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14 FEBBRAIO 2006 dal Giornale di Vicenza
Ufficiale investe 5 colleghi alla Chinotto
L’incidente ieri alle 10,30 durante le lezioni di guida del programma Coespu. Feriti in modo lieve militari kenyoti, giordani e senegalesi (d. n.) Il piede, stretto nello stivaletto, è scivolato sul pedale della frizione e non è più riuscito a controllare la jeep che stava guidando nella lezione di scuola guida. Così è piombato sui suoi colleghi in fila che attendevano il loro turno per mettersi al volante e ne ha investiti cinque, fermando la corsa sul basamento del monumento dei carabinieri. È accaduto ieri mattina alla caserma Chinotto, dove un ufficiale straniero, a Vicenza per seguire il corso del Coespu, ha travolto cinque militari provenienti da Africa e Medio Oriente. Nella struttura di via Medici nelle scorse settimane è iniziato il secondo corso del Centro operativo europeo per le politiche di stabilità, che di fatto mira a formare ufficali e sottufficiali provenienti da paesi di tutto il mondo. L’obiettivo è quello di addestrarli alla polizia militare sul modello dei carabinieri italiani e fare in modo che possano gestire liberamente situazioni di pericolo dove operano. Il primo corso, chiuso il 7 dicembre, aveva visto la partecipazione di 29 colonnelli e generali provenienti da Africa e Asia ai quali era stato consegnato un diploma alla presenza del ministro della Difesa Antonio Martino e del comandante generale dell’Arma Luciano Gottardo. Il secondo corso - con la supervisione dell’Onu - è destinato invece ad un centinaio di ufficiali di grado inferiore provenienti da Kenya, Marocco, Senegal, Camerun, India e Giordania e si concluderà a fine febbraio. Fra le lezioni è in programma anche un corso di guida con i mezzi dei carabinieri; gli istruttori insegnano a guidare vetture, jeep e camion in situazioni di rischio. La pista è allestita nel piazzale della Chinotto. La lezione fa parte di una serie di test per sondare la preparazione degli ufficiali che in futuro dovranno essere impiegati nelle missioni di pace all’estero. Verso le 10.30 un ufficiale straniero era al volante del Land Rover Defender. Per cause da accertare da parte dei carabinieri del radiomobile, intervenuti con il luogotenente Vito Ruscigno e col maresciallo Gianluca Lombardi, l’allievo avrebbe perso il controllo del mezzo che è schizzato via, puntando dritto sugli altri ufficiali che in fila aspettavano la lezione di guida. Sono stati attimi di forte tensione. La jeep, impazzita, ha centrato cinque militari nonostante il tentativo dell’istruttore di tirare il freno a mano. I feriti sono stati subito soccorsi dai colleghi e dalle ambulanze del Suem, arrivate in tre in via Medici e seguite dai carabinieri vicentini. Mentre due kenyoti, di 39 e 46 anni, e un giordano di 41 sono stati dimessi nel pomeriggio con prognosi fra i 3 e i 15 giorni, un altro kenyota di 40 e un senegalese di 31 sono rimasti al S. Bortolo in osservazione. Dai primi riscontri hanno subito lesioni e fratture giudicate guaribili fra i 25 e i 40 giorni. Dell’incidente sono stati subito avvisati i vertici dell’Arma che hanno tirato un sospiro di sollievo quando hanno appreso che nessuno dei coinvolti era grave. Sconvolto il conducente della jeep - che si è fermata sul monumento in mezzo al piazzale -, che ha spiegato imbarazzato di essere scivolato. Sul suo conto non sono stati al momento presi provvedimenti.
Il rapporto dell’Osservatorio regionale. Dietro le sbarre 277 persone, la capienza è per 136 «Carcere, il S. Pio X è sovraffollato» De Poli: «Il Veneto tra i pochi a curare i detenuti tossicodipendenti» (m. e. b.) Sovraffollamento, condizioni igienico-sanitarie, presenza di tossicodipendenti e alcoldipendenti, numero crescente di stranieri, mancanza di lavoro in carcere, difficoltà nel reinserimento sociale e lavorativo. Queste le problematiche sottolineate dall'assessore regionale alle politiche sociali Antonio De Poli illustrando ieri il rapporto sulle carceri dell'Osservatorio regionale sulla popolazione detenuta e in esecuzione penale esterna, dell’Ulss 16 di Padova. Le cifre, aggiornate al 31 gennaio scorso, sono del resto eloquenti: 2.767 detenuti vivono in spazi la cui capienza sarebbe di 1.772 persone. Una situazione che riguarda anche Vicenza dove nel carcere circondariale di S. Pio X i detenuti sono 277 a fronte di una capienza di 136, ovvero 141 persone in esubero. Situazione analoga a quella di molte altre province se si pensa che in alcune strutture il numero di carcerati supera il doppio della capienza: quello circondariale di Venezia ne ospita 230 contro 111 posti teorici, quello di Padova 218 dove dovrebbero essercene al massimo 98 e Treviso 263 in uno spazio che dovrebbe servire al massimo per 128 detenuti Su questa popolazione carceraria, poi, i detenuti dipendenti da sostanze stupefacenti sono il 30 per cento, di cui ben il 62 per cento italiani e il 2 per cento affetto da Hiv. Per far fronte a questa situazione la Regione ha stanziato, nel 2005, un milione 110 mila euro alle Ulss dei capoluoghi di provincia per attività di cura e assistenza e il funzionamento di presidi sulla tossicodipendenza nelle carceri (altri 500mila sono andati ad attività educative e sportive). «Siamo tra le pochissime Regioni in Italia - afferma infatti l’assessore - che utilizzando propri fondi riesce a garantire il diritto alla salute per i detenuti tossicodipendenti e la presenza quotidiana in ogni carcere di medici e operatori dei Sert». La criticità della situazione è testimoniata anche dalle cifre relative si suicidi, aumentati tra il 2004 e il 2005: da due, l’anno scorso si è infatti passati a sei, uno dei quali a Vicenza. Per quanto riguarda il regime di semilibertà, invece, nel Veneto al 30 giugno 2005 erano 130 i detenuti che ne usufruivano, 18 dei quali a Vicenza; mentre su 596 permessi premio concessi dal 10 gennaio 2005 al 30 giugno 2005 sono stati 19 quelli di cui hanno beneficiato i detenuti vicentini, sette dei quali ottenuti da stranieri. Nonostante le cifre dell’assessore quella delle carceri è però una questione annosa che a Vicenza è stata sollevata anche dalla polizia penitenziaria, lamentando la carenza di organico e la criticità di alcune situazioni, oltre alle precarie condizioni igieniche nelle quali si trova ad operare.
Il ritorno dell’edilizia popolare A Rozzampia 64 nuovi alloggi di Tatiana Branchi Thiene offre lavoro e nuove abitazioni. Sono stati infatti pubblicati nei giorni scorsi dal Comune due bandi relativi alla costruzione e vendita di nuovi alloggi. Uno riguarda le imprese costruttrici e l’altro i cittadini che mirano ad acquistare la casa a prezzo “popolare”. La zona residenziale sorgerà, grazie al nuovo Peep, a Rozzampia, precisamente al confine con via Rozzampia ad est, e con la linea ferroviaria Vicenza-Schio ad ovest. Saranno ricavati 64 alloggi, tra cui 20 case a schiera, 18 appartamenti bicamere e 26 miniappartamenti che verranno venduti a prezzi interessanti Il terreno viene infatti venduto dal comune. La frazione di Rozzampia, oltre ad essere distante solo un paio di chilometri dalla città, risulta ben servita con scuola elementare, materna, chiesa parrocchiale e negozi. Al termine dei lavori del sottopasso ciclopedonale sulla Nuova Gasparona sarà ancor più comodo e sicuro raggiungere il centro. Un progetto importante sia per le imprese costruttrici, sia per i potenziali acquirenti finali e, comunque, utile a soddisfare la domanda di abitazioni ad un prezzo contenuto. Per partecipare ai bandi, le imprese ed i cittadini interessati dovranno consegnare, o spedire a mezzo raccomandata, entro il 10 marzo prossimo all’ufficio protocollo del Comune i moduli compilati delle domande, già disponibili all’ufficio contratti o sul sito internet all’indirizzo "www.comune.thiene.vi.it". «La nuova zona Peep -si precisa all’ufficio urbanistica- va ad aggiungersi a quella realizzata nei primi anni Novanta proprio a Rozzampia, in attuazione del piano del 1974. Per quanto riguarda le imprese, il nuovo progetto si presenta, però, decisamente più semplificato dal punto di vista burocratico. Sono infatti già disponibili le indicazioni relative agli edifici, tramite elaborati che anticipano i disegni di concessione edilizia e che consentono di sostituire il permesso di costruire con una più veloce dichiarazione di inizio attività, chiamata anche “super-Dia”. Rispetto ai progetti di edilizia popolare del passato, inoltre, questo tiene conto anche di nuove e mutate esigenze delle famiglie attuali e dei concetti di sostenibilità ambientale. Ciò significa, ad esempio, avere a disposizione anche uno spazio, oramai imprescindibile, per le automobili». I nuovi alloggi popolari di Rozzampia saranno strutturati in tre fabbricati a schiera, disposti a ventaglio. Saranno presenti garage e posti auto sotterranei in modo tale da evitare il più possibile le aree asfaltate ed impermeabili all’aperto e, per contro, favorire il verde. «Oltre all’utilizzo di materiali ecocompatibili e di fonti energetiche rinnovabili - precisa una nota del Comune - è stato riservato un occhio di riguardo anche alla forma degli edifici e a quella degli interni, in relazione al funzionamento energetico. Le abitazioni saranno costruite con un doppio involucro, quello esterno sarà a vetrata e fungerà da protezione dagli agenti atmosferici, dando luogo a spazi intermedi che, oltre ad estendere la superficie abitabile dei singoli alloggi, mitigheranno le dispersioni di calore, in inverno. D’estate, invece, aprendo le finestre, offriranno un portico ombreggiato». Il “ventaglio” dei tre edifici avrà poi a disposizione uno spazio verde notevole con due prati adibiti ad usi ricreativi, nei quali sono previsti giochi per i bimbi e spazi pedonali, ed una grande "piazza" comune. |