06 MARZO 2006

dal Giornale di Vicenza

Dopo l’Iraq, stupro meno grave
THIENE.Arriva il catasto delle antenne

Le motivazioni della sentenza di condanna di un paracadutista della Ederle appena tornato in Italia
Dopo l’Iraq, stupro meno grave
Il collegio ha ritenuto un’attenuante la missione Usa

La gravità di uno stupro va attenuata se a commetterlo è stato un militare appena tornato dalla guerra, per le tremende prove che è stato costretto a subire. «Appare verosimile che l’imputato, nel suo lungo periodo di permanenza in Iraq, abbia quantomeno assistito a scene di violenza che nulla avevano a che fare con la necessaria violenza bellica». È un passaggio della motivazione della sentenza con cui il collegio ha condannato un soldato americano ritenuto responsabile di violenza sessuale e lesioni. Il parà è stato condannato in novembre a cinque anni e otto mesi e a versare 100 mila euro alla vittima, una nigeriana di 27 anni. Perchè la picchiò selvaggiamente, la ammanettò e poi la violentò con modalità orribili causandole lesioni che la costrinsero a restare in ospedale per 20 giorni. I fatti risalgono al 22 febbraio 2004. James Michael Brown (assistito dall’avv. Antonio Marchesini), 28 anni, che all’epoca abitava a Torri di Quartesolo, era stato arrestato dalla Squadra mobile della questura in collaborazione con i carabinieri della Setaf qualche ora dopo. Gli investigatori erano partiti da una denuncia angosciata e strappalacrime per le brutalità subite. Il soldato statunitense era accusato di aver selvaggiamente violentato la nigeriana, che era riuscita a scappare dopo due ore e mezza di angherie. Da quanto aveva raccontato agli agenti, l’africana (che ha sempre detto di non essere una prostituta) era stata fatta salire in auto per un passaggio verso casa, e poi condotta in una stradina laterale di via Fermi, dove era stata ammanettata e costretta a subire ogni genere di violenze. Oltre a pratiche sadomaso, era stata anche picchiata più volte con pugni in testa. Brown era tornato dall’Iraq da una settimana, tanto che il legale della ragazza, l’avv. Pietro Adami, aveva chiesto invano che venisse chiamato in causa come responsabile civile il governo americano. «Il prolungato logorio psicologico al quale è stato sottoposto l’imputato e la minore importanza che necessariamente ha finito per dare alla vita ed alla incolumità altrui», ha scritto il collegio, «non possono non aver influito sulla commissione dei reati per i quali si procede e sui modi con i quali i reati stessi sono stati consumati». I giudici si sono focalizzati sul curriculum di militare in missione: «È fatto conosciuto quello della continuazione della guerra in Iraq anche dopo la rapida occupazione del Paese. Anzi ad una guerra condotta con enorme dispendio di mezzi, con esito scontato, si è sostituita una guerriglia contro un nemico invisibile della quale non si vede la fine, estremamente logorante». E il compito di Brown è stato sia quello di far prigionieri e di evitare agguati. «L’Iraq è divenuto teatro di violenza extrabellica e come è accaduto in occasione di altri conflitti (il pensiero va al Vietnam) quelli dei quali si viene a conoscenza non sono che la punta dell’iceberg».


L’Amministrazione comunale risponde alle richieste crescenti di installazione di ripetitori per i telefonini
Arriva il catasto delle antenne
Secondo Alternativa democratica servono più controlli sugli impianti

di Marita Dalla Via

Antenne che crescono come funghi, cittadini che vogliono saperne di più e comuni che alle volte hanno le mani legate per stabilire provvedimenti e dinieghi. Il problema dell’installazione di antenne per la telefonia mobile è ormai cronaca giornaliera, ed anche a Thiene l’attenzione è viva, sia tra i cittadini, ma anche tra i gruppi politici che chiedono chiarezza e regole precise. Ultimo campanello d’allarme è stata infatti la richiesta di due gestori di installare una antenna nella zona della Ca’ Paiella, a ridosso della scuola materna e della scuola elementare, in un quartiere densamente popolato. «Prendiamo atto che l’amministrazione comunale ha comunicato alla ditta richiedente il suo parere contrario all’installazione in viale Ungheria - precisano in una interpellanza i consiglieri comunali Giovanni Tessari e Francesco Luca di Alternativa Democratica-. Però siamo qui a chiedere anche se l’amministrazione abbia preso delle iniziative nuove per cercare di guidare con criteri scientifici l’installazione delle antenne e se c’erano accordi per individuare un sito pubblico alternativo a quello di viale Ungheria». «Chiediamo ancora, - continua il gruppo di Alternativa Democratica -, per quali motivi il comune non si sia ancora dotato di un regolamento e se sia stato predisposto un piano per i controlli periodici sui valori dei campi elettrici e magnetici». Il comune rassicura consiglieri e cittadini, dichiarando di avere bloccato l’autorizzazione per l’impianto della Ca’ Paiella e di stare avviando una convenzione per la regolamentazione delle installazioni delle antenne di telefonia mobile. «L’amministrazione ha dato riscontro positivo a due richieste, una in via Colleoni e l’altra in via del Rosario, cercando però di coordinare i gestori al fine di evitare la proliferazione degli impianti - è la risposta del sindaco Attilio Schneck -. Per altre aree di ricerca non ha ritenuto di dare positivo riscontro, anche in relazione alla presenza di numerosi siti sensibili nelle vicinanze, e tra queste ultime rientra l’area della Ca’ Pajella». Oltre a questa zona, sono state negate le concessioni anche all’interno dell’edificio Ferrarin e l’area Brusamarello. La definizione delle aree sensibili ha seguito inoltre i criteri approvati dalla vigente normativa e verificati dall’Arpav. «Siamo consapevoli della particolare delicatezza della problematica e la giunta ha da poco deliberato di dare corso alle trattative necessarie per la stipula di una apposita convenzione dell’Anci -precisa ancora il sindaco-. L’idea è quella di creare un catasto antenne per realizzare per ogni impianto un manuale tecnico per definire meglio l’impatto elettromagnetico ambientale e territoriale, ma anche la programmazione di manifestazioni con l’intervento di scienziati autorevoli per una maggiore informazione e la fornitura di supporti audiovisivi da diffondere nelle scuole per insegnare agli studenti il corretto uso del telefono cellulare».