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18 MARZO 2006 dal Giornale di Vicenza
In mezzo a decine di agenti, tiratori scelti, artificieri e cani poliziotto
Siamo entrati nella zona blindata, assistendo all’arrivo dei supervip, fino all’espulsione poco prima dell’arrivo di Prodi di Gian Marco Mancassola Nel grande videogame della convention degli imprenditori, per un’oretta ci siamo infiltrati nell’ultimo livello, quello inaccessibile, quello superblindato, l’approdo dei Vippissimi. È come fare touch down, se non fosse che sul più bello, quando si sta per posare il pallone nella meta, i difensori si accorgono di te e ti riportano nella tua metà campo. Bodyguard. C’è il timore di attentati o azioni dimostrative. Il servizio d’ordine è imponente, ma discreto: i bodyguard sono decine, ma sono vestiti da imprenditori o politici, riuscendo a mimetizzarsi, non fosse per gli auricolari hi-tech da blockbuster americano e per gli stemmi delle forze dell’ordine infilzati nell’occhiello della giacca. Tutti i 30 mila metri quadrati sono percorsi dalla security: si vedono anche artificieri e cani poliziotto. Dentro e fuori, va detto, tutto alla fine filerà liscio. La prima scrematura è allestita all’ingresso, dove i metal-detector scansionano anche le borsette griffate delle signore e i portamonete dei signori. Superato l’impatto iniziale, a metà strada fra una banca e un aeroporto, c’è la zona accrediti: un intero padiglione, ingentilito da splendide hostess sorridenti. Meno sorridenti, invece, sono i rangers che iniziano a fissare la cravatta degli invitati a dieci metri di distanza. In realtà, non guardano la cravatta; scrutano il pass appeso al collo. La scatola cinese. Per il big match la Fiera è stata concepita come una scatola cinese: a ogni congressista viene assegnato un pass con collare. Ogni colore è abbinato a un diverso livello della scatola: ogni metro concesso verso il centro della scatola è un gradino guadagnato nella scala del proprio status. C’è chi può circolare nelle retrovie della platea da 5 mila posti, dove i protagonisti si scorgono soltanto nei maxischermi e le voci si ascoltano soltanto dagli altoparlanti da concerto rock. E c’è chi può entrare nelle prime dieci file, ma lì c’è soltanto il gotha, il non plus ultra sul panorama veneto e su quello nazionale. E poi c’è il palco: lungo come un campo da calcio, un salotto colorato da luci alla Broadway, uno show nello show. Ma è proprio il palco il confine fra i comuni mortali e le very important persons. Il proscenio è offerto agli occhi di tutti; il backstage è oscurato, nascosto, impenetrabile. Siamo in uno spicchio del padiglione G, il più lontano dall’ingresso, rivolto verso viale degli Scaligeri e il cavalcavia dell’autostrada. La zona proibita. Dietro il palco c’è il percorso sorvegliato dai tiratori scelti e da decine di agenti. È la off-limits area, riservata all’arrivo dei protagonisti assoluti. Alla zona proibita ci si arriva dal parcheggio davanti all’Alfa hotel, percorrendo uno stretto corridoio d’asfalto che corre intorno alle pareti del padiglione G. Per fare da scudo all’area, la recinzione del quartiere fieristico è stata rivestita e oscurata. Viale degli Scaligeri, poi, è stato ridotto a una sola corsia, con una camionetta di carabinieri a presidiare quella più interna e vicina al padiglione. Ed è qui, che, in modo rocambolesco, scivolando di settore in settore, sgusciando dietro il palco fino a uscire nei corridoi, ci siamo infiltrati, rimanendoci per circa un’ora. Il tempo di assistere all’arrivo del governatore veneto Giancarlo Galan, poco prima delle 15, mentre il padrone di casa Massimo Calearo, dentro, sta inaugurando ufficialmente la due giorni di Confindustria. Dieci minuti dopo arriva Savino Pezzotta, segretario nazionale della Cisl. Sono le 15.15 quando nel budello si infilano tre auto di scorta con il lampeggiante. In mezzo c’è una quarta auto, dalla quale scende il leader dei Ds Piero Fassino. Nell’area Vip finalmente si vede anche un vicentino, Andrea Stella, l’inventore del catamarano a portata di disabile. Dietro il gazebo che fa da ulteriore quinta ai primattori, ci sono i salottini rossi che accolgono i volti più noti della politica e dell’economia in Italia. Dopo il caffè e il cocktail di benvenuto, ci si tuffa nel parterre, davanti alle luci della ribalta. Espulsi. Sottocoperta, invece, i responsabili della sicurezza continuano a manovrare con i walkie-talkie. Arriva o non arriva, manca soltanto lui, il Romano nazionale. Sì, arriva, dall’autostrada, nel giro di venti minuti è qui, nell’ombelico del mondo. Peccato che non ci siamo più noi: a qualcuno viene in mente di controllare il colore del pass e dopo un’ora da insider, veniamo gentilmente ma perentoriamente accompagnati al nostro banchetto in sala stampa. A un passo dalla meta.
Fronte sicurezza di Diego Neri Un servizio d’ordine d’eccezione per evitare qualsiasi genere di inconveniente. A sorvegliare il convegno biennale organizzato in fiera da Confindustria che vedrà il confronto a distanza fra Romano Prodi e Silvio Berlusconi vi saranno almeno duecento fra poliziotti e carabinieri, oltre a finanzieri e vigili urbani. Peraltro, non è escluso che il contingente sia più numeroso, anche perché sabato, secondo giorno del vertice, è in programma al Menti anche Vicenza-Bari e serviranno forze fresche fra le forze dell’ordine. Ieri mattina si è tenuto in contrà Gazzolle il comitato per l’ordine e la sicurezza. Il prefetto Piero Mattei ha convocato i vertici delle forze dell’ordine vicentine, fra cui il questore Rotondi e i colonnelli Piacentini e Mascolo che comandano carabinieri e finanza per fare il punto sulla due-giorni degli Industriali. Oltre a Berlusconi e Prodi, sono attesi altri big della politica nazionale, fra cui Landolfi, Urso, Sacconi e Fassino. Ma oltre a loro vi sarà il gotha degli imprenditori, con il presidente di Confindustria Montezemolo e il presidente vicentino Calearo che accoglieranno i colleghi di altre città italiane e i vertici dell’associazione. A conti fatti, saranno almeno una trentina le autorità sotto scorta e questo rappresenta, dal punto di vista gestionale, uno degli impegni più gravosi per la prefettura vicentina. «Molti dettagli li conosceremo solo nelle prossime ore - hanno riferito i responsabili delle forze dell’ordine -, per cui non è semplice programmare». Di certo, a parte le inevitabili conseguenze per il traffico determinate dall’arrivo di circa 5 mila persone - i 2500 posti auto in zona fiera sono stati ritenuti sufficienti -, non sono in programma blocchi o deviazioni per la viabilità. Sono stati richiesti al ministero, oltre ai reparti mobili della polizia, anche gli artificieri, i nuclei antisabotaggio e i tiratori scelti; un elicottero volteggerà sopra Vicenza ovest per venerdì e sabato. Le forze dell’ordine sono pronte anche a mantenere la sicurezza nel caso di manifestazione di protesta, che fino a ieri peraltro non erano previste. I partecipanti devono accreditarsi e finora non sono stati segnalati rischi particolari. Ad ogni buon conto, sono stati programmati anche dei servizi notturni di vigilanza già a partire da giovedì. I due candidati a presidente del Consiglio per le elezioni del 9 e 10 aprile dovrebbero arrivare a Vicenza poche ore prima dell’incontro; Berlusconi è atteso dopo l’incontro in fiera in Campania, per cui non si tratterrà, come pure Prodi, impegnato altrove per la campagna elettorale. È possibile che Montezemolo rientri per la notte a Bologna. Per entrare in fiera è stato predisposto un servizio particolare: l’accesso sarà regolamentato come in un aeroporto, con metal detector e nastro trasportatore su cui depositare borse e zainetti. Eventualmente, sono previsti anche controlli ad personam da parte degli agenti. «Anche la gestione dei 400 giornalisti accreditati non sarà agevole», è stato ricordato durante il comitato, soprattutto per i momenti delle interviste ai big della politica e dell’economia. Ieri in prefettura è emerso comunque che ad un appuntamento del genere, anche dal punto di vista dell’ordine pubblico, non si può sbagliare perché si tratta di un’occasione unica per verificare la capacità di controllo. «Garantiremo un servizio di qualità - ha anticipato il questore - e ci auguriamo che non vi siano intoppi. Molti aspetti li conosceremo all’ultimo momento, ma ci stiamo preparando alle varie eventualità».
Rotondi ha chiesto anche una bonifica ambientale Una serie di bonifiche per scovare bombe, ordigni e microspie. Le effettueranno gli artificieri voluti dal questore Dario Rotondi, e sono in programma prima, durante e dopo il maxivertice in programma domani e sabato in fiera. I tecnici specializzati della polizia dovranno battere a tappeto ogni angolo del padiglione: una misura di sicurezza necessaria per evitare qualsiasi genere di problemi. Non solo: fra le varie forze convocate per il convegno di Confindustria, sono in arrivo a Vicenza anche i reparti speciali dei tiratori scelti, che si apposteranno sul tetto della fiera e delle strutture vicine pronti a sparare in caso si presenti qualche malintenzionato. Un’analoga misura di sicurezza era stata adottata nel giorno dell’inaugurazione della Gendarmeria europea, alla presenza di sei ministri e dei vertici dell’Arma.
I vertici hanno ribadito che il sito valdagnese è «strategico» Marzotto, niente schiarite dopo l’incontro tra le parti Ieri un faccia a faccia “interlocutorio” tra azienda e sindacati di Marco Scorzato Un incontro interlocutorio che lascia ancora in sospeso la sorte occupazionale di 146 dipendenti dei reparti tintoria, filatura e mistificio. Ieri, azienda e sindacati, sono tornati a riflettere sul piano industriale presentato il 6 marzo scorso dalla dirigenza. Un piano che prevede di delocalizzare nello stabilimento di Nova Mosilana, in Repubblica Ceca, alcune lavorazioni, con un conseguente esubero di lavoratori. Un piano contro il quale Cgil, Cisl e Uil hanno alzato subito il loro muro di opposizione, contestando l’alleggerimento occupazionale e criticando anche il piano industriale dal punto di vista tecnico. «L’impatto sull’occupazione sarebbe insostenibile - afferma Maurizio Ferron, delegato territoriale della Cgil -, ma soprattutto, con la rottura della filiera produttiva a Valdagno, questo stabilimento rischia di non essere più strategico, come invece è stato sancito dall’accordo siglato alcuni mesi fa al Ministero. In questo incontro abbiamo sviscerato anche altri temi come gli investimenti. All’incontro c’erano anche i segretari nazionali del tessile Giampaolo Mati, della Cgil, e Sergio Spiller, della Cisl, oltre ai rappresentanti territoriali tra cui Ferron, Antonio Visonà, della Uil, e Mario Siviero, della Cisl. «È stato un incontro tecnico -spiega quest’ultimo - in cui abbiamo espresso la nostra posizione di contrarietà al piano. Abbiamo poi ascoltato le tesi dell’azienda che è tornata a motivare la scelta di presentare quel piano». L’azienda, che era rappresentata tra gli altri da Stefano Sassi, amministratore delegato, e Massimo Lolli, direttore risorse umane, ha portato da parte sua argomenti a sostegno del piano, confermando la «centralità» dello stabilimento valdagnese. «Nell’incontro con il sindacato - ha dichiarato Massimo Lolli, direttore delle risorse umane Marzotto - è stato ribadito il ruolo strategico dello stabilimento di Valdagno. La performance del business dei Tessuti Marzotto è stata oggetto di analisi e confronto fra le parti. Obiettivo dell’impresa è il raggiungimento di un assetto competitivo per il sito di Valdagno, condizione essenziale per la futuribilità del business dei Tessuti Marzotto». Le parti si sono date appuntamento per il 30 marzo (salvo spostamento al 31). «Solo allora, conclude Siviero - parleremo di esuberi». |