16 OTTOBRE 2006

Dal Molin, oggi la “verità”
Salone della solidarietà, piazza piena e progetti per rilanciare il volontariato

Alle 18 l’incontro al ministero della Difesa tra il ministro Parisi e il sindaco Hüllweck
Dal Molin, oggi la “verità”
Dall’atteso faccia a faccia dipende il futuro del progetto

di G. M. Mancassola

Non si sa quanto consapevolmente, ma sembra proprio che il sindaco Hüllweck, per andare a parlare del futuro dell’aeroporto Dal Molin con il ministro della Difesa Arturo Parisi, abbia scartato l’aereo scegliendo di viaggiare in treno: una comoda cuccetta con i piedi ben piantati a terra, con più tempo per ragionare e riflettere. Oggi pomeriggio, alle 18, al ministero della Difesa, andrà in scena il faccia a faccia più atteso e sudato sul progetto più discusso e chiacchierato degli ultimi anni. Dopo essersi inseguiti (e, dicono i maligni, evitati) per quattro mesi, finalmente Parisi e Hüllweck si parleranno. Da giovedì scorso, quando dalla sala Bernarda sono arrivati i flash di una riunione del consiglio comunale caotica e carica di tensioni, Hüllweck non ha più detto una parola in pubblico sul caso Dal Molin e sulla progettata nuova caserma americana. Il livello di pressione su questa operazione in città è altissimo. Dall’incontro di oggi dipenderà l’evoluzione degli eventi nei prossimi giorni: in una versione di minima, servirà a stabilire se ci sono o meno tutti gli elementi conoscitivi per dibattere e votare in consiglio comunale; nella versione di massima, invece, potrebbero scaturire i sentimenti di un Governo che finora ha badato bene a non esporsi oltre misura. L’ultima esternazione del ministro Parisi risale al question time alla Camera di tre settimane fa, quando dichiarò, testuale: «Muovendo dallo spirito di amicizia che contraddistingue il rapporto di alleanza tra Italia e Stati Uniti, il Governo ritiene che la richiesta avanzata resti coerente e compatibile con la linea di politica militare del nostro paese». La prima domanda che il sindaco farà al ministro sarà probabilmente questa: esplicitare meglio quel messaggio, capire esattamente qual è l’orientamento del Governo Prodi. Ridotto ai minimi termini: è per il Sì o è per il No? Se Roma è contraria, allora Hüllweck l’ha già detto: «Vicenza non è interessata, quindi non se ne parli più». Se invece è favorevole, o non può dirsi contrario, allora a cascata il sindaco proverà a muovere le sue pedine. Il primo aspetto da definire è l’ubicazione della nuova caserma, come suggerito dalla presidente della Provincia Manuela Dal Lago, che ha consegnato a Hüllweck un progetto alternativo, che punta su via Moro, da esporre a Parisi. E allora: c’è solo e unicamente il Dal Molin oppure si può ragionare su altri siti? Se c’è solo il Dal Molin, Hüllweck ricorderà, sondaggi alla mano, le sue sensazioni sugli schieramenti cittadini: «Per me la maggioranza dei vicentini è contraria». In ogni caso, come mostrato dal telereferendum lanciato dal nostro Giornale, la città è almeno spaccata in due. Provando a uscire dalle diatribe ideologiche sugli yankee, sarà sufficiente riepilogare al ministro le osservazioni elaborate dalla Provincia: l’area del Dal Molin soffre di carenze infrastrutturali e di servizi. Quindi, se non ci sono alternative, come potrà essere attutito l’impatto sulla città? Come potrà essere risarcita Vicenza per il grande sacrificio? Sul tavolo, da mesi, ci sono numerose ipotesi: la tangenziale nord, toccasana con o senza la nuova caserma; un potenziamento delle conduttore di acqua, gas, elettricità e fognatura per tutto il quadrante nord del capoluogo; la promozione della questura; il potenziamento del comando dei vigili del fuoco; la trasformazione della pista aeroportuale da militare a civile punto e basta, per scacciare una volta per tutte il dubbio che la pista possa servire per voli e operazioni di guerra. Vicenza non ha intenzione di tirar fuori un centesimo per tutto questo: lo farà Roma? Lo farà Washington? O non lo farà nessuno? Le minacce spruzzate sui muri della Cisl e tanti piccoli segnali che raccontano di nervi a fior di pelle sono indicatori di un malessere, che può essere curato con una medicina: dire tutta la verità e nient’altro che la verità. Se Parisi saprà essere chiaro e trasparente con Hüllweck, i vicentini si attendono altrettanta chiarezza e trasparenza dal loro sindaco. Ecco perché questo assomiglia davvero al giorno della verità.


Settanta stand in centro con proposte di servizio a chi soffre situazioni di disagio
Salone della solidarietà, piazza piena e progetti per rilanciare il volontariato
Oltre 200 giovani degli istituti superiori hanno concluso i loro stage nelle associazioni

Le Associazioni "Fate Per Gioco" e "Dottor Clown" a colorare Piazza dei Signori con giochi e animazioni per i più piccoli, il tendone della Protezione Civile con gli operatori in uniforme, gli Alpini del Gruppo Ana di Vicenza, e poi le decine e decine di chioschi: almeno una settantina le associazioni che si sono schierate con il loro stand tra la Basilica e la linea formata dalla Loggia del Capitanio e il Palazzo del Monte: due file percorse avanti e indietro da una vera folla per tutta la giornata. Il Salone della Solidarietà, organizzato dal Centro di Servizio per il Volontariato ha avuto così una cornice ed una sostanza di grande rilievo, a confermare che quando questo mondo si muove lo fa con impegno e convinzione. Le giornate della solidarietà hanno ruotato quest'anno, oltre che attorno al sabato in piazza anche sull'incontro alla Cooperativa Insieme tenutosi a fine settembre per concludere il progetto giovani e solidarietà, con oltre 200 ragazzi a coronare il periodo di formazione e stage nelle varie associazioni, un corso dedicato proprio all'avvicinamento e alla conoscenza del mondo dei volontari da parte dei ragazzi delle scuole superiori; e poi si sono articolate attorno allo spettacolo del venerdì sera con " La spada nella Roccia" a cura del gruppo 'Mago Merlino e la Casa dei Sogni' al teatro di Bertesinella, ed infine si sono concluse con la Messa celebrata da don Giovanni Sandonà, presidente della Caritas vicentina nella Basilica di Monte Berico domenica mattina. Gli obbiettivi di tutto questo lavoro erano stati descritti e illustrati alla vigilia dalla vicepresidente del CSV Vicenza Maria Rita Dal Molin: è il modo di farsi conoscere più concreto e comprensibile, ogni associazione presenta i propri progetti di solidarietà cioè gran parte della quotidianità di un impegno che non conosce soste visto che quasi per intero il lavoro di una associazione di volontariato consiste proprio nel formulare programmi diretti «a servire le persone, a testimoniare la disponibilità ad esserci, a costituire una presenza utile e costruttiva nella società». Tutto questo significa naturalmente rivolgersi direttamente a chi ha bisogno di aiuto, alla persona appunto, facendo rientrare nell'orizzonte che rappresenta l’obbiettivo del volontariato qualsiasi situazione di disagio riconoscibile e manifestata: si tratti di bambini, anziani, portatori di handicap o altre vittime di situazione sociali non facili. Anche il Salone della Solidarietà è un mezzo di mediazione che può avere il potere di funzionare come veicolo di avvicinamento, di informazione e collaborazione. Si spiega in questa chiave, come con convinzione sottolineva alla vigilia il presidente del CSV Vicenza Mario Zocche, anche la scelta di inserire nel programma di questa manifestazione anche un importante momento di coinvolgimento e di animazione delle famiglie e dei bambini.