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02 AGOSTO 2005 dal Giornale di Vicenza
Vicenza sa difendersi dai terroristi?
Vicenza sa difendersi dai terroristi? di Silvia Maria Dubois «Il nostro comparto lavorativo ha bisogno di manodopera straniera? Beh, in questo momento la cercherei laddove non ci sono musulmani». Una dichiarazione forte e destinata a suscitare non poche polemiche quella della presidente della Provincia Manuela Dal Lago, in merito alla questione terroristica su cui si stanno interrogando ed organizzando tutte le città italiane. «I vicentini hanno diritto a sentirsi protetti - spiega la presidente -: i controlli vanno rafforzati e resi più penetranti perchè non c’è nessun luogo che possa dirsi sicuro. Io dico una cosa: ho capito che la Francia ha sospeso il trattato di Schengen per controllare le frontiere, mentre l’Italia rimane un paese colabrodo, dove può entrare chiunque, basta la carta d’identità per entrarci, da paesi come la Dalmazia e l’Istria potrebbe arrivare chiunque senza troppe verifiche. Insomma, diciamolo: il nostro è un paese dove sicuramente è molto più facile per un nucleo di terroristi potersi ritrovare». Ma le considerazioni veraci della presidente della Provincia non sono finite: «Non voglio essere cattiva, ma in un momento difficile come questo, se si ha bisogno di manodopera straniera, la cercherei laddove non ci siano musulmani - sottolinea la Dal Lago -: c’è così tanta gente che ha bisogno di lavorare! E allora la sceglierei fra chi non mi dà problemi o motivi di preoccupazione già in partenza, no? Quello che faccio fatica ad accettare è quel finto “vogliamoci tutti bene” che non risolve i problemi. E poi si dà del razzista a chi, invece, pretende i giusti controlli». Da palazzo Nievo, inoltre, arriva la disponibilità, nel rispetto dei limiti delle proprie competenze e nel rispetto della divisione dei ruoli, di poter mettere la polizia provinciale a fare più attività di verifica stradale, proprio per poter sgravare il lavoro delle forze dell’ordine, più libere, così, di dedicarsi ad altro. «Quello che noi leghisti temevamo qualche settimana fa, si è puntualmente verificato con l’esempio del terrorista preso a Roma, arrivato tranquillamente in Italia senza troppi controlli - racconta il segretario provinciale della Lega Nord Roberto Cimabetti -. Il pacchetto Pisanu andava integrato e, se ci fossero più controlli e fermi alle frontiere, si potrebbe limitare fortemente il rischio attentati in Italia. Rischio che riguarda anche Vicenza, visto che, per la presenza di alcuni obiettivi sensibili, la nostra è una città che emerge nel panorama nazionale». Ma le risposte e le rassicurazioni non sembrano mancare. «Sull’emergenza terrorismo, a Vicenza c’è un’attenzione adeguata e maggiorata e non solo da parte delle forze dell’ordine - assicura il prefetto Angelo Tranfaglia - .Se da una parte è vero che, in questo particolare momento storico, nessuno di noi si può considerare fuori da un rischio ipotetico, è altresì importante sottolineare che, dal punto di vista tecnico, abbiamo un’attenzione speciale su tutto». «Sono stati predisposti dei servizi specifici, i controlli sono costanti e l’attività di prevenzione è effettuata da tutte le forze di polizia - spiega il questore Dario Rotondi -. Un’attività peculiare che, su impulso di ciò che ci ha anche comunicato il Ministero dell’Interno, tiene sotto costante osservazione certe realtà, ma che è anche svolta su un ampio raggio a livello preventivo». Insomma, Vicenza è sotto controllo. E qualche luogo comune sembra crollare in chi già stila una sorta di classifica di quelli che si definiscono “obiettivi sensibili”. Certo, la presenza di una base Nato e di un aeroporto militare non facilitano il nostro anonimato, ma l’attenzione viene posta maggiormente verso tutti quei luoghi caratterizzati da frequenti assembramenti. «Alla Ederle o su qualche monumento tipico della città potrebbe essere attuata più che altro un’azione dimostrativa - precisa il questore -. Che senso ha colpire, per esempio, la Basilica Palladiana? Il discorso cambia, invece, se in quell’occasione vi è un concerto o un appuntamento culturale che attira molta gente. Insomma, quello che voglio dire è che qui a Vicenza, premesso che non ci sono finora particolari segnali di preoccupazione in merito, gli obiettivi sensibili possono essere molteplici e le loro condizioni possono variare di giorno in giorno. In testa rimangono i luoghi a più alta concentrazione di frequentazione, ovviamente. Da parte nostra, comunque, garantiamo massima allerta». E a chi chiede come si possa monitorare con un occhio di riguardo il mondo islamico locale, la risposta sembra essere racchiusa nel buon senso. «Anche qui è doverosa una premessa - puntualizza Rotondi -, e cioè dobbiamo ricordarci che viviamo in una società libera e per questo implicitamente difficile da controllare. Questo è un dato di fatto. La nostra attenzione verso le comunità straniere non manca e non è mai mancata e si traduce, innanzitutto, nella prosecuzione del dialogo e della conoscenza nei loro confronti. È quest’ultima, infatti, a costituire il primo passo per la prevenzione di tutti i problemi: solo conoscendo possiamo capire il mondo e distinguere i soggetti buoni da quelli che possono nuocere».
Mezzi pubblici (s. m. d.) Sì, i controlli sugli autobus vicentini ci saranno, ma non sono certo quelli fantascientifici definiti “anti- kamikaze” e anticipati da qualche giornale in cerca di scoop. «Si tratta di controlli dalla metodologia molto semplice e allo stesso tempo efficace - racconta il presidente di Aim Giuseppe Rossi -, ma che nulla hanno a che fare con i dispositivi anti- esplosivo paventati da qualcuno. Ora gli autisti sono molto più attenti a tutto ciò che viene dimenticato sull’autobus. I mezzi vengono perlustrati più volte al giorno e se viene trovato qualche oggetto ritenuto sospetto, si chiama immediatamente la polizia».
L’estrema destra vicentina critica la politica dell’amministrazione Sicurezza, Forza Nuova interviene «Ronde in centro e manifestazione» Forza Nuova Vicenza è pronta a scendere in piazza un’altra volta. Constatato il «fallimento totale» delle misure adottate dall’amministrazione comunale e provinciale per porre fine ad una situazione «insostenibile» in città sotto il profilo dell’ordine pubblico, il movimento di estrema destra è «pronto ancora una volta a schierarsi a fianco del cittadino». Daniele Beschin, segretario provinciale di Forza Nuova, promette battaglia dalle righe di un comunicato; e lancia duri attacchi all’amministrazione di centro destra colpevole di «gestire in maniera superficiale e sterile, fenomeni quali quelli dei nomadi, immigrati e derelitti di ogni genere. La gente non ne può più - scrive Beschin - vive ormai nel terrore, ha paura di uscire di casa, di passeggiare nei parchi, di mangiare un gelato alla sera in santa pace». «Nulla di eclatante, nulla di improvvisato, senza fretta, senza tregua - continua Beschin -. Saremo la spina nel fianco di spacciatori e male intenzionati. Passeremo dalle passeggiate in centro, invitando gli indesiderati ad andarsene, alle attività di sensibilizzazione». Forza Nuova in merito alle polemiche sorte in ambito istituzionale, a seguito dell’accordo raggiunto tra il comune di Vicenza e Pantere security, non volendo entrare nel merito della questione si limita a segnalare che «la presenza di persone, specializzate nel mantenimneto e tutela dell’ordine pubblico in locali quali discoteche e punti di ritrovo, non necessariamente deve essere visto come un’alternativa al ruolo e alle funzioni svolte dalle autorità di pubblica sicurezza, bensì come un valido apporto al lavoro svolto con tanta abnegazione dalle forze di polizia». E ancora: «Siamo pronti a tutto pur di difendere la nostra terra e la nostra gente, siamo in forte crescita e rappresentiamo l’unica vera presenza in loco alternativa a questo sistema politico lontano dai cittadini. Non solo giovani, anche famiglie, anziani, donne stanno sposando le nostre idee». L’estrema destra vicentina ha in programma nei prossimi mesi alcune iniziative, motivate, a detta del segretario provinciale di Forza Nuova, dalla crescita notevole del movimento che negli ultimi mesi avrebbe aumentato notevolmente il numero di tessere nella provincia di Vicenza. «È vero - afferma Beschin - che è in programma una grossa manifestazione a Vicenza per settembre. Il programma prevede oltre alla presenza del segretario nazionale Roberto Fiore, l’ufficiale apertura di due sedi in provincia, una in città, l’altra nell’alto vicentino». Il motivo principale della nostra crescita esponenziale? «La gente non ne può più di promesse non mantenute, ha bisogno di certezze che solo noi oggi siamo in grado di dare».
Iniziativa dei residenti che tra giovedì e venerdì hanno filmato i camionisti trasgressori per otto ore consecutive. Inesistente l’intervento delle forze dell’ordine e promessa di nuove proteste. Guaiti (Margherita): «In attesa della bretella si provveda a deviare i mezzi pesanti sull’A31» Albera, l’ordinanza violata Tir inquadrati dalla telecamera nelle ore notturne del divieto di Elisa Morici Cento tir fuorilegge. Forse di più, nella prime ore dell’ordinanza che vieta il transito notturno dei mezzi pesanti nel triangolo tra viale del Sole, Albera e strada del Pasubio. Passati senza incrociare l’ombra di un controllo, ma tutti ripresi da una telecamera, tra le 22 di giovedì e le 6 di venerdì scorsi, puntata sulla strada dal comitato dei residenti sostenuto dal consigliere comunale della Margherita Sandro Guaiti. Il video è stato proiettato ieri mattina in viale del Sole dallo stesso comitato, che promette una mobilitazione straordinaria nel giro di tre giorni se chi di dovere non si darà da fare perché l’ordinanza non resti solo un inutile pezzo di carta. «Il sindaco è in partenza per le ferie -sbottano i membri del comitato- ma non esiste che se ne vada per un mese lasciando la situazione com’è: vogliamo almeno che dia indicazioni più precise sui controlli». Il nastro, pazientemente girato per otto ore con una videocamera amatoriale, oltre al passaggio dei tir rimasto quasi invariato rispetto alle notti pre-ordinanza, mette infatti in risalto l’assenza di forze dell’ordine sulle strade. Nessuna pattuglia della stradale o della polizia municipale, mentre qualche camionista non si è trattenuto dall’indirizzare gestacci verso la lucina rossa della telecamera. «Quella notte io stesso ho sollecitato l’intervento dei vigili -spiega Guaiti-; mi hanno risposto che l’ordine di servizio c’era ma all’ultimo momento la pattuglia è stata inviata in qualche paese limitrofo. E anche su questo ci sarebbe molto da discutere: se le convenzioni con altri comuni tolgono un servizio indispensabile alla città ho qualche dubbio che abbiano un senso logico». Ordinanza o no, il frastuono assordante che diviene infernale alle prime luci dell’alba non dà quindi pace ai residenti, che non hanno però alcuna intenzione di abbandonare il campo di battaglia. L’obiettivo a lungo termine resta la realizzazione della bretella Ponte Alto-Isola, ma la richiesta immediata riguarda il già ipotizzato utilizzo dell’A31 che, pur allungando il tragitto dei camionisti di una quindicina di chilometri, risulta comunque essere una via più veloce e soprattutto lontana dalle abitazioni. Tanto più che la maggior parte dei mezzi pesanti in transito all’Albera ha come meta finale proprio i paesi dell’altovicentino ben collegati alla Valdastico; tanto più che per un’operazione del genere (transito dei tir sull’A31 senza pagare il pedaggio) ci sarebbe a disposizione il milione e mezzo di euro stanziato dalla Regione. Ma contro la soluzione che appare più rapida e soddisfacente per tutti si schierano anche i cartelli luminosi sulla Milano-Venezia, perchè in direzione Milano il primo avviso dell’ordinanza s’incrocia dopo lo svincolo per l’A31, troppo tardi per evitare che i tir si riversino sul casello di Vicenza Ovest e sull’incrocio incriminato. «Forse vogliono prenderci in giro -commenta ancora Guaiti, ma di sicuro non finisce qui. Una lettera per sollecitare i controlli è stata inviata al prefetto e al sindaco e venerdì all’alba saremo di nuovo in strada con un sit-in per difendere il nostro diritto alla vita e alla salute: le forze dell’ordine interverranno e vedranno con i loro occhi che cosa succede da queste parti». Il comitato dell’Abera chiede inoltre che sia dia rapido seguito alla direttiva del sindaco per convocare la conferenza servizi in cui discutere la faccenda A31, oltre ad una data precisa per l’assemblea pubblica promessa ai residenti per chiarire i tempi di costruzione della bretella e indicare il tracciato della futura deviazione. E se torneranno a levarsi le proteste dai paesi direttamente interessati dal passaggio della bretella, Isola, Malo, Monte di Malo, le contromisure sono già pronte. «Verificheremo di persona se le lamentele degli altri hanno ragione di esistere -avverte il comitato-, convinti che in provincia non potrà crearsi una condizione peggiore e più pericolosa di quella a cui sono costretti i residenti dell’Albera».
Al “Crazy bull” Baruffa fra parà americani Un ferito Nella baruffa fra parà americani della Ederle un militare è rimasto ferito. Jason Scott Anderson, 21 anni, che vive proprio all’interno della base di viale della Pace, è stato pestato da sconosciuti ed ha riportato ferite che i medici del pronto soccorso del S. Bortolo hanno giudicato guaribili in almeno due settimane. La zuffa è avvenuta l’altra notte all’esterno del locale “Crazy bull”, del quale molti clienti sono americani. Per cause da accertare, fra le quali anche l’alcol, lo statunitense ha avuto da ridire con altri connazionali. Dalle parole in breve si è passati ai fatti tanto che l’americano è stato vittima di un vero pestaggio, da cui è stato salvato grazie ad alcune persone che hanno staccato i suoi aggressori che poi sono fuggiti senza lasciare tracce.
Arriverà l’ordinanza contro i punkabbestia «Ma i cittadini devono avere più coraggio» (s. m. d.) A palazzo Trissino si lavora per “sfornare” l’ordinanza anti-punkabestia, con l’aiuto delle associazioni animaliste e delle guardie zoofile. Questo, però, non significa delegare la risoluzione di un problema - se così lo si vuol considerare - ad altri. E soprattutto non può portare ad additare le forze dell’ordine, verso cui qualcuno in questi giorni rilevava o sospettava dei ritardi di intervento. Capita, infatti, che nella maggior parte dei casi le divise siano pronte ad agire, ma non lo possano fare (o non al meglio) perché le segnalazioni sono anonime o chi si prende la briga di chiamare i numeri di emergenza, poi non abbia affatto l’intenzione di esporsi in prima persona, come è successo anche recentemente. Purtroppo questo atteggiamento non porta a grandi risultati e, soprattutto, non stimola la cittadinanza a sviluppare il suo senso civico. E così resta l’esortazione che giunge dai palazzi dell’amministrazione e delle forze di polizia :«I cittadini abbiano più coraggio». |