01 FEBBRAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Il Comune pagherà gli operai.
Blocco ridotto a quattro giorni
"Il treno è dirottato"
PIOVENE.Prime sanzioni ai call center.

Il Comune pagherà gli operai
Il direttore dei lavori: «No alla sospensione chiesta dalla Cogi»

di Chiara Roverotto

La richiesta di sospensione? Respinta al mittente. Intanto, il Comune si prepara a pagare gli operai che non hanno ricevuto gli stipendi e, ieri, sono arrivate le prime lettere di licenziamento. Sono queste le tre novità sostanziali che riguardano l’opera più discussa della città. Ma andiamo con ordine. Il primo ad intervenire è l’ing. Mario Gallinaro, direttore dei lavori nel cantiere di viale Mazzini. « Nel capitolato non sono incluse proroghe per vertenze di carattere sindacale. È stato inviato un fax sia all’azienda, sia al responsabile del procedimento per conto del Comune - ribadisce il professionista - per cui sotto questo punto di vista, per quanto mi riguarda, la questione è chiusa ». Ma ne restano aperte altre due: la messa in mora dell’azienda e la richiesta di proroga avanzata da Giuseppe Coccimiglio ancora la scorsa settimana. « Si tratta di procedimenti separati - spiega ancora l’ing. Gallinaro - il primo scade circa alla metà di questo mese, mentre per i 196 giorni chiesti dalla Cogi, ho oltre un mese di tempo per predisporre una relazione che poi sarà inviata all’arch. Gianni Bressan, responsabile del procedimento per conto del Comune che a sua volta la invierà alla giunta per tutte le decisioni del caso ». Sta di fatto che se l’ing. Gallinaro aveva chiesto un’accelerazione dei lavori e una maggiore organizzazione entro il 13 febbraio, è abbastanza improbabile che questo avvenga, anche alla luce del fatto che da 11 giorni all’interno del cantiere non lavora più nessuno. « A quel punto verranno fatte tutte le valutazioni e verrà inviata un’altra relazione al Comune che deciderà come regolarsi. Prospettive? Non sono in grado di fare previsioni... Ma solo di far valere quanto prevede il capitolato che al riguardo è molto chiaro ed esauriente ». Di più il direttore dei lavori non aggiunge, ma ormai siamo alla stretta finale almeno per quanto riguarda le due vertenze aperte dalla Cgil: la prima per comportamento antisindacale (l’udienza si terrà domani davanti al giudice Perina), la seconda per licenziamento verbale dopo che gli operai senza paga erano andati a palazzo Trissino ed erano stati licenziati da Coccimiglio in diretta davanti ai consiglieri comunali. Inoltre il legale ha inviato una richiesta diretta al committente affinché paghi gli operai. In base a quanto previsto nel capitolato, infatti, se la ditta appaltatrice è insolvente chi deve intervenire è il committente, quindi il Comune. E a quest’ultima richiesta l’Amministrazione è intenzionata a rispondere positivamente. « Ho già dato il via libera - conferma l’assessore ai Lavori Pubblici , Carla Ancora - a ffinché il responsabile del procedimento raccolga i dati degli operai e gli estremi dei conti correnti, se ce ne sono, per provvedere ai pagamenti. Abbiamo comunque quindici giorni di tempo per far fronte alla richiesta ». Nel frattempo ieri mattina alcuni operai hanno ricevuto le prime lettere di licenziamento « Dopo gli eventi accaduti giovedì 20 gennaio 2005 - si legge nelle missive firmate dall’amministratore unico della Cogi - confermiamo il licenziamento immediato per giusta causa senza preavviso per aver effettuato i seguenti atti: insubordinazione e gravi offese verso i superiori e gravi offese verso i compagni di lavoro che non intendevano aderire allo sciopero ». Del teatro si occuperà anche il consiglio regionale: Claudio Rizzato (Ds) Achille Variati e Maria Pia Mainardi (Margherita) hanno sottoscritto un’interrogazione a risposta immediata affinché la Regione intervenga a difesa dei diritti dei lavoratori. Nel testo si fa riferimento ai nove operai licenziati in attesa di essere pagati e, da una decina di giorni, impegnati a protestare per far valere i loro diritti davanti al cantiere. Una delegazione di operai è stata ricevuta ieri dall’assessore provinciale Testolin, inoltre si sta preparando la manifestazione organizzata dalla Fillea Cgil (ci sarà anche il segretario nazionale Mauro Machiesi) prevista domani a partire dalle 9 alla quale ha aderito anche l’Unione degli studenti (per loro il corteo inizierà a Campo Marzo, proseguirà in viale Roma, corso S. Felice Fortunato, viale Mazzini e si concluderà davanti al cantiere). Stasera i lavoratori torneranno in Consiglio e alle 20.30 saranno in Circoscrizione 7 per il dibattito organizzato dai Ds dal titolo «Il teatro della vergogna».


Blocco ridotto a quattro giorni
Auto ferme da venerdì 4 a lunedì 7 febbraio, dalle 9 alle 18
Dopo l’ondata di proteste, si cambia Oggi la nuova ordinanza anti-smog Hüllweck: «Test comunque valido»

di G. Marco Mancassola

Il blocco totale delle auto si farà, ma ridotto. Non più sette giorni, ma quattro. Nessun’altra apertura è stata concessa: non cambiano gli orari, non viene ritoccata la zona rossa, non si sfiorano nemmeno le deroghe. La nuova ordinanza. Questa mattina verrà cestinata la prima versione dello stop e verrà firmata una nuova ordinanza. L’unica novità riguarda i giorni: il blocco totale all’interno della circonvallazione cittadina si articolerà da venerdì 4 a lunedì 7 febbraio, dalle 9 alle 18. La grande maggioranza delle scuole, in quei giorni, sarà chiusa. Per i negozianti, dei quattro giorni si perderanno venerdì e sabato: domenica e lunedì mattina non lavoreranno. Restano in regime di libera circolazione il giovedì e martedì grassi, con relativo sollievo per le pasticcerie del centro. Inoltre, si è sbloccato anche il mercato: sia i banchi del giovedì che quelli del martedì non subiranno disagi e non saranno costretti a rimanere in piazza oltre il consueto orario. Lunedì di fuoco. La decisione, che circolava sin da ieri mattina, è stata ufficializzata dal sindaco Enrico Hüllweck nel tardo pomeriggio, durante la riunione dei capigruppo consiliari, convocati in vista del Consiglio straordinario dedicato al blocco di questa sera, a partire dalle 19. Il vertice con i partiti è stato soltanto l’ultimo di una lunga serie. La giornata, infatti, era iniziata con un triplice faccia a faccia: il sindaco Hüllweck e il suo vice Valerio Sorrentino hanno infatti incontrato la Confcommercio, la Confartigianato e il gruppo di associazioni e comitati capitanato dalle "Vetrine del centro" e dalla Confesercenti. Durante la riunione, sindaco e vice hanno spiegato le ragioni del blocco e i termini di legge. Gennaio, in particolare, è stato un mese record per i valori delle nocive polveri sottili: come risulta dalle rilevazioni della centralina Arpav di viale Milano, nei primi 30 giorni, addirittura 29 sono stati caratterizzati da valori di pm10 fuori norma, oltre cioè quei 50 microgrammi per metro cubo d’aria indicati quali limite per la protezione della salute umana. «Sono discretamente soddisfatto - commenta alla fine della giornata il sindaco - per il modo in cui si sono svolti gli incontri. Anche l’opposizione ha mostrato un atteggiamento responsabile e la polemica è stata ridotta al minimo. Questo non significa che in Consiglio tutti voteranno a favore, perché restano posizioni critiche. Ma è stata compresa la portata dell’evento, che resterà una pietra miliare nel modo di rispondere alle problematiche ecologiche. Anche dalle associazioni di categoria, Ascom e Artigiani in particolare, ho riscontrato comprensione sul fatto che il provvedimento si era reso obbligatorio. Più critica resta la posizione del gruppo di comitati e associazioni come le "Vetrine". Abbiamo accolto la richiesta di installare una centralina in centro, non aveva invece senso rinviare di un mese: non si può rinviare continuamente la terapia, la puntura va fatta oggi». Hüllweck chiama Stefani. Molti addetti ai lavori, però, a questo punto si chiedono: riducendo i giorni da sette a quattro, l’esperimento conserva la sua validità? «Credo che quattro giorni siano sufficienti per mantenere il significato e l’importanza storica di questo blocco - risponde Hüllweck -. L’esperimento è salvo: verrà gestito con un dosaggio meno duro, soprattutto dal punto di vista degli effetti collaterali sul mondo economico». Tramontata la "linea dura", la prospettiva di ridurre i giorni di blocco era stata ventilata dallo stesso Hüllweck all’indomani dell’agitata seduta di Consiglio di giovedì scorso ed era stata caldeggiata nel fine settimana anche dal vicesindaco Sorrentino. Hüllweck ha poi mosso pedine a livello nazionale, bussando dall’amico Stefano Stefani, da poche settimane nominato sottosegretario all’Ambiente: «Ne ho parlato anche con il sottosegretario Stefani - dice il sindaco - che mi ha garantito l’impegno perché dal Governo ci sia una risposta adeguata, magari anche dal punto di vista economico». Il piccolo chimico. A questo punto ci si interroga sul significato del Consiglio di questa sera: sarà una proiezione delle diverse posizioni dei partiti sulle problematiche ambientali, sarà l’ultimo tentativo di scardinare l’ordinanza che si offre agli oppositori del blocco, sarà una nuova occasione per registrare le divisioni all’interno dei due schieramenti, soprattutto nella maggioranza, già affiorate nei giorni scorsi? Al termine della conferenza dei capigruppo, ieri sera, il diessino Luigi Poletto non ha lesinato ironia e sarcasmo: «La situazione è farsesca o grottesca . Mi sembra un esperimento da piccolo chimico, più che da sindaco. Ha ceduto alle associazioni di categoria, senza rendere più ficcanti i provvedimenti (allargando ad esempio l’area) e senza annunciare progetti strutturali». Taxi non stop. La cooperativa tassisti vicentini, intanto, ha comunicato all’assessore alla mobilità Claudio Cicero che «per agevolare la cittadinanza durante il blocco del traffico, verranno spostati i posteggi nei punti di arrivo dei bus navetta, e precisamente: posteggio matteotti al park Bassano, Mercato Nuovo in via Farini e Rodolfi al park Cricoli. Verrà inoltre sospesa la richiesta della chiamata Radio taxi per tutto il periodo del blocco dalle 9 alle 18 e verranno sospesi i turni di riposo in modo da aumentare il numero di auto a disposizione».


La Digos denuncia sei tifosi del Catania per fumogeni e procurato allarme
«Il treno è dirottato»
Lo scherzo provoca panico sul convoglio

di Diego Neri

Sei tifosi nei guai dopo il pareggio fra Vicenza e Catania. La Digos li sta identificando ed ha già trasmesso un primo rapporto in procura. Non si tratta fortunatamente di un’azione repressiva contro la violenza negli stadi, e nemmeno c’entra l’esultanza inconsulta per il pareggio dopo la doppietta di Margiotta. I sei siciliani sono stati denunciati per due episodi che risalgono a prima della partita. Treno dirottato. Erano partiti sabato da Catania per raggiungere Vicenza e vedere all’opera i ragazzi di Nedo Sonetti. Circa 150 tifosi rossoblu avevano deciso di viaggiare in treno per raggiungere il capoluogo berico. Durante la tratta Bologna-Padova, però, uno di loro aveva trovato il microfono a bordo del convoglio e aveva annunciato, fra il panico generale, che «il treno era stato dirottato» e di non avere paura. Pochi minuti dopo i macchinisti e il personale avevano verificato che si trattava di uno scherzo, però avevano avvisato la Polfer. All’arrivo a Vicenza, verso le 12.40 di domenica, ad attendere i tifosi c’erano i poliziotti della Digos con il dirigente David de Leo. Hanno fermato il catanese Mirco Cosimo, 24 anni, di Catania, individuando in lui il giovane che ha dato l’annuncio. Il siciliano è stato denunciato per procurato allarme.
I fumogeni. Il caso era scoppiato dopo Siena-Roma di Coppa Italia: la partita era stata sospesa per oltre un’ora a causa del fumo dei fumogeni che non permetteva di vederci bene in campo. Dal ministero era giunta una nuova disposizione per tutte le questure: i fumogeni non devono entrare negli stadi italiani per non creare problemi. Una disposizione che interessa anche le società e i tifosi. Domenica, pertanto, la Digos vicentina ha compiuto un filtraggio fra tutti i tifosi che sono entrati al Menti, ma qualcuno è riuscito ad intrufolarsi senza essere scorto. Non appena però alcuni catanesi hanno acceso il candelotto le telecamere della saletta utilizzata dalla polizia per le riprese interne sono state puntate su di loro. In questo modo sono state individuati cinque supporter rossoblu. Uno di loro è stato identificato durante la partita ed è stato denunciato a piede libero. Per gli altri quattro sono stati effettuati dei fermo immagine sul volto e le foto sono state spedite ai colleghi della Digos di Catania che ora dovranno identificare i responsabili. Per loro, oltre ai guai giudiziari, si profila anche un divieto di partecipare alle manifestazioni sportive (Daspo) per qualche mese. Dieci giorni fa al "Gilda" in zona industriale un avventore colpì un cliente-agente scagliandosi poi contro la pattuglia di una volante
Aggredì i poliziotti. Per otto mesi niente discoteca
L’imputato potrà uscire di casa soltanto dalle 6 di mattino alle 8 di sera fino a tutto settembre
Per otto mesi non potrà mettere piede in discoteca. Fino alla fine di settembre avrà il coprifuoco. Non potra lasciare la propria abitazione dalle 20 alle 6, quando potrà uscire per recarsi al lavoro visto che, ufficialmente, fa l’impresario. Così per 8 mesi Franco Spagnolo, 32 anni, originario di Crotone e residente a S. Bonifacio, dovrà starsene buono a casa la sera e dimenticarsi la discoteca dove, una settimana fa a Vicenza, aveva picchiato gratuitamente tre poliziotti che erano intervenuti per calmarlo. Ieri mattina il giudice Stefano Furlani ha usato la flessibilità dopo che l’imputato, difeso dall’avv. Annunziata Cavarzare, aveva trascorso sette giorni in prigione per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. «Quando beve a volte perde la testa, ma non è un cattivo ragazzo», hanno sostenuto i parenti arrivati in tribunale per sostenere il loro congiunto che avrà di che riflettere sull’episodio di cui è stato protagonista negativo tra sabato e domenica dell’altra settimana. L’uomo assieme ad alcuni amici aveva cominciato a discutere piuttosto animatamente con un addetto del locale dimostrandosi particolarmente aggressivo. Per evitare che il colloquio degenerasse è intervenuto un poliziotto in borghese che era un avventore, e non appena si è qualificato è stato centrato al volto da uno schiaffo e venendo minacciato di morte. A quel punto è stato chiesto l’intervento del 113 e quando la prima pattuglia è intervenuta, Spagnolo ormai fuori di testa ha replicato l’aggressività. Si è scagliato con una ginocchiata al petto di un assistente capo e ha tirato calci e pugni all’indirizzo anche del secondo poliziotto. È scoppiata una colluttazione al termine della quale, ovviamente, Spagnolo è stato immobilizzato, identificato e quindi dichiarato in arresto visto come si era comportato. L’imputato è stato giudicato con il rito abbreviato ed ha pertanto potuto beneficiare della riduzione di un terzo della pena. Il pm onorario Loris Schiavo aveva sollecitato una sanzione più severa, ma il giudice ha ritenuto che 8 mesi lontano dalla discoteca sia una sanzione sufficiente.


Piovene Rocchette. Il sindaco aveva promesso controlli severi
Prime sanzioni ai call center
«Attività commerciali diverse vanno separate»

di Jenny Bassa

Multe a raffica per i call center. Fu una delle prime ordinanze emesse dal nuovo sindaco Maurizio Colman dopo l’elezione nello scorso giugno: oltre a fissare i limiti di chiusura e di apertura come già aveva fatto Hüllweck a Vicenza, dal primo gennaio 2005 i call center di Piovene Rocchette non avrebbero potuto esercitare contemporaneamente negli stessi locali attività commerciali diverse da quelle relative al servizio di telefonia a disposizione del pubblico, pena la sanzione pecuniaria. E infatti, puntuali sono arrivate lo scorso 12 gennaio le prime multe da parte dei vigili di Schio. Come al phone center che si trova proprio di fronte al municipio, gestito da un paio d'anni da due bengalesi. «Dopo 15 giorni dall'ordinanza - si giustifica Siraz Sirajul, uno dei due soci - il sindaco ci promise che avrebbe cambiato qualche punto dell'ordinanza. In particolare ci avrebbe permesso il noleggio di dvd e videocassette e la vendita delle bibite dal frigo durante la domenica, ossia il giorno della settimana per noi commercialmente più importante. Disse che ci avrebbe fatto avere una lettera a conferma di ciò, ma non abbiamo mai ricevuto nulla. Noi ci siamo fidati perché, in effetti, se ci toglie questa possibilità per noi è meglio chiudere. E pensare che avevamo ottenuto la licenza dall'altro sindaco ad aprire il negozio così». «La verità - aggiunge il suo socio Hossan Mohd Alam - è che qualsiasi stupidaggine è buona per attaccarci, persino se qualcuno parcheggia storto davanti alle nostre vetrine o se lascia la bicicletta sul marciapiede che è pure del negozio e non del Comune. Per noi questo si chiama razzismo». Il sindaco invece sposta la questione sul piano pratico: «Nei loro locali - spiega Colman - convivono almeno tre generi diversi di attività commerciali: telefonia, noleggio dvd e vendita di generi alimentari. È chiaro che ciascuna categoria merceologica deve rispettare le proprie regole. Per questo deve esserci una separazione fisica tra i locali, in modo che quando, ad esempio, scatta l'ora per cui non possono più vendere le bibite, queste si trovino in un locale chiuso ai clienti che entrano per telefonare». Un altro aspetto particolarmente controverso è cosa si intenda per separazione fisica dei locali: attualmente il phone center in questione utilizza una catena chiusa con lucchetto, mentre il suo concorrente di Vicolo Vignola si sta attrezzando con una parete. «A settembre - racconta il sindaco - erano venuti a colloquio ed ero stato chiaro su questo punto. Se non si attrezzeranno come si deve, io sarò costretto a fare lo sceriffo e i vigili a dare le multe». Ma anche sulle multe c'è poca chiarezza, come dichiara Siraz: «I vigili hanno multato me e il mio socio separatamente con 50 euro a testa nonostante la società sia una sola. Non si è mai sentita una cosa simile» Il sindaco invece sostiene che si tratta semplicemente dell'applicazione dell'articolo 5 della legge 689 del 1981: concorso di persone in sanzioni amministrative. Insomma, una vera e propria Babele.