Via Nicolosi, ordinato lo sgombero
Devono andarsene anche i camper
Un sopralluogo a sorpresa dei vigili avrebbe fornito le prove dell’emergenza igienico sanitaria alla base della decisione
Per questo il sindaco ha firmato il documento per la rimozione di «ogni cosa o veicolo che possa fungere da abitazione»
di Federico Ballardin
Da via Nicolosi devono andarsene anche camper, furgoni, auto e tutti quei mezzi che possono essere utilizzati come dimora improvvisata. L’ordinanza urgente per motivi igiene e sanità è stata firmata dal sindaco martedì e notificata ieri pomeriggio al proprietario del terreno, il nomade di etnia rom Ibraim Halilovic.
La vicenda si trascina ormai da più di sei anni, da allora i residenti della zona si lamentano delle precarie condizioni igieniche in cui vivono i nomadi nel terreno regolarmente acquistato in Nicolosi 257. Tra loro vi sono numerosi bambini.
In questo terreno venivano in passato sono state edificate baracche, tettoie o ripari di fortuna con cui i nomadi si proteggevano dal freddo. Abusi edilizi che il Comune ha combattuto con ordinanze di abbattimento. Poi sono iniziati ad arrivare camper e furgoni e qui per il Comune la faccenda si è complicata dal punto di vista giuridico.
Con l’ultima ordinanza firmata martedì inizia dunque una nuova strategia da parte dell’amministrazione per rimuovere quello che è considerato un campo nomadi abusivo: «Non è accettabile che nel 2006 dei bambini siano costretti a vivere in queste condizioni: senza bagno, riscaldamento e un tetto - spiega il vicesindaco Valerio Sorrentino -. Il sopralluogo che ho effettuato con i vigili urbani ha dimostrato le precarie condizioni igieniche del luogo».
L’ultima mossa giocata dall’assessore alla sicurezza è proprio il sopralluogo a sorpresa, effettuato il 1° settembre, che ha consentito di reperire prove e fotografie che secondo il Comune sono sufficienti a giustificare l’ordinanza. Quelle due paginette di fatto impediscono ai nomadi che stazionano nel terreno di utilizzare qualsiasi mezzo per dormire. Il blitz era scatato alle 7,20 del primo settembre e durante la ricognizione sono stati trovati teli di vario genere stesi sul terreno, numerosi escrementi presumibilmente umani accanto ai sei veicoli parcheggiati.
I vigili hanno trovato anche una piattaforma di legno rialzata con numerose coperte circondata da rifiuti, una bombola a gas collegata ad un fornello con pentole e cibo avanzato, un braciere e una lamiera usata per accendere il fuoco. Inoltre è stato trovato individuato un pozzo artesiano artigianale che i nomadi hanno realizzato per potersi procurare dell’acqua (non è chairo se sia potabile). Il pozzo non sarebbe a norma in quanto l’acqua scorre continuamente senza poter essere bloccata. Infine sono state identificate anche 15 persone tra le quali sei minori di due, quattro, sette, undici, dodici e quattordici anni.
«La situazione igienica non è sostenibile, l’ho visto con i miei occhi - continua Sorrentino - l’intervento del sindaco come autorità competente a vigilare sulla salute dei cittadini era doveroso».
C’è da chiedersi però che fine faranno i nomadi che da sempre vanno dicendo di non avere soluzioni alternative non avendo la possibilità di comprare una casa.
«Ai bambini ci penseranno i servizi sociali - spiega il vicesindaco - perchè il Comune non abbandona nessuno sulla strada. Per gli adulti, se faranno domanda, troveremo una collocazione all’albergo cittadino fornendo vitto e alloggio».