Brutta avventura a Padova per quattro ragazzi bassanesi finiti nel mirino di alcuni universitari che li hanno mandati all’ospedale
Scambiati per “no global” e picchiati
di Paolo Baron
Li hanno scambiati per "compagni" del centro Pedro e gonfiati di botte. Già questo la dice lunga sulla rissa provocata da tre studenti universitari ventenni (due dei quali conosciuti dalle forze dell'ordine come ultras del Calcio Padova), che hanno mandato all'ospedale quattro coetanei di Bassano, colpevoli, molto probabilmente di vestire in maniera troppo “autonoma”. I tre padovani sono stati rintracciati nella notte dalla polizia e denunciati per lesioni su querela di parte.
Il gruppo di vicentini era arrivato a Padova nel tardo pomeriggio per una serata in centro, fra pizzerie e osterie. L'incontro con i giovani padovani è avvenuto in piazzetta Conciapelli verso le 2,35 di notte. I ragazzi prima si sono guardati in cagnesco, poi dopo le parole (può essere anche complice l'alcol) si è passato ai fatti e sono volati pugni e sberle. Ad avere la peggio sono stati i quattro ragazzi di Bassano che dopo averle prese sono andati al pronto soccorso per farsi medicare (i referti parlano di contusioni guaribili tra i tre e i sette giorni). Al termine delle medicazioni, i quattro hanno sporto denuncia.
Una volante della polizia, poco dopo la segnalazione, è riuscita a rintracciare i tre aggressori che sono stati identificati e denunciati. Dovranno rispondere dell'accusa di lesioni.
La scazzottata inizia all'improvviso. I vicentini, due di diciotto, uno di diciannove e l'ultimo di vent'anni sono in giro per il centro città da diverse ore. E' la prima volta che vengono a Padova. Lo hanno deciso ore prima, per trascorrere una serata diversa dalle altre. E per certi versi lo sarà.. Fra uno spritz e l'altro, il tempo passa serenamente, così i quattro decidono di andare a mangiare qualcosa. Finita la cena, di nuovo un tuffo nelle piazze: la temperatura promette bene, nonostante l'umidità autunnale.
Verso le due di notte i quattro decidono di far ritorno a Bassano. Hanno lasciato l'auto in zona Carmine. Per far prima il gruppo “taglia” per piazzetta Conciapelli. Ma all'improvviso i quattro vengono intercettati da tre studenti universitari. I sette giovani si incrociano, scappa qualche parola di troppo, monta la tensione e il guanto di sfida è gettato. La questione appare politica, ma è anche una questione di look. I padovani accusano gli altri di essere “No global”. E partono i pugni e le sberle. Ad avere la peggio sono i ragazzi di Bassano, costretti a farsi medicare in pronto soccorso.
Da l? a un'ora scatta la denuncia formalizzata al posto di polizia dell'ospedale e i tre vengono individuati.
Domani a Roma incontro con il viceministro sulla questione dell’ex Lanerossi
Tute blu in strada con i tessili
Due ore di stop per il contratto
di Mauro Sartori
La marcia su Roma dei lavoratori dell’ex Lanerossi è iniziata ieri mattina e si concluderà oggi. Lo sciopero di due ore indetto dal settore metalmeccanico e che ha riversato lungo viale dell’Industria centinaia di dipendenti delle maggiori aziende scledensi come Smit, Man Turbo, Zanon, Dalla Via e Polidoro, ma anche di realtà produttive minori si è trasformato in un lungo corteo di solidarietà che si è snodato da una rotonda all’altra del viale, con temporanei blocchi della viabilità che hanno causato lunghe code.
Metalmeccanici in appoggio ai tessili, alla vigilia dell’incontro romano fissato per oggi tra rsu della Marzotto e responsabili nazionali e locali di Cgil, Cisl e Uil e il viceministro Maurizio Sacconi in rappresentanza del ministro Roberto Maroni.
«Andiamo nella capitale per portare a casa un risultato positivo - spiega Renato Omenetto della Filtea Cgil -. Puntiamo a far riconoscere la cassa integrazione speciale ai 125 lavoratori degli stabilimenti scledensi messi in mobilità».
La procedura di mobilità aperta il 19 settembre si concluderà entro il 2 dicembre. A quel punto i lavoratori resterebbero in carico all’azienda per un anno, periodo ritenuto insufficiente dai sindacati per avviare l’operazione di ricollocazione lavorativa. Una considerazione questa che tiene conto della composizione delle attuali maestranze dell’ex Lanerossi, per il 70% e con una buona componente di persone attorno ai 50 anni, lontane dalla pensione ma con comprensibili problemi a trovare in tempi rapidi una nuova occupazione.
«Sarebbe già qualcosa strappare i due anni di cigs - incalza Mario Siviero della Femca Cisl -. In linea teorica, sino a dicembre ci sarebbe ancora spazio per riaprire la trattativa con lo scopo di ottenere il contratto di solidarietà, ma siamo coscienti di come tale ipotesi sia remota e perciò l’abbiamo accantonata. Più concreta invece quella della cassa integrazione speciale che allargherebbe a due anni il periodo in cui innestare progetti di reinserimento lavorativo. Però serve la copertura finanziaria, sicchè dal ministero andremo a batter cassa».
Fra i lavoratori in ansia per l’esito della vertenza, come si è potuto notare ieri durante la manifestazione, ci sono molte giovani, assunte nella seconda metà degli anni ’90 quando lo sblocco dei pensionamenti aveva provocato una notevole fuoriuscita di maestranze dall’ ex Lanerossi. Sinora nessuno dei 125 in mobilità si è dimesso. Il vertice romano odierno potrebbe aprire nuove prospettive ed aspettative. Il momento di solidarietà di ieri è comunque riuscito e il notevole dispiegamento di forze di polizia ha consentito un regolare seppur rallentato deflusso viario, lasciando nel contempo ai manifestanti l’opportunità di sensibilizzare automobilisti e camionisti in transito nell’ora di punta.