«Indulto, mancano i progetti»
La Commissione rimanda a settembre i piani a lungo termine
di M. Elena Bonacini
«L’indulto è stato fatto in modo frettoloso e non abbiamo piani a medio-lungo termine. Dopo la metà di settembre, quando avremo i numeri definitivi, ci incontreremo per pianificare gli interventi di sostegno». Così l’assessore ai servizi sociali Davide Piazza descrive la situazione rilevata ieri durante la riunione della Commissione carcere, composta anche dai consiglieri comunali Livia Coppola e Vincenzo Riboni e dalle associazioni di volontariato, tra cui la Caritas, che si occupano di assistenza, che hanno incontrato i rappresentanti della struttura carceraria per fare il punto su quante persone hanno già usufruito dello sconto di pena o ne beneficeranno e sugli interventi necessari.
«Ancora - spiega Piazza - non abbiamo numeri definitivi. I dentenuti rimessi in libertà sono 97, ai quali se ne aggiungerà una ventina, e tra questi 56 sono ex tossicodipendenti e una cinquantina stranieri. Nessun clandestino è stato per ora rimpatriato, perché molti hanno anche altri provvedimenti in atto, anche se può essere che ciò accada. Al momento non possiamo quindi ancora sapere quanti saranno alla fine gli ex detenuti residenti in città perché, ad esempio, non conosciamo il numero di vicentini che uscirà dalle altre carceri. Questo primo incontro è servito per fare un quadro della situazione, ma non sono stati pianificati interventi e ne seguirà un secondo dopo il 15 di settembre, quando, cioè, i numeri saranno certi».
Il problema dell’indulto, secondo l’assessore, è proprio quello di formulare dei programmi di aiuto a medio-lungo termine.
«Il Comune - continua Piazza - era pronto per quanto riguarda gli interventi immediati, e 22 ex detenuti sono già ospitati in strutture di accoglienza, per la precisione 5 all’albergo cittadino e 17 in altri luoghi gestiti dalla Caritas o da altre associazioni. Non siamo invece preparati a realizzare piani a medio-lungo termine, perché questa legge è stata fatta in modo frettoloso e quando è stato stilato il bilancio non si era previsto che sarebbe uscito un così alto numero di persone, molto superiore al normale trend».
La questione principale non sembra però essere quella finanziaria, siccome il Governo ha già stanziato fondi per promuovere il reinserimento degli ex carcerati.
«Dallo Stato - afferma l’assessore - sono stati messi a disposizione 13 mila euro per le cooperative che s’impegneranno per l’inserimento lavorativo degli ex detenuti, e altri 30 milioni per sostenere progetti a medio-lungo termine. Il problema è proprio che adesso non ne abbiamo».
Per stilare questi piani Piazza vuole poi chiedere l’allargamento della consulta «che non comprende soggetti, come i rappresentanti della casa circondariale e il Sert, direttamente interessati alla tematica. Vorrei poi coinvolgere la Provincia, importante perché impegnata in azioni d’inserimento lavorativo, la questura e la prefettura.
A settembre, quando si potrà passare alla progettazione, sarà infatti l’occasione anche per affrontare il fenomeno della tossicodipendenza e saranno invitati poi anche i rappresentanti del carcere di Verona».