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14 NOVEMBRE 2005 dal Giornale di Vicenza
Proposta: «Mutuo sociale per chi cerca un alloggio»
Un convegno in città per illustrare la possibile nuova procedura di Maria Elena Bonacini
Un mutuo sociale per comprare casa. A proporlo è Azione sociale, che sabato pomeriggio ha illustrato la proposta a una ventina di “fedelissimi” rimasti nella sala dei chiostri di Santa Corona, nonostante il ritardo dei relatori (quasi un’ora e mezza) abbia fatto tornare sui loro passi diversi uditori che erano giunti.
Ad esporre la proposta di legge, che sarà presentata in prima istanza alla Regione Lazio e che è in corso di formulazione nelle altre regioni, sono stati Simone Di Stefano e Andrea Antonini, estensori del testo, accompagnati dal coordinatore provinciale di Azione sociale Alex Cioni.
Il progetto prevede la creazione di un istituto regionale alternativo all’Ater, chiamato appunto “istituto del mutuo sociale”, che dovrebbe dare incarico a piccole imprese di costruire alloggi per chi non possiede una casa e assegnarli, in base ad una graduatoria che tenga conto del reddito, esclusivamente a italiani che ne diventerebbero immediatamente proprietari. Il prezzo dell’immobile sarebbe poi coperto versando una rata mensile corrispondente ad un quinto del reddito. Al raggiungimento del 100 per cento della somma la proprietà non potrebbe però essere, ad esempio, alienata, ipotecata o rivenduta, se non all’ente di partenza.
«In questo modo - afferma Antonini - si vuole rispondere al diritto alla casa delle famiglie italiane e di chi, come i giovani con contratto a termine, non può accedere ad un mutuo. Il prezzo di vendita è, infatti, il costo di fabbricazione, che abbiamo calcolato in 75mila euro per un appartamento di 100 metri quadrati costruito con buoni materiali».
«Inoltre - continua Di Stefano - il proprietario che perdesse il lavoro potrebbe chiedere un blocco delle rate fino a quando non ne avesse trovato un altro. In questo caso gli assistenti sociali dell’ente verificherebbero che la persona stia realmente cercando un’occupazione e l’aiuterebbero a farlo. Abbiamo anche pensato che, in caso di mancanza d’occupazione, al proprietario possa essere offerto di lavorare per le aziende costruttrici a fabbricare altre case».
A questo riguardo, “barare” sulla disoccupazione sarebbe anche l’unico modo per perdere la casa assegnata. «Ma - osserva Antonini - credo che sarebbe un rischio ridotto, perché le rate sarebbero accessibili e la gente rischierebbe di perdere una cosa sua. Questo progetto, del resto, nasce dalle occupazioni viste a Roma e vuole essere una risposta all’idea di sinistra di palazzoni con un “canone sociale”, ovvero un affitto che la famiglia pagherebbe per tutta la vita senza avere nulla. Noi riteniamo, invece, che l’affitto sia un’usura che molti praticano vivendo sulle spalle della gente e puntiamo alla proprietà per tutti».
E, come in Lazio, anche in Veneto Azione sociale sta preparando una raccolta firme «che - sottolinea Cioni - partirà a fine novembre in tutta la provincia. Ci teniamo comunque a dire che il progetto non vuole essere ricondotto solo ad un partito ma che abbiamo già avuto altre adesioni e siamo aperti a collaborare con tutte le forze politiche». Cassola. Convinti il sindaco Pasinato e l’assessore Tessarolo «Grazie alle telecamere il paese sarà più sicuro» Il servizio di videosorveglianza interessa i luoghi più frequentati (c. z.) Sulla vigilanza notturna e soprattutto in materia di videosorveglianza, rimangono ancora molte perplessità nei consiglieri di minoranza di Cassola, che nel corso dell’ultimo consiglio comunale hanno presentato un’interrogazione proprio sul tema della sicurezza. Celestina Tessarolo, tra i firmatari dell’interpellanza, per nulla soddisfatta dalle risposte fornite dall’assessore competente Marcellino Tessarolo e dal sindaco Antonio Pasinato, resta scettica sulla possibilità che qualche telecamera e le ronde notturne, già sperimentate poco meno di un anno fa a ridosso delle festività natalizie, possano davvero scoraggiare furti ed episodi di microcriminalità e garantire ai cittadini sonni tranquilli. Questo soprattutto se, come ha rilevato la rappresentante dell’opposizione, nelle delibere che regolamentano il posizionamento degli occhi elettronici, si parla di controlli sugli “edifici pubblici” e non di sorveglianza delle abitazioni dei privati e se i servizi notturni coprono solo le vie principali del comune e non le strade laterali. «Nel periodo in cui le forze dell’ordine e i nostri volontari pattugliavano il territorio - ha però osservato l’assessore Marcellino Tessarolo - si è verificato solo qualche furto e non è stata commessa nemmeno una rapina». Più che positivi quindi, per l’amministratore, i risultati del servizio attivato nelle ultime settimane del 2004 dai tre comuni dell’Unione e poi, nei primi giorni di gennaio, dopo l’uscita di Romano dalla convenzione, portato avanti solo da Mussolente e Cassola. Grazie a questi rilevamenti, non solo sarebbe nata un proficua collaborazione tra polizia, vigili, carabinieri e volontari ma i tutori della legge e gli stessi amministratori avrebbero avuto modo di approfondire e ampliare la loro conoscenza di tutto il territorio. «Le telecamere - ha poi sottolineato il sindaco Pasinato - sono state sistemate nei luoghi più frequentati e non sono certo state posizionate per monitorare gli edifici pubblici. La formula presente nella delibera è un semplice dispositivo giuridico, adottato peraltro non solo da quest’Amministrazione ma dalla stessa provincia di Vicenza». Nonostante tra i banchi della maggioranza si insistesse nel dichiarare esaurita l'interrogazione, incentrata sulle ronde, e fuori tema la nuova questione della videosorveglianza, sollevata dalla rappresentante della minoranza, la consigliera Tessarolo, decisa a sviscerare il problema in tutti i suoi aspetti, ha chiesto di poter visionare il tracciato del percorso delle fibre ottiche grazie al quale è stato possibile attivare un sistema di monitoraggio e ha sollecitato a la Giunta a chiarire se anche ai privati sia possibile beneficiare di questa rete elettronica. Non solo in termini di sicurezza ma anche, per l'accesso rapido ad Internet. In effetti, a quanto ha assicurato Pasinato, questa innovazione permetterà soprattutto alle aziende una più veloce trasmissione di dati e informazioni. È però impensabile «pensare di potersi attaccare al percorso delle fibre ottiche come ad un rubinetto».
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