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02 SETTEMBRE 2004 dal Giornale di Vicenza
«Processo a 14 disobbedienti per l’assalto a sala Bernarda»
Concluse le indagini sulla clamorosa irruzione del giugno 2002 in Consiglio comunale
(i. t.) Urla, calci, bombolette spray e bottiglie di coca-cola volano in sala Bernarda. Minacce, slogan contro il sindaco Hüllweck e i consiglieri. Il tumulto entra fragoroso nel Consiglio comunale che si paralizza. Il primo cittadino e gli assessori rischiano di essere centrati come birilli su un’ipotetica pista.
Il supermercato del sociale Il sindaco dà il via libera per un investimento di 1,5 milioni Piazza: «Troveranno posto anche associazioni e biblioteca» Tosetto: «In questo modo risolviamo i problemi della zona» Al posto dell’ex Coop delle Cattane arriva il Centro famiglia di Marino Smiderle Dopo il sì del sindaco, tutti in fila indiana nello studio di palazzo Trissino per presentare il progetto. In tempi di magra come questi, incassare un "sì" di un milione e mezzo di euro, centesimo più, centesimo meno, è un’impresa che va spiegata per benino. Il succo è che il Comune di Vicenza acquisterà dalla Coop l’ex supermercato delle Cattane, quello che l’ultima volta è stato utilizzato per effettuare le operazioni legate al censimento. Dopodiché lo trasformerà in un Centro Famiglia, come lo chiama l’assessore ai servizi sociali Davide Piazza, dove le circoscrizioni 5, 6 e 7 troveranno i servizi sociosanitari che da tempo richiedono. Ecco perché l’ok del sindaco val bene una presentazione, riassunta in un piccolo foglio di carta millimetrata in cui i promotori hanno racchiuso, in quattro linee, una serie di servizi che andranno a potenziare l’offerta complessiva vicentina. I promotori, per la cronaca, sono diversi. Dall’assessore Piazza, come detto, al presidente della Circoscrizione 6, Matteo Tosetto, per arrivare anche al vertice della Biblioteca Bertoliana, il presidente Mario Giulianati e il direttore Giorgio Lotto. A metterci la competenza pratica, poi, i dirigenti dei vari settori comunali, che hanno studiato la disposizione e l’integrazione dei servizi che, assai graditi, arriveranno da questo supermercato... dell’assistenza. «Era da tempo che pensavamo ad accorpare una serie di servizi in questa zona - spiega l’assessore Piazza - ma dovevamo prima trovare i luoghi adatti. L’ex supermercato era da tempo nelle nostre mire ma aspettavamo di avere l’ok del sindaco. L’ok è arrivato e noi abbiamo stilato un progetto di massima». Non è mica cosa da poco. Stiamo parlando di un’area di 1.900 metri quadrati, che permette di ospitare diversi enti, associazioni, servizi che prima erano slegati, sia territorialmente che dal punto di vista dell’organizzazione. Per dire, una prima "striscia" sarà occupata dalla biblioteca di quartiere decentrata, che negli ultimi tempi era stata un tantino disertata per il fatto di essere stata sistemata al primo piano e non per tutti raggiungibile agevolmente. «Stavolta abbiamo studiato un progetto particolare con la Bertoliana - rivela Tosetto -. Non sarà una semplice biblioteca decentrata, ma ospiterà alcuni servizi particolari. Tenuto conto che è ospitata da un centro socio-sanitario per la famiglia, si specializzerà in opere per l’infanzia». Quanto all’aspetto più squisitamente sociale, oltre ad ospitare il distretto dell’Ulss, sotto il tetto dell’ex supermercato troveranno posto anche le sedi di alcune associazioni che operano nel sociale, vedi, per esempio, gli alcolisti anonimi. «E ci sarà anche un luogo, come dire, ricreativo - aggiunge l’assessore -. Un "bar bianco", dove per ovvi motivi sarà vietata la vendita di bevande alcoliche. Siamo tutti convinti della bontà di questa iniziativa, che rientra nel programma più ampio di sostegno alla famiglia che caratterizza questa amministrazione». Quanto ai costi dell’operazione, che dovrebbe essere perfezionata in tempi brevi, bisogna partire dagli 800 mila euro che servono per acquistare l’immobile, per poi aggiungere il resto, che servirà a razionalizzare la disposizione dei servizi. «Una prima valutazione - osserva Piazza - ci induce a preventivare un importo che varia dai 500 ai 700 mila euro, per un totale massimo previsto di 1 milione e 500 mila euro». «Oltre a fornire questi servizi molto importanti per la città - aggiunge Tosetto - questo centro finirà per risolvere anche altri problemi non di poco conto. Per dire, l’area circostante l’ex supermercato stava diventando piuttosto pericolosa, frequentata da spacciatori; questo progetto riqualificherà il tutto. E poi la biblioteca della nostra circoscrizione, negli ultimi tempi, aveva registrato una diminuzione degli afflussi, per vari motivi. Col miglioramento del servizio offerto e con la sistemazione nei nuovi locali, la cosa dovrebbe essere superata».
Interrogazioni Molestie: caso penale non politico «Posso tutelare tutti i dipendenti» di Chiara Roverotto
È la seconda interrogazione in poco più di mese nella quale si torna a parlare di disagio, violenze e mobbing all’interno di palazzo Trissino. Le due consigliere Carla Zuin di “Vicenza capoluogo”e Valentina Dovigo, indipendente all’interno dei Ds, puntano ancora ad alzo zero sull’argomento per sapere, sulla base del questionario che è stato distribuito ai dipendenti ancora lo scorso gennaio, quali risultati siano emersi, se sono stati divulgati alle associazioni sindacali e, soprattutto, vogliono sapere « se è intenzione di questa Amminsitrazione farsi parte attiva , affinché anche le aziende comunali collegate adottino in breve tempo iniziative efficaci per una verifica interna rispetto a situazioni di disagio ambientale, violenza, molestie e mobbing patite dai propri dipendenti ».
I precari, le graduatorie sbagliate e i ricorsi «Scuola veneta è in balia della confusione» Interrogazione del consigliere regionale della Margherita,Variati: «Più verifiche nei Csa» di Anna Madron La scuola veneta «è in balia della confusione» , gli studenti non hanno garanzia di avere «insegnanti certi e tremila precari vengono umiliati nell'odissea delle graduatorie». Le incertezze e le contraddizioni che incombono sull’istruzione pubblica sono al centro di un’interrogazione regionale a firma del consigliere della Margherita Achille Variati che interpella la giunta su una situazione «assurda, ancor più aggravata dall’ultimo provvedimento Moratti». Vale a dire l’emendamento approvato dal Parlamento il 27 luglio scorso, in base al quale sono state modificate le modalità di attribuzione dei punteggi dei precari. Morale, l’applicazione delle nuove norme si è rivelata «complicatissima per gli ex Provveditorati, tempestati ogni giorno da telefonate di precari che chiedevano lumi sulla loro situazione» . Una volta pubblicate le graduatorie permanenti, ai primi di agosto, «il 90% dei tremila insegnanti precari del Veneto - continua l’interrogazione - si è ritrovato con punteggi sbagliati. Il sistema operativo non avrebbe infatti registrato, e dunque calcolato, diplomi, titoli, punti già accumulati, condizione familiare, anni di servizio prestati». Le conseguenze sono quelle denunciate dagli stessi precari nelle sempre più numerose proteste, anche a mezzo stampa. «I Csa - continua Variati - si sono ritrovati a cavallo di Ferragosto (si suppone quindi con personale ridotto) a fare i salti mortali per correggere gli sbagli e pubblicare e mettere in ordine le graduatorie entro il 18 agosto, data stabilita dal Ministero per la pubblicazione delle liste e dei punteggi definitivi». «Ma anche il "definitivo" si è rivelato "provvisorio", dal momento che le graduatorie pubblicate - fa notare il consigliere - «contenevano un’alta quantità di inesattezze». E dal momento che da quelle vengono in parte attinti gli insegnanti da mettere in ruolo oltre ai supplenti annuali, «l' avvio della scuola si annuncia all'insegna di una confusione maggiore del solito, con disagio per gli insegnanti precari che ormai da anni sono abituati a non conoscere il loro immediato futuro destino professionale, ma con inevitabili ricadute anche sugli studenti, cui non giova certo il ' balletto' dei supplenti». «In uno stato di tale gravità per la scuola veneta - prosegue l’interrogazione - il presidente Galan, invece di essere al fianco dei precari, preferisce dedicarsi alla pesca d'altura e mostrare i suoi 'trofei' alla stampa, facendo capire una volta di più quali sono per lui le vere priorità del Veneto» . Con queste premesse Variati interroga la giunta «perché sia fatta una verifica approfondita da parte dei Csa di tutte le domande, come già avvenuto per le prime posizioni destinate al ruolo» e «ci sia la possibilità da parte dei precari di poter verificare il contenuto del reclamo insieme ad un esperto del Csa, in modo da poter avere risposte certe ed immediate prima delle nomine a tempo determinato». Si chiede inoltre che «venga recuperata la retribuzione con decorrenza dello stipendio dal primo settembre 2004», che ci sia «l'assicurazione da parte del Governo che non si ripetano situazioni come quella che sta caratterizzando l'inizio di questo anno scolastico» e da ultimo che «si ponga fine all'odissea degli insegnanti precari anche attraverso l'esaurimento delle graduatorie permanenti prima di veder attuati nuovi sistemi di reclutamento».
Legge 40: ora risponde anche la Provincia Commissione pari opportunità: «Sulla procreazione assistita sensibilizzeremo la città» di Silvia Maria Dubois
«Ci siamo anche noi». Dalla commissione provinciale delle pari opportunità si lancia una rassicurazione al neocomitato costituito per opporsi alla legge 40, quella sulla procreazione assistita: «Saremo con voi - dicono le esponenti - e ci impegneremo per sensibilizzare la città su questo delicatissimo tema».
Alessandri: «Calo fisiologico» Ulss 6: gli addetti all’assistenza sono 1258 «I concorsi si fanno ma molti rinunciano» «Pochi infermieri sul mercato e i bilanci devono essere rispettati» di Franco Pepe In tutto gli infermieri dell’Ulss 6 sono 1258, oltre 800 al S. Bortolo, gli altri distribuiti fra Noventa, Sandrigo, S. Felice, poliambulatori. « Lo scorso anno - dice il direttore generale Antonio Alessandri - erano solo 5 in più. Un’oscillazione minima dovuta a rivisitazioni organizzative di alcuni reparti che abbiamo fatto nei mesi scorsi, all’avvicinamento logistico fra malattie infettive e dermatologia, medicina e malattie metaboliche. Ma anche ad assenze contingenti, prima di tutte le gravidanze ». Marisa Padovan e Gaetana Pagiusco dell’ufficio infermieristico spiegano come avviene il reclutamento. Mediamente, ogni anno, si fanno due avvisi e un concorso. Nel 2003, complessivamente, le domande sono state 180. Ma poi una buona parte dei vincitori se la squagliano ancora prima di cominciare perché trovano una sede più vicina a casa o perché rinunciano. Nel 2003 le assunzioni furono 42, nel 2004 siamo arrivati a 59, al concorso che si farà ai primi di ottobre i candidati giudicati ammissibili sono 98, potrebbero essere assunti tutti, ma alla fine quelli che accetteranno saranno molti di meno. Basta vedere cosa è accaduto lo scorso anno: 51 idonei e 35 entrati in servizio. Con una difficoltà in più, quella che ogni Ulss fa il suo concorso, per cui la dispersione aumenta, mentre basterebbe che la Regione unificasse procedure e prove almeno per provincia per evitare inutili perdite di tempo e avere risultati più sicuri. È una storia che si ripete ormai da varie stagioni e « l’avvento della laurea breve - osserva Alessandri - ha ridotto ancora di più il mercato. I nuovi infermieri sono troppo pochi rispetto ai bisogni ». Un’emergenza che si fa drammatica se si pensa che ogni anno, per un motivo o per l’altro, l’Ulss perde un contingente di una ottantina di persone. Ad ogni modo - ribadisce Alessandri - " da noi il calo è fisiologico, la situazione non è peggiorata ». E poi c’è la questione ferie che spesso si devono saltare, anche se - assicura Marisa Padovan - quest’anno il programma-vacanze di 15 giorni è stato garantito a tutti. Dice il dg: « Siamo consapevoli del fatto che le ferie sono un diritto-dovere, che lo stress psico-fisico e psicologico può provocare disagi a se stessi e agli utenti, ma gli ostacoli restano: da una parte non riusciamo ad assumerli perché non ce ne sono, dall’altra dobbiamo rispettare i limiti di bilancio. È grazie al personale, però, che i servizi vanno avanti. L’ho detto e lo ripeto. Il mio non è millantato credito. Ne sono veramente convinto. L’infermiere ha un impegno di lavoro superiore a quello di un impiegato o di altri operatori. Il personale è il nostro valore aggiunto. Per questo abbiamo investito tanto sulla formazione. Perché vogliamo tenercelo ». Il sindacato che al S. Bortolo ha un maggiore numero di iscritti, 500, è il Nursind. « Abbiamo scritto nuovamente all’azienda - fa presente Andrea Bottega, coordinatore delle segreterie del Nordest - perché le sofferenze si acuiscono. Il fatto è che l’80 per cento della forza lavoro degli infermieri è costituita da donne per cui la disponibilità del 25 per cento di part time si è esaurita completamente. I numeri restano perciò gli stessi ma i carichi crescono. Come sindacati abbiamo chiesto che i risparmi aziendali siano reinvestiti in altre assunzioni acquisendo, se necessario, prestazioni aggiuntive all’esterno ». E poi, proprio perché si tratta di una professione soprattutto al femminile Bottega sollecita Alessandri su quella che è una esigenza precisa delle infermiere mamme: " Ci vuole l’asilo aziendale. Molte donne non possono fare i turni perché devono andare a casa ad accudire i figli, molte assenze sono dovute alla maternità. Già ai tempi di Petrella avevamo chiesto che i ricavi della pubblicità interna dell’ospedale fossero utilizzati per l’asilo. Ma ora se non si fa presto si rischia anche di perdere i fondi regionali. C’è tempo fino a giugno ». Andrea Gregori è il delegato aziendale sempre del Nursind: « La maggiore compressione è a geriatria, medicina, chirurgia seconda, nell’area materno-infantile. Parliamo di quest’area: se è giusto aumentare il numero dei medici perché cresce il numero dei parti, perché i lettini della patologia neonatale sono strapieni, perché altrove le pediatrie chiudono e si converge su Vicenza, sarebbe altrettanto giusto aumentare anche il numero degli infermieri. E c’è un’altra cosa: quando gli infermieri inviati quest’estate nei reparti accorpati torneranno nei reparti di provenienza cosa accadrà ? Ancora un’altra cosa: chiediamo che quando si farà il nuovo contratto aziendale non si faccia la solita distribuzione a pioggia a tutti i livelli. Bisogna riconoscere meriti, qualità, sacrifici, fare distinzioni sul profilo professionale. Siamo stanchi di vivere sulle proporzioni, di vedere premiate le categorie con poco personale. Non vogliamo essere puniti perché siamo di più ».
Torna la cena al ristorante Palladio Le prenotazioni si fanno in Comune Cena in corso l’8 settembre. Qualche perplessità dai commercianti Ascom Conto alla rovescia - ricorda un comunicato del Comune - per la sesta edizione del “Ristorante Palladio”, in programma lungo il Corso per la sera dell’8 settembre 2004, con inizio alle 20. La macchina organizzativa, messa in piedi dal Comune e dalla ristorazione “La Loggia” di Elio Costa con la collaborazione di Aim e di Amcps, è in questi giorni in piena attività. Il menù proposto dallo chef Elio Costa sarà nella più rigorosa tradizione vicentina: antipasti di sopressa e pan biscotto, e di polenta e baccalà; risotto con radicchio e luganega; guanciale di sorana al tocai rosso con purè di patate e verdura mista, dolce "putàna" di pane, latte e uvetta, carrello dei gelati e fichi, il tutto accompagnato da vini bianchi e rossi: Gambellara classico, Montemezzo Cabernet, spumante Fellini. I vini sono offerti dalla casa vinicola Vignato in collaborazione con la ditta Manes di Nicola Bettarin; il pane dal panificio Anconetta, la frutta e la verdura dal negozio Bergi. I biglietti per assicurarsi gli oltre 800 posti a disposizione già si stanno staccando al piano terra di palazzo Trissino, a fianco dell’Ufficio relazioni pubbliche (Urp), dove è stato allestito il servizio prenotazioni, dalle 9 alle 12.30 da lunedì a venerdì (oggi e martedì anche dalle 15 alle 18). Per informazioni si può chiamare il numero 0444/221280 (o il numero 0444/221360). L’organizzazione precisa che la prenotazione avviene solo con il versamento della quota d’iscrizione: 32 euro, per una serata inconsueta all’ombra dei palazzi della più bella via della città. Anche in caso di maltempo lo scenario non sarà da meno: le logge superiori della Basilica Palladiana, che già l’anno scorso hanno ospitato l’iniziativa. Chi prenota può richiedere anche l’apposito pass per parcheggiare nei posti auto che l’amministrazione riserverà in contrà Vittorio Veneto, viale Giuriolo, contrà Catena e piazza delle Erbe. Le prenotazioni si raccolgono fino al raggiungimento dei posti disponibili e comunque entro martedì 7 settembre. Le cucine saranno allestite in contrà Cavour, via Cesare Battisti e in Slargo Zileri. Per quanto riguarda l’accessibilità all’area di allestimento della cena, dalle 13 di mercoledì 8 alle 6 di giovedì 9 settembre non potranno circolare veicoli lungo corso Palladio, da stradella dei Filippini a contrà Porti, esclusi i residenti, mentre sarà mantenuto il passaggio pedonale sotto i portici con attraversamento all’altezza di corso Fogazzaro. Dalle 19, ora in cui anche gli eventuali negozi aperti che si affacciano sul corso dovranno chiudere, non potranno più passare neanche i pedoni, eccetto i residenti e chi partecipa alla cena. I residenti potranno parcheggiare provvisoriamente lungo contrà Montagna e in contrà Riale. I bar che si affacciano sul corso non potranno utilizzare i tavoli esterni dalle 18. In caso di spostamento della manifestazione in Basilica per maltempo, saranno chiusi ai pedoni gli accessi al monumento palladiano, mentre le cucine saranno posizionate nella corte dei Bissari. E proprio dai commercianti ieri è arrivato peraltro il segnale di forte preoccupazione per la cosiddetta ’cena dei Oto’. Luciano Pozzan, presidente dell’Ascom per il centro storico, ha diramato un comunicato in cui sottolinea che a ieri ai commercianti non era ancora stata fornita l’ordinanza del Comune. E ricorda che a differenza di passate edizioni questa volta la cena avviene di mercoledì «giornata piena di attività per i negozi e per i pubblici esercizi del centro». Il timore è di non poter lavorare a pieno l’8 settembre, giornata di festa che attira per tradizione moltissime persone in città. Si tratta ora di verificare se gli orari di chiusura stabiliti dal Comune soddisfano le richieste dei negozianti |