già ai
tempi dell' "Ex lanerossi", all'interno del quale
giovani artisti vicentini si erano cimentati con
tentativi di arte industriale, tramite il recupero a
fine artistico di materiali di scarto industriale.
Ci si è quindi accorti dell' esigenza di uno spazio
che permetta di creare liberamente ed esporre le
proprie opere, dando così la possibilità ad artisti
emergenti o principianti di esprimersi.
Il progetto si articola in:
- corsi base di tecniche artistiche;
- possibilità di esporre i propri elaborati;
- elaborazione degli spazi dove l'arredamento non è
solo oggetto, ma frutto anche di esperienza
artistica.
CONCLUSIONI
Questo progetto è frutto di un anno di riflessione e
lavoro sul territorio, e vuole aprire in tempi molto
brevi un tavolo di trattative per l'assegnazione in
comodato gratuito di uno spazio, pubblico o privato,
già ristrutturato o da ristrutturare.
A questo scopo alleghiamo alcuni documenti sul ruolo
dell'autorecupero:
Allegato A : testimonianze di progetti già attivi in
altre città, nel caso specifico Venezia.
Allegato B : la proposta di legge alla camera dei
deputati n° 718 del 10/05/1996: " Norme per il
recupero ad uso abitativo di immobili di proprietà
pubblica e privata attraverso cooperative di
autorecupero".
APPENDICE
ALLEGATO A
ASC PROGETTO ENERGIE ALTERNATIVE
L'Agenzia Sociale per la Casa promuove il progetto di
autocostruzione di collettori solari nell'ambito del
recupero delle unità abitative dismesse di edilizia
popolare a Venezia.
Il recupero in autocostruzione delle abitazioni
abbandonate vuole essere
denuncia contro la grave politica di gestione
speculativa del patrimonio pubblico perpetrata
dall'Ater nei confronti della comunità; insieme si
delineano le prospettive di un altro modo di gestire
il fabbisogno abitativo delle fasce sociali più deboli
e la massima attenzione nei confronti delle
problematiche di carattere energetico-ambientale della
regione.
Nella città di Venezia si contano numerosi attentati
alla salute pubblica, tra i quali il più grave è il
polo petrolchimico di porto Marghera; oltre alle
indicazioni della commissione energetica europea che
richiede un immediato abbassamento del 50% del
combustibile impiegato per il
riscaldamento cittadino.
A fronte di questi problemi, le amministrazioni
passate e presenti non hanno ancora trovato delle
soluzioni concrete se non quella di premiare
esclusivamente la qualità "estetica" della città di
fatto impedendo l'installazione di qualsiasi pannello
solare - che sia per l'acqua sanitaria, che sia per il
riscaldamento solare o per la produzione di energia
elettrica attraverso il fotovoltaico.
L'Agenzia Sociale per la Casa disobbedisce agli ordini
di chi vuole una città vetrina e contrappone
all'interesse dei soliti pochi "privati", la salute
del pianeta ed il risparmio energetico promuovendo
l'installazione di pannelli solari su tutti i tetti
della città.
COSTRUZIONE ED AUTOCOSTRUZIONE IN TERRA CRUDA
L'iniziativa di autocostruzione è promossa
dall'Agenzia Sociale per la Casa nell'ambito del
recupero architettonico-sociale di unità abitative di
edilizia economica e popolare oramai dismesse da anni
e lasciate al degrado dalle criminali autorità
competenti.
Il fondamentale supporto tecnico è fornito dal
bio-architetto A.Facchi - Geologika.
Le architetture di terra sono il segno di uno stretto
legame con il territorio, di un modo di costruire e
vivere che si sviluppa in simbiosi con il paesaggio e
l'ecosistema circostante senza alterarlo, senza grandi
impatti. La storia delle architetture di terra è la
storia di un diverso uso della campagna e di nuove
forme di urbanizzazione più sostenibili.
La terra è probabilmente il primo materiale da
costruzione conosciuto (oltre ad essere la prima
divinità). La scoperta del suo utilizzo si perde nella
notte dei tempi e ancora oggi quasi la metà della
popolazione mondiale abita in case di terra cruda.
A partire dal secondo dopoguerra, il diffondersi di
materiali introdotti sul mercato della moderna
produzione edilizia ha portato a un abbandono della
tecnica del crudo, considerata ormai obsoleta e,
soprattutto, per molti, indiscussa - anche se non
veritiera - testimonianza di povertà, di emarginazione
a livello sociale e culturale, da rimuovere anche
dalla memoria.
Conseguenza inevitabile di questo atteggiamento è
stata una graduale ma inesorabile perdita della
conoscenza delle tecniche costruttive, ormai affidate
alla manualistica e alla memoria di anziani
costruttori; al tempo stesso, la totale assenza dei
necessari interventi di manutenzione ha portato
moltissime costruzioni verso una irreversibile
situazione di degrado, disperdendo così un
patrimonio, ricco di storia e di saperi. Solo di
recente si è venuto consolidando, in Italia, un certo
interesse per questo frammento di storia costruttiva,
mirato, in prima istanza, alla conoscenza, alla
tutela e al potenziale recupero di questo patrimonio.
L'architettura in terra non appartiene però solo alla
storia: è anche realtà, innovazione, progresso.
In un momento in cui concetti come sostenibilità,
ecologia, rispetto dell'ambiente rientrano in un
linguaggio comune dell'abitare, l'utilizzo della terra
cruda, innovata sul piano applicativo e delle
prestazioni, si ripresenta nel panorama dei materiali
da costruzione con un interesse particolare.
Quasi tutte le terre estratte appena al di sotto dello
strato arabile (che è da scartare perché troppo ricco
di humus e intrusioni putrescibili) sono adatte a
costruire.
Questo significa che chiunque ha a disposizione
sufficiente materiale per edificare la propria casa
(lo scavo delle fondazioni).
Dopo molti decenni di oblio la costruzione in terra
ritorna in auge grazie al lavoro pionieristico di
molti tecnici (e non) appassionati dalle prestazioni
ecologiche, tecnologiche e culturali di questo
straordinario materiale: alta tecnologia arcaica:
riciclabilità, inerzia termica, regolazione
microclimatica dell'umidità, fonoassorbenza,
atossicità, elementarietà, modellabilità.
Si costruiscono muri portanti o di tamponamento,
pavimenti e solai, cupole, volte, intonaci e pitture.
Case, castelli, palazzi, templi, torri.
La terra cruda è un materiale da costruzione ecologico
che migliora il microclima interno delle abitazioni
creando un maggiore benessere abitativo. Un mattone in
terra cruda consente un
risparmio energetico del 90% rispetto ad un mattone in
terra cotta. L'argilla inoltre è un materiale naturale
e non tossico che si presta all'autocostruzione e alla
realizzazione di muri economici o decorativi, per le
sue caratteristiche di plasticità e resistenza.
Storicamente le case di terra erano costruite dagli
abitanti stessi insieme ai vicini ed agli amici in
una forma di festosa e mutuale condivisione del
lavoro. Molte delle tecniche applicative, le più
semplici, ben si prestano infatti all'autocostruzione.
Ognuno contribuiva al cantiere per quel che poteva o
sapeva fare, dai lavori più faticosi
(preparazione dell'impasto, trasporto e messa in
opera) a quelli più indirizzati alla cura e al ristoro
dei lavoratori (preparazione e offerta dei cibi e
delle bevande; produzione di ritmi, suoni e canti;
rifiniture). Tutta la comunità era coinvolta
nell'evento festivo-costruttivo. L'atossicità, la
facile modellazione, la scarsa pericolosità dei
cantieri di terra ne fanno ancora oggi
il materiale ideale per autocostruire.
E' importante che una parte della casa sia stata
modellata dagli abitanti e dai loro amici con le loro
proprie mani. Questo aumenta la percezione di unità
che collega l'essere umano al luogo che abita.
L'esperienza crea una micro storia di fondazione e
produce basilari cognizioni pratiche per la
manutenzione e l'eventuale futura evoluzione degli
spazi domestici.
Che emozione per tutti il corpo nudo nella terra nuda
(immagine ambivalente di vita e di morte),
l'incastonare materia viva in materia viva.
Un buon auspicio e una coscienza di produrre
architettura e design come nostra impronta, come
emanazione dal nostro essere.
"Quando chiesi a Diankouno Dolo perchè la forma delle
costruzioni dei Dogon (Burkina Faso) è rotonda non mi
comprese; ripetei la domanda e allora mi rispose: "Non
sono rotonde, sono costruzioni quadrate con forme
affettuose. L'uomo costruisce con le proprie mani; la
mano dell'uomo è affettuosa, non conosce la forma
quadrata; del resto anche l'argilla umida essa
pure è tenera, affettuosa: l'argilla quindi e la mano
dell'uomo non possono che creare forme affettuose. La
mano non può plasmare angoli esatti, e del resto
neanche l'argilla ama gli angoli esatti. Ed anche la
pioggia è affettuosa. La pioggia cade, le piace
cadere, è materiale affettuoso
cui piace seguire forme affettuose. Le mani dell'uomo
sono fatte per carezzare la donna e l'argilla e la
pioggia: questo è giusto e buono e bello. E perchè chi
accarezza la sua donna non accarezzerebbe anche la sua
casa?" Herman Haan, da: Byggekunst, numero 2, 1965
ALLEGATO B
CAMERA DEI DEPUTATI N. 718
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
LENTI, BOGHETTA, DE CESARIS, MALENTACCHI, BONATO,
VALPIANA, PISAPIA, DE MURTAS, GALDELLI, MELONI,
NARDINI
Norme per il recupero ad uso abitativo di immobili di
proprietà pubblica e privata attraverso cooperative di
autorecupero
Presentata il 10 maggio 1996
Onorevoli Colleghi! - Nelle grandi aree urbane,
ma non solo, la questione casa riveste sempre più il
carattere di grave emergenza abitativa a causa della
scarsa offerta di alloggi pubblici a canone sociale.
Nel contempo si assiste al fatto che notevoli
patrimoni immobiliari di comuni, regioni, province e
privati, in particolare nei centri storici, e non,
sono lasciati nel più completo degrado. Tale degrado
spesso diviene occasione di speculazioni in quanto gli
enti locali si trovano a decidere di smettere tali
immobili per poche lire a privati che li
trasformeranno in terziario o grande commercio. Si
tratta di uno spreco inammissibile, a cui va data una
risposta. Con la presente proposta di legge, che
porgiamo alla vostra attenzione, intendiamo sostenere
quelle iniziative, ancora sporadiche, di cooperative
di autorecupero di immobili di proprietà pubblica ad
uso abitativo che in alcune città italiane hanno avuto
riscontri positivi. Si tratta di riutilizzare i
patrimoni immobiliari in degrado ad uso abitativo e
farli rimanere di proprietà pubblica. Le cooperative
di autorecupero si dovranno formare con la
partecipazione di senza casa e sfrattati e dovranno
applicare gli stessi meccanismi previsti dalla
normativa regionale in materia di assegnazione di
alloggi di edilizia residenziale pubblica. In questo
modo si potrà aumentare l'offerta di alloggi in
locazione a canone convenzionato e programmare
reinsediamenti abitativi nei centri storici. Non è
certo la nostra proposta di legge esaustiva della
problematica casa ma può contribuire ad alleviare le
necessita di tanti cittadini. Non è un caso che nel
1990 alla riunione dei Ministri europei della casa,
l'autorecupero presentato dall'Unione inquilini e da
alcune cooperative di autorecupero di Bologna e Roma,
è stato indicato dagli stessi Ministri europei come
una strada da percorrere.
La partecipazione diretta dei cittadini
sfrattati e senza casa alle spese di recupero può
permettere ai comuni di procedere a quei programmi di
recupero ad uso abitativo che altrimenti, per la
limitazione dei finanziamenti, non possono essere
avviati.
Art. 1.
(Censimento degli immobili pubblici).
1. I comuni entro e non oltre un anno dalla
data di entrata in vigore della presente legge
provvedono al censimento degli immobili di proprietà
pubblica, non destinati a finalità di edilizia
economica e popolare, presenti sul loro territorio e
alla loro catalogazione, con riferimento in
particolare alla presenza di unità immobiliari e
fabbricati inutilizzati, al loro stato di manutenzione
e allo stato di manutenzione degli immobili
utilizzati.
2. Dal censimento sono esclusi gli immobili
istituzionalmente adibiti ad edilizia economica e
popolare di proprietà dei comuni e degli istituti
autonomi case popolari e sono ricompresi, in
particolare, gli immobili di proprietà di regione,
provincia e degli enti di assistenza e beneficienza
disciolti, nonché di proprietà statale o di altri enti
pubblici.
3. I comuni, entro diciotto mesi dalla data di
entrata in vigore della presente legge, approvano i
programmi di recupero integrale all'uso sociale del
patrimonio pubblico inutilizzato e di recupero e
manutenzione del patrimonio già adibito ad uso
abitativo.
4. I programmi di cui al comma 3 possono
essere realizzati per intervento diretto del comune e,
per una quota da definire nell'ambito dei citati
programmi, attraverso l'apporto dei cittadini riuniti
in cooperative di autorecupero formate da soggetti
senza casa e sfrattati.
Art. 2.
(Autorecupero di immobili).
1. I comuni nell'ambito dei piani integrati e
con riferimento a quanto previsto dalla delibera CIPE
del 27 ottobre 1988 individuano gli immobili di loro
proprietà o di proprietà di altri enti pubblici o di
privati da acquisire e da recuperare con l'apporto dei
cittadini associati in cooperative di autorecupero
formate da senza casa e sfrattati. L'individuazione di
detti immobili può avvenire anche al di fuori dei
piani attuativi richiamati ed essere oggetto di
programma specifico di recupero promosso dal comune,
della regione o della provincia nel cui territorio
insiste l'immobile da recuperare.
Art. 3.
(Bandi di assegnazione di immobili
soggetti ad autorecupero).
1. Al fine di promuovere l'apporto dei
cittadini ai programmi di recupero di cui all'articolo
2 il comune emana un bando pubblico per l'assegnazione
di alloggi da ristrutturare aperto a cooperative di
autorecupero.
2. Il bando dovrà contenere:
a) l'indicazione del numero degli
immobili soggetti a recupero e la loro ubicazione;
b) i requisiti soggettivi degli
aspiranti assegnatari associati in cooperative di
autorecupero corrispondenti ai requisiti per l'accesso
all'edilizia agevolata;
c) i requisiti delle cooperative di
autorecupero per la partecipazione al bando, le
condizioni contrattuali della assegnazione e i criteri
di assegnazione dei fabbricati alle cooperative di
autorecupero.
3. Entro novanta giorni dalla data di chiusura
del bando, il comune rende pubblico l'elenco delle
cooperative di autorecupero a cui vanno assegnati gli
immobili oggetto del bando.
4. Le cooperative di autorecupero, alle quali
sono stati assegnati gli immobili da recuperare ad uso
abitativo entro i successivi sessanta giorni assegnano
al loro interno gli alloggi, secondo criteri stabiliti
dalla assemblea dei soci, a coloro che posseggono i
requisiti per l'accesso all'edilizia agevolata.
5. Qualora entro i termini di cui al comma 4
le cooperative non abbiano effettuato le assegnazioni,
provvede il comune sulla base dei criteri di
assegnazione previsti dalla normativa regionale in
materia di edilizia residenziale pubblica.
Art. 4.
(Convenzione per l'assegnazione
di immobili in autorecupero).
1. Gli immobili in degrado da recuperare ad
uso abitativo vengono assegnati a cooperative di
autorecupero o consorzi tra le stesse per mezzo di una
convenzione con la quale la cooperativa o il consorzio
di cooperative si impegnano a realizzare l'intervento
di recupero in tempi certi tramite la partecipazione
diretta agli oneri economici e col lavoro stesso dei
soci, salvo il diritto di rivalersi del valore delle
opere eseguite sul canone di locazione.
2. Nella convenzione dovrà essere stabilito il
valore, valutato in base ai capitolati di appalto per
lavori analoghi, delle opere a carico delle
cooperative di autorecupero o dei consorzi tra le
stesse; l'ammontare del canone di locazione per
singolo alloggio definito sulla base della normativa
regionale in materia di determinazione di canoni per
l'edilizia residenziale pubblica; il periodo di tempo
durante il quale il socio assegnatario sconterà in
conto canone di locazione il valore delle opere
realizzate; gli impegni della amministrazione comunale
nella realizzazione di parte degli interventi di
recupero; le penali e i motivi della rescissione del
contratto in caso di inadempienze.
3. La cooperativa di autorecupero o il
consorzio tra le stesse è direttamente responsabile
della esecuzione a regola d'arte dei lavori di
recupero. Dal momento della fine dei lavori, di cui si
da atto con verbale firmato dal presidente della
cooperativa e da un rappresentante
dell'Amministrazione comunale, i soci assegnatari sono
direttamente responsabili del pagamento degli oneri,
delle spese accessorie e del canone di locazione.
Art. 5.
(Realizzazione dell'autorecupero).
1. Il progetto di recupero viene redatto a
cura degli uffici tecnici del'Amministrazione comunale
in collaborazione diretta con la cooperativa di
autorecupero o loro consorzi. L'Amministrazione
comunale può delegare la redazione del progetto
direttamente alla cooperativa; in tal caso il valore
del progetto è computato per il 50 per cento a carico
della cooperativa di autorecupero e per il restante 50
per cento a carico dell'Amministrazione comunale.
2. Sono in ogni caso di competenza
dell'Amministrazione comunale i lavori inerenti: le
fondazioni; le coperture; gli interventi di
consolidamento e di rifacimento dei solai; gli
impianti elettrici, idrici, di riscaldamento, e
similari fino al pavimento del piano terra; il
rifacimento delle facciate.
3. Sono di competenza della cooperativa di
autorecupero o loro consorzi i pavimenti, gli
intonaci, i serramenti interni ed esterni, gli
impianti esterni.
4. La convenzione stipulata tra la cooperativa
di autorecupero o loro consorzi e l'Amministrazione
comunale regola con apposito capitolato di appalto i
lavori di competenza della cooperativa di autorecupero
o loro consorzi.
5. La direzione dei lavori è di competenza
della cooperativa di autorecupero sotto la diretta
sorveglianza dell'Amministrazione comunale.
6. Al fine del computo del valore del lavoro
erogato dai soci assegnatari della cooperativa di
autorecupero questo è valutato sulla base della paga
oraria prevista dai contratti di categoria dei
lavoratori dipendenti relativamente alle mansioni
corrispondenti.
7. Gli oneri per i materiali ed ogni altro
onere aggiuntivo relativo ai lavori di competenza
delle cooperative di autorecupero sono a carico delle
stesse.
8. Le cooperative di autorecupero possono, al
fine di realizzare l'intervento, ricorrere a ditte o
professionisti per una parte dei lavori non superiore
al 20 per cento del valore dei lavori.
Art. 6.
(Compiti delle regioni).
1. Le Regioni e le province autonome di Trento
e di Bolzano nell'ambito dei loro fondi per i
programmi di edilizia economica e popolare definiscono
la quota di stanziamento destinato all'autorecupero di
immobili in degrado da destinare ad uso abitativo.
2. I comuni sono tenuti a presentare alle
regioni o alle province autonome di Trento e di
Bolzano i piani di autorecupero di immobili in
degrado. La regione approva i piani entro e non oltre
sessanta giorni dal ricevimento dei suddetti piani.
3. I piani di autorecupero presentati dai
comuni devono contenere una scheda per ogni edificio
interessato con la quantificazione della spesa
prevista suddivisa tra gli interventi di competenza
dell'Amministrazione comunale e gli interventi di
competenza delle cooperative di autorecupero o loro
consorzi.
4. Nell'approvare i piani la regione assegna
nell'ambito dei fondi destinati all'edilizia
sovvenzionata e agevolata finanziamenti ai comuni
presentatori dei piani di recupero. Contestualmente la
regione dispone i fondi relativi alla accensione dei
mutui agevolati da assegnarsi alle cooperative di
autorecupero assegnatarie degli interventi.
5. Le cooperative o consorzi tra le stesse
hanno accesso ai fondi destinati ai singoli interventi
sulla base della assegnazione degli immobili da
recuperare da parte dell'Amministrazione comunale.
6. I comuni possono comunque procedere ad
interventi di autorecupero anche con fondi propri e
senza la assistenza di mutui agevolati per le
cooperative di autorecupero.