Giro di vite sui “phone center”
Nuovi criteri e controlli a raffica
Il Comune applicherà i requisiti igienico-sanitari decisi dalla Regione
di G. M. Mancassola
Giro di vite sui phone center: il Comune si appresta ad applicare alla lettera le nuove disposizioni regionali che impongono requisiti igienico-sanitari minimi per l’attivazione dei centri di telefonia utilizzati soprattutto dagli stranieri per telefonare all’estero a prezzi contenuti. L’assessore allo Sviluppo economico Ernesto Gallo ha predisposto il testo di un’ordinanza che ha già ricevuto l’avallo di altri colleghi e ora attende il via libera finale del sindaco Enrico Hüllweck.
L’assessore fa capire che si avvicina un altro periodo di superlavoro per i suoi uffici, dal momento che scatteranno controlli a tappeto per verificare il rispetto dei nuovi standard regionali. Il rischio è che si ripeta quanto già visto per i distributori di benzina: verrà stilata una lista di chi è a norma e di chi non lo è, invitando questi ultimi ad adeguarsi. Presentando la delibera in estate, l’assessore regionale alla sanità Flavio Tosi aveva spiegato: «Il fenomeno dei phone center sta assumendo in questi anni proporzioni crescenti. Non sempre in questi centri viene svolta esclusivamente un’attività commerciale di cessione di servizi telefonici al pubblico, spesso assieme ai servizi telefonici assicurano la fornitura di beni e di servizi complementari».
In assenza di una normativa specifica, la Giunta regionale ha quindi varato un pacchetto di requisiti a tutela degli utenti e per assicurare uniformità di riferimenti ai Comuni. «La definizione dei requisiti igienico-sanitari necessari per l’apertura dei phone center - aveva detto ancora Tosi - consentirà ai titolari di attestare, con un’autocertificazione, la conformità degli esercizi alle linee guida regionali, i cui requisiti igienico-sanitari potranno essere verificati a campione successivamente all’apertura dell’attività».
I requisiti di carattere generale fissati dalla Regione sono: le dimensioni minime dei locali (almeno 1 metro quadrato per ogni postazione e uno spazio attesa di almeno 12 metri quadrati fino a 4 postazioni telefoniche); l’aerazione naturale attraverso una finestra oppure artificiale tramite impianti specifici; l’illuminazione naturale e artificiale; l’allacciamento idrico e fognario; la sicurezza impiantistica e antincendio e il rispetto della normativa sulla sicurezza dei lavoratori. Lo spazio attesa deve essere attrezzato con posti a sedere disposti in modo da non ostacolare le vie di fuga. Il percorso di esodo deve essere libero da ingombri ed avere una larghezza minima di 1,20 metri. Ogni esercizio inoltre deve essere dotato di un servizio igienico per il personale e di servizi igienici riservati al pubblico. Va assicurata, infine, la presenza di almeno una postazione telefonica fruibile da parte dei disabili.
«Siamo soddisfatti - afferma Gallo - perché anche la Regione ha compreso quello che sosteniamo da tempo: la necessità di equiparare i centri di telefonia a esercizi commerciali. Per questo rilancerà anche la proposta di attuare una zonizzazione, imponendo distanze minime fra i diversi phone center, come accade per altri esercizi pubblici, evitando così che si concentrino in un’unica zona troppi centri».