|
13 MARZO 2005 dal Giornale di Vicenza
Studenti contro le antenne in città Ma lo sciopero coinvolge solo i liceali
Adesioni differenti da istituto a istituto per la
manifestazione organizzata ieri dal Coordinamento di Anna Madron Le onde elettromagnetiche dividono gli studenti. Lo sciopero indetto dai ragazzi del Coordinamento contro l’elettrosmog ha infatti raccolto consensi a metà. Alta l’adesione nei licei, decisamente contenuta nei tecnici e nei professionali dove la protesta non ha sortito grandi risultati. È il caso del Fusinieri, scuola in cui nessuno tra gli allievi, riferiscono in segreteria, ha incrociato le braccia, o del Rossi dove la mobilitazione viene liquidata dal vicepreside Donato Vodola come “irrilevante”. Scarso entusiasmo anche al Montagna, nonostante nell’istituto professionale di viale Astichello più di qualcuno ieri mattina mancasse all’appello. Ben diversi, invece, i numeri nei due licei del centro storico: al Pigafetta hanno scioperato 480 alunni su 800, mentre nel vicino Lioy 530 su 760. “Anomalo”, così lo definiscono gli organizzatori della manifestazione, il caso del Fogazzaro che ha registrato 205 ragazzi assenti su 1300. «Strano - spiega Nicolò Veludo, alunno del Quadri e rappresentante del Coordinamento studenti - perché proprio il Fogazzaro è una di quelle scuole, insieme a Lioy e Pigafetta, che si ritrova a fare i conti con le onde elettromagnetiche, dal momento che a poche decine di metri è stata installata un’antenna per la telefonia mobile. Ci aspettavamo di conseguenza una maggiore sensibilità da parte degli studenti che invece hanno snobbato questa nostra presa di posizione». Diverso, invece, l’atteggiamento del preside dell’istituto di contrà Burci, Pietro Pasetto, che «ha mostrato di condividere le nostre preoccupazioni e lo spirito dell’iniziativa» . A lui, come ai dirgenti del Pigafetta Giorgio Corà e del Lioy Maria Berlato, i ragazzi hanno consegnato una lettera in cui spiegano le motivazioni dello sciopero e l’esigenza di coinvolgere la cittadinanza in un dibattito più approfondito sul tema dell’inquinamento da onde magnetiche. A cui i giovani ieri hanno detto stop, così come si leggeva sugli striscioni che aprivano il corteo che ha percorso le via del centro, passando davanti a palazzo Trissino, sede del Comune, «colpevole di non regolamentare l’installazione delle antenne, pericolose per le radiazioni che emanano». E a chi, anche tra i passanti, faceva osservare che i teen agers sono i primi ad usare in maniera selvaggia i telefonini, loro rispondono che «non è il cellulare che va messo al bando, quanto le antenne piazzate nei centri abitati e magari a due passi da scuole o asili. Senza contare che esistono tecnologie a minor impatto ambientale che utilizzano le fibre ottiche, certo più costose, ma assai meno dannose per la salute». Insomma non è il telefonino che va spento, ma sono le antenne che vanno regolamentate. Questo il messaggio lanciato da chi ieri ha scelto di non entrare in classe per partecipare ad una manifestazione “blindatissima”, come la definiscono gli stessi organizzatori, con tanto di decine di poliziotti con la visiera calata sul naso, pronti ad intervenire in caso di disordini. «Un clima pesante - concludono i ragazzi - per un corteo che si è limitato a sfilare e a lanciare, in segno di protesta, qualche fuoco d’artificio in direzione delle antenne incriminate». Dal Gazzettino 13/03/05:
STUDENTI Manifestazione di protesta Qualche centinaio di studenti per dire no al proliferare di antenne per videofonini sui tetti della città. Il Coordinamento Studentesco ha organizzato ieri una manifestazione che dal piazzale della stazione ferroviaria si è snodata lungo Corso Palladio e Corso Fogazzaro, per arrivare a Piazza San Lorenzo. "Basta antenne", "La nostra salute non si tocca", "Stop all'elettrosmog": al grido di questi slogan i giovani manifestanti sono scesi in piazza per far riflettere l'intera cittadinanza su quello che sembra rappresentare sempre più una minaccia per la salute dei cittadini. Un corteo innocuo che, tuttavia, fanno notare gli studenti, ha visto un eccezionale spiegamento di forze dell'ordine in tenuta antisommossa, per nulla adeguato non solo alle dimensioni della manifestazione ma anche ai valori che l'hanno ispirata. «Non siamo contro i telefoni cellulari», si legge su un comunicato del coordinamento, «chiediamo semplicemente che queste installazioni rispettino l'impatto ambientale e la salute dei cittadini attraverso la ricerca di siti alternativi, ma soprattutto di soluzioni alternative meno dannose. Vogliamo denunciare il business delle antenne sui palazzi, ossia il fatto che i gestori di telefonia pagano 20mila euro all'anno i proprietari della casa su cui viene installata l'antenna, grazie alla complicità dell'amministrazione comunale di Vicenza che permette queste installazioni selvagge». Gli studenti hanno consegnato ai presidi dell'istituto Fogazzaro, del Pigafetta e del Lioy una lettera per mettere a conoscenza i dirigenti scolastici e il corpo docenti, del costante pericolo a cui gli studenti di queste scuole sarebbero sottoposti: «A 10 metri dal Pigafetta e dal Lioy c'è un'antenna, come pure in Contrà Burci, proprio dietro al Fogazzaro. Senza contare poi le antenne a Campedello e nel quartiere di San Pio X». Proprio in circoscrizione 3, lo scorso giovedì sera, il coordinamento studentesco ha organizzato un'assemblea pubblica, lanciando il sassolino della discussione sul tema dell'inquinamento elettromagnetico. L'idea è quella di coinvolgere tutti i cittadini in un percorso comune e battersi per regolamentare l'installazione delle antenne in città.Laura Pilastro
Riunione ieri in Circoscrizione 7 per il progetto della società Wisco che vuole trattare rifiuti liquidi speciali dentro l’Arsenale Ferrovieri: «Mobilitarsi contro l’impianto» Il centrosinistra: «Non si abbassi la guardia. Decisiva sarà la decisione della Regione» di Maria Elena Bonacini Arsenale: «serve un comitato» . A sollecitarlo sono i rappresentanti del centrosinistra che ieri mattina si sono ritrovati al centro civico dei Ferrovieri per spiegare ai cittadini, una trentina, l’attuale situazione relativa alla realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti speciali liquidi nell’arsenale delle Ferrovie, progetto della ditta Wisco contro il quale giovedì s’è espresso all’unanimità il consiglio comunale. Tanti gli ospiti alla corte di Antonio Lago, il candidato presidente in Circoscrizione 7 per il centrosinistra che ha organizzato l’incontro. C’erano il segretario dei Ds Luca Balzi, i suoi omologhi di Sdi e Italia dei Valori Ennio Tosetto e Luciano Parolin, la segretaria provinciale dei Ds Daniela Sbrollini, i consiglieri comunali Marino Quaresimin (Margherita), Ciro Asproso (Verdi) e Gianni Rolando (Ds), i consiglieri regionali Achille Variati (Margherita) e Claudio Rizzato (Ds), e il presidente di Vicenza Capoluogo Andrea Pelosi. «Il progetto - spiega Asproso - è fatto bene ma sottovaluta la portata degli inquinanti. Si è infatti parlato di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi dicendo che non ci saranno quelli tossici nocivi. Di fatto, però, questa categoria non esiste più e i rifiuti che vi rientravano sono diventati semplicemente “speciali”. È inoltre possibile, come già accaduto, che un errore umano possa innescare incidenti che creerebbero grossi problemi in un centro abitato. Bisogna quindi agire su più fronti, spingendo l’Amministrazione ad un’azione di lobby politica e sul territorio con un comitato e una raccolta di firme». «Ora - continua Variati - la palla passa alla Regione per la valutazione d’impatto ambientale (Via) ed in questa sede sono già successe brutte cose. Il parere del Comune non ha infatti eliminato il problema, ma la questione è aperta e per questo io e Rizzato abbiamo presentato un atto ispettivo urgente a risposta immediata». «Martedì - afferma Sbrollini - proporremo un incontro tra Comune e Provincia al quale partecipino gli assessori all’ambiente e speriamo che il sindaco e la presidente possano stabilire un piano d’azione. Se manca questa regia la Regione può infatti fare quello che vuole». Posizioni appoggiate da Lago che auspica «la nascita di un comitato non politico per portare la battaglia parallelamente nel territorio e negli enti locali competenti». Recoaro/2. Impegnati 3 mila euro Antenna, il Comune resiste al ricorso al Tar promosso dal comitato ( m. sc. ) Tra sindaco e comitato lo scontro continua. Il primo cittadino Franco Viero è pronto a resistere al Tar contro il ricorso promosso dal Comitato Griffani e dal Comitato Genitori dell'istituto comprensivo. I comitati che si battono per non vedere installato il ripetitore vicino alle scuole avevano presentato, a metà febbraio, ricorso al Tar del Veneto contro il Comune, segnalando la mancata applicazione del regolamento comunale in materia di telefonia e l'assenza di un permesso di costruire che autorizzi l'installazione dell'antenna. Ora replica la giunta, che impegna 3 mila euro per autorizzare il sindaco a resistere in giudizio contro i comitati. È questa l'ennesima pagina giudiziaria della vicenda. La prima, nell'estate 2004, quando la ditta H3g ricorse al Tar contro il Comune, che si opponeva all'installazione. In quell'occasione l'amministrazione non si presentò in tribunale e l'H3g vinse la causa. Le minoranze ed il comitato chiesero di ricorrere al Consiglio di Stato, ma l'amministrazione si oppose giudicando quella strada “giuridicamente non percorribile”. Allora il comitato imboccò da solo la strada che restava, ovvero il ricorso al Tar contro il Comune. Intanto il cantiere è sotto sequestro preventivo della magistratura per presunto abuso edilizio. |