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09 GIUGNO 2006
Laghetto “invade” il Municipio
Si attende il testo del maxi emendamento al piano a cui sta lavorando la commissione Territorio di Antonio Trentin Quattro presidenti “di base”. Una cinquantina di supporter arrivati dai quartieri della fascia nord cittadina. 2.330 firme squadernate davanti all'Amministrazione comunale per dire un poker di “no” al Piano particolareggiato 10 di Laghetto, che a vent'anni e passa dalla localizzazione urbanistica sulla mappa vicentina sta per passare dai disegni ai cantieri. È stato così lo scenario della protesta, ieri sera in sala Bernarda, dopo una settimana di preannunci da parte dei comitati Pp10, Area Centrale del latte, Quartiere Italia e Monte Asolone; di fughe in avanti e tentativi di primogenitura da parte di qualche attivista; di manovre dentro la Casa delle libertà e dentro l'Unione per trovare risposte concrete da dare alla cittadinanza preoccupatissima per quello che avverrà in zona. Un doppio tentativo di far discutere subito il “caso-Pp10” è stato stoppato con i voti non compattissimi ma sufficienti del centrodestra di maggioranza (con la defezione del leghista Daniele Borò, che ha confermato e ripetuto di essere d'accordo con i comitati). Ma il sindaco - chiedendo ai suoi di evitare il dibattito immediato chiesto dall'opposizione - ha fatto intravvedere uno spiraglio possibilista sulla variazione del piano. «Il Pp10 è già migliorato rispetto all'impostazione iniziale - ha citato Enrico Hüllweck, riprendendo un'osservazione fatta anche dal verde Ciro Asproso, che era presidente in Circoscrizione 5 negli anni d'avvio della progettazione del Pp10 - e non so se esistano margini di miglioramento. Ne dubito, perché ormai siamo arrivati al “prendere o lasciare”. Ma esaminerò le firme e le richieste dei comitati». L'ipotesi è che marci rapidamente, e in tempo, un maxi-emendamento al piano - al quale sta lavorando la commissione Territorio con il presidente aennista Giuseppe Tapparello - che verrebbe parzialmente incontro alle richieste dei residenti dell'area Laghi-viale Dal Verme. In sostanza: ci si può accordare almeno su una riduzione della costruibilità edilizia che per le sue caratteristiche richiama più traffico, e cioè quella commerciale. Leggi supermercati e simili. Se il comitato di Laghetto è quello più direttamente interessato dall'urgenza urbanistica, il coinvolgimento sul tema edilizia è stato di tutta l'area imperniata sull'asse di viale Dal Verme. Delle 2.330 firme sotto il documento contro «la sordità e la prepotenza degli amministratori che in Circoscrizione 5 hanno approvato il Pp10 nonostante la manifesta contrarietà della popolazione» la metà infatti arriva dalla zona-Laghi. Ma è stato stabilito un coordinamento anche con i residenti di San Bortolo (che protestano contro quella che definiscono la «cementificazione dell'area della Centrale del latte»), con quelli che lì accanto hanno problemi di traffico sul nodo di Cricoli, con quelli di Sant'Antonino e del quartiere intorno e interno all'incrocio con la circonvallazione dove si riverserà in futuro anche la circolazione automobilistica indotta dal super-insediamento militare americano all'aeroporto Dal Molin. «L'Amministrazione comunale impone progetti particolareggiati senza però dare soluzioni convincenti per quanto riguarda viabilità, urbanistica ed inquinamento, spesso motivando le affrettate decisioni con esigenze di bilancio, per ottenere finanziamenti regionali. Il Pp10 deve essere ritirato e ridiscusso nell'ambito del prossimo Piano di assetto territoriale» sostengono in una nota congiunta i presidenti Maurizio dal Prà (Pp10), Giancarlo Albera (Centrale), Liliana Pivetta (San Paolo) e Daniela Costamagna (Monte Asolone). Che comunque ora aspettano di vedere quale potrebbe essere la soluzione proposta dall'Amministrazione Hüllweck: «Il sindaco ha detto che esaminerà ancora la situazione. Aspettiamo fiduciosamente una proposta» hanno concluso salutando il consiglio comunale che si metteva a ridiscutere e rivotare su altri temi urbanistici. L'accenno prima fatto dai comitati ai finanziamenti regionali riguarda l'edilizia residenziale pubblica, cioè le case popolari, e in particolare l'atteso fondo di 8,3 milioni di euro messo a disposizione da Venezia per 215 alloggi. E a questa materia fa riferimento un'iniziativa dei consiglieri del centrosinistra che è stata resa nota in una lettera al sindaco e agli assessori Marco Zocca (urbanistica) e Davide Piazza (casa). Per l'incasso degli euro regionali è stato a lungo ritenuto tassativo il rispetto del limite del 30 giugno per l'approvazione del Pp10 (i cui lavori è previsto inizino il 7 agosto). Non ci sarebbe quindi tempo per ritocchi progettuali “al ribasso” per limitare l'impatto viabilistico soprattutto del complesso commerciale da 1.400 metri quadrati disegnato sulle mappe. Ma qui la scoperta dei gruppi dell'Unione che hanno verificato a Venezia che ci sarebbe la possibilità di veder rifinanziato il fondo-alloggi anche in caso di slittamento dei tempi burocratici di varo del Pp10 e avvio dei lavori. «Ci è stato spiegato che, qualora il Comune motivasse adeguatamente la richiesta, facendo pesare il proprio ruolo di capoluogo e il fatto di essere Comune ad alta tensione abitativa, la Regione non avrebbe difficoltà a rifinanziare l'intervento» hanno scritto i membri della commissione Territorio Asproso (Verdi), Alifuoco e Dalla Pozza (Ds), Cangini e Quaresimin (Margherita). Insomma: i margini di tempo per riaffrontare i dettagli del Pp10 ci sarebbero. Almeno per quanto riguarda la grossa aspettativa riferita alle case popolari. E salvo incrudimenti della disputa riguardante il punto-clou della “piastra commerciale”.
Bocciati invece dal Consiglio i piani “Rebecca”, “Ponte Alto” e “Lanerossi” Circoscrizione 6, via libera solo al piano “Ferrotramvie” di Giovanni Zanolo Uno su quattro: ok al Piruea Ftv. Il consiglio di circoscrizione 6 presieduto dal forzista Matteo Tosetto, riunitosi mercoledì sera nella sede di via Thaon de Revel, ha dato parere positivo solo su uno dei quattro Piruea in discussione, ovvero sul piano integrato di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale denominato “Ferrotramvie”, che riguarda la vasta area fra S. Felice e la stazione delle corriere. Il piano è passato con dieci voti favorevoli nel centrodestra e sei contrari per il centrosinistra, che si è presentato compatto nel “no” ad eccezione di Lucio Turra (ViCapoluogo), uscito dall’aula al momento del voto. I due schieramenti politici si sono invece mostrati sostanzialmente uniti (salvo alcune differenze di forma nelle motivazioni) nell’esprimere un comune parere negativo sugli altri tre Piruea in discussione nella stessa seduta. I Piruea “Rebecca”, relativo ad un edificio in via Firenze, e “Ponte Alto”, che prevede una cubatura di 80 mila metri di direzionale e commerciale e 90 mila di parcheggio multipiano di interscambio, sono stati votati negativamente «in quanto l’interesse pubblico risulta marginale rispetto al complesso dell’intervento». E lo stesso destino è toccato al Piruea “Lanerossi”, riguardante il recupero dei 60 mila metri concordato tra pubblico e privato con un intervento sulla mobilità per il raccordo con la zona industriale e S. Lazzaro: proprio quest’ultimo punto ha scatenato il dissenso «in quanto il piano - così nell’o.d.g. approvato - apporta un insostenibile volume di traffico per viale S. Lazzaro e viale Verona». Il piruea Ftv, l’unico accolto, insiste su un’area di 150 mila quadrati che, grosso modo, va dalla stazione all’Itc Fusinieri. Il piano, a iniziativa pubblica per l’80%, prevede la rivalorizzazione di una vastissima area di ben 52 mila metri quadrati, oltre alla realizzazione di una nuova autostazione, che verrà realizzata da Provincia e Ulss e collegata con la stazione ferroviaria. A ciò si aggiunge il primo tronco stradale riservato a mezzi pubblici concepito per collegare le due stazioni alla zona di Ponte Alto, con tanto di pista ciclo pedonale. Complessivamente, il lavoro di sistemazione dell’intera area prevede la demolizione di una serie di edifici, la realizzazione di strutture a destinazione residenziale, direzionale e commerciale, e nuove strade. «Il Piruea Ftv – spiegano i consiglieri di centrodestra – risponde alle caratteristiche di utilità pubblica e di urgenza. Il quartiere di S. Felice, infatti, soffre di notevoli problematiche che derivano dalla costante oppressione dovuta al traffico, dal degrado di alcune vie interne e da un elevato livello di prostituzione». Nello stesso o.d.g. approvato dal centrodestra si richiede all’Amministrazione anche di «elaborare un piano viabilistico a S. Felice, considerando che il progetto evidenzia un notevole carico aggiuntivo, di realizzare una grande area verde attrezzata nel Pp7 e di mettere a disposizione della 6 più spazi pubblici». Il verdetto finale arriverà in consiglio comunale prima del 30 giugno.
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