04 FEBBRAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Sbarco di nuovi militari Usa: vertice a Roma
«A maggio 2006 consegnerò il teatro»
Ore 9, tutti fermi: scatta lo stop
Veleni radioattivi, indagini chiuse
A Vicenza il primo "Informa-extra"
RECOARO-Antenna, guerra di querele

Ieri riunione fra emissari militari e il sindaco Enrico Hüllweck. Potenziali investimenti da 800 milioni di dollari
Sbarco di nuovi militari Usa: vertice a Roma
L’ambasciatore americano incontrerà oggi esponenti del Governo per definire l’operazione

(g. m. m.) Si riaffaccia a palazzo Trissino il dialogo fra Amministrazione comunale e vertici militari americani sul futuro, ipotizzato e non ancora ufficiale dell’arrivo di circa 2 mila soldati a stelle e strisce oggi di stanza in Europa. Ieri il sindaco Enrico Hüllweck ha incontrato esponenti della caserma. È stata l’occasione per fare il punto della situazione, a quanto è dato sapere: oggi l’ambasciatore americano a Roma incontrerà rappresentanti del governo italiano per definire i contorni dell’operazione. Detto in altri termini, per il momento il dialogo vola alto, ben al di sopra del Comune, rimanendo una questione fra governi. Nel momento in cui si dovesse concludere l’accordo per portare in Italia i duemila soldati, allora Vicenza sarebbe la candidata numero uno per ospitarli. Solo a quel punto entrerà in gioco il Comune. In ballo - si è limitato ad accennare il sindaco Hüllweck - ci sono potenziali investimenti per circa 800 milioni di dollari. L’amministrazione Usa, infatti, ha la necessità di costruire insediamenti residenziali, strutture ospedaliere, scuole e servizi. In giornata era circolata anche l’ipotesi che si stesse ragionando sulla costruzione di un secondo villaggio americano nei terreni di via Aldo Moro. Il sindaco però per ora smentisce: «È stato soltanto un incontro per fare il punto della situazione - dice -. Mi hanno esposto più che altro i problemi legati all’aeroporto».


L’amministratore unico della Cogi ha parole pesanti per lavoratori e sindacati: «Non metteranno più piede nel cantiere di Vicenza»
«A maggio 2006 consegnerò il teatro»
Coccimiglio non lascia l’appalto: «Il Comune riconosca la proroga»

di Chiara Roverotto

La manifestazione che ha attraversato le vie della città, organizzata dalla Cgil contro il licenziamento degli operai che lavoravano per la costruzione del teatro, non ha cambiato i contorni e, soprattutto, gli interrogativi di una vicenda che si sta complicando ogni giorno sempre di più. Certo, qualche passo avanti è stato fatto: l’Amministrazione comunale si è dimostrata più morbida. Il sindaco, dopo quasi due settimane, ha accettato l’incontro con sindacalisti e operai, ha deciso di pagare gli stipendi dei lavoratori e su Giuseppe Coccimiglio, l’amministratore unico della Cogi, per la prima volta ha sollevato qualche perplessità: «Il suo atteggiamento nei confronti del lavoratori è deprecabile, parola di ex sindacalis ta» . Non solo: «I lavori sono decisamente in ritardo e il cantiere non può rimanere sospeso in etern o...» h a aggiunto Hüllweck. E su questo nessuno nutre particolari dubbi, ma il "Coccimiglio pensiero" va oltre. «Il problema sindacale non mi tange minimamente, la giustizia faccia la sua p arte» afferma l’imprenditore calabrese.
- Mercoledì lei o qualche suo rappresentante era atteso in tribunale per la prima udienza davanti al giudice del lavoro, dopo il ricorso della Cgil.
«Lo so da lei. A me o ai miei legali non è stata notificata la data».
- Infatti, il giudice ha rinviato a lunedì prossimo.
«Attenderò che mi arrivi qualcosa, non posso essere informato dai giornali».
- Se il giudice dovesse ordinarle di reintegrare gli operai che cosa farà?
«Quegli operai nei miei cantieri non metteranno più piede. Non posso accettare uno sciopero per un mancato pagamento di qualche ora. Non accetto strumentalizzazioni da nessuno, soprattutto dai sindacati o da qualche altra parte della città».
- Lo sa che c’è stata una manifestazione a sostegno dei lavoratori?
«Non mi riguarda».
- Coccimiglio ma lei ha intenzione di abbandonare il cantiere del teatro di Vicenza?
«No, questo è il mio lavoro. E se me ne vado non posso più farlo: perché dovrei rinunciare?».
- Perché è in ritardo con l’opera, perché non paga gli operai, perché il direttore dei lavori l’ha messa in mora, perché ha domandato una sospensione per questioni sindacali, che non è prevista nel capitolato. Perché nessuno lavora da due settimane e perché anche il Comune sta forse valutando altre strade.
«Non voglio nascondere che ci siano alcune difficoltà: ma si tratta di problemi di liquidità che hanno altre imprese del mio settore in tutta Italia. Non solo, a Vicenza avrei potuto usare finanziamenti personali per far fronte ai pagamenti, ma non l’ho fatto per principio: perché non accetto strumentalizzazioni dai sindacati e dall’opposizione che siede in consiglio comunale».
- Quindi lei non ha mai pensato di rescindere l’appalto per il teatro?
«No, non mi è mai passato per la testa e per un motivo molto semplice: in quel cantiere ho investito parecchi quattrini che recupererò solamente se andrò avanti con il lavoro, per cui in un prossimo futuro. E questa mi pare una buona motivazione per restare».
- Ma il direttore dei lavori è stato chiaro: il cantiere deve organizzarsi meglio e cambiare marcia. È d’accordo?
«Non dipende solo da me. Ho fatto una richiesta di proroga di 196 giorni che considero congrua e sulla quale non ho alcuna intenzione di cedere».
- Che cosa accadrà la prossima settimana?
«Il cantiere si rimetterà in moto».
- Con quali e quanti operai?
«Lo vedremo con calma, anche sulla base di quanto il giudice deciderà».
- Quando consegnerà il teatro all’Amministrazione comunale?
«Nel maggio del 2006».
- Previsione ottimistica?
«Non direi, basta solo che mi riconoscano i 196 giorni di ritardo. Non sto barando su nulla. Ma nemmeno l’Amministrazione lo deve fare, se vuole veramente questo teatro».

«Gli operai devono essere pagati il fondo di solidarietà non basta»

(c. r.) «Attendiamo l’udienza di lunedì. Prima facciamo f atica a decidere che passi muovere ». Antonio Toniolo, segretario provinciale della Fillea-Cgil non nasconde un po’ di rammarico per lo slittamento deciso dal giudice del lavoro Luigi Perina, anche se qualche passo avanti è stato fatto. «Ce rto, speriamo che il Comune intervenga in fretta per pagare i lavoratori anche perché con il fondo di solidarietà e con i soldi dei cittadini abbiamo raccolto circa 6.500 euro e non bastano per pagare gli oper ai» . Sempre sulla questione teatro da registrare anche una nota dell’Udeur firmata da Daniele Apolloni, e da Giuseppe Fin rispettivamente segretario provinciale e regionale. « La precarietà del lavoro è la precarietà della vita: uguale teatro di Vicenza. Negli ultimi anni - si legge nella nota dell’Udeur - la classe politica berlusconiana ha puntato solo ed esclusivamente sulla flessibilità e sulla riduzione del costo del lavoro come fattori chiave per garantire una maggiore competitività all’impresa italiana. E quello che sta accandento in viale Mazzini ne è la riprova... ».


Ore 9, tutti fermi: scatta lo stop
Ai trasgressori multe da 71 a 286 euro. Domenica i negozi saranno aperti

di G. Marco Mancassola

Pronti, via. Dopo due settimane di pressing, annunci e proteste, inizia questa mattina alle 9 il grande blocco, quattro giorni senza auto nella zona rossa interna alla circonvallazione cittadina, che copre circa un quarto del capoluogo. Da ieri sono tutti al loro posto i cartelli che avvertono gli automobilisti agli ingressi dell’area proibita. Lo stop vale per tutti i veicoli a combustione interna dalle 9 alle 18, senza interruzioni. Poche le eccezioni, non è ammesso nemmeno il car-pooling, la possibilità cioè di viaggiare con almeno tre persone a bordo. Fra gli altri, potranno circolare i motori a gpl o gas metano e quelli elettrici. Addirittura ieri, in merito ai mezzi di servizio degli enti (Comune, Aim e Amcps compresi), in municipio è stato precisato che l’utilizzo dei veicoli durante il blocco deve risultare al servizio esclusivo di adempimenti indifferibili, urgenti o di pronto intervento. Il blackout automobilistico durerà fino alle 18 di lunedì 7 febbraio. I controlli e le multe. Un duro lavoro di pattugliamento e controllo attende il comando di polizia municipale, come spiega il vicesindaco Valerio Sorrentino, che annuncia: «Per quanto possibile le pattuglie verranno impiegate per controllare la regolarità del blocco». Le multe che verranno rifilate ai trasgressori varieranno da 71 a 286 euro. Autobus e taxi. Durante i giorni del blocco alla circolazione (4-7 febbraio) si può usare un unico biglietto per viaggiare sulle linee bus Aim per tutto il giorno (tariffa urbana: 1 euro; tariffa per chi oltrepassa i confini comunali: 1,60 euro). Inoltre il centrobus (linee 7 e 10) è completamente gratuito per chi utilizza i parcheggi di interscambio sabato 5 febbraio e domenica 6 febbraio dalle 6.45 alle 20, con attivazione aggiuntiva della linea 10 alla domenica mattina e della linea 7 alla domenica pomeriggio. Anche i taxi potenzieranno il servizio, schierando tutte le vetture a disposizione negli orari del blocco e attivando punti di sosta ai parcheggi scambiatori. Numeri utili. I numeri di telefono ai quali chiedere ulteriori informazioni sono 0444 221598: Settore Ambiente e Tutela del territorio; 0444 221360: Ufficio relazioni con il pubblico; 0444 545311: Comando di polizia municipale. Una segreteria telefonica con informazioni aggiornate è attiva 24 ore su 24 al numero 0444 222324. Polveri sottili. Dall’inizio dell’anno , con i 77 microgrammi di pm10 registrati mercoledì, sono 32 i giorni fuori norma (su 33). La normativa prevede che in un anno non possano essere superati i 35 sforamenti del limite di 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria, fissato quale soglia per la protezione della salute umana. Questo significa che, se il blocco non dovesse fornire gli esiti auspicati, sabato saranno stati spesi tutti e 35 i bonus a disposizione, mancando però ancora 329 giorni alla fine del 2005. Nei giorni del blocco Vicenza sarà sotto i riflettori nazionali: i dati registrati dalle centraline di rilevamento verranno elaborati e validati dall’agenzia regionale per l’ambiente, l’Arpav e saranno al centro di valutazioni non soltanto a livello comunale, ma regionale e nazionale. Interessante sarà paragonare i valori incamerati dai sensori posizionati in viale Milano e nel quartiere Italia, due punti compresi all’interno della zona rossa, con i valori della centralina di via Spalato, riattivata per l’occasione, che si trova invece all’esterno. Se i numeri saranno sensibilmente diversi, vorrà dire che l’esperimento, per un verso o per l’altro, potrebbe aver fatto bingo. Il bollettino. Le previsioni sull’andamento del pm10 stilate dall’Arpav è comunque altalenante: per oggi il ristagno degli inquinanti sarà favorito nelle prime ore dall'inversione termica, che in serata si potrebbe ridurre per effetto del possibile ingresso di nuvolosità bassa. La qualità dell'aria sarà da scadente a pessima. Tendenza per i prossimi giorni: è atteso un progressivo aumento della variabilità associato, da domenica, ad una moderata intensificazione dei venti. La qualità dell'aria dovrebbe migliorare, specie da domenica. Meteo. Il centro di Teolo annuncia tempo prevalentemente soleggiato per oggi, mentre per domani ovunque cielo sereno o poco nuvoloso, salvo tendenza a parziali annuvolamenti dal tardo pomeriggio; possibilità di foschie e di qualche banco di nebbia in pianura durante le ore più fredde del giorno. Domenica il tempo dovrebbe essere variabile con zone di sereno e annuvolamenti più probabili in pianura


Lo smaltimento abusivo di cesio 137 creò contraccolpi un anno fa alle Acciaierie Beltrame. L’attività fu sospesa per qualche giorno
Veleni radioattivi, indagini chiuse
Ora la procura chiederà il processo per i fratelli Moccia di Napoli

(i. t.) Un anno dopo l’incidente radioattivo col cesio 137 in zona industriale alle acciaierie Beltrame il sostituto procuratore della Repubblica Vartan Giacomelli ha chiuso le indagini preliminari. L’ipotesi sulla quale si celebrerà il processo è quella di smaltimento abusivo di materiale radioattivo. Il magistrato ha inviato gli avvisi della conclusione della fase istruttoria. La lista degli indagati, da quanto appreso, non si sarebbe allungata come pareva la scorsa estate dopo che l’attenzione si era concentrata sui fratelli Pasquale e Claudio Moccia della Italrecuperi di Napoli che avevano trasportato a Vicenza i primi due fusti che costrinsero le Acciaierie alla chiusura totale e alla bonifica. Sono state analizzate le posizioni anche degli ex vertici e del liquidatore della ditta "LTR & Co." di Mergellina a Napoli, ma la scelta investigativa a Vicenza si è limitata ai materiali esecutori del trasporto. Forse altre procure (Napoli?) indagheranno sul cantiere abbandonato nel quale i carabinieri del Noe di Roma sequestrarono altri due fusti uguali a quelli che partirono per Vicenza ai primi di gennaio 2004. Il primo fu bloccato all’entrata della Beltrame, il secondo era invece finito nel forno elettrico innescando un vortice di veleno che bloccò lo stabilimento per qualche giorno e creò guai a catena con l’allarme rosso in zona industriale. «Le sorgenti radioattive che sono state scoperte a Napoli - disse il pm - erano stoccate, da quello che abbiamo accertato, senza le corrette disposizioni di legge e sono state smaltite in violazione della normativa, creando pericoli per la salute pubblica». Il cesio 137 proveniva dagli Usa. La produzione di quella partita risaliva al ’90 ed era utilizzata per misurare la bentonite nella realizzazione di una delle gallerie della metropolitana di Napoli. Avrebbe dovuto essere completata per i mondiali del ’90, invece ci vollero altri tredici anni. Il contenitore di 20 chili all’interno del quale furono trovati pochi grammi di scorie nucleari (12mCi, millicurie) è identico a quello che fu trasferito a Vicenza senza la benché minima precauzione. Invece, sulla seconda sorgente radioattiva non fu possibile leggere l’entità del valore nucleare. Gli investigatori ancora l’anno scorso consegnarono al pm il rapporto nel quale erano elencati i vari passaggi, da quando il materiale partì dall’America, all’arrivo in Lombardia, per finire poi nel Napoletano, infine a Vicenza attraverso un giro in cui emergono irresponsabilità a diversi livelli. Del resto, maneggiare la radioattività in questa maniera, mettendo a repentaglio la salute collettiva, si commenta da sè. La procura di Vicenza ha svolto accertamenti non tanto sul cantiere di Napoli, perché non è competente, visto che toccherà ad altri controllare il comportamento della "LTR & Co" che in teoria potrebbe essere correponsabile con la Italrecuperi per le modalità con le quali il cesio è stato smaltito. Dalle indagini i carabinieri negli uffici della ditta in liquidazione non avrebbero trovato la documentazione di supporto alle sorgenti radioattive. In un quadro di completo abbandono ci si era "dimenticati" fusti velenosi per i quali le normative sono molto rigide. Invece, sono stati conferiti come normali rottami ferrosi. Con l’invio delle conclusioni delle indagini toccherà ai fratelli Moccia dare spiegazioni entro venti giorni alla procura, dopo di che dovrebbe scattare la fase processuale e la conseguente fissazione dell’udienza preliminare.


160 mila euro per il progetto che si realizzerà entro il 2006 assieme ad una fase "scolastica"
A Vicenza il primo "Informa-extra"
Nasce l’Informagiovani straniero unico esempio in tutta la Regione

di Silvia Maria Dubois

Un informagiovani all’avanguardia dedicato agli stranieri e un capillare programma di integrazione scolastica che, innanzitutto, renda stabile e fissa la figura del mediatore culturale. Questo è solo un assaggio di ciò che verrà realizzato a Vicenza, dentro un progetto pilota regionale destinato ad esser copiato in tutta Italia e per cui sono appena stati stanziati 160 mila euro dall’assessorato regionale per le politiche sulla sicurezza e sui flussi migratori presieduto da Raffaele Zanon. «Ritengo che tutti i processi di integrazione passino attraverso il sistema formativo - spiega l’assessore - un sistema che purtroppo non sempre ha gli strumenti adeguati a riconoscere le diverse identità sociali. L’integrazione è un processo complesso e va affrontato e stimolato fin dalla più tenera età proprio per eliminare alla radice ogni possibile sviluppo di intolleranza». Ricordiamoci, inoltre, che integrazione vuol dire, da un lato, conoscere nuove culture, ma dall’altro, non perdere la nostra di veneti». Il progetto vicentino, che verrà realizzato entro il 2006, avanza su due fronti. Innanzitutto nascerà un "Informa-extra" e cioè un Informagiovani tutto dedicato agli stranieri, con specifici referenti (preparati con un apposito corso di formazione nel centro regionale per l’immigrazione di Padova) per problematiche specifiche inerenti alla casa, al lavoro, allo studio, senza dimenticare un ausilio linguistico, spesso fonte di disagio o di ulteriori intoppi pratici alla reale integrazione social-lavorativa. A tal proposito, si preannuncia una struttura super tecnologica che, come spiega il direttore di Informagiovani Alberto Serafin, "trasformerà l’usuale centro di informazioni in uno show room d’avanguardia" con portale aggiornatissimo, sistema di comunicazione distribuito fra giornali on-line, siti web multilingue, mail ed sms per assicurare un costante contatto con le utenze: insomma, se ad esempio un giovane aspetta una notizia in merito ad un’offerta di lavoro o ad un servizio, potrà controllare sul proprio pc o sul cellulare la risposta. "Il nostro obiettivo finale è quello di coinvolgere enti, associazioni ed istituzioni - puntualizza Serafin - unendo dei componenti che già esistono ma che possono agire in un’ottica di rete e di ottimizzazione degli interventi per risolvere problematiche come la ricerca di una casa o un permesso di soggiorno». La rivoluzione informatica "contagerà" anche lo storico Informagiovani locale che a maggio inaugura il primo network cittadino e, con il nuovo collega internazionale, nel giro di un anno, formerà una rete multimediale di inedita portata. Ma il progetto regionale, finanziato ufficialmente da Venezia a dicembre ed approvato dalla giunta cittadina mercoledì sera come variazione al bilancio, comprende anche una "fase" scolastica. È proprio qui, a tutti i gradi della formazione, che si inseriranno stabilmente dei mediatori culturali: professionisti stranieri che accompagnino i loro connazionali nel percorso d’istruzione, favorendone la piena comprensione e l’armonica convivenza con i compagni. "Figure che già ci sono ma che, per questioni di risorse, al momento non bastano ancora - spiega l’assessore alle politiche giovanili Arrigo Abalti - con questo progetto il ruolo del mediatore, richiesto a gran voce da insegnanti, presidi e genitori, sarà più diffuso e di presenza stabile». Altre azioni collaterali per favorire l’integrazione saranno date dalla programmazione di attività teatrali, artistiche, d’animazione e di danza: tutte finalizzate, anche attraverso il momento ludico, a stimolare l’integrazione fra diverse culture. «Un processo su cui è necessario lavorare fin da piccoli anche in vista dell’incremento di popolazione straniera previsto a Vicenza - conclude Abalti, ricordando che nelle scuole primarie cittadine la percentuale dei bambini stranieri è del 13,5 per cento, mentre nei nidi è del 19,6 per cento - non dimentichiamoci che la conoscenza reciproca non si limita all’apprendimento della lingua, bensì anche ai valori profondi di cui questa è portatrice».


Recoaro. Il sindaco Viero non ritira la denuncia per diffamazione contro il comitato "Griffani"
Antenna, guerra di querele
L’esperto Venosi: «Ha danneggiato la mia immagine»

di Marco Scorzato

Il sindaco Franco Viero querela per diffamazione il comitato Griffani ed il fisico Erasmo Venosi. Questi gli risponderà con una contro-denuncia per danno all'immagine e lesione del diritto di critica. Il passo dalla politica ai tribunali è compiuto: sulla questione dell'antenna Umts di Recoaro parlare di tensione è oramai un eufemismo. Clima pesante l'altra sera in Consiglio comunale. La maggioranza si è compattata attorno a Viero per sostenerne l'azione penale contro gli autori del volantino giudicato "diffamatorio": contro Venosi, autore del testo, e contro il comitato, che lo divulgò. «È un'offesa definire "sesquipedali castronerie" le azioni e le tesi dell'amministrazione - ha spiegato il sindaco -. Non si può accettare: è mio dovere tutelare la professionalità mia, della Giunta e dei dipendenti». «I limiti sono stati superati», ha aggiunto Antonella Tomasi, capogruppo di maggioranza. Respinta al mittente la mozione di Alternativa Democratica (Ad) che chiedeva il ritiro della delibera che apre la strada alla querela. «Fate il bene del paese, non quello della vostra "parte", aveva esortato Giuliano Ezzelini Storti, di Ad; «ricreiamo un clima», aveva aggiunto Armido Besco. «Fermate la querela o mi autodenuncio anch'io», aveva affermato Gastone Caffini, solidale col comitato. «Ora chiedete il ritiro? Di che cosa hanno paura Venosi ed il comitato?», la replica di Tomasi. Gaspari, Lega Nord, si astiene. Poi accuse reciproche di strumentalizzazione politica. Pirotecnico il finale: «Sono stato più che corretto - ha affermato Viero -. Il 21 dicembre telefonai a Venosi per chiedergli di smentire il volantino, altrimenti l'avrei denunciato. Mi disse che era sconcertato e che nulla sapeva dell'accaduto, che quello era un testo confidenziale al comitato, che se fosse stato strumentalizzato avrebbe interrotto i rapporti col comitato. "Sindaco, le chiedo scusa", concluse». «Smentisco di essere stato strumentalizzato dal comitato e di aver chiesto scusa - replica Venosi - Non ho mai rettificato quel testo, che rientra in un diritto di critica che mi vanto di poter esercitare in democrazia». Venosi, uomo di punta dei Verdi in provincia, da anni tratta la spinosa partita dell'Alta Velocità ferroviaria: «Questa querela mi impedisce di candidarmi alle regionali - e le parole pronunciate in Consiglio ledono l'immagine della mia affidabilità. Perciò denuncerò Viero. La sua reazione è sproporzionata».