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10 FEBBRAIO 2005 dal Giornale di Vicenza
Ederle, arriva il nuovo villaggio
Ederle, arriva il nuovo villaggio di G. Marco Mancassola Villette per un migliaio di famiglie su un terreno di mezzo milione di metri quadri in via Aldo Moro, sull’altro lato della strada rispetto alla caserma. Prende forma, sulla carta, l’ampliamento della Ederle. La fisionomia è quella della housing area 2 , un nuovo villaggio residenziale che si dovrebbe aggiungere a quello del Foro Boario. La notizia è trapelata ieri a palazzo Trissino, dove fra domani e lunedì la giunta comunale dovrebbe esaminare, su proposta dell’assessore all’urbanistica Maurizio Franzina, una delibera per una variante che interessa una superficie di circa 500 mila metri quadri in via Aldo Moro, dove oggi ci sono campi. Il condizionale, per il momento, è d’obbligo, su tutti i fronti: sia perché i dettagli del pacchetto urbanistico non sono ancora stati resi ufficiali; sia perché l’intera operazione dipende dall’andamento delle trattative fra il governo italiano e il governo americano. L’obiettivo, di cui si parla da alcuni mesi, è portare a Vicenza circa duemila nuovi soldati a stelle e strisce, oggi di stanza nel resto d’Europa. Le probabilità dello sbarco si reggono su numerose variabili: in particolare, le incognite più delicate riguardano l’aeroporto e la sua gestione. In questo senso, la settimana scorsa una delegazione della Ederle aveva fatto visita al sindaco Enrico Hüllweck per fare il punto della situazione. Sempre la scorsa settimana, l’ambasciatore americano ha incontrato rappresentanti del nostro governo. La matassa - a quanto risulta - non è ancora sbrogliata; in ogni caso, se l’operazione dei nuovi arrivi dovesse sbloccarsi, Vicenza è in pole position . La domanda, allora, è: se a livello di rapporti fra governi non si è ancora arrivati a un accordo, perché lavorare di lena a una variante urbanistica che potrebbe rivelarsi inutile? L’assessore Franzina resta abbottonato, ma fa capire che da un lato c’è l’urgenza di adottare la variante entro la fine di febbraio, termine imposto dalla nuova normativa regionale; dall’altro, qualora tutto si dovesse fermare ai piani alti, l’azione si fermerà anche al piano terra, vale a dire si interromperà l’iter urbanistico comunale. Attualmente i terreni su cui verrebbe costruito il nuovo villaggio sono proprietà di un gruppo di privati. Il pacchetto proposto dagli americani sarebbe di prendere in affitto sia i terreni, sia i nuovi alloggi per dieci anni. La richiesta è di poter contare su villette, vale a dire abitazioni agili, comode, confortevoli e di limitato impatto, proprio come gli edifici costruiti nella housing area del Foro Boario. In tutto vi troverebbero posto un migliaio di famiglie. Tutto questo, in prospettiva, innescherebbe un notevole giro di affari per la cità. Tutta l’operazione, aeroporto e indotto compresi, ammonta secondo le ultime analisi illustrate al sindaco Hüllweck intorno agli 800 milioni di dollari di investimenti. Dal punto di vista tecnico, il piano prevede che chi investe realizzi anche tutte le opere di urbanizzazione. La prospettiva di perequazione potrebbe invece entrare in gioco alla scadenza del periodo di "affitto", vale a dire i dieci anni. In tempi di vacche magre per l’economia vicentina, questa operazione - fanno capire da Palazzo - potrebbe rappresentare un’attesa boccata d’ossigeno per molti settori.
A metà degli anni 70 Rumor si arrabbiò con Nixon perché voleva ridurre il contingente Setaf (ma. sm.) Gli americani non lasciano, anzi raddoppiano. Quando, nel ’55, venne posata la prima pietra sul terreno dove ora sorge la caserma Ederle, molti pensavano che gli americani sarebbero rimasti ancora a lungo. Ma, allora, nessuno avrebbe pensato che, cinquant’anni dopo, i soldati a stelle sarebbero stati, non solo ancora presenti, ma addirittura raggiunti da un altro contingente. E pensare che, a metà degli anni 70, l’allora presidente del Consiglio Mariano Rumor fece il diavolo a quattro contro il presidente Usa, Richard Nixon, che aveva manifestato l’intenzione di ridimensionare i militari americani di stanza a Vicenza. Per la città quei soldati rappresentavano una fonte di guadagno non trascurabile e Rumor, prevedendo un possibile tracollo, aveva battuto i pugni sui tavoli che contavano. Ottenendo, alla fine, che tutto rimanesse come prima. Sono passati tanti anni, davanti agli ingressi iper-sorvegliati della caserma sono passate centinaia di manifestazioni: prima c’era chi invocava la cacciata delle basi americane dall’Italia, poi c’è stato, e c’è, chi inalbera cartelli contro la guerra. E di guerre, negli ultimi anni, gli Stati Uniti ne hanno combattute parecchie, tanto da ritenere la Ederle la sede strategica dei corpi d’elite, come i parà della 173ª Brigata, famosa per essere stata la più attiva e la più colpita durante la guerra in Vietnam. È stata riattivata proprio a Vicenza, nel 2000, e da allora il piano di investimenti dell’America conquistata da Bush ha trovato stanziamenti maggiori proprio per Vicenza. I nuovi soldati in arrivo, insieme ai "vecchi", sono in partenza per l’Afghanistan. Difficile immaginare futuri ridimensionamenti.
La giunta proporrà il voto al Consiglio Arsenale, il Comune dice no al tratta-rifiuti (p. e.) No all’impianto per rifiuti liquidi speciali anche pericolosi dentro l’area dell’Arsenale ai Ferrovieri. È questa la ’sentenza’ che la giunta comunale ieri ha deciso di proporre nelle prossime settimane al voto del Consiglio comunale di Vicenza, come del resto aveva già preannunciato nei giorni scorsi dopo l’incontro pubblico organizzato per legge dalla società Wisco (Enel più Trenitalia) per presentare ai cittadini il progetto di un impianto di trattamento di rifiuti liquidi provenienti da industrie venete, da realizzare appunto nell’area dell’Arsenale dove al momento esiste un depuratore che tratta le acque sporche prodotte dal lavoro delle officine ferroviarie che si occupano dei vagoni. Il progetto prevede di smaltire 250 mila litri al giorno verso il depuratore di S. Agostino. L’assessore al territorio Maurizio Franzina - che ha presentato la delibera in giunta d’intesa con l’assessore all’ambiente Valerio Sorrentino, quello alla mobilità Claudio Cicero e quello al decentramento Marco Zocca, che rappresenta la Circoscrizione 7 - conferma la raffica di motivi per cui il Comune dirà no all’impianto (anche se l’ultima parola spetta alla Regione). Ci sono motivi ambientali - sottolinea Franzina - perché il sito dell’Arsenale è troppo vicino a insediamenti residenziali. Ci sono motivi viabilistici perché i camion non ce la farebbero a utilizzare la strada che da viale dell’Industria va verso l’Arsenale, dato che è troppo stretta, ed è improponibile che utilizzino invece via dell’Arsenale, sotto le case dei residenti, e infine ci sono motivi urbanistici perché l’area è destinata a servizi ferroviari, che non comprendono certo la possibilità di installare un impianto che tratta rifiuti per conto terzi. Come detto, adesso il voto spetta al Consiglio comunale.
TEATRO . Ieri terza udienza per i nove operai licenziati dall’amministratore della Cogi, Coccimiglio, che non si è presentato in tribunale Cantiere, va via anche il responsabile Intanto il giudice Perina si prepara per la sentenza di Chiara Roverotto Dopo la terza udienza (nessun rappresentante della Cogi, l’impresa che ha vinto l’appalto per la costruzione del teatro di Vicenza, ha mai varcato le porte del tribunale), il giudice del lavoro Luigi Perina si è preso un paio di giorni per preparare la sentenza. La Fillea Cgil, rappresentata dall’avv. Barbara Borin, era ricorsa contro il licenziamento di nove operai. I lavoratori, dopo non aver ricevuto la busta paga nei termini pattuiti con l’azienda, erano andati in Consiglio comunale, dove il patron della Cogi li licenziò, considerando inopportuna la "manifestazione" a palazzo Trissino. Da allora sono trascorse tre settimane: gli operai attendono ancora la paga del mese di dicembre e quella di gennaio, senza dimenticare che i sindacati, da allora, presidiano il cantiere. Ieri, inoltre, il responsabile del cantiere, il geom. Pellegrino si è dimesso dall’incarico ed è partito alla volta di Firenze: da tre settimane nessuno mette piede nell’area di lavoro. «Un altro segnale preoccupante - spiega Antonio Toniolo, segretario provinciale della Fillea Cgil - che chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, la situazione dell’impresa. Se anche il giudice dovesse decidere per il reintegro degli operai, chiediamo che prima vengano pagati. A questo punto credo che l’Amministrazione comunale abbia tutti gli elementi per poterlo fare». Senza contare che all’interno del cantiere viveva anche un giovane marocchino, Hassan che da ottobre non percepisce un euro. «Non ha mai avuto il coraggio di dircelo perché temeva di dover lasciare la baracca dove dorme, non avendo altri posti dove andare...», spiega Toniolo. Intanto, si è costituito il comitato dei garanti del Fondo di solidarietà con i lavoratori del teatro. Ne fanno parte Mario Bagnara, Fernando Bandini e Emilio Franzina. « "Il f ondo, creato grazie ai contributi dei cittadini - si legge in una nota -, è finalizzato a sostenere la resistenza dei lavoratori che da settimane presidiano il cantiere, dopo essere stati licenziati per rappresaglia, senza alcun giustificato motivo. La Cgil ringrazia quanti hanno espresso finora la loro solidarietà e rinnova l'appello a tutti i cittadini ricordando il numero di conto corrente: 770, presso la Banca nazionale del Lavoro, corso Palladio, 45, Abi 1005, Cab 11800 ». « È ormai chiaro a tutti - ribadisce ancora Toniolo - che non si tratta di una normale vertenza sindacale, bensì di un'azione rivolta a riaffermare fondamentali diritti costituzionali e il carattere democratico della nostra città, che un "imprenditore" arrogante e spregiudicato vorrebbe calpestare. I cittadini e le istituzioni hanno dimostrato di rifiutare i comportamenti assunti dal titolare della ditta Cogi e i lavoratori continueranno la loro lotta fino a quando non sarà chiarita la situazione ». Nel frattempo sul fronte "tecnico", al responsabile del procedimento per conto del Comune, l’arch. Gianni Bressan, è già arrivata la relazione della commissione dei collaudatori in corso d’opera che rimanda al mittente la richiesta di circa 200 giorni di proroga avanzata dall’impresa fiorentina; inoltre è attesa anche la relazione del direttore dei lavori, l’ing. Mario Gallinaro, che aveva già messo in mora il mese scorso la ditta perché il cantiere proseguiva a rilento, senza contare tutte le "accuse" fatte dalla minoranza che ha accusato il Comune di non aver vigilato su quanto accadeva in viale Mazzini.
Intanto domani sera in teatro si terrà un’assemblea pubblica Campedello dice no al ripetitore In programma blocchi stradali (m. e. b.) Campedello, uniti contro il ripetitore. Un gruppo di cittadini ha infatti dato vita al comitato "Vivi il quartiere di Campedello", il cui fine è ottenere la rimozione dell'antenna di telefonia mobile appena installata vicino alle scuole elementari e materna. Due i mezzi scelti dal comitato per protestare contro quest'installazione. «Per prima cosa - spiega Valter Bettiato Fava, eletto presidente - raccoglieremo firme e abbiamo già fissato un'assemblea che si svolgerà al teatro di Campedello domani sera alle 20.30, alla quale prenderà parte anche Piero Miola, da anni attivo nei comitati anti antenne» . La contestazione potrebbe però anche scendere in strada. «Abbiamo pensato - continua Bettiato Fava - anche a una sorta di disobbedienza civile che si concretizzerà con un blocco del traffico utilizzando un attraversamento continuo della Riviera Berica, ovviamente sulle strisce perché vogliamo fare le cose in regola» . Sulla questione s' era già mossa anche la Circoscrizione 2, tra i banchi della quale Bettiato siede come capogruppo della Margherita, che durante l'ultimo consiglio aveva votato all'unanimità un ordine del giorno per chiedere la rimozione dell'antenna e la localizzazione di un sito ad hoc lontano dalle scuole. E anche la Circoscrizione ha convocato un'assemblea, sempre nello stesso luogo e alla stessa ora, che si terrá però il 17 febbraio e alla quale parteciperanno anche l'assessore all'urbanistica Maurizio Franzina, il tecnico comunale ingegner Putrella e un tecnico dell'Arpav. «Non sapevo di questo comitato - spiega la presidente Sabrina Bastianello - comunque sono pronta al dialogo per riunire le due serate anche se per noi è necessario mantenere la data del 17 che è stata scelta in base alla disponibilità degli ospiti. Il comitato non potrà comunque che trovare la nostra collaborazione come è già avvenuto con il documento votato in Consiglio» .
An pesca dal Grande Fratello Caro Battistello, sei stato nominato Per le Regionali «Sarò un politico in jeans» di Silvia Maria Dubois
«Lorenzo... sei stato nominato!». E precisamente da An, dove sei tesserato dai tempi della svolta di Fiuggi. Proprio così, Lorenzo Battistello è pronto a passare dagli studi televisivi di Canale 5, fra autografi e balletti da Costanzo, ai banchi in legno di palazzo Ferro- Fini, fra delibere e discussioni di partito. Il famoso recluso spiato da tutta Italia nella prima edizione del "Grande Fratello", non ha dubbi né titubanze nell'accettare la sua candidatura nelle file di An, in corsa per le elezioni regionali.
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