«Il Dal Molin agli Usa? Non è uno scandalo»
Feltri: «Scandalizzarsi è un pretesto degli antiamericani»
di Matteo Marcolin
- Direttore Feltri, come nasce questo rapporto con il conte Giannino Marzotto?
«Penso che tra noi ci sia un denominatore comune: non si può definire fede ma passione, simpatia e adesione per il liberalismo. Marzotto effettivamente è un autentico liberale che ha un passato e un presente importanti. Il libro che ha scritto è un diario di vita intensa che tutti avremmo voluto vivere; in più Marzotto mostra l'aspetto migliore e raro del capitalismo italiano».
- Il conte Marzotto è stato criticato da più esponenti per quel milione di euro donato prima delle elezioni a Forza Italia...
«Non vedo per quale motivo lo si debba criticare: io penso che ciascuno dei propri soldi ne fa quello che gli pare; questo è uno dei principi basilari del liberalismo. E comunque se la stessa cifra fosse stata donata al centrosinistra l’avrebbero beatificato in piazza, l’avrebbero fatto “santo subito”, come si dice. Questo dimostra come certe argomentazioni siano faziose e fasulle».
- Quell’episodio fece il giro d’Italia così come la protesta del centrodestra sceso in piazza poche settimane fa a Vicenza contro la Finanziaria. Già prima delle elezioni politiche c’era stato in città un accesso dibattito a distanza tra Berlusconi e Prodi in occasione di un’assemblea organizzata da Confindustria.
«Penso che la fama di Vicenza quale centro della protesta a questa finanziaria abbia origine da quell’episodio. In realtà la protesta è vibrante in questa fase in ogni città in cui c’è una concentrazione di imprenditori piccoli o grandi. Credo comunque che tutta l’Italia che paga le tasse non sia molto contenta di vedere inasprita la pressione fiscale».
- Su Libero avete scritto nei giorni scorsi che da adesso vengono tassati pure… i ladri.
«È vero, abbiamo scoperto anche questa cosa molto buffa: se ci sono un ladro condannato per un furto e il relativo bottino, di cui non si conosce il legittimo proprietario, lo Stato può intervenire rivalendosi sui frutti del reato, tassandoli. Questo fatto ha degli aspetti comici in quanto da un lato il bottino non viene restituito al legittimo proprietario in quanto non rintracciabile e dall'altro lo Stato si appropria di una parte del frutto del reato. Di conseguenza non è paradossale neanche dire che lo Stato, in casi come questo, si rende complice non nel furto ma nella spartizione del bottino».
- L’ennesima scelta criticata di questo Governo: dalle sue parole emerge chiaramente l’ironia di chi pensa che Prodi abbia le ore contate. Non è così?
«Prodi è in difficoltà ma questo non significa che non continuerà a governare. In realtà non penso neanche che possa avere una vita sufficientemente lunga per arrivare al termine della legislatura. Credo che se Prodi dovesse cadere si tenterà di risolvere tutto con un pastrocchio tipicamente italiano. Comunque sempre meglio un Governo tecnico pasticciato piuttosto di un Prodi che si avvale soprattutto della sinistra massimalista».
- A Vicenza fa molto discutere anche un altro problema relativo alla gestione del caso Dal Molin, l'aeroporto civile che potrebbe essere utilizzato per la costruzione di un'altra base americana.
«Ho seguito la questione e anche il mio giornale l’ha fatto. Trovo che queste polemiche non abbiamo ragion d’essere perché non costituisce scandalo che un aeroporto sia destinato agli americani e a funzioni di tipo militare. Trasformare tutto in uno scandalo è pretestuoso e finalizzato a fare dell’antiamericanismo da quattro soldi; come sempre avviene quando ci sono gli Stati Uniti di mezzo si critica senza delle motivazioni profonde e sufficienti a spiegare un'animosità che proviene specialmente della sinistra».
- Infine una battuta sul caso di Farina (vicedirettore di Libero indagato per i presunti coinvolgimenti con il Sismi, dove era conosciuto come “fonte Betulla”, presente ieri a Trissino a fianco di Feltri): c’è chi ha puntato il dito anche contro il suo quotidiano.
«Sul nostro giornale non sono mai apparsi degli articoli che non fossero di pura informazione, specialmente quelli firmati da Renato Farina che è un grande giornalista e una persona perbene. Se ha dato una mano al Sismi per liberare un paio di ostaggi rapiti in Iraq non credo che abbia commesso una scorrettezza ma gli andrebbe attribuita una medaglia. Questo è un Paese comico che invece di riconoscere i meriti li trasforma in accuse assurde e prive di qualsiasi fondamento».
(mat. marc.) È stato presentato ieri a Villa Trissino “Così è o mi parve”, il libro di Giannino Marzotto edito da Fucina che ripercorre la storia e le vicende della celebre famiglia vicentina.
La presentazione del testo è stata affidata a Vittorio Feltri, direttore del quotidiano “Libero”, autore della prefazione, intervistato qui a fianco. All’appuntamento erano presenti circa 200 invitati, tra parenti e amici dell’autore oltre a un consistente numero di giornalisti: si sono viste le telecamere di Rai Uno con Luisa e Lucia Nardelli inviate de “La Vita in diretta” e pure quelle di Studio Aperto, oltre a molte tv regionali.
Al pranzo che ha preceduto la presentazione, tenutosi negli splendidi saloni della villa, non sono mancati amministratori locali, politici (come, per esempio, la senatrice di Forza Italia Elisabetta Casellati), ma anche personaggi del mondo dello spettacolo come Alessia Fabiani o la modella Natalie Kriz. Da segnalare anche la presenza di Matteo Marzotto che non ha voluto mancare a questa occasione.