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04 GENNAIO 2005 dal Giornale di Vicenza
I carcerati-cronisti si raccontano fra la rassegnazione e la speranza
Per il Natale primo numero del giornale del S. Pio X (g. m.) Un nuovo giornale. In occasione delle festività natalizie è uscito il primo numero della pubblicazione curata dai reclusi della casa circondariale San Pio X di Vicenza, un progetto nato grazie anche alla disponibilità degli operatori nel volontariato. In questo numero, ancora embrionale sul piano della veste grafica (tutt’altra cosa ancora rispetto alla rivista “Ristretti Orizzonti” edito dai reclusi del Due Palazzi di Padova), i contenuti rivelano fra i cronisti doti non comuni nel raccontare e raccontarsi. Quasi monotematico, sul Natale, il primo ciclostile è comunque assai originale perché riporta il pensiero sulla festività cristiana anche di alcuni musulmani e di un carcerato cinese. «In Cina il Natale non rappresenta una ricorrenza religiosa, è soltanto una festa per divertirsi e mangiare assieme - scrive Xiang -, ma qui in carcere è un giorno come tutti gli altri». «È la prima volta che passo il Natale in carcere - scrive Nejib, musulmano - e per trascorrere questo giorno che dovrebbe essere di festa mi basterebbe un pezzo di pane ma fuori da queste mura. Comunque auguro a tutti Buon Natale». Struggente invece la poesia scritta da Vito che si chiude con «e questo Natale sarà felice anche per noi se, chiudendo gli occhi, lasceremo che una lacrima ci avvicini ai nostri cari». Non traspare alcuna speranza negli scritti di Arian, intrisi di scoramento: «Le feste sono finite, ma qui tutto rimane uguale. E noi sempre speriamo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Abdellah: «Una festa senza libertà non ha valore». Tanta poesia trabocca invece dal componimento di Antonio: «Il mio augurio è che anche in una piccola cella si possa dividere il piacere e per un momento nascondere tutti i nostri problemi; il Natale vuole essere solo festeggiato». Loris guarda più in là, a quando non sarà più confinato entro le mura carcerarie e nel frattempo scrive questi pensieri: «Voglio avere lo stesso un bel ricordo di questo grande giorno perché anche se lo vivrò in un carcere sono sicuro che sarò circondato da persone speciali alle quali voglio bene». E conclude: «Il Natale è meraviglioso perché tutti sembrano essere più felici». Karim da dentro le mura lancia un messaggio di speranza e di pace: «Ecco noi soffriamo ma c’è chi sta peggio e non può festeggiare perché ha tanta paura nel cuore e non riesce ad affrontare il Natale. Dobbiamo pregare per la pace che venga ad abbracciare noi tutti ed i popoli che soffrono e non hanno nulla di pace. Auguriamo con il cuore Buon Natale a tutti».
Si chiama “Emissions trading” ed è un protocollo di Kyoto adottato in anteprima europea dalla Provincia La conceria vende aria pulita Ogni azienda avrà una dotazione massima di solventi da utilizzare Chi ne risparmia potrà cederli, inquinando meno e guadagnando
Un ambiente pulito per i cittadini può diventare un'occasione economica per il mondo produttivo delle concerie.
Si chiama emissions trading ed è uno strumento innovativo che la Provincia di Vicenza ha recentemente adottato con l’approvazione in Giunta di un sistema di scambio delle quote di emissione dei solventi da parte delle concerie della Valle del Chiampo.
«Dal 1998 - sottolinea l’assessore all’ambiente della Provincia di Vicenza Walter Formenton - l’emissione di solventi è calata di oltre il 45 %, passando da 18.000 a 9.500 tonnellate circa. Un obiettivo raggiunto attraverso un sistema di obblighi, con autorizzazioni rispondenti a criteri più restrittivi rispetto alla normativa nazionale, accettati e condivisi dal mondo produttivo. Ora è necessario spingere ulteriormente tale azione, e adottare strumenti che permettano di proseguire sulla strada del miglioramento ambientale».
Recoaro, troppe divisioni sull’antenna Umts Salta il presepe vivente (m. sc.) È stata una delle attrazioni turistiche più potenti degli ultimi anni. Ha richiamato visitatori da tutto il nord Italia, ogni anno più numerosi, perché non c'è promozione migliore del passaparola del villeggiante soddisfatto. Quest'anno, tuttavia, è già partito un tam tam in senso opposto: se vengono a Recoaro bene, ma sappiano i turisti che il presepe vivente non si fa. Per quale motivo? Lo spiega Franca Celli, che della manifestazione era il motore, il collante di un lavoro di squadra che cominciava ben prima del periodo natalizio. «Per fare un presepe - afferma- ci deve essere la giusta atmosfera e soprattutto il giusto stato d'animo nelle persone. Sulla questione dell'antenna, invece, il paese si è davvero diviso. Non c'è unità, né tanto meno serenità. Così non ha senso inscenare la natività. Io, almeno, non me la sento di fare come se niente fosse». Se non bastavano altri segnali per comprendere come l'antenna Umts di contrada Griffani stia lacerando il paese, eccone uno di lampante. Franca Celli è membro attivo del comitato Griffani, che si batte contro il ripetitore. Senza di lei a tirare la carretta, il 6 gennaio il parco cittadino sarà orfano di una manifestazione dall'indiscusso valore culturale. In esposizione, costumi raffinati, ambientazione accurata, preparazione meticolosa in ogni dettaglio. Erano gli ingredienti di un successo sancito dal gradimento dei visitatori, stavolta rimandato a chissà quando. |