05 NOVEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

A 15 anni prigionieri di alcol e droga
Partiti i blocchi, non le multe
Picchia tre agenti in questura, arrestato ingegnere

A 15 anni prigionieri di alcol e droga
I dati del Sert: si abbassa l’età della dipendenza
Fumo, ecstasy, cocaina ed eroina: tutto mescolato. È questa la nuova frontiera

di Chiara Roverotto

Usano di tutto, perché il mercato offre di tutto. Mescolano droghe, eccitanti ed alcol. Sono sempre più giovani, meno informati e, spesso, coperti dalle famiglie. Usano la cocaina come uno stupefacente di massa, non più d'élite come accadeva fino a qualche anno fa. Il cocktail di sostanze, dagli effetti spesso contrastanti, è l’ultima frontiera del divertimento delle nuove generazioni. A dirlo sono i dati: il 26 per cento dei quindicenni maschi e il 20 per cento delle femmine in Veneto fa uso di sostanze illecite, miscugli di cannabinoidi, ecstasy e cocaina, ovvero il binomio adolescenti-droga vale nella Regione quasi per un ragazzo su quattro. I dati sono stati pubblicati nei giorni scorsi dai Servizi sociali del Veneto nel corso della 47ª conferenza della Icaa (International concil of alcol and addiction).
Sempre in Veneto, ha ricordato il dott. Luciano Rampazzo, dirigente dei servizi sociali della sanità regionale, i tredicenni che usano sostanze sono il 14 per cento con prevalenza di cannabinoidi. Mentre sono 16.500 i dipendenti da eroina, di cui oltre 10 mila seguiti dai servizi di terapia-accoglienza e dai Sert. Il 50 per cento degli utenti delle comunità terapeutiche presentano problemi psichiatrici, mentre il 20 per cento di quelli seguiti dai servizi socio-sanitari hanno richiesto sostanze sedative.
« La situazione è pesante - spiega il dott. Vincenzo Balestra, primario del servizio per le tossicodipendenze dell’Ulss 6 - a nche perché, come mettono in luce i dati regionali, l’età degli assuntori si sta abbassando in modo preoccupante. N el nostro servizio, solo nel corso del 2003, abbiamo avuto 25 nuovi utenti con meno di diciannove anni e questo non accadeva da tempo. Il numero magari non può sembrare significativo, ma mette in luce una realtà che ha connotazioni ben più serie» . È cambiato lo scenario, su questo il dott. Balestra non ha alcun dubbio. « L’uso di sostanze stimolanti è dettato da un sentimento di inclusione non certo d i esclusione sociale. Al centro di tutto c’è la necessità di affermazione, la dimostrazione di avere performance sempre più elevate. L’aspetto edonistico rimane quello più importante: del resto basta accendere la televisione, sfogliare i giornali per rendersene conto e tutto questo porta ad un unico denominatore, l’uso di più sostanze, droghe sintetiche unite all’alcol. Senza contare la cocaina che ormai è diventata una sostanza che tutti si possono permettere. E, soprattutto, senza dimenticare gli spinelli: se una volta erano fatti solo di hashish, ora all’interno c’è di tutto, dall’eroina alla cocaina per cui possiamo immaginare che cosa provocano. Gli effetti delle mescolanze sono devastanti e spesso i giovani non se ne rendono conto anche perché il passaggio dall’uso all’abuso e quindi alla dipendenza non è più così immediato come un tempo o meglio come accadeva con gli assuntori di eroina ». Gli utenti in carico al Sert dell’Ulss 6 sono 789 (in totale sono 1.078 se si considerano gli utenti che si appoggiano alla struttura e quelli presi in carico da altre), la curva che rappresenta l’età si è spostata dai 25 ai 35 anni anche se i minori, come si diceva all’inizio, sono in costante aumento. L’eroina rimane la droga storica, seguita dai cannabinoidi e dalla cocaina. I giovani che si rivolgono alle comunità terapeutiche - secondo la Regione - cominciano a fare uso di sostanze verso i tredici anni e spesso arrivano a venti con gravi disturbi anche psichici, dati dall’abuso di droghe sintetiche. Gli obiettivi da raggiungere? Secondo il dott. Rampazzo la prevenzione dovrebbe essere al primo posto soprattutto nelle famiglie, che spesso ignorano il problema e magari rifiutano anche l’idea che i propri figli possano venire in contatto con questo mondo, proprio per l’«immagine» pulita che conservano dei ragazzi e poi nelle scuole.
« Le strategie da adottare a livello preventivo sono molte - aggiunge il primario del Sert dell’Ulss 6 - anche perché dobbiamo arrivare ad una fascia giovane: è quella che va agganciata . Come? Si pensava ancora agli operatori di strada, giovani in grado di contattare altri giovani e di parlare di droga magari sugli autobus che li portano a scuola. Senza contare che vanno riprese tutte le strategie che sono in atto nei consultori o negli ambulatori: ormai non valgono più, ci troviamo di fronte - da quattro-cinque anni a questa parte - ad un fenomeno completamente diverso, da ristudiare e da riaffrontare con maggiore flessibilità anche tra i vari enti. Di fatto i servizi sono tarati sugli eroinomani, in 25 anni abbiamo sicuramente affinato i trattamenti terapeutici, ma ora bisogna cambiare. E poi c’è il discorso legato all’Aids: se il contagio non avviene più tramite gli aghi delle siringhe, a preoccuparci sono i comportamenti sessuali dei giovani che in determinate circostanze non sono in grado di comprendere che rischi corrono. E in questo caso - conclude il dott. Balestra - le più esposte rimangono le ragazze ».


Partiti i blocchi, non le multe
Oggi lo stop-bis per vecchi diesel e non catalizzati
A inizio novembre un’altra serie negativa di pm10 fuori norma

di Gian Marco Mancassola

Partono i blocchi, non le multe. Tante telefonate in Comune e ai vigili, poca repressione, tanta informazione. Ieri è stato il primo giorno di stop ai vecchi diesel e ai mezzi non catalizzati. I volumi di traffico, in città, non sembrano averne risentito particolarmente, come conferma anche il comandante Roberto Dall’Aglio, che spiega come la prima giornata sia stata spesa soprattutto per informare gli automobilisti dei nuovi provvedimenti. «Sono stati fatti controlli limitati - precisa - e dalle verifiche non sono risultate irregolarità». Nessuna multa, quindi: un anno fa in quasi cinque mesi, targhe alterne comprese, le multe furono oltre 1.200. Da oggi e dalla prossima settimana saranno comunque predisposti i posti di blocco sistematici, che ieri non sono andati in scena anche per le necessità dei servizi legati alle celebrazioni del 4 novembre.
Oggi si replica. Dalle 9 alle 18 di ogni giovedì e venerdì, fino alla fine di marzo (con pausa natalizia) non potranno circolare: le autovetture alimentate a gasolio e immatricolate prima del 1997 (gennaio o ottobre a seconda dei tipi); le autovetture e gli autoveicoli alimentati a benzina e immatricolati prima del 1° gennaio 1993, senza catalizzatore; i ciclomotori e motoveicoli a due tempi non catalizzati e immatricolati prima del 1° gennaio 2000. L’area interessata dal blocco è ritagliata dalla circonvallazione cittadina e dalla ferrovia: questo significa che lungo viale Dal Verme, ad esempio, si può circolare liberamente, mentre da quel limite in poi verso il centro scattano le limitazioni. Sono comunque raggiungibili i principali parcheggi di interscambio. Fra le eccezioni vale la pena di ricordare che possono circolare le auto con almeno tre persone a bordo: il cosiddetto car-pooling. I blocchi restano in vigore con qualsiasi condizione atmosferica. I numeri di telefono ai quali chiedere ulteriori informazioni, anche sulle modalità di autocertificazione, sono 0444 221598: settore ambiente e tutela del territorio; 0444 221360: ufficio relazioni con il pubblico; 0444 545311: comando di polizia municipale. Una segreteria telefonica con informazioni aggiornate è attiva 24 ore su 24 al numero 0444/222324. In base a uno studio Arpav reso noto ai capoluoghi veneti in primavera, l’anno scorso era stata rilevata una riduzione delle emissioni di pm10, nelle aree interdette alla libera circolazione, pari al 40 per cento nelle domeniche di blocco totale, al 35% nel caso delle misure di limitazione alle non catalitiche e targhe alterne, e del 31% nel caso delle sole limitazioni alle auto non catalitiche e vecchi diesel. Le targhe alterne (in vigore a Padova, Treviso, Belluno e Venezia) da sole, quindi, hanno dato un contributo del solo 4% in più rispetto ai giorni di solo blocco dei vecchi mezzi. Un po’ poco, se si considera che in una città come Padova si stima che la circolazione alternata abbia bloccato in media il 18% dei mezzi, tre volte in più rispetto a quanto ha potuto il solo stop dei vecchi mezzi. E sulle limitazioni al traffico c’è un’interrogazione del consigliere dei Verdi Ciro Asproso, che fa il punto dopo il dibattito in commissione sull'annuale relazione sullo stato della qualità dell’aria a Vicenza: «Tutti i pochi interventi hanno posto l’accento sull’inadeguatezza ed estemporaneità delle misure fin qui adottate, in rapporto a gravità e ampiezza del fenomeno inquinamento e alla disarmante incapacità di intravedere un’unica strategia di lavoro».
«Sarà programmata un’adeguata campagna di informazione sui gravi danni derivanti alla salute, per effetto del pm10 e più in generale dell’inquinamento atmosferico? - chiede Asproso -. Perché non applicare le targhe alterne in un’area più estesa, comprendendo le periferie est e ovest, ora servite dalla nuova circonvallazione?». Novembre, intanto, è iniziato all’insegna di valori fuori norma nelle concentrazioni di pm10, oltre cioè il limite di 55 microgrammi per metro cubo d’aria fissato per la protezione della salute umana. I primi tre giorni del mese hanno registrato altrettanti sforamenti. E non ci sono buone notizie dietro l’angolo. Per oggi l’inversione termica notturna e la debole ventilazione - comunica il bollettino dell’Arpav - determineranno l'aumento delle concentrazioni di pm10. Solo in serata, l'arrivo di una perturbazione potrebbe favorire un maggior rimescolamento. E la qualità dell'aria risulterà generalmente scadente.


L’italo-romeno si era presentato all’ufficio immigrazione per sistemare le pratiche di un suo conoscente straniero
Picchia tre agenti in questura, arrestato ingegnere
Mancavano documenti e una poliziotta l’ha invitato a ritornare: è scattata la furia

(d. n.) Questa volta Ovidiu Ilie Bagiu l’ha combinata grossa. Ha perso ogni controllo di sè e nella palazzina per gli stranieri, di fianco alla questura, ha trasformato lo sportello dell’ufficio immigrazione in un ring, colpendo prima il vetro divisorio e poi, cosa ben più grave, pestando a calci e pugni una poliziotta e ferendone altri due dopo essersi liberato a strattoni di un gruppo di immigrati. Alla fine è stato placcato e per lui si sono aperte le porte del carcere. È accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e lesioni. La reazione ha di fatto costretto i poliziotti a chiudere l’ufficio diretto dal vicequestore Cuozzo. Ovidiu Bagiu, 40 anni, romeno con cittadinanza italiana (ha sposato una vicentina di trent’anni più anziana), di professione ingegnere, è un volto noto alle forze dell’ordine. Fra le ultime performance l’oltraggio ad un giudice durante un’udienza, l’organizzazione di due manifestazioni di protesta mai andate in scena e la creazione di un fantomatico sindacato dei lavoratori dell’Est europeo, che qualche domenica fa doveva riunire in centro città mille persone: con le forze dell’ordine pronte, non si presentò nessuno. Secondo una prima ricostruzione, come ha spiegato il capo di gabinetto David De Leo, Bagiu si è presentato ieri mattina all’ufficio immigrazione per seguire la pratica di regolarizzazione per conto di un cittadino straniero. La poliziotta allo sportello ha invitato l’uomo a ritornare, in quanto la documentazione presentata non era regolare. Bagiu ha reagito prima inveendo contro l’agente, poi battendo con il palmo delle mani contro il vetro divisorio. A questo punto, la poliziotta è uscita invitando alla calma l’uomo che, per tutta risposta, l’ha aggredita prima verbalmente e poi fisicamente, prendendola a calci e pugni. In soccorso dell’agente sono intervenuti prima alcuni immigrati, poi cinque poliziotti che con difficoltà hanno bloccato Bagiu. Il rumeno è stato a questo punto arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e interruzione di pubblico servizio; questo perché, in seguito all’accaduto, l’ufficio è stato chiuso. L’agente è stata accompagnata in ospedale per essere medicata. Anche altri due poliziotti intervenuti per bloccare il rumeno sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari.