09 SETTEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

In ribasso la cena in Corso: colpa del calendario?
Libri, sono giorni di fuoco.
Campo unico, Forza Italia frena.
Carta, mense, arredi: Il comune si rivolga all'ecomarket.

In ribasso la cena in Corso: colpa del calendario?
Cento coperti in meno dell’anno scorso, resta la magìa dello scenario per l’orgoglio di "esserci".

di Antonio Trentin

Ristorante Palladio in ribasso: se non come qualità, certo quanto ad affluenza. Dice così il borsino del settembre 2004, a proposito del sesto appuntamento a tavola organizzato dal Comune nel "salotto" del centro storico.
Gli ottocento posti sperati in municipio sono rimasti un miraggio. L’allestimento per seicento ospiti - cento in meno dell’anno passato - ieri sera è bastato e avanzato, nonostante il botteghino aperto fino all’ultimo minuto per i ritardatari non prenotati, alla fine contati sulle dita di una mano. Come mai, visto che il tempo era perfetto, come da previsioni azzeccate, e nessuno doveva temere la trasferta - peraltro nobilissima - sotto le logge della Basilica, già sperimentata nel 2003 piovoso?
Delle due, l’una: o vale la battuta circolata tra gli addetti ai lavori dopo che le somme dei presenti in Corso erano state tirate ( «i morsi della crisi contano più dei morsi della fame» ) o è stata tutta una questione di calendario, con gli "Oto" infrasettimanali vissuti fuori città dai vicentini che se lo possono permettere (compresi dunque alcuni che potevano permettersi anche la serata gastronomica palladiana da 32 euro) in un mercoledì perfetto per fare da pilone all’ultimo maxi-ponte estivo. Corso Palladio chiuso per metà nel pomeriggio. Un turno da dodici e uno da quindici di vigili messi a presidiare le contrà sbarrate. Pochi negozi aperti e poco frequentati, con varco finale concesso soltanto per le urgenze alla farmacia "al Casino". McDonald’s che chiude alle sei e lascia affamate e deluse le famigliole arrivate da Campo Marzo (un papà arrabbiato, e in debito con i figli, lancia alla Madonna saluti irriferibili nel giorno della sua festa...). Bell’imbandimento - curato dalla "Reggia", il catering thienese di Elio Costa chiamato dal Comune - sulle passatoie rosse stese sopra i cubetti di porfido...
Lo scenario pre-cena è questo, con i passanti divisi tra curiosi (frase uscita da un gruppetto di diciottenni disorientati e sorpresi: «Chi sarà che si sposa e fa il pranzo qui con la gente che gli passa intorno?» ), invidiosi (morosa stagionata a moroso con un bella "piazza" in testa: «Mai che mi porti in un posto così» ) e infastiditi "ideologici" ( «chissà che qualche colombo ghe schita sora» ). Alle otto arrivano i festeggianti: Vip e meno Vip che vogliono godersi buon cibo e miglior contorno architettonico, belle signore in lungo, qualche raro turista molto coccolato, l’intero Vicenza Calcio ancora in divisa dopo una partita a Valdagno, la delegazione di Annecy "gemella" francese, qualche ospite dell’Albero d’Argento in arrivo dall’istituto Salvi per portare un tocco di "sociale". E poi, naturalmente, loro: i politici che la festa promuovono e affollano, l’intero governo e sottogoverno cittadino, assessori e consiglieri, presidenti e commissari.
Sono tutti e rigorosamente soltanto di centrodestra, non c’è una frasca ulivista che sia una. Perché l’opposizione non aveva gradito quella volta - nel 1999 quando la "Cena dei Oto" era stata lanciata dall’Amministrazione targata Polo, subito affollata e conteggiata come la "Cena dei Mille" - e continua a non gradire, resistendo a dieta ogni 8 settembre e saltando un menù dopo l’altro.
Si spartiscono tra i tavoli secondo la fede partitica, con rare commistioni An-Lega o Udc-Forza Italia. Si sub-spartiscono per corrente quando la convivenza è problematica (tra aennisti) o impossibile (tra forzisti). Si sono portati mogli o mariti, segretarie o collaboratori, qualche ospite istituzionale. Al tavolo del sindaco - che è anche il tavolo della famiglia Hüllweck: mamma, moglie e figlio - stanno alcuni illustrissimi, le segretarie dello staff e i due onorevoli più titolati: l’europarlamentare Lia Sartori e l’ex-sottosegretario Stefano Stefani. Che cosa mandano nei piatti le cucine da campo comandate da Roby Capuzzo? Tradizione vicentina pura, con qualche tocco di modernismo interpretativo. Nessuna iperbole culinaria, ma d’altronde chi se lo può permettere con quasi seicento porzioni da servire?
Nelle retrovie, perciò, ecco affettata una decina di sopresse di Cogollo e scodellati 25 chili di baccalà (e vai con gli antipasti, ché l’orario è saltato...) mentre cuociono 43 chili di risotto per un primo con radicchio e lugànega. Poi 130 chili di guance di sorana, ammorbidite in una bagna di marsala e tocai rosso, vengono scaloppati sui piatti da secondo, con accompagnamento di erbe e puré, prima di tagliare 40 chili di "putane" per il dessert completato dai fichi freschi e dai gelati serviti dal carretto di "Cisco".
Buono tutto? Garantito, ci mancherebbe. E poi - per una volta - non è proprio il cibo che conta né il corpo o il grado del gambellara e del cabernet, e neanche il prezzo, ma la magìa del Corso e soprattutto il piacevole orgoglio di "esserci". E di prenotarsi - stessa data, stessi commensali - per l’anno prossimo.


Libri, sono giorni di fuoco
E da lunedì riapre al centro "Palladio" il mercatino dell’usato

di Anna Madron

La prossima sarà una settimana di fuoco. Parola di chi i libri li vende e misura quotidianamente un mercato che in questi primi giorni di settembre non è ancora "esploso".
Quello dei testi scolastici più che un assillo è insomma un pensiero, complice quel 20 settembre che nella mente di tutti è la data, apparentemente ancora lontana, in cui le scuole apriranno i battenti. «Una scadenza che ha alimentato non poca confusione - fa notare Giuseppe Traverso, titolare della libreria di corso Palladio - in realtà, soprattutto alle superiori, ci sono istituti dove le lezioni iniziano una settimana prima». Certo è che in vista della prima campanella, prenderà il via anche il consueto assalto ai libri di testo, rincarati del 2-3% come inflazione vuole e le cui vendite, attualmente, registrano una flessione del 30% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ma non è il caso di allarmarsi, assicurano gli addetti ai lavori, tutto dipende ancora una volta dalle indicazioni del calendario regionale, che ha fatto sì che più di qualcuno sia ancora sotto l'ombrellone a godersi beato il sole settembrino. Ancora per poco, però, perché a giorni scatterà la corsa alla grammatica o all'antologia. «Del resto - osserva Traverso - soltanto ieri la Giuriolo, per citare una scuola media, ha reso nota la formazione delle classi, così come il liceo Pigafetta. È chiaro che nessuno si sogna di ordinare i libri prima di sapere in quale classe è capitato il proprio figlio».
Dopodichè via con gli acquisti, per i quali esiste comunque un tetto di spesa stabilito dal Ministero. Alle medie il costo dei testi non dovrebbe superare i 280 euro per il primo anno, 108 il secondo e 124 il terzo. Cifre che ovviamente salgono alle superiori. In quarta ginnasio tra grammatiche di latino ed eserciziari di matematica non si dovrebbero sborsare più di 317 euro che scendono a 303 allo scientifico, mentre negli istituti professionali la spesa oscilla dai 198 fino ai 214 euro. In questa che dovrebbe essere la regola non manca qualche eccezione.
A Vicenza, ad esempio, una delle scuole dove si rischia di sforare il tetto di spesa è il Fogazzaro, dal momento che l'istituto di contrà Burci conta diversi indirizzi e un gran numero di discipline con annessi testi. In ogni caso primo e terzo anno delle superiori sono quelli che richiedono "investimenti" maggiori, dettati da un cambio pressochè totale di libri. Molti dei quali, in particolare alle medie dove prenderà il via la riforma, sono del tutto nuovi. «Ma anche stampati col contagocce - avverte Traverso - tanto che chi ordina per ultimo quest'anno corre il rischio di dover aspettare».
Le incertezze legate alle innovazioni in atto, programmi inclusi, pesano dunque anche sull'editoria, dove evidentemente la cautela è d'obbligo e dove si privilegiano quantità limitate, preferendo magari recuperare qua e là copie inutilizzate. Ma non sono solo gli editori a farsi i conti in tasca. Anche le famiglie, specie dove i figli sono più d'uno, guardano al portafoglio con una certa apprensione, incoraggiando l'acquisto di testi usati nei consueti mercatini. Il più affollato, oltre che noto, è quello messo in piedi dall'Associazione studenti, quest'anno in ritardo sulla tabella di marcia, anche se, fanno sapere alla Società di mutuo soccorso, «le telefonate dei ragazzi che ci chiedevano informazioni sul dove e quando acquistare i testi sono cominciate già ai primi di luglio».
Il guaio è che i locali di villa Tacchi, che da qualche anno ospitavano il mercatino, quest'anno sono chiusi per lavori di ristrutturazione e trovare spazi alternativi si è rivelata un'autentica impresa. «Abbiamo bussato invano a diverse Circoscrizioni - spiega Paola Riva dell'Associazione studenti - ma individuare stanze ampie che non siano promiscue con scuole materne o asili nido non è poi così semplice». Ieri, infine, l'ultimo tentativo andato a segno. «Il mercatino si svolgerà al primo piano del Centro commerciale Palladio, in zona Vicenza est - fanno sapere all'Associazione - a partire dal 13 settembre, ma giorni e orari sono ancora tutti da definire». Conto alla rovescia, dunque, anche per la caccia al libro a metà prezzo, per il quale, dicono gli studenti, «siamo disposti anche a rimanere in fila per due ore».


Zoppello (circoscrizione 3): «Nuova Fiera e zingari, decisioni che non vanno calate dall’alto»
Campo unico, Forza Italia frena
In Giunta salta l’esame dell’ipotesi di trasferimento in via Zamenhof

di Gian Marco Mancassola

L’operazione "nomadi", per ora, resta tabù. Da mesi si lavora intorno al progetto di realizzare un campo comunale unificato, nel quale concentrare le famiglie ospiti in viale Cricoli e viale Diaz, ma fra annunci e smentite, ancora la Giunta non ha deciso ufficialmente nulla. Nemmeno martedì, quando l’assessore all’urbanistica, il forzista Maurizio Franzina, con il collega leghista Davide Piazza, delegato agli interventi sociali, finalmente si presentavano nella stanza dell’esecutivo con una relazione che indicava un’area in cui allestire il nuovo campo: via Zamenhof, a Vicenza est, alle spalle del Foro Boario e del villaggio americano, 4 mila metri quadri in mezzo a un’area artigianale. Il solo annuncio di un’ipotesi ancora da ratificare ha acceso la miccia di una bomba polemica che ha fatto tremare l’intera circoscrizione 3 di S. Pio X, ma soprattutto le frazioni di Settecà e Borgo Casale.
Per credere, basta chiedere al presidente della 3, Lucio Zoppello, o al consigliere provinciale Nereo Galvanin, punto di riferimento per l’area di Settecà, che hanno dovuto spegnere il cellulare per fermare la valanga di telefonate che li ha tempestati martedì mattina, dopo la lettura dei giornali. Entrambi sono esponenti di Forza Italia, Galvanin è addirittura membro dell’esecutivo forzista. Entrambi hanno fatto sentire la loro voce ai piani alti di palazzo Trissino, lamentando di aver subito una notizia senza averne prima parlato a quattr’occhi, senza esserne nemmeno lontanamente informati. Tanto più che in questa porzione di città c’è già un campo privato, a Ca’ Balbi.
Le considerazioni espresse dai due sono soprattutto di metodo: «Ho telefonato all’amico Franzina, risentito per una metodologia che non ho condiviso - analizza Galvanin -. Le soluzioni a problemi delicati come questo non possono essere apprese da giornali, senza che circoscrizione o consiglieri siano stati prima almeno interpellati. Nelle frazioni di Casale, S. Pietro Intrigogna e Settecà in poche ore si è sviluppato un clima da rivolta popolare, perché non sono state adeguatamente spiegate le ragioni. Per questo mi sono rivolto al sindaco Hüllweck prima che iniziasse la Giunta, il quale mi ha invitato a tranquillizzare i cittadini, perché la decisione non è stata presa. Prima dovrà essere analizzata e condivisa».
A premere per la soluzione del campo unico sono soprattutto esponenti della Lega nord, con l’assessore Piazza, e Alleanza nazionale, con un recente intervento di Francesco Rucco. In palio ci sono anche contributi regionali: il tempo stringe, però, perché andrà presentato un progetto entro gennaio.
Non troppo interessato a premere sull’acceleratore è invece apparso finora il primo partito cittadino, che si è sempre mostrato cauto e defilato. A tirare con forza il freno di fronte a questa ipotesi, non a caso, sono nomi forzisti di spicco in una zona che da tempo è ritenuta un feudo azzurro. Per farsene un’idea è sufficiente dare un’occhiata ai risultati delle amministratrive 2003, quando al ballottaggio Hüllweck incassò percentuali quasi bulgare a Casale, dove in una sezione sfiorò il 70 per cento dei consensi e a Settecà, dove invece il 70 per cento fu ampiamente superato. Senza dimenticare che Zoppello, con il 55,76 per cento, fu il più votato fra i presidenti di circoscrizione.
Al solito moderato nei toni, Zoppello non nasconde un po’ di rammarico per come è stata gestita la partita: «La notizia è giunta inaspettata - ammette -. In questi anni ho coltivato un ottimo rapporto di collaborazione con i diversi assessori, convinto che i risultati migliori si ottengano dialogando a affrontando insieme i problemi. Io eccepisco sul metodo: ci vengano spiegate le motivazioni, poi faremo le nostre valutazioni».
Nel frattempo, però, la patata bollente verrà inevitabilmente scodellata nella prossima riunione del parlamentino di villa Tacchi. Una seduta che si annuncia calda, anche perché nella tranquilla circoscrizione 3 questo è il secondo progetto piovuto dal cielo in pochi giorni: l’altro tema che sta agitando gli animi è l’ancora lontana ipotesi di mettere in piedi una nuova Fiera a S. Pietro Intrigogna, laddove oggi ci sono erba, campi e l’identità di una storica frazione.


Presentata una mozione sui cosiddetti "acquisti verdi", per rendere ecocompatibili gli uffici e i vari settori della macchina amministrativa vicentina
«Carta, mense, arredi: il Comune si rivolga all’ ecomarket »
L’opposizione chiede un piano ad hoc da estendere ad Aim e Amcps per ridurre l’impatto ambientale

(g. m. m.) In inglese si chiama "Green public procurement", in italiano suona più facile: "Acquisti verdi". Si tratta di una pratica che si sta diffondendo nelle pubbliche amministrazioni di tutta Europa e che prevede di abbinare una sensibilità ecologica alla necessità degli enti pubblici di acquistare materiali per il funzionamento degli uffici e della macchina amministrativa.
Sull’argomento esistono decreti e normative nazionali, oltre a direttive europee. Ora gli "Acquisti verdi" entrano anche nel vocabolario vicentino sulla scorta di una mozione elaborata dal capogruppo diessino Luigi Poletto, sostenuta anche dalla firme di altri nove consiglieri in rappresentanza del centrosinistra. Il documento, che dovrà essere esaminato in commissione e poi in consiglio comunale, punta a impegnare la Giunta a confezionare un progetto su misura da estendere al Comune, ad Aim e Amcps per minimizzare gli impatti dei tre enti su acqua, suolo, aria, energia e rifiuti. Una delle vie indicate dalla mozione è di reimpostare le gare e gli appalti, inserendo opportune modifiche nei vari capitolati in modo tale da consentire l’acquisto di “prodotti e servizi ambientalmente preferibili".
I questa sorta di ecomarket virtuale si dovranno reperire la carta (acquisto di carta riciclata, stampa dei documenti su entrambi i lati, capillarizzazione dei contenitori per la raccolta differenziata della carta), gli arredi (meglio riparare che sostituire), i trasporti (acquisto di veicoli di servizio a metano o elettrici), l'illuminazione (utilizzo di lampadine a basso consumo, installazione di lampade a comando, utilizzo di neon con dispositivo elettronico non magnetico), i prodotti di pulizia (acquisto di prodotti ad alto grado di biodegradabilità, senza fosfati), le attrezzature informatiche (raccolta separata di toner di fotocopiatrici e stampanti e loro riutilizzabilità, prodotti a basso impatto ambientale quanto a materiali di costruzione e ritirabili dal costruttore al termine del loro ciclo di vita), la gestione delle mense scolastiche (alimenti biologici, prodotti dei circuiti equo-solidali e prodotti locali), gli edifici scolastici (installazione di tetti fotovoltaici, arredi in legno e materiale riciclato), la manutenzione delle strade (utilizzo di materiali ecologici e riciclati), la certificazione ambientale.
Per tutti questi aspetti, il suggerimento è di chiedere ausilio all'agenzia internazionale ambientale per le autorità locali (Iclei) e di utilizzare l'apporto tecnico-scientifico dell'Anpa (agenzia nazionale per la protezione ambientale) .
Premessa della mozione è di dare piena attuazione alla normativa del 2003 che prospetta una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato non inferiore al 30 per cento del fabbisogno di uffici e società a prevalente capitale pubblico. Corollario dell’operazione, infine, sarebbe una serie di attività e pubblicazioni di formazione e informazione.
«Con gli "acquisti verdi" - commenta Poletto, critico nei confronti della gestione dell’assessorato all’ecologia - il Comune, Aim e Amcps hanno la possibilità di orientare il mercato sia nel senso dell'offerta, poiché le imprese sono sollecitate a ispirare le produzioni a criteri di sostenibilità ecologica, sia nel senso della domanda fornendo ai cittadini consumatori un formidabile esempio in materia di scelte di acquisto. Rimane inevaso e irrisolto il problema del potenziamento dell'Ufficio Ambiente riguardo al quale abbiamo già presentato in estate una mozione ad hoc».