13 NOVEMBRE 2005

dal Giornale di Vicenza

«Il carcere è sempre meno “sicuro”»
«Il 60, 5 per cento delle abitazioni del nuovo Piano casa è a rischio»

L’on. Trupia (Ds) ha incontrato i lavoratori: monitor fuori uso e mancano gli impianti antintrusione
«Il carcere è sempre meno “sicuro”»

(c. r.) Il carcere di Vicenza sempre meno sicuro è ancora nel “mirino” dei politici. L’on. dei Ds, Lalla Trupia ha incontrato, a S.Pio X, i delegati sindacali interni della Cgil e ha avuto modo di discutere con loro la situazione occupazionale degli operatori che lavorano all’interno della struttura in via Della Scola. «Purtroppo - fa sapere in una nota l’on. diessino - ho potuto constatare come le condizioni non siano delle migliori, a partire dalle problematiche relative alla sicurezza sul luogo di lavoro. Il carcere, infatti, soffre di evidenti problemi strutturali legati principalmente al fatto che gli impianti di antiscavalcamento ed antintrusione sono fuori uso. Mancano strumenti adeguati di comunicazione interna tra il personale, per esempio le radio ricetrasmittenti e da tempo si evidenzia in sala regia che i monitor non funzionano: tutti aspetti che comportano reali difficoltà nel quotidiano esercizio della sorveglianza». Ma non è finita, nella lista si aggiunge un altro problema. «Le postazioni delle sentinelle non hanno alcun riparo per la pioggia - prosegue la parlamentare. Si è fatto notare come spesso esistono progetti scritti di rinnovamento, ma purtroppo la mancanza di fondi adeguati destinati alla struttura, non permettono la loro realizzazione. Nei prossimi giorni l'on. Trupia, sottoporrà il caso vicentino all'attenzione del Governo con un’interpellanza parlamentare, «mi auguro possa rappresentare un primo passo verso la soluzione delle problematiche esistenti», ha concluso.


La replica del Sunia al progetto presentato dall’assessore Davide Piazza
«Il 60, 5 per cento delle abitazioni del nuovo Piano casa è a rischio»

Il Sunia interviene con una nota sul piano triennale sulla casa 2005-2007 dell’assessorato alla Casa guidato da Davide Piazza. «Apprezziamo che l’Amministrazione comunale abbia accettato le nostre richieste di non limitare l’azione comunale sulla casa alla sola emergenza. Però il piano ci sembra inadeguato in sé e soprattutto rispetto la situazione di crisi abitativa - dice l’associazione -. È inadeguato perché su 580 residenze previste, le novità sono ridotte e labili, soprattutto in tre situazioni: 105 alloggi nel Piruea Pomari a rischio di annullamento da parte del Tar, 116 appartamenti nel Peep di Laghetto fermo da 15 anni e chissà per quanti altri ancora: 130 abitazioni scritte nei Piruea approvati in fretta e furia dalla giunta per i quali ci sono forti dubbi circa l’adozione da parte del Consiglio comunale. Sono dunque di 351 dimore incerte pari al 60,5% del piano. Con questi interrogativi un piano non si fonda ma si affonda. Vi sono poi gli esiti di decisioni del 2002 scritte come se fossero nuove e che non dovrebbero entrare in un programma per il futuro: si tratta di 89 abitazioni pari al 15,3% dell’intero piano». «Oltre 900 concittadini sono inseriti nella graduatoria per un alloggio pubblico a canone sociale - osserva il Sunia -. Un Comune sensibile ai bisogni fondamentali delle famiglie in difficoltà (e la casa è tale) avrebbe dovuto scegliere soprattutto loro. Invece non è così». «Delle 580 abitazioni scritte nel piano solo 136 sono per queste persone: 23,5%. Il residuo 76,5% cioè la gran parte del piano riguarda soluzioni non praticabili dai 900 della graduatoria, o dalla maggior quota di essi. Tralasciando il futuribile, cioè le 130 abitazioni scritte nei Piruea, troviamo riportati 211 alloggi per la vendita (36,4%) 103 indicati a canone convenzionato (17,8%) un canone inferiore a quello di mercato ma difficilmente raggiungibile dalla maggior parte dei 900».