Rientrano le minacce dei Verdi
Giunta e fossato restano intatti
di Elisa Morici
Tanto rumore per nulla, o quasi. Le minacce dei Verdi di lasciare la maggioranza, in caso non si fosse trovato rimedio al fossato anti-carovane, sono rientrate. Sulla trincea scavata in zona industriale il sindaco Luigi Dalla Via non ha fatto marcia indietro, chiarendo tuttavia la sua posizione in un serrato faccia faccia chiesto proprio dal partito ambientalista. Quasi due ore di colloquio, ieri sera, per ribadire che in questo caso non c’entra tanto la politica quando la necessità di tutelare cittadini e legalità.
La giunta non si tocca; l’assessore verde Lorenzo Baiocchi resta al suo posto, come di fatto aveva già lasciato intendere nei giorni scorsi, e dall’incontro è emersa una sostanziale soddisfazione per tutte le parti in causa.
«Abbiamo chiarito che il fossato non ha nulla a che spartire con politiche di esclusione - sottolineano i Verdi -. Politiche peraltro lontane dalla sensibilità e dalle pratiche consolidate di questa Amministrazione, che non ci avrebbero consentito di rimanere in maggioranza. A partire da tale situazione, si è quindi convenuto di proseguire in maniera forte e ancora più convinta lungo i percorsi di integrazione, rafforzandoli e cercando di coinvolgere tutti gli attori istituzionali e gli enti locali per uscire da una situazione di emergenza incresciosa e inaccettabile, che dev’essere affrontata con determinazione per risolvere le problematiche emerse senza demagogia».
Il sindaco, da parte sua, ribadisce «una linearità che non è mai venuta meno», individuando la necessità di vedere la questione sotto la luce giusta. «Non è un fossato in più o in meno a fare la differenza o a risolvere un problema complesso e dalle molte sfaccettature - spiega Dalla Via -. Ma questo episodio andava ricondotto all’interno di un problema generale, che ora più che mai merita tutta la nostra attenzione e i nostri sforzi congiunti. Per quanto riguarda il fossato, resta senz’altro dov’è, il che non significa certo tralasciare la politica d’integrazione che ha sempre contraddistinto Schio».
A Palazzo Garbin pericolo-crisi sventato, dunque, mentre la patata bollente si appresta a finire nell’ufficio del prefetto dove la prossima settimana convergeranno i sindaci. E mentre continua il “pellegrinaggio” delle tv nazionali - ieri in zona industriale sono spuntate anche le telecamere di “Matrix” -, prosegue il monitoraggio delle forze dell’ordine che riscontrano i medesimi disagi di una settimana fa, poco prima che entrassero in azione le ruspe.
L’unica differenza consiste nel fatto che camper e roulotte si sono spostate altrove. Le stesse carovane, infatti, hanno percorso solo qualche chilometro, rimbalzando tra Schio, Santorso, S. Vito e Marano: si tratta di sei o sette gruppi familiari, per un totale di circa 60 persone. La soluzione del problema, quindi, è ancora lontana a venire perchè il fossato in via Lago di Misurina ha reso inaccessibile solo una delle tante piazzole occupate abitualmente e abusivamente dai nomadi, ma i cittadini non hanno smesso di far sentire le loro proteste.