Pdci spaccato, una scissione “junior”
taglia del 20 per cento gli iscritti in città
Se ne va il segretario della sezione Palma e si porta dietro una dozzina di tesserati
di Gian Maria Maselli
Conservare identità e simbologia di partito, oppure “guardare oltre il recinto”. E poi: sezioni di partito “contro” società civile auto-organizzata.
È su queste differenze di vedute che si è consumato il divorzio vicentino all’interno del Partito dei comunisti italiani. Si è infatti dimesso, addirittura restituendo la tessera “assieme al 20% dei 60 iscritti della sezione cittadina”, Marco Palma, da ieri ex segretario del Pdci vicentino, nel quale era arrivato qualche anno fa, proveniente dagli juniores Ds.
La politica cittadina perde così il suo più giovane segretario di partito, anche se Palma annuncia che continuerà il proprio impegno, ma al di fuori dei partiti tradizionali.
Ventitrè anni, studente di sociologia al secondo anno di specializzazione, Palma motiva così la propria scelta di uscire dal Pdci: «La direzione provinciale era arroccata sull’identitarismo, sulla conservazione del simbolo e del nome. Noi invece consideravamo più importanti i contenuti (reale rappresentanza dei cittadini, cooperazione internazionale, modello di sviluppo economico, estensione della tutela dei diritti dei lavoratori, difesa del suolo e dell’ambiente) capaci di creare una nuova prospettiva politica a Vicenza. Pensavamo ad un nuovo soggetto, capace di rappresentare anche i cittadini che per ora non si sentono rappresentati dai partiti così come essi sono oggi strutturati. Si è visto ad esempio nella vicenda Dal Molin che la società civile vicentina si è auto-organizzata, non rivolgendosi ad alcun partito. E questo conferma lo scollamento tra partiti e cittadini. C’è chi pensa che i partiti si debbano evolvere assieme alla società, e chi invece antepone a tutto la propria identità».
E infatti, la visione di Palma si è progressivamente scontrata con la linea del Direttivo provinciale, riassunta dal segretario provinciale Giorgio Langella: «È noto che la posizione ufficiale del partito a livello nazionale è quella della confederazione della sinistra, un soggetto che veda confluire i partiti della sinistra più popolare, conservando però ognuno i propri simboli e la propria identità. Se Palma era entrato nel partito per creare un superamento del partito stesso, il suo distacco è una logica conseguenza».
«Palma - replica Langella - dice che con lui se ne va la parte giovane e attiva del partito. Io credo invece che il Pdci a Vicenza abbia persone anche più giovani da proporre. E poi, se un giovane non rispetta le gerarchie e le direttive, non ho problemi a richiamarlo all’ordine. Il Pdci a Vicenza ora proseguirà nella sua opera di radicamento sul territorio. Alla sezione cittadina esistente se ne affiancheranno altre tre. Ognuna avrà un segretario e tutte saranno coordinate da una figura che il Direttivo si incaricherà di eleggere con votazioni sezione per sezione». E solo il tempo dirà qual è la formula giusta nella grande caccia alla rappresentanza della società civile.