La bretella va in frantumi
sotto gli occhi del comitato
I “No tir” provocano la presidente che sbatte a terra l’“omaggio”
di Eugenio Marzotto
Un omaggio (ironico) davvero indigesto, tanto da essere rifiutato in malo modo. Perché se teatro deve essere che lo sia fino in fondo. Il palcoscenico goldoniano è l’aula consiliare della Provincia, offesa - diranno quelli della maggioranza - nella sua sacralità.
A tentare di profanare il “tempio” ci hanno pensato quelli del comitato dell’Albera, stanchi di aspettare che l’iter si sblocchi e partano i lavori della bretella che toglierebbe tir e smog dai centri abitati.
Così il gran regista, Giovanni Rolando, fa portare un plastico con ruspe e camion giocattolo impegnati a scavare per gioco, sul tracciato che il progetto dell’Autostrada Serenissima ha disegnato per davvero mesi or sono.
Il copione parlava chiaro: ingresso clandestino del comitato e omaggio alla presidente Dal Lago, rea di non accelerare l’iter e non sbloccare i fondi per la realizzazione della bretella. Così il buon Alessandro Guaiti quasi timidamente è andato a porgere il plastico alla presidente della Provincia, la quale non è riuscita a trattenere l’arrabbiatura sbattendo per terra l’“opera”, ricevendo anche qualche applauso dai banchi della maggioranza.
«Ci vuole rispetto per le istituzioni», ha urlato la presidente, mentre i messi portavano via i cocci del plastico pro bretella.
La provocazione ha avuto il suo effetto, vista la reazione della presidente, ma il problema comunque resta: «Proseguiremo nell’iter - ha spiegato dopo la Dal Lago - così come peraltro chiedono tutti i capigruppo del consiglio provinciale».
Ma a leggere queste poche parole sembra invece che ieri a palazzo Nievo si sia recitato il De profundis per un opera che un’amministrazione a fine mandato non può far emergere dall’abisso della burocrazia e della politica incancrenita.
Più tardi quando i bollenti spiriti si sono sopiti la presidente dirà: «Non ci sono i fondi necessari, mancano all’appello 20 milioni di euro e serve un nuovo piano di investimenti da parte dell’Autostrada Pd-Bs».
Poi la spiegazione su quanto compiuto in Aula, un gesto che è sembrato quasi la metafora di ciò che potrebbe accadere ad un’opera attesa da trent’anni.
«Bisogna dire basta alle continue provocazioni di Rolando e compagni, stavo presentando una delibera sulla disabilità e sono stata interrotta in quel modo. Questa è gente navigata e sa che non si può entrare in quel modo durante una discussione istituzionale. Ho risposto a modo mio ad una scorrettezza».
Plastico distrutto e umore messo a dura prova, quella decina di persone che ieri ha occupato il Consiglio non ha potuto che fare armi e bagagli e pensare ad una nuova strategia.
«La mobilitazione continua - spiega il duo Rolando-Guaiti - ci appelleremo al prefetto e al governo, continueranno le mobilitazioni e i sit-in. Ma non si venga a dire che i soldi non ci sono, gli stanziamenti della Regione, della Serenissima e della Provincia stessa sono a bilancio, bisogna solo usarli».
Così ieri a margine del Consiglio si è votata la mozione con cui i capi gruppo chiedono alla Provincia «che si concluda celermente l’iter progettuale per il tracciato», auspicando tra l’altro il finanziamento regionale per consentire il dirottamento sulla A31 dei mezzi provenienti o diretti da e oltre Thiene. Di fatto un testamento politico per la prossima amministrazione provinciale.
«Il problema vero - chiosa Pietro Collareda - è che la Dal Lago non ha mai voluto mediare con nessuno le sue posizioni, scontiamo tutti il carattere della presidente anche se sono convinto che Manuela Dal Lago rappresenti una risorsa da non ignorare come invece sta facendo la Casa delle Libertà».
Le villette degli americani spaventano Vicenza est
Furlan, FI: «Con i nuovi insediamenti impatto auto molto grave»
Attenzione: da un’altra parte della cintura urbana vicentina, per qualcosa che avviene appena oltre i confini comunali, potrebbe scoppiare un altro caso-Usa. Certamente un mini-caso, rispetto a quello maxi del Dal Molin, ma comunque in grado di agitare le acque della politica. Tra l’altro muovendo l’interesse e la preoccupazione proprio di chi, come partito, è favorevole alla base statunitense all’aeroporto, cioè Forza Italia.
Succede che rimbalzano su Vicenza gli effetti (solo temuti, per ora) del grande insediamento residenziale programmato dalle forze armate americane a Quinto Vicentino, presso Marola, praticamente al confine con il territorio del Comune capoluogo: le 220 villette da destinare a famiglie di militari della Caserma Ederle e affidate all’impresa Pizzarotti di Parma. E succede che a Vicenza Est ci si preoccupa degli effetti sul traffico lungo la direzione per viale della Pace, tenuto conto del fatto che la massima parte del tragitto riguarda proprio le strade di quella periferia cittadina.
Si è fatto avanti il presidente forzista della Circoscrizione 3, Lucio Zoppello, che ha scritto in Comune, a Quinto Vicentino, al comandante della Setaf Frank Helmick e alla presidente della Provincia Manuela Dal Lago. Gli fa da sponda in questi giorni, per un rimbalzo del problema in consiglio comunale, il vicecapogruppo di Forza Italia Ivo Furlan.
«Dalla stampa locale che ne dà scarsissimo risalto - scrive Furlan in un quesito all’Amministrazione Hüllweck - apprendo che il consiglio comunale di Quinto Vicentino, maggioranza e minoranza, pur con tutte le necessarie cautele, non avrebbe assunto una posizione pregiudizialmente contraria all’operazione. Se penso che in termini numerici l’insediamento dovrebbe essere sostanzialmente uguale a quello previsto per il Dal Molin, non posso che apprezzare la compostezza con la quale a Quinto Vicentino è stato affrontato il problema che, in proporzione agli abitanti, è indubbiamente di tutt’altro impatto rispetto alla Ederle 2».
Ma il problema che riguarda Vicenza è, appunto, quello del carico automobilistico su un asse che già è molto gravato: le preoccupazioni del presidente della Circoscrizione, commenta Furlan, «sono senza dubbio fondate e pertinenti»: «Si scaricherà sulla parte est di Vicenza tutto il problema viabilistico che verrà a crearsi, dato che il naturale percorso Ederle-Villaggio americano sarà solo per meno del 5 per cento sul territorio di Quinto e il resto tutto su strade di Vicenza».
«Non voglio entrare nel merito della scelta - prosegue il vicecapogruppo forzista riferendosi, per paragone, al documento con cui la maggioranza di centrodestra ha detto "sì" alla base Usa all’aeroporto - ma riproponendo le stesse argomentazioni contenute nell’ordine del giorno per il Dal Molin da noi inviato al ministro Parisi, ritengo che anche per questo nuovo insediamento debba essere fatta un’attenta valutazione congiunta tra i sindaci dei due Comuni, in modo che per quanto riguarda l’impatto viabilistico non entri dalla “finestra” di Quinto quanto con tanto accanimento vogliamo buttar fuori dalla “porta” del Dal Molin».
In definitiva Furlan chiede che i due Comuni si coordinino, con il coinvolgimento anche della Provincia, per valutare insieme le conseguenze del progetto americano per il nuovo villaggio e per cercare «interventi compensativi» in tema urbanistico e viabilistico - del tipo dei molti e molto costosi ipotizzati per la zona di viale Sant’Antonino e della zona nord vicentina - da chiedere al comando americano.