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04 DICEMBRE 2004 dal Giornale di Vicenza
Comune: mancano 8,6 milioni.
Comune: mancano 8,6 milioni di Piero Erle
Il primo conteggio è fatto: in Comune mancano all’appello 8,6 milioni di euro (17 miliardi di vecchie lire) per poter pensare di chiudere in pareggio il bilancio del 2005. E questo tenendo già conto dei trasferimenti dell’Aim: da S. Biagio sono annunciati in arrivo 3 milioni di euro, neanche la metà di quei 6,8 milioni che il Comune è riuscito a ’strappare’ in settembre con l’accordo che ha concesso tra l’altro alla sua azienda anche di piazzare pubblicità sulle cabine elettriche.
Questo significa due cose: forbici, e caccia a nuovi introiti. L’assessore al bilancio Marco Zocca ha iniziato ieri a incontrare uno a uno i suoi colleghi di giunta, per vedere cosa può essere sacrificato.
Quanto ai nuovi introiti, i riflettori almeno per ora sono tutti puntati sulla direzione di sempre: l’Aim. Ieri a palazzo Trissino si sono incontrati il presidente Giuseppe Rossi e l’assessore delegato all’Aim, vale a dire lo stesso sindaco Enrico Hüllweck. Al quale, per inciso, il Corriere del Veneto ieri ha attribuito l’affermazione: «Più soldi dalla vendita dell’Aim». Vale a dire che l’obiettivo - da sempre suggerito dall’assessore Carla Ancora, quando guidava il bilancio comunale - sarebbe la vendita di un pacchetto di azioni Aim.
Ma il sindaco ieri, dopo l’incontro, non ha confermato: «È ancora tutto da vedere. Abbiamo solo impostato il lavoro. Ci incontreremo anche con i partiti per istituire un micro-gruppo di lavoro e prendere le decisioni del caso» .Trasferimenti da Aim da rivedere? «Non abbiamo parlato di questo» . Acquisto da parte dell’Aim delle sue stesse sedi, per garantire un maxi-introito al Comune? «Sono tutti discorsi da vedere. Siamo in una fase in cui escono tante idee: esistono tante forme di recupero di risorse, vedremo quelle lecite e con il minimo rischio. Certo, idee come quella secondo cui il Comune venderebbe le reti all’Aim non reggono. Stiamo lavorando e penso che a metà mese - conclude Hüllweck - avremo le idee chiare. Se lavoravamo per approvare il bilancio al 31 dicembre aveva senso muoversi in fretta, ma a questo punto è meglio approfondire con calma tutte le questioni».
Il presidente dell’Aim Giuseppe Rossi conferma che per i trasferimenti da Aim al Comune nel 2005 si parla di 3 milioni di euro «e non possono aumentare». L’operazione “acquisto delle sedi” invece è allo studio, anche se è ancora tutta da definire. Quanto all’ipotesi che il Comune venda azioni dell’Aim la risposta di Rossi è decisa: «Noi non siamo d’accordo. Lo dico come presidente di Aim e come rappresentante di Alleanza nazionale», e parla con a fianco i vertici del partito.
Da segnalare anche che l’altra sera in Consiglio si era vociferato di una domanda di attualità che stava per essere presentata da An per chiedere conto alla giunta del “non si discute nemmeno” fatto calare dal sindaco sulla proposta di delibera dell’assessore Zocca di utilizzare i soldi depositati in Banca d’Italia per fare il teatro (frutto della vendita della Centrale del latte) per estinguere almeno in parte i mutui attuali, ricorrendo a un altro mutuo - a tasso variabile, ma più che dimezzato in partenza - per il teatro stesso. Il capogruppo di An Luca Milani, d’intesa con Conte, ieri si è affrettato a smentire tutto: «Mai preparato nessuna domanda di attualità» .
A sollevare interrogativi sulla fame disperata di risorse che sta vivendo il Comune è invece il consigliere Ubaldo Alifuoco (Ds). «I nodi del bilancio attuale ha nno radici lontane» afferma, riferendosi alla gestione dell’ex assessore al bilancio Carla Ancora. Alifuoco ricorda che quando fu venduta la Centrale del latte il centrosinistra propose di utilizzare i soldi per chiudere i mutui con tassi elevati (dal 9% in giù) accesi nelle passate legislature: costano 9 milioni di euro l’anno sul bilancio comunale. Invece i soldi furono depositati in Banca d’Italia, con un interesse di 1,75% lordo che alla fin fine ha fruttato quasi nulla rispetto ai costi dei mutui. «A lle nostre interrogazioni l’assessore Ancora ha risposto sempre seccamente e con sufficienza».
Il nuovo assessore Zocca, con i dirigenti comunali, invece ha tentato di attuare l’operazione ma è stato fermato dal sindaco con il timore che non sia più finanziabile il cantiere del teatro. Che sia possibile finanziare comunque il teatro con nuovi mutui, dice Alifuoco, «non c’è dubbio. Ma il sindaco dichiara di aver consultato suoi esperti privati, che non nomina: è un atteggiamento gravissimo che delegittima sia l’assessore sia i dirigenti del Comune, e la sua stessa maggioranza». In ogni caso, visto che questi consulenti restano ignoti, «il sindaco si assume in prima persona la responsabilità di affossare l’ipotesi di lavoro e di dire pubblicamente che non si fida del suo assessore». Alifuoco presenterà domanda di dibattito in Consiglio comunale «per far saltare fuori i consulenti occulti. E la prima domanda che farò è se tra questi c’è l’ex assessore al bilancio».
(m. ma.) Lo stage aziendale? Un ponte tra scuola e impresa. Nell’ambito della rassegna "Incontro aziende-studenti" , in corso all'Ente Fiera per iniziativa della Provincia di Vicenza, 284 giovani stagisti delle scuole superiori vicentine sono stati "premiati e rimborsati" con un bell'assegno di 400 euro. Un premio al loro impegno dimostrato nei mesi estivi di vacanza , quando, al richiamo delle ferie al mare, questi giovani di casa nostra hanno preferito lavorare in fabbrica, sperimentando "da studenti" che cosa richiede il mondo del lavoro piuttosto che "il piacere di un'abbronzatura mediterranea".
Orientare chi studia alla professione di domani, portare i giovani dai banchi di scuola alla scrivania di un ufficio, oppure tra i reparti produttivi: la rassegna della Provincia sta richiamando in città migliaia di giovani, provenienti da tutto il Veneto. Perché anche qui, nel Nordest, dopo il boom economico del recente passato, c'è fame di lavoro.
La pubblicazione delle immagini diventa una questione privata: non potranno essere usati simboli e stemmi municipali. L’Amministrazione, tuttavia, verserà mille euro in beneficenza. Anche Rai e Mediaset a caccia del “caso dell’anno” Rottura fra Comune e vigilesse Calendario osé senza patrocinio di G. Marco Mancassola È rottura definitiva fra Comune e vigilesse per la pubblicazione del calendario sexy che dopo lo scandalo in Giunta è diventato un caso internazionale, rimbalzando da un quotidiano a un altro, fino alla Svizzera. L’Amministrazione ha ritirato definitivamente il suo patrocinio. Sulle mutandine delle vigilesse, quindi, non apparirà lo stemma cittadino. Questa è la decisione dopo un tiraemolla durato quindici giorni, segnati dal mal di pancia del sindaco e di alcuni assessori al solo pensiero di veder pubblicate certe pose con l’uniforme della polizia municipale. «Giunti a questo punto - chiarisce il vicesindaco Valerio Sorrentino, assessore alla polizia municipale - riteniamo la pubblicazione del calendario un’iniziativa privata». Oltre al patrocinio, il Comune era intenzionato a versare anche una somma per contribuire alle spese di stampa e distribuzione delle duemila copie programmate. I mille euro previsti - prosegue Sorrentino - verranno comunque versati, non per la pubblicazione, ma per beneficenza all’associazione di volontariato “Autismo Triveneto”, cui andrà tutto il ricavato della vendita dei calendari. Perché negare l’avvallo comunale? «Da parte nostra non c’è alcun intervento censorio, ma non c’è nemmeno alcun apporto, dal momento che non vi ravvediamo un uso istituzionale e appropriato dell’uniforme». Molti si chiederanno quale sia l’uso appropriato della divisa: il sindaco - conclude Sorrentino -, quando venne anticipata l’iniziativa alcuni mesi fa, aveva consigliato di realizzare un servizio che ritraessero le vigilesse impegnate in funzioni dolci, come aiutare un anziano ad attraversare la strada, e in compiti istituzionali. Manette, manganelli, perizomi, pistole e reggiseni non erano stati messi in conto dall’Amministrazione, che aveva chiesto di sostituire alcuni scatti, quelli definiti più pepati e ammiccanti, o meno istituzionali e convenienti, a seconda delle prospettive. Da Comune e Comando, a quanto sembra, sarebbero giunte alcune prescrizioni: se il calendario uscirà, nelle foto non dovranno comparire simboli, stemmi, mostrine ufficiali. Sembra quindi che il fotografo Paolo Battistin stia lavorando per trovare una soluzione che eviti noie e nello stesso tempo salvaguardi l'impronta estetica delle “ police traffic women of Vicenza ”, come recita il titolo del calendario. Visto il livello di curiosità montato intorno alla vicenda, la domanda di tutti è se il calendario uscirà o meno dopo la presa di distanze di palazzo Trissino. Una “ mission impossible ”, come evoca la suoneria del cellulare del fotografo Battistin, preso d’assalto in questi giorni da giornalisti e autori di programmi televisivi. Battistin fa capire che sta lavorando alacremente per far collimare esigenze di produzione e di immagine. «L’obiettivo era fare beneficenza - ripete il fotografo -. Abbiamo lavorato con passione e ironia. Nessuno voleva mettersi contro le istituzioni. Né lo vogliamo ora». Restano da risolvere alcuni aspetti, ma tutto è ormai pronto per il grande boom. C’è da scommettere che le duemila copie (almeno) che verranno sfornate andranno a ruba in poche ore. Secondo indiscrezioni, in questi giorni si sono fatti vivi, con inviti ufficiali, Rai e Mediaset, per intavolare il caso del calendario in programmi seguiti da milioni di telespettatori come “Piazza grande” o il “Costanzo show”. Una ribalta imperdibile per il calendario delle sexy vigilesse, che si sono concesse all’obiettivo del fotografo in ambientazioni metropolitane: uno dei set privilegiati è stato il parking Verdi. Delle due foto pubblicate in questa pagina, quella di sinistra era ancora inedita, mentre quella di destra era stata diffusa una settimana fa: entrambe sono tratte dalla versione definitiva del calendario. Un vero e proprio caso, mediatico e istituzionale, che ha richiamato l’attenzione anche di altri comandi sparsi nella penisola, che chiedono insistentemente: ma come avete fatto a calamitare tutto questo can can? |