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17 MARZO 2005 dal Giornale di Vicenza
L’allarme anti-rifiuti rimbalza in Provincia
La consigliera Daniela Sbrollini (Ds) presenta
un’interrogazione sulla scia di quelle in Comune «Più
voce in capitolo per i cittadini in Regione» di Silvia Maria Dubois “Salvate il quartiere dei Ferrovieri da quel progetto”. Dopo quello lanciato dai colleghi “comunali”, un nuovo grido d’allarme, trasformato subito in interrogazione, ora arriva dalla consigliera provinciale Daniela Sbrollini (Ds) in merito alla volontà della ditta Wisco (società partecipata da Enel e Trenitalia) di realizzare un nuovo impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi in zona Arsenale ai Ferrovieri. Un progetto che creerebbe una movimentazione di 75 mila tonnellate di rifiuti all’anno. “Considerato che l’impianto, insediato a ridosso delle abitazioni quindi in un sito non idoneo, metterebbe a rischio la salute di tutti i cittadini che lavorano e vivono nel quartiere - si legge nel documento - e preso atto del voto contrario già espresso dal Consiglio Comunale, chiedo alla Provincia di esprimere mozione e voto contrario all'impianto e di attivarsi al più presto per un incontro congiunto tra le due amministrazioni e i due rispettivi assessorati all’ambiente per scongiurare l’approvazione di tale progetto”. «Proprio in queste ore scadono i termini di presentazione del progetto in Regione - spiega la Sbrollini - questo ci deve spingere ancor più a stimolare un lavoro di squadra, dove le due amministrazioni locali si schierino con forza a fianco dei cittadini per impedire l’approvazione di tale impianto». Una strategia unitaria che, per i Ds, non può che essere vincente. «Questa ditta sta tentando di realizzare queste opere un po’ in tutta Italia - puntualizza la consigliera d’opposizione - poco tempo fa ha tentato con Mestre, ma anche lì Comune e Provincia si sono opposti con energia e dell’impianto di trattamento dei rifiuti non si è più parlato». Ma la mobilitazione della sinistra provinciale non si riduce solo ad interrogazioni e sollecitazioni. «Abbiamo in mente una petizione, volantinaggi e diverse iniziative pubbliche - prosegue la Sbrollini - è necessario sensibilizzare ed informare l’intera città su questo pericolo. Una struttura del genere sarebbe gravemente nociva per la zona, creerebbe ulteriore inquinamento e raddoppierebbe il traffico di camion e tir». «Chiediamo a tutti gli amministratori di unire le forze per avere più voce in capitolo nei confronti delle scelte della Regione - conclude la consigliera provinciale dei Ds - e di farlo al di là delle elezioni, solo ed esclusivamente per il bene dei residenti, dei lavoratori e della nostra città».
TEATRO . Ieri l’atteso vertice tra i sindacati e l’assessore ai lavori pubblici. Stasera si riunisce il Consiglio e si parlerà del cantiere «Le paghe? Non dipendono da noi» Per lo stipendio degli operai il Comune attende l’Ispettorato del lavoro di Chiara Roverotto E, finalmente, sono stati ricevuti. Dopo una settimana di presidio davanti a palazzo Trissino, i rappresentanti sindacali della Fillea-Cgil (Antonio Toniolo e Danilo Andriollo) che tutelano i lavoratori del cantiere per la costruzione del teatro in viale Mazzini hanno parlato con l’assessore ai lavori pubblici, Carla Ancora con la direttrice del personale, Carla Marcolin e con il responsabile del procedimento, l’arch. Gianni Bressan. Quasi due ore in cui i sindacati hanno messo, per l’ennesima volta, le carte in tavola chiedendo che i lavoratori vengano pagati il 10 del mese sulla base del contratto nazionale di lavoro, che vengano utilizzati e che l’Amministrazione si faccia carico della loro posizione. Al riguardo l’assessore Ancora ha ribadito i medesimi concetti, puntualizzati, ieri, anche dalla direttrice del personale. « Stiamo aspettando che l’Ispettorato del lavoro ci dia il via libera - sostiene la dirigente - la questione è molto delicata, non possiamo intervenire di nostra iniziativa, devono essere avviate pratiche, valutate posizioni che non competono a noi. Se i lavoratori sono stati pagati un mese non significa che il passaggio sia automatico anche i per i periodi successivi. Senza dimenticare che all’amministratore unico della Cogi, l’impresa che ha vinto l’appalto per la costruzione del teatro, Giuseppe Coccimiglio è stata inviata la lettera di risoluzione del c ontratto, ma quest’ultimo ha quindici giorni a disposizione per controbattere o impugnare il provvedimento ». « Di fatto - prosegue la dott. Marcolin - fino al prossimo 5 aprile, data entro la quale scadono le due settimane, non accadrà nulla. Dopo, se non ci saranno rivendicazioni di sorta da parte di Coccimiglio, si potrà procedere allo sgombero dell’a rea: verranno smontate le gru e tolto il resto del materiale di proprietà dell’impresa. Ma fino ad allora l’Amministrazione non è in grado di prendere alcuna decisione su quello che potrà accadere in futuro, siamo in una sorta di limbo in attesa delle mosse della Cogi ». E questa non è certo una novità, il direttore dei lavori, l’ing. Mario Gallinaro, nelle dichiarazioni riportate dal nostro Giornale nei giorni scorsi, era stato chiaro: il cantiere si libererà entro la fine di aprile, poi si prenderanno le decisioni del caso: nuovo appalto e assegnazione alla seconda ditta in graduatoria. « L’assessore Ancora ha confermato - ha ribadito Antonio Toniolo - che ci sono trattative in corso con la Vittadello di Limena, ma che per ora non è stato deciso nulla. A no i - puntualizza Toniolo - interessa che gli operai vengano pagati, attendono ancora lo stipendio di febbraio. Senza dimenticare che se ci dovessero essere intoppi burocratici molti di loro rischierebbero. Ricordiamoci che sono stranieri per cui comincerebbero ad avere problemi con il permesso di soggiorno. Inoltre - prosegue il rappresentante sindacale - non possiamo chiedere la cassa integrazione e questo il Comune lo deve tenere in considerazione anche perché la Cogi sembra sia sparita. Tutti i numeri di telefono dell’amministratore unico, dei vari dirigenti sono scollegati e anche il centralino della ditta a Firenze non risponde . Non possiamo abbandonare questi operai anche se da parte nostra ci stiamo muovendo per farli assumere da qualche altra parte ». Stasera, inoltre, ci sarà il Consiglio comunale chiesto dall’opposizione per discutere sul teatro, non si sa ancora che cosa deciderà di fare la maggioranza, c’è sempre la possibilità che decisa di far mancare il numero legale anche se la Lega sembra intenzionata a restare in aula. E con i consiglieri del Carroccio i conti tornerebbero. Il generale Jason Kamiya, comandante della Setaf, dovrà coordinare un contingente di 18 mila uomini Prende il posto del gen. Olson. La cerimonia del passaggio di consegne si è svolta alla base di Bagram «Più che catturare bin Laden, il vero scopo è quello di garantire il regolare svolgimento delle elezioni» E adesso in Afghanistan comanda un “vicentino” di Marino Smiderle Il cambio della guardia c’è stato e adesso, in Afghanistan, comanda Vicenza. Alla base aerea di Bagram il generale Jason Kamiya, comandante della Setaf, ha ricevuto le consegne dal generale Eric Olson: da ieri l’alto ufficiale "vicentino" è il comandante operativo delle forze della coalizione, riunite sotto l’ombrello della Combined Joint Task Force-76. Sono oltre 18 mila gli uomini che dovranno rispondere agli ordini di Kamiya: è la prima volta che una unità non inquadrabile in una divisione (come la precedente 25ª Divisione di fanteria con base alle Hawaii) e con sede fuori dai confini degli Usa, prende le redini dell’operazione Enduring Freedom, avviata all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle per punire i responsabili e i fiancheggiatori dell’organizzazione terroristica di bin Laden, Al Qaeda. Sotto gli occhi del gen. David Barno, Olson ha dato il benvenuto al collega proveniente dalla caserma Ederle. Kamiya è atteso da un compito molto difficile, probabilmente il più importante della sua carriera militare. Il generale, nato a Honolulu, è tra le figure emergenti dell’esercito americano. Le alte sfere dell’establishment a stelle e strisce puntano su di lui e la prova afgana sarà determinante. Ci saranno, così come è successo in Iraq, un paio di migliaia di parà della 173ª Brigata aviotrasportata di stanza alla Ederle. Di quelli Kamiya conosce ogni caratteristica e sa cosa sono in grado di dare. Il vero banco di prova sarà costituito dall’impresa di coordinare gli oltre 18 mila uomini, tra cui marines, uomini dell’esercito, della marina, dell’aviazione: sarà il generale Kamiya a dover muovere sul complicato e variegato scacchiere dell’Afghanistan queste pedine decisive per il raggiungimento dell’obbiettivo: installare libertà e democrazia laddove, fino all’11 settembre 2001, regnava indisturbato il regime teocratico e dittatoriale dei talebani, rifugio sicuro per terroristi della risma di bin Laden e del mullah Omar. «Siamo ben allenati, ben equipaggiati e pronti per fronteggiare al meglio le sfide che ci attendono», ha dichiarato Kamiya dopo la cerimonia di insediamento, svoltasi a Bagram. «Molti effettivi della task force della 25ª Divisione di fanteria - scrive Stars and Stripes - rimarranno in Afghanistan per rendere più agevole il passaggio di consegne. Il 1° Battaglione del 508° Reggimento di fanteria, che fa parte della Setaf di Vicenza, è già schierato sul terreno e sta portando avanti operazioni. Molti altri effettivi arriveranno da Vicenza nelle settimane a venire». Ma qual è la missione principale del gen. Kamiya? La prima risposta che viene alla mente è semplice e suggestiva: catturare bin Laden. «Il successo della nostra missione - ritiene invece Kamiya - non dovrà essere parametrato sul numero dei terroristi che riusciremo ad assicurare alla giustizia. Piuttosto dovrebbe essere giudicato sull’incremento dell’efficienza e sul raggiungimento degli obbiettivi del governo afgano. Perché, per prima cosa, noi cercheremo di supportare in tutti i modi i progetti del governo di Kabul. In autunno ci saranno le elezioni politiche e il loro regolare svolgimento è uno dei nostri principali obiettivi». Lo scorso anno in Afghanistan ci sono state le elezioni presidenziali, che hanno portato Hamid Karzai ai vertici dello Stato. Secondo i comandanti Usa, il loro servizio di sorveglianza e di controllo ha impedito ai militanti di al Qaeda, vicini al passato regime talebano, di compiere attentati ai seggi. I 18 mila uomini delle forze della coalizione dovranno ripetere il servizio tra pochi mesi, quando si svolgeranno le consultazioni per eleggere il parlamento. Stiamo parlando di un paese molti diviso, con diverse etnie divise, in certi casi, da un odio secolare. Certo, la caccia a bin Laden continua, anche se il gen. Barno ammette di non avere idea di dove si nasconda. «È una sfida difficile - prosegue - anche perché il territorio afgano è immenso e circondato da montagne impervie». Ora c’è un vicentino di Honolulu sulle sue tracce e, per quanto ripeta che non è quello l’obiettivo primario della CJTF-76, certo non gli dispiacerebbe catturarlo. Sai che festa alla Ederle...
Dopo la missione in Iraq, un altro anno di grande
intensità per gli americani Di nuovo in missione. Dopo l’Iraq, l’Afghanistan. I parà della 173ª Brigata aviotrasportata di stanza alla caserma Ederle di Vicenza saranno destinati, per i prossimi 12 mesi, alla Combined Joint Task Force-76. Una missione che rientra nell’operazione Enduring Freedom, avviata all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle. Saranno circa 2000 i militari "vicentini" impegnati in una missione che, per quanto complicata, appare comunque meno pericolosa di quella conclusa un anno fa nel nord dell’Iraq. Vicenza, Aviano, Kirghizistan e, infine, Afghanistan: ecco le tappe che i soldati americani devono fare per arrivare a destinazione. Sarà un anno lungo, specie per i familiari rimasti a Vicenza, dove saranno assistiti dall’equipe del 22° Gruppo di supporto per ogni esigenza che dovessero avere.
Gli studenti contro la “53” Scuola in piazza per il contratto alunni compresi Domani nuova agitazione (an. ma.) La scuola incrocia di nuovo le braccia e protesta contro il mancato rinnovo del contratto, i tagli agli organici, il blocco delle immissioni in ruolo e non ultima una riforma che scontenta e non convince. Punti caldi sui quali domani, venerdì 18 marzo, Cgil Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale dell'intero comparto, frutto di un'intesa mancata con il governo che ha dato, sottolineano i sindacati, «una generica disponibilità all'apertura di tavoli di approfondimento». Motivo per cui l'annunciata mobilitazione è stata confermata dai confederali che questa volta, diversamente dallo scorso novembre, non avranno a fianco la Gilda, né tantomeno lo Snals che aveva disertato anche la precedente mobilitazione in cui a farsi sentire era stata soprattutto la scuola di base. Dunque si torna in piazza per ribadire che «quello del precariato rappresenta un problema che va risolto e che le immissioni in ruolo sono necessarie - sottolinea Luisa Volpato, segretaria della Cisl scuola - basta pensare che il Veneto, come ha reso noto la dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Carmela Palumbo, quest'anno deve misurarsi con 7.500 alunni in più per i quali servono almeno 330 nuove cattedre». Parlare di tagli suona dunque paradossale, fanno notare i sindacati, che puntano il dito anche contro un rinnovo contrattuale che rischia di saltare e una riforma che «sta funestando il primo ciclo e minaccia di scompaginare anche il secondo, con gravissime conseguenze sul piano della qualità dell'offerta formativa, della tenuta “nazionale” del sistema dell'istruzione e della formazione, e del mantenimento dei livelli occupazionali». Insomma ce n'è abbastanza per manifestare «in difesa della dignità del lavoro pubblico e per garantire le retribuzioni dai nefasti effetti della inflazione reale che fa diminuire il potere d'acquisto, nonostante le rassicuranti previsioni del Governo». E al coro di protesta degli insegnanti domani si uniranno anche gli studenti dell'Uds mobilitati contro la “53”. «Siamo contrari - intervengono Silvia Darteni e Taddeo Mauro, esponenti dell'Uds - all'abbassamento dell'obbligo scolastico e alla rigida separazione tra due canali di valore formativo diverso, cioè tra quello che ancora sarà a tutti gli effetti scuola (i licei) e il canale formato da istruzione e formazione professionale, del quale faranno parte la maggioranza degli istituti professionali, declassati a puro addestramento professionale». Contro questo disegno di scuola gli studenti manifesteranno partendo alle 9 da Campo Marzo per poi dirigersi in corteo a piazza delle Poste. La giornata si concluderà però nell'aula magna del Canova dove alle 17 si svolgerà una tavola rotonda intitolata “Più qualità, meno precarietà” e a cui interverranno Andrea Colasio della VII commissione della Camera, Sandra Bertotto, responsabile regionale scuola Prc, Francesco Porcaro, commissione scuola PdCi, Elisa Marchesini, Alessandra Pranovi e Francesco Casale del Cip di Vicenza. A moderare il dibattito sarà Achille Variati Dopo il caso-Lazio e una serie di illazioni su presunte spaccature La Fiamma arde sempre a fianco della Mussolini Puschiavo rinnova la fedeltà ad Alternativa sociale e parla di distorsioni (s. m. d.) «Complice un certo tipo di stampa, si sta creando un clima di inesattezze e sospetti nei nostri confronti. E così fra poco partiranno le diffide». A parlare è Piero Puschiavo, esponente della segreteria nazionale della Fiamma Tricolore e coordinatore per il Veneto. «Rispondiamo in seguito al vile attacco e alle bassezze che hanno intralciato la presentazione delle liste regionali nel Lazio- spiega Puschiavo - prodotto di un disegno politico ben preciso volto a contrastare con ogni mezzo un probabile successo elettorale della coalizione Alternativa Sociale, ed in merito alle recenti dichiarazioni rilasciate dal segretario nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore Luca Romagnoli. Nella presentazione di deposizione del mandato di segretario, il coordinamento regionale del Veneto del MS- FT sottolinea che, sebbene la questione riguardi principalmente delle incongruenze tra la federazione di Roma ed i vertici del partito, la campagna elettorale promossa dal Movimento Sociale- Fiamma Tricolore per Alternativa Sociale non ha subito nessun mutamento». «Facciamo presente - prosegue Puschiavo - che, nonostante qualsiasi distorsione della realtà da parte degli organi di stampa e da parte di vecchi fuoriusciti dal MS- FT dopo il congresso di Fiuggi e sciacalli di ogni sorta, la linea politica del partito rimane la stessa, forte e chiara a testimoniare che l'opera di rinnovamento emersa dopo l'ultimo congresso rimane tesa a consolidare ritrovati rapporti tra base militante e vertici dello stesso partito rimasti per troppi anni freddi, avulsi e indiscussi, ma che ora devono tornare a concretizzarsi attraverso linee guida e progetti futuri condivisi di questo storico partito che deve riaffermarsi come la vera ed unica Fiamma degli italiani».
Più di settecento vicentini hanno affollato il Centro Sport Palladio per l’evento che ha portato in città numerosi artisti e complessi emergenti Raccolti più di 3 mila al concerto della solidarietà Il ricavato sarà accreditato sul fondo regionale per le vittime della tragedia del Sudest asiatico di Natascha Baratto Settecentotrentaquattro persone paganti. 3.670 euro raccolti. Sono questi i numeri di “Il concerto 2005”, la maratona musicale organizzata dall'assessorato per i giovani e l'istruzione del Comune di Vicenza, con la collaborazione dell'Informagiovani, di Cramps Factory, dell'Interart, della Gai e del Centro Sport Palladio. L'evento è stato ideato e creato per aiutare i bambini colpiti dalla tragedia dello tsunami nel Sudest asiatico. L'intero ricavato verrà infatti devoluto al fondo della regione Veneto, istituito dall'assessore Sante Bressan per le azioni continue e il coinvolgimento attivo nelle popolazioni del sud est asiatico. Sabato scorso la palestra del centro sportivo cittadino è diventata il palcoscenico per diciotto realtà, tra gruppi e musicisti singoli, vicentine e non, che si sono riunite «per trasmettere - hanno spiegato Alfred Tisocco e Alan Walter Bedin, della Cramps Factory - un'idea di purezza, o almeno un simbolo che fosse lontano dalla competitività degli stereotipi ai quali di solito si associa la musica». Il messaggio del concerto è trasmesso anche attraverso il disegno stampato sulle locandine e sui volantini, donato dal grafico Alessandro Giorgini: un bambino con un piccolo orsacchiotto in mano, illuminato da un arcobaleno. La manifestazione ha coinvolto senza distinzione diversi aspetti musicali della scena artistica vicentina: dal rock basico e stoner al punk, dalla musica di cantautore al downtempo. Da situazioni musicali latine e filo etniche, come le percussioni di Batuque Branco con a capo Valerio Galla e l'esibizione di Tuzza con i Vertical, si è passati poi ad una scaletta fitta di rock, funky e acid jazz. The Forty Moostachy, Bracco e i Giaguari, Chateaux, Melt, Excellent ABG, Take Away, Lymph, Sinergia, Vertical, Polar, Mistonocivo e Sushiside sono i gruppi cittadini che si sono esibiti alla manifestazione, ai quali si sono aggiunti gli One dimensional man, la band italiana famosa anche in Europa. Negli intervalli, tra un cambio di gruppo e l'altro, i dj Dax della Family House e Alessio Berto - noto come “The soul beat” - hanno intrattenuto il pubblico presente con un imprevedibile ed alternativo sound mixato. «Un contenitore - spiegano alla Cramps Factory - di beneficenza, musica, amicizia, “Il concerto 2005” è andato oltre ad ogni aspettativa, grazie anche al costo popolare del biglietto, di cinque euro, che ha reso accessibile l'evento anche ai più giovani». Unica pecca della manifestazione: l'impossibilità per il pubblico di stare davanti al palcoscenico. Gli spettatori sono stati infatti costretti a sedersi sugli spalti, per questioni di sicurezza. L'inconveniente non ha però creato malumori.
Una parte degli appartamenti sarà assegnata in base alle graduatorie, l’altra andrà sul mercato a prezzo calmierato L’Ater e il Comune per l’edilizia popolare Posata la prima pietra del complesso di 39 alloggi che sta sorgendo alle Giarette (p. r.) Con la posa della prima pietra, avvenuta ieri mattina, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Vicenza ha dato ufficialmente il via ad un nuovo importante intervento che sarà realizzato a Schio: 39 alloggi al Peep Giarette a Ss. Trinità, che entro un anno saranno conclusi e consegnati. La simbolica cerimonia si è svolta alla presenza del presidente dell’Ater, Marco Tolettini, del sindaco Luigi Dalla Via, dell’assessore regionale Raffaele Grazia e del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Berlato Sella. «Come azienda stiamo rilanciando il nostro marchio - ha detto Tolettini -, proponendoci sia come azienda a servizio della collettività, realizzando quindi alloggi di edilizia sociale, sia come imprenditori, cioè costruendo case da vendere. È il caso del progetto partito oggi che comprende 39 alloggi, 21 dei quali da assegnare in base alle graduatorie, ed altri 18 da immettere sul mercato, peraltro con costi del 20 per cento inferiori al normale prezzo di mercato. Ecco, quindi, che come azienda abbiamo la necessità di far conoscere le nostre iniziative e attività». Soddisfazione per l’avvio del nuovo intervento edilizio è stata espressa anche dal sindaco Dalla Via, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Comune e Ater e la perfetta intesa che ha permesso di raggiungere importanti obbiettivi. Il costruttivo rapporto tra i due enti permetterà di raggiungere a breve anche un altro risultato, in quanto l’Ater sta predisponendo l’avvio dei lavori per la ristrutturazione di una palazzina in via Fusinato, che è stata ceduta proprio dal Comune, nella quale saranno ricavati nove appartamenti. Già finanziati, infine, anche venti nuovi alloggi di edilizia sociale che saranno realizzati nel nascente Peep “Al Leogra”, e che saranno assegnati in base alle graduatorie. «In questo modo - conclude Tolettini -, l’Ater prosegue il suo impegno sia sul fronte dell’edilizia sociale sia su quello degli alloggi da vendere». |