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06 APRILE 2005 dal Giornale di Vicenza
«Due anni per finire il teatro»
«Due anni per finire il teatro» di Chiara Roverotto «Ci vorranno almeno due anni per ultimare il teatro». Parola di Mario Gallinaro, direttore dei lavori all’interno del cantiere di viale Mazzini. Quindi, considerando che la Vittadello Intercantieri di Limena - a detta del sindaco - comincerà a lavorare alla fine di maggio, il civico potrà essere ultimato entro l’estate del 2007. «Direi che quelli sono i tempi tecnici necessari - spiega l’ing. Gallinaro - sempre se strada facendo non ci saranno ulteriori intoppi. Del resto, chi avrebbe mai immaginato che il cantiere si sarebbe trascinato in questo modo, con i problemi che ci sono stati, soprattutto in questi ultimi mesi? Contiamo sul fatto che la nuova impresa non solo utilizzi più operai di quanti normalmente venivano impiegati dalla Cogi, ma che si organizzi in turni, in modo che l’opera attesa da tutti i vicentini, possa procedere con maggiore velocità». A parte le ipotesi sulla conclusione del teatro, quella di ieri è stata una giornata importante per un altro motivo: è stato sancito definitivamente l’addio alla Cogi. Di fatto ieri mattina scadevano le due settimane previste per ulteriori ricorsi, dopo la rescissione del contratto con l’impresa fiorentina che nel 2002 si era aggiudicata l’appalto, decisa dalla giunta per tutte le inadempienze di cui si era resa responsabile negli ultimi tempi. Fornitori non pagati, ingiunzioni in tribunale, operai licenziati e poi riammessi al lavoro dal giudice, mancati versamenti alla Cassa edile, ai subappaltatori, un ritardo superiore ai sei mesi rispetto all’ultimo cronoprogramma e, infine, l’inattività del cantiere che risale al 20 gennaio. Una lista lunghissima che è stata al centro di interrogazioni consiliari da parte dell’opposizione, motivo di convocazione del consiglio comunale, oggetto di manifestazioni lungo le vie del centro, argomento di proteste politiche e sindacali che non hanno risparmiato nessuno ed hanno avvelenato il clima attorno ad un’opera, che doveva essere consegnata nel dicembre di quest’anno. Ma così non è andata e ieri mattina in viale Mazzini, oltre agli operai che da mesi presidiano il cantiere, c’erano i collaudatori in corso d’opera (Bocus, Vitaliani e Chiappini), il direttore dei lavori Gallinaro e il responsabile del procedimento per conto del Comune, Bressan. Accanto a loro ci dovevano essere anche i rappresentanti della Cogi per mettere la parola fine sul contraddittorio per l’attribuzione delle proprietà all’interno dell’area, ma da Firenze, sede legale dell’impresa, non è arrivato nessuno. «A questo punto - ha spiegato il dott. Bocus - devono trascorrere altri quindici giorni. Se in queste due settimane la Cogi verrà a ritirare il materiale di sua proprietà bene, altrimenti dovremo procedere d’ufficio con quello che si chiama sgombero coatto. In sostanza, dovremo chiamare una ditta che si occupi delle due gru da smontare, che ritiri parte dei pannelli che vengono usati per le armature, le sagome e i tubi di ferro, i prefabbricati e i container che sono presenti nel cantiere». L’inventario, naturalmente, è già stato fatto, ora si tratta di capire se il materiale è di proprietà dell’impresa di Firenze oppure se è stato preso in leasing. «In questo caso - puntualizza il direttore dei lavori - può darsi che l’impresa che subentra decida di proseguire con questa formula, ma è tutto da valutare. Solo un aspetto è certo: trascorse le due settimane si fa piazza pulita e si comincia a preparare l’area per chi verrà a lavorare». «La Vittadello Intercantieri non ha ancora firmato - ribadisce il dott. Bocus - e non avrebbe potuto farlo, visto il cantiere è, di fatto, ancora occupato dal materiale dell’altra impresa. Risolto questo problema verrà sottoscritto un verbale nel quale l’impresa che subentra si prenderà tutte le responsabilità in merito alle procedure di collaudo che sono state eseguite. Si tratta di un atto formale: del resto non possiamo permettere che la ditta si blocchi perché non ha fatto le fondamenta o per aspetti analoghi. Quanto eseguito dalla Cogi è stato collaudato da una commissione e visionato da un direttore dei lavori, per cui da quello si parte...». Sulla base dei primi conteggi effettuati dall’arch. Bressan la Cogi, oltre alla penale sui ritardi accumulati, che ammonta a circa 460 mila euro, dovrà sborsare circa 70 mila euro per il pagamento degli operai che il Comune si è dovuto accollare, almeno in parte, visto che era inadempiente anche sotto questo punto di vista (ma il contenzioso rimane aperto visto che i lavoratori non hanno percepito la paga di febbraio, ndr). «E se poi - aggiunge l’arch. Bressan - dovremo chiamare un’impresa per procedere allo sgombero del cantiere arriveremo sicuramente attorno ai 700-800 mila euro che comunque sono coperti dalla fidejussione depositata all’inizio e che ammonta al dieci per cento del totale dell’opera, per cui più di un milione di euro». Se per la Cogi il de profundis è suonato definitivamente, ora si tratta di ripartire: il ritardo complessivo ammonta a più di otto mesi considerando l’inattività dal 20 gennaio. «I due anni - conclude l’ing. Gallinaro - rappresentano il tempo fisiologico, anche se dovrà essere discusso un nuovo cronoprogramma». Ma altri aspetti restano da risolvere, su tutti quello degli operai che di fatto da oggi si trovano su una strada.
Controlli della Digos nel mondo eversivo per evitare attentati al funerale del Papa La Digos vicentina sta effettuato dei controlli per prevenire attentati in occasione dei funerali del Papa. L’attività, comune a molte questure italiane in questi giorni di fermento, è volta a verificare se vi siano movimenti sospetti fra le frange dell’eversione e si possa ipotizzare l’organizzazione di un attentato. I riscontri sono comunque negativi: in città e provincia non sarebbe emerso nulla di sospetto. I detective guidati dal primo dirigente Edoardo Cuozzo, in particolare, stanno tenendo sotto controllo il mondo islamico, che in passato in più occasioni era finito sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati, non solo vicentini, che volevano accertare se alcuni musulmani residenti nel Vicentino avessero contatti stretti con Al Qaeda o altre organizzazioni terroristiche. Nel mirino della polizia ci sono, in questi giorni, i gruppi di ispirazione islamica e tutte quelle persone che erano state indicate nei mesi passati come vicine al mondo dell’eversione. A Vicenza, però, non ci sarebbero movimenti in questo senso anche perché l’ipotesi di un attentato ai funerali di Giovanni Paolo il Grande è ritenuta poco credibile. Un Papa che si è fatto stimare anche dagli islamici viene creduto un obiettivo che possa dare visibilità e credibilità a qualsiasi gruppo. |