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09 GIUGNO 2005 dal Giornale di Vicenza
Emergenza casa, l’Ici non si tocca
Non si trova l’accordo in Giunta sugli incentivi a chi decide di optare per gli affitti agevolati (g. m. m.) Il piano per affrontare l’emergenza casa è pronto per essere ufficialmente varato. Le linee generali sono state illustrate ieri in Giunta dall’assessore agli interventi sociali Davide Piazza, che ha ottenuto un assenso di massima sugli sviluppi urbanistici ed edilizi che dovrebbero fruttare (nella migliore delle ipotesi) oltre trecento alloggi nei prossimi anni. Ma l’assessore ha anche incassato, per ora, uno stop su uno dei temi che a suo dire avrebbero potuto imprimere un cambio di velocità nell'affrontare la grande fame di alloggi popolari in città, giunta a quasi mille richieste. Il pacchetto di incentivi e disincentivi sull’Ici, infatti, non ha trovato la necessaria intesa all’interno dell’esecutivo. In particolare, per usare le parole del sindaco Enrico Hüllweck, non c’è stato accoglimento da parte dell’assessore alle finanze Linda Favretto, leghista proprio come Piazza. In estrema sintesi, il progetto di Piazza prospettava una riduzione parziale della pressione dell’Ici per i proprietari che avessero optato per la formula dei contratti di affitto agevolati. L’obiettivo era di catturare due piccioni con una fava. Da un lato, infatti, c’è fame di alloggi a prezzo “sociale”, dall’altro si contano circa 2.600 appartamenti sfitti in città. Grazie all’incentivo si riusciva a dare respiro all’emergenza casa e a riempire alloggi oggi disabitati. In questo modo si puntava a raggiungere i 200 contratti “sociali” (oggi sono 130). Contemporaneamente, infatti, si puntava a schierare una serie di disincentivi (previsti anche dalla normativa nazionale e già applicati in altre città) alzando l’Ici per i proprietari che avessero tenuto sfitto un alloggio per più di due anni. L’accordo, tuttavia, non è stato trovato e quindi non resta che puntare tutto o quasi sugli sviluppi edilizi e urbanistici già approvati, che dovrebbero portare circa 200 alloggi Erp, cui se ne aggiungerebbero altri 130 in arrivo grazie ai Piruea approvati a fine febbraio, ma che ancora non sono transitati per il consiglio comunale. L’obiettivo - spiega Piazza - resta quello di arrivare a 500 alloggi. «Se si riuscisse a far approvare i Piruea - conclude il sindaco - sarebbe un bel passo in avanti».
Linea dura del Comune contro rumori e schiamazzi all’esterno dei locali Bar, si chiude a mezzanotte Previste eccezioni per i “virtuosi” Coprifuoco per i tavoli all’aperto di Gian Marco Mancassola Linea dura contro rumori e schiamazzi notturni a protezione del quieto vivere. La Giunta ieri ha dato il via libera al provvedimento elaborato dall’assessorato allo sviluppo economico che si tradurrà in un’ordinanza che il sindaco Enrico Hüllweck firmerà «al più presto». L’obiettivo è dare una risposta alle centinaia di vicentini che si lamentano per i decibel o gli schiamazzi che non fanno chiudere occhio fino a notte inoltrata. Per questo il Comune ha creato uno strumento con cui cerca di impugnare il coltello dalla parte del manico: viene imposta la chiusura entro mezzanotte a tutti i bar, con la possibilità di chiedere deroghe fino alle due del mattino riservate ai più “virtuosi”. Nessuna eccezione, invece, per i tavolini collocati all’esterno, dove si potrà servire soltanto fino a mezzanotte. Una scure che dovrebbe cambiare lo scenario di zone molto frequentate fino a tarda ora, come l’area intorno alla Basilica. Bar e ristoranti. Bar, caffé, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, trattorie, tavole calde, pizzerie non potranno andare oltre mezzanotte. Possono tuttavia essere concesse deroghe per l’apertura fino alle 2 a chi presenta specifiche richieste, che saranno valutate in base alle classificazioni acustiche dell’area in cui si trova il locale, al contesto edilizio, all’eventuale insonorizzazione del locale. «L’amministrazione - si legge nell’ordinanza - per esigenze di interesse pubblico, per la tutela della quiete pubblica e per la salvaguardia dall’inquinamento acustico, si riserva la facoltà di revocare la deroga e inoltre di modificare gli orari scelti dall’esercente». In altre parole, la possibilità di aprire fino alle 2 diventa una “concessione”, che può essere ammessa per i “virtuosi”, vale a dire tutti i locali con le carte in regola e con la “fedina” pulita: gli esercizi cioè che non sono mai incappati in multe per problemi di ordine pubblico o di inquinamento acustico. Ma la concessione può anche essere ritirata nel caso in cui non vengano rispettate le regole. Speciali deroghe per aperture fino alle 3 del mattino sono previste in occasione di festività o particolari manifestazioni. È facile prevedere un assalto agli uffici dell’assessorato allo sviluppo economico per ottenere le deroghe: «Questo è un segnale che vogliamo dare a chi ci chiede di intervenire. Sono sicuro che il 90 per cento dei locali ha sempre lavorato rispettando le regole e il quieto vivere. Questi non hanno nulla da temere», assicura l’assessore Ernesto Gallo, che ricorda come ogni giorno arrivino anche 15 telefonate di protesta per rumori eccessivi. «Finalmente c’è lo strumento per intervenire - si dichiara soddisfatto anche il vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza Valerio Sorrentino -, non solo sul singolo locale, ma anche su intere zone a rischio, come viale Milano». Coprifuoco sui tavolini all’aperto. Nessuna eccezione è invece prospettata per i tavolini all’aperto, dove la somministrazione di alimenti e bevande non potrà andare oltre mezzanotte. Quindi, nel caso in cui il locale abbia ottenuto la possibilità di tenere aperto fino alle 2, dentro si potrà ancora servire i clienti dopo le 24, fuori no. Esercizi misti. Se un locale è, ad esempio, gelateria e alimentari nello stesso tempo, nelle ore e nei giorni in cui è prevista la chiusura degli esercizi commerciali (come il mercoledì pomeriggio) deve essere sospesa la vendita dei relativi prodotti, per non generare concorrenza sleale. Gelati e kebab. Linea dura anche di fronte al fiorire di attività artigianali senza consumo sul posto come rosticcerie, gastronomie, gelaterie, yogurterie, pasticcerie, kebab e pizze al taglio, che dovranno chiudere entro mezzanotte. Sale gioco. Per evitare che i ragazzi abbiano un motivo in più per marinare scuola, il Comune vieta ai minori di 18 anni di «effettuare giochi leciti e usare gli apparecchi da gioco» negli esercizi pubblici prima di mezzogiorno. Per le sale gioco come i Bingo, l’orario di apertura dovrà articolarsi fra le 9 e le 24. Discoteche. Nelle discoteche, sale da ballo, night club, sale di audizione e locali di arte varia le attività dovranno svolgersi fra le 15.30 e le 4. Multe. Due i tipi di sanzioni previste. La riduzione della fascia oraria di apertura «qualora vengano contestate nell’arco di un semestre due violazioni all’ordinanza o alla normativa in materia di orari». E il rischio di dover pagare multe da un minimo di 258 euro a un massimo di 1.550. -Mercato ortofrutticolo. Infine una precisazione: come specifica l’assessore Gallo, le casse comunali provvedono alla copertura dei servizi del mercato ortofrutticolo soltanto per lo 0,4 per cento.
Montecchio/1. Il blocco degli operai ad Almisano crea code anche in autostrada Traffico in tilt per la Fiamm Oggi incontro in Provincia tra azienda e sindacati di Eugenio Marzotto Casello dell'autostrada bloccata, traffico in tilt, code di auto e camion lungo statali e provinciali, segnalazioni luminose lungo l'A4 di uscite consigliate per evitare il caos al casello di Montebello. E' il risultato delle tre ore di sciopero degli operai dell'Aif-Fiamm di Almisano che ieri mattina hanno sfilato lungo le direttrici vicino allo stabilimento. Erano almeno in cento guidati da Antonio Sirimarco, Maurizio Ferron e Carlo Biasin sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm, gli stessi che oggi in Provincia incontreranno i vertici della Fiamm per riaprire una trattativa difficile per evitare il licenziamento di 420 lavoratori. Una manifestazione quella di ieri voluta dai 250 dipendenti dell'Aif per far sentire anche la loro voce, dopo due settimane in cui l'attenzione dell'opinione pubblica si è spostata sui "cugini" di Montecchio. «Ci siamo anche noi, siamo tutti nella stessa barca», hanno detto più volte ieri mattina i lavoratori dell'Aif in corteo che nelle ultime settimane hanno visto sfilare davanti all'Fca di Montecchio tutta o quasi la politica locale. Il punto di svolta sulla vertenza Fiamm si consumerà questa mattina dalle ore 10. E' il giorno che tutti si attendevano, ma in pochi azzardano le conclusioni di un colloquio in cui tutti ribadiranno le loro posizioni. A partire dal sindacato che più volte ha spiegato che la trattativa deve ripartire dall'ultimo accordo sottoscritto che prevedeva il mantenimento della produzione e degli stabilimenti nel vicentino. Ma l'aria che tira è quella dell'ottimismo, il segnale di apertura dimostrato dall'azienda che ha deciso di incontrare il sindacato, non dovrebbe dunque essere un fuoco di paglia. Ma esisterebbe anche una via parallela per tentare di districare una matassa ingarbugliata. A perseguirla in questi giorni ci ha pensato il sindaco Maurizio Scalabrin con una serie di contatti con sub fornitori della Fiamm e con qualche industriale in grado di investire a Montecchio per il rilancio della produzione. «Per ora ho chiesto solo la loro disponibilità a valutare l'opportunità - spiega Scalabrin - ma è chiaro che questo progetto ha bisogno di tempo e dell'interesse dei Dolcetta». Dentro la delegazione trattante, fuori alcuni lavoratori della Fiamm a manifestare davanti a palazzo Nievo, in attesa di qualche notizia che chiarisca la situazione. Entro mezzogiorno di oggi si vedrà se le parti dimostreranno l'intenzione di proseguire la trattativa di un vertenza che non ha respiro. Domani infatti ci sarà l'ultimo atto di una settimana densa di avvenimenti che ha portato il caso Fiamm addirittura in Consiglio dei Ministri. Saranno oltre tremila i lavoratori metalmeccanici che domani arriveranno per lo sciopero nazionale di quattro ore a manifestare tutti a sostegno dei colleghi della Fiamm. L'appuntamento è per le 9 alla stazione Ftv di Alte Ceccato, seguirà il corteo fino a viale Europa davanti alla sede centrale della Fiamm dove sul palco per il comizio, salirà il segretario nazionale della Fim-Cisl Giorgio Caprioli.
Lonigo. Protesta dei lavoratori dello stabilimento di Almisano (e. mar.) Erano un centinaio ieri mattina i lavoratori dell’Aif-Fiamm di Almisano che hanno manifestato in strada contro la chiusura dell’azienda voluta dalla proprietà. Nelle tre ore di sciopero gli operai hanno paralizzato il traffico in tutte le direzioni: è stato bloccato il casello di Montebello e lungo la statale 11 si sono formate code che dallo stabilimento di Almisano arrivavano fino a Lonigo. Ingenti le forze dell’ordine intervenute allo sciopero che hanno cercato di dirigere il traffico ed evitare incidenti per tutta la mattinata. Sostanziale tolleranza invece da parte degli automobilisti che in qualche caso hanno anche manifestato la loro solidarietà nei confronti degli operai occupati in Aif. Sulla crisi della Fiamm il sindaco Giuseppe Boschetto ha scritto una lettera, indirizzata alla Fiamm, ai sindacati e alle massime autorità provinciali, regionali e nazionali. «Chiedo - si legge nella missiva - spiegazioni sulle cause che hanno portato alla chiusura della fabbrica, dopo le garanzie ottenute un anno fa». Di questo argomento di discuterà questa sera in un consiglio comunale speciale al quale sono stati invitati i rappresentanti dell’azienda e dei lavoratori. |