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10 APRILE 2005 dal Giornale di Vicenza
Nomadi, no al campo unico
Nomadi, no al campo unico di Chiara Roverotto Nomadi, addio al campo unico. Meglio sperimentare nuove soluzioni, magari mini accampamenti da distribuire nei vari quartieri della città. Del resto l’Amministrazione comunale da più di un anno sta cercando un’area sufficientemente vasta: circa 4 mila metri quadrati per accogliere le roulotte che occupano i due campi cittadini, quello di via Diaz e viale Cricoli. Ma l’impresa è titanica, infatti sono bastate due indiscrezioni (zona Carpaneda e un’area ad Est) per scatenare le proteste di comitati di cittadini e dei Consigli di Circoscrizione che sono tornati alla carica per protestare contro la mancata concertazione che il Comune continua ad attuare in merito ad argomenti “spinosi”. Sta di fatto che l’assessorato agli interventi sociali lo scorso anno prese un impegno ben preciso: reperire un’area perché i due campi cittadini versavano in condizioni igieniche alquanto preoccupanti. Chi se ne doveva occupare era anche l’assessorato all’urbanistica: infatti spettava a quest’ultimo trovare una zona sufficientemente grande in grado di rispondere alle esigenze di oltre 150 nomadi, divisi tra Sinti e Rom, tra cui 50 minorenni. E doveva farlo in fretta, visto che i progetti dovevano essere presentati a Venezia alla fine di gennaio di quest’anno per poter usufruire dei finanziamenti previsti dalla legge regionale. Ma da allora non è accaduto nulla e il problema si ripropone con le stesse emergenze, senza contare che sulle due attuali aree ci sono programmi e progetti ben precisi: in via Diaz il campo serve alla nuova viabilità e in viale Cricoli c’è il parco dell’Astichello che dovrebbe prendere forma in un arco di tempo sempre più ristretto. Non solo. Le aree costano e per ridurre le spese annue - circa 30 mila euro che cadono sotto la voce manutenzione ordinaria - l’assessorato ha addirittura pensato di istituire una specie di tassa per l’uso della piazzola di sosta nella quale vengono parcheggiate roulotte e camper. «Si tratterebbe - spiega l’assessore ai Servizi sociali Davide Piazza - di una sorta di cauzione in vista di possibili danni, senza dimenticare che proprio in questi giorni sono stati completati tre servizi igienici che sono costati circa 18 mila euro». L’assessore precisa che i soldi arrivano dalla Regione, pertanto da parte del Comune non c’è alcun esborso. Infatti anche l’edificazione del nuovo campo dovrebbe avvenire pressoché a costo zero, sempre per una legge regionale che prevede la costruzione di aree per i nomadi. Insomma, i mesi passano, l’emergenza resta e all’orizzonte non si vedono grosse soluzioni. «La questione è complessa - incalza l’assessore Piazza - ma è un problema che non riguarda solo il mio assessorato, ma anche quelli alla sicurezza e all’urbanistica con i quali in passato erano stati presi accordi ben precisi...». E qui qualche polemica non manca. «L’assessore Franzina di fatto doveva reperire un’area, che però non è ancora stata trovata. E questo ci pone anche problemi organizzativi, il nuovo regolamento sui campi è stato approvato solo dalla giunta e non ha ancora avuto il via libera dal Consiglio. Non solo, non è possibile aspettare ancora: i Rom e i Sinti, ai quali appartengono le famiglie del Vicentino, sono sempre di più. Non possiamo far altro che monitorare la popolazione per evitare sovraffollamenti e applicare multe alla famiglie inadempienti nei pagamenti. Ma non è più sufficiente, bisogna decidere una volta per tutte e, soprattutto, rimboccarsi le maniche. Senza dimenticare tutta la questione minori, che seguiamo a parte obbligandoli ad andare a scuola», ribadisce Piazza. Insomma, serve terra e in fretta, ma da palazzo Trissino l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Franzina sembra meno allarmato e avanza anche altre ipotesi. «Innanzitutto i fondi regionali si possono richiedere ogni anno. E poi la questione non è di facile valutazione: serve veramente un campo unico dove sistemare 50-60 famiglie? Secondo alcuni studi recenti - ribadisce l’assessore - le soluzioni che funzionano meglio e che si inseriscono nel tessuto sociale sono quelle più piccole. Basta pensare a Ca’ Balbi dove le famiglie ormai si sono integrate con il resto della popolazione». Meglio dividerli quindi? «È da valutare attentamente, del resto - prosegue Franzina - credo che un’area grande abbia un impatto sociale notevole rispetto a piccole microaree. Ne stiamo discutendo, non abbiamo assolutamente accantonato il problema...». Visione diverse per una questione che si trascina da anni e anni? Evidentemente, sì anche perché l’assessore Piazza si ritrova questa patata bollente tra le mani da troppo tempo e vorrebbe disfarsene con una soluzione che cerchi di mettere d’accordo tutti. «Non vogliamo far calare decisioni dall’alto - sostiene - ma qualche provvedimento deve essere preso, non possiamo continuare in questo modo. Anche alla luce di quanto accaduto in via Nicolosi, dove il Comune ha vinto il ricorso al Tar e sono state abbattute le opere costruite abusivamente - piazzole e servizi - visto che la destinazione del terreno era solamente agricola, come avevamo sempre sostenuto davanti ai proprietari».
Pomari, alloggi supervalutati Fabris (Udeur) attacca l’Inail Il presidente dei senatori Udeur, Mauro Fabris, ha presentato un’ interrogazione urgente al ministri dell'economia e delle finanze, Siniscalco, e del lavoro e delle politiche sociali, Maroni, sulle privatizzazioni di immobili degli enti pubblici a Vicenza. La cartolarizzazione degli immobili attraverso la Scip, la società appositamente costituita per l'alienazione degli appartamenti originariamente di proprietà dell’Inail, e l’avvio della seconda fase della cartolarizzazione denominata Scip 2, ha creato molta inquietudine tra numerosissime famiglie del quartiere Pomari-San Lazzaro di Vicenza. In particolare, duecentodieci nuclei familiari delle forze di polizia rischiano oggi di dover acquistare una casa ad un prezzo eccessivo rispetto a quello reale, vedendo vanificata ogni possibilità di esercitare concretamente un diritto di prelazione ovvero un diritto di opzione all’acquisto riconosciuti legittimamente. Gli appartamenti del quartiere Pomari di Vicenza hanno - secondo valutazioni effettuate per conto del difensore civico del Veneto - un valore non superiore a 900 euro al metro quadrato, a fronte dei 1400 euro descritti nelle valutazioni medie di Scip2. In particolare, il costo dell’acquisto di un appartamento originariamente di proprietà dell’Inail risulta obiettivamente superiore a quello praticato per appartamenti originariamente di proprietà di diversi enti previdenziali quali ad esempio l’Enpals o l’Inpdap. Fabris chiede quindi al Governo di rivedere al ribasso le stime degli appartamenti - almeno uniformandole tra i vari enti proprietari - e di concedere una proroga ai diritti di opzione/prelazione per l’acquisto agli attuali occupanti, onde consentire agli attuali inquilini di accedere in tempi ragionevoli a mutui bancari per l’acquisizione degli immobili. |