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11 LUGLIO 2006
Nella festa sparisce il rondò di Gian Marco Mancassola Nella festa sparisce persino una rotatoria. È accaduto a Monte Berico, nel piazzale della Vittoria, dove il rondò delle mille polemiche è stato smontato dai tifosi festanti durante la notte dell’esultanza sfrenata, lasciando al centro del piazzale uno sconsolato mucchietto di cemento e bottiglie. È questo il fatto di cronaca più curioso e bizzarro registrato nella lunga notte mondiale di Vicenza. Una festa infinita, che secondo le stime del Comune ha portato in piazza dei Signori, davanti al maxischermo, oltre 10 mila persone bardate d’azzurro e di tricolore, e in centro, dopo le fatidiche 22.41, circa 30 mila vicentini. Strip-tease in Corso. Sono da poco passate le 23 quando capitan Fabio Cannavaro, in una delle cerimonie di premiazione più esuberanti della storia del calcio, alza al cielo la Coppa, 24 anni dopo Dino Zoff. Un minuto dopo, l’aria di Vicenza era già satura di clacson, trombe, sirene, urla, canti e inni. La colonna sonora della notte berica è una hit-parade urlata a squarcia gola, cantata con orgoglio o stonata senza ritegno. C’è l’inno di Mameli, in tutte le salse. E c’è, insistente, il po-po-po lanciato dal Pupone a S. Remo e trasformato nella marcia trionfale della torcida azzurra, in Germania come a Vicenza. Seven nation army dei White Stripes rimbomba in piazza e sotto le volte della Basilica, ma nulla riempie i polmoni come il classicissimo We are the champions dei Queen, sparato a tutto volume dal palco per la lirica allestito davanti alla Loggia del Capitaniato. In piazza delle Erbe si sfiora il delirio: i tifosi si spalmano in un tunnel umano che accoglie le auto e le moto che cercano di farsi largo. Le sbarre del parcheggio sono saltate, si entra e si esce nella più assoluta anarchia. In Corso sfilano ragazzi in mutande e giovanotte mezze nude, elettrizzate da disinvolti strip-tease estemporanei per tanti fortunati. Ladri di rotatorie. Negli ingorghi dei caroselli è rimasto impantanato anche l’assessore Claudio Cicero, che paralizzato davanti a Giardini Salvi si fa folgorare dalla chiave di lettura per spiegare la ragione di questa storica vittoria «Noi italiani ce l’abbiamo Grosso», urla a squarciagola, annunciando che la prossima rotatoria sarà intitolata agli Azzurri, «magari in via Italia Unita», fra Vicenza est e Torri di Quartesolo. Il destino, davvero cinico e baro, ha però riservato una sorpresa perfida all'assessore. Mentre Cicero, infatti, festeggia alla sua maniera il quarto titolo mondiale, migliaia di tifosi si stanno arrampicando lungo viale X Giugno, per raggiungere Monte Berico. Ci sono centinaia di auto lasciate alla meno peggio ai piedi del colle, i tifosi corrono a piedi lungo i portici. L’appuntamento è sul piazzale della Vittoria dove scorrono fiumi di birra e spumante, finché a un gruppo di scalmanati viene in mente di smontare pezzo per pezzo la rotatoria del piazzale. Vandalismo o goliardata? Considerate le vigorose polemiche sul manufatto, che secondo i detrattori avrebbe deturpato il belvedere di Vicenza, la notizia della sparizione si è trasformata nella barzelletta amministrativa del giorno. Lo stesso Cicero ha incassato il colpo gobbo minimizzando: «Hanno staccato alcuni elementi strutturali. Li riposizioneremo al loro posto». A Palazzo, però, c’è già chi, scherzando, propone di conferire la “Palladio d’oro” ai ladri di rotatorie, nuova figura mitologica da neorealismo alla vicentina. Portieri di notte. Ispirati da Gigi “saracinesca” Buffon, di cui nella notte si invocava l’immediata santificazione, 18 vigili hanno sorvegliato gli accessi al centro storico, “parando” auto e moto che tentavano di infilarsi nella zona a traffico limitato. «Tutto è filato liscio, non ci sono stati attraversamenti non autorizzati del Corso», spiega il vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza Valerio Sorrentino, che ha festeggiato con i tifosi in piazza. Duro lavoro anche per Aim, che ha schierato una squadra di 10 addetti incaricati di ripulire il centro storico dalla montagna di rifiuti abbandonati dai 30 mila festanti. Piazza dei Signori era ricoperta da uno strato di bicchieri, bottiglie, lattine e altri rifiuti. Come spiega il direttore del settore Igiene ambientale Ruggero Casolin, un team era già al lavoro a festa in corso, mentre altre squadre hanno sgobbato per due ore, fra le 6 e le 8, per asportare il grosso della sporcizia. E non è finita qui, perché questa mattina la piazza e il Corso verranno completamente lavate e ripulite per togliere gli aloni di birra e spumante lasciati sulle mattonelle. Gemelli diversi. «È andato tutto bene, è stata una bellissima festa spontanea e anche il maxischermo ha fatto la sua figura», è il commento finale dell’assessore al Turismo Pietro Magaddino, che si è goduto lo spettacolo della piazza tricolore dal balcone di sala Bernarda con il collega allo Sport Gianfranco Morsoletto. Con loro anche il difensore civico Massimo Pecori, che ha celebrato nel modo più originale il trentunesimo compleanno. «Grazie a questa straordinaria vittoria, abbiamo salvato i rapporti diplomatici: battendo Germania e Francia, non abbiamo fatto alcun torto alle nostre città gemelle, Pforzheim e Annecy».
Durante la cerimonia applausi per la vittoria della Nazionale di Lippi Alla Setaf cambia il comando E la Ederle fa festa mondiale Ieri il “duro” Kamiya ha lasciato il posto al “moderato” Helmick di Gian Maria Maselli Cambio della guardia ieri al comando della caserma Carlo Ederle, base della South europe task force (Setaf). È la 25ª volta che accade dal 1956, quando il generale Michaelis lasciò dopo un anno di servizio. Ieri è toccato al maggiore generale Jason Kamiya cedere il testimone al subentrante pari-grado Frank G. Helmick. La cerimonia si è mossa su un copione ormai collaudato, a base di tradizione e informalità. Prima Richard Weik, sergente anziano della Ederle, ha consegnato la bandiera della Setaf al generale uscente, che l’ha posta in mano al generale David McKiernan, comandante dell’esercito Usa in Europa. Questi a sua volta l’ha passata a Helmick il quale l’ha riconsegnata a Weik. Esaurito il simbolico cerimoniale è venuto il momento dei sorrisi: preso il microfono, sia Kamiya che Helmick hanno inneggiato alla vittoria degli azzurri a Berlino. Una captatio benevolentiae che avrà senz’altro scalfito i cuori delle autorità militari e civili italiane presenti (a partire dal prefetto Piero Mattei e presidenti della Provincia e del Consiglio comunale, Manuela Dal Lago e Sante Sarracco). Sono volati, da parte dei militari italiani, anche alcuni amichevoli sfottò all’indirizzo di un generale francese (che pure aveva fatto cavallerescamente le congratulazioni), seduto in prima fila tra le autorità ospiti. Poi Kamiya, etichettato come un duro, ha ammesso con una buona dose di autoironia che forse qualcuno alla Ederle sotto sotto gioiva per la sua uscita di scena. «Non dimenticherò comunque mai quello che mi hanno dato i miei uomini, tutto il personale della Ederle e i nostri amici italiani». Helmick ha ringraziato il collega per l’impegno profuso nei due anni di servizio, poi si è esibito in uno scherzo rivolto ai suoi nuovi soldati, che se ne stavano da tempo impalati sotto il sole e l’afa: ha fatto dare più volte l’attenti-riposo, apparentemente senza motivo. Dopo un attimo di perplessità i soldati hanno mangiato la foglia e uno dei capiplotone si è sciolto in un sorriso gesticolando all’indirizzo del generale, incoraggiato dalle risate del pubblico yankee che ha gradito, come sempre, il momento di informalità. Quest’ultima è una caratteristica classica delle forze armate Usa (notoriamente meno “paludate” di quelle del Vecchio continente) e della società americana in genere: all’operatività vengono associate sempre schiettezza e una certa forma di goliardia, considerati ingredienti fondamentali per “fare team”. Di questo spirito ha voluto farsi manifestamente interprete il nuovo comandante della Setaf, texano di Houston, che ha fama di essere uomo di relazioni. Una caratteristica che tornerà utile agli americani in un momento in cui in città non tira un’aria esattamente distesa, per le note vicende. Ecco quindi lo stesso Helmick affermare: «Sono contento di essere tornato a Vicenza dopo 15 anni. Sono qui per rinverdire quelle relazioni interpersonali così importanti per i rapporti tra le forze armate italiane e americane e per le nostre nazioni». Helmick, in passato assistente del vice segretario della Difesa a Washington, era già stato alla Ederle dal 1986 al 1989 in qualità di ufficiale addetto alle operazioni ed addestramento e successivamente come aiutante maggiore del 3° battaglione del 325° reggimento paracadutisti, partecipando ad esercitazioni congiunte e gemellaggi con reparti delle truppe alpine e dei parà italiani. A Vicenza farà tandem con il capo di Stato Maggiore Gordon Davis (46enne appassionato di triathlon, con moglie di origine leonicena, ottima padronanza della lingua italiana e anche lui appassionato dei nostri alpini). Sarà questa coppia, di nuovo alla Ederle, a dover giocoforza inaugurare una nuova era nei rapporti con l’habitat berico.
Poche le cattedre, insegnanti furiosi “Gilda” contro i “buchi”delle classi Ridotte le immissioni in ruolo dei docenti. Il sindacato: «Il provvedimento è una presa in giro» di Anna Madron Il numero delle immissioni in ruolo rispetto ai posti disponibili «è una presa in giro». Così si esprime la Gilda, il sindacato degli insegnanti che dà i numeri delle assunzioni nelle province del Veneto. Saranno infatti appena 1.597 gli insegnanti immessi in ruolo nelle province del Veneto entro il 31 luglio a fronte dei 5.043 posti disponibili. Una differenza di 3.446 cattedre che rimarranno vuote e saranno destinate alla girandola delle supplenze annuali. Per il Coordinamento della Gilda degli insegnanti del Veneto, riunitosi il 29 giugno scorso, «le quote previste nella regione sono del tutto insufficienti a garantire stabilità di organici, certezza di programmazione per le scuole e di conseguenza un accettabile livello di qualità alla ripresa delle lezioni». «Il settore in maggior sofferenza sarà quello della scuola primaria - spiega il coordinatore regionale Gilda Francesco Bortolotto - con un buco di ben 1262 posti, ma anche negli altri ordini di scuola si propone un vistoso deficit: 790 cattedre in meno nella secondaria di 2° grado, 734 nella secondaria di 1° grado, 242 nella scuola dell'infanzia e ben 337 nel delicato ambito del sostegno». Per quanto riguarda Vicenza, nella scuola dell'infanzia a fronte di una disponibilità di 81 posti, le assunzioni saranno 26, 55 in meno del fabbisogno; nella primaria su 399 posti il contingente che entrerà in ruolo è pari a 128 insegnanti, con una differenza di 271. Stesso andamento anche nella secondaria di primo grado: alle medie su una disponibilità di 268 posti gli assunti saranno 87, 181 in meno. Seguono le superiori dove su 240 posti i prof assunti saranno 74, mentre 166 resteranno vacanti. Infine il sostegno, con 36 immessi in ruolo a fronte di una disponibilità di 113 posti. «È evidente l'insoddisfazione degli insegnanti veneti che avevano sperato in una chiara inversione di tendenza dopo le dichiarazioni programmatiche del nuovo ministro Fioroni - prosegue Bortolotto - ma che vedono confermate solo le immissioni in ruolo previste dal precedente governo. L'assunzione di appena un terzo di insegnanti di fronte alla necessità di coprire i quasi 5.000 posti che pensionamenti, nuove iscrizioni e mancate coperture precedenti richiedono, lascia un vuoto di ben 3.446 cattedre che saranno assegnate a supplenti, con inevitabili turnazioni di docenti, un altrettanto inevitabile aumento del numero di precari nella regione e la conseguente difficoltà delle scuole a programmare con sicurezza e continuità le attività didattiche per l'anno scolastico 2006/07». Il sindacato ricorda inoltre che gli insegnanti che saranno chiamati a ricoprire gran parte dei posti sono docenti che l'Amministrazione ha appena licenziato e che verranno riassunti a settembre, come accade ormai da anni. «Chiediamo - riprende il coordinatore Gilda - l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti disponibili; la revisione delle graduatorie permanenti con l'esclusione dei docenti già titolari di un contratto a tempo indeterminato; l'attribuzione agli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti anche degli spezzoni di durata annuale inferiori alle 7 ore; la revisione delle norme relative alla supervalutazione del punteggio per il servizio in scuole di montagna, piccole isole e scuole carcerarie e infine la riduzione del punteggio massimo attribuibile agli altri titoli». Questo per garantire, conclude la Gilda, «insegnanti stabili che assicurino sicurezza e continuità didattica agli studenti, una maggiore qualità della scuola statale, una migliore qualità per la vita dei docenti e, non ultima, una indispensabile dignità professionale».
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