Degrado ai Giardini Salvi
«Togliere tutte le panchine»
È la ricetta della Lega per recuperare il parco in centro storico
(g. m. m.) «Via le panchine dai Giardini Salvi». È la soluzione targata Lega Nord invocata dal consigliere comunale Alessio Sandoli per avviare il recupero dal degrado del parco in centro storico. «Da tempo - scrive in una articolata interrogazione indirizzata alla Giunta - sono segnalati episodi di spaccio di droga, risse tra ubriachi, punkabbestia con cani, anche di razze pericolose e il caso del bambino della scuola elementare che ha trovato una siringa. Purtroppo si tratta di episodi sempre più frequenti nella zona, che vanno a seguire la chiusura domenicale del parco giochi di campo Marzo».
«In passato - argomenta Sandoli - l’amministrazione comunale ha cercato di porre rimedio con un’ordinanza che vieta i bivacchi nei parchi pubblici e la cui applicazione risulta alquanto difficoltosa da parte della polizia locale tanto che i risultati ottenuti sono pressoché nulli». Così, dopo aver chiesto quante multe siano state appioppate contro i bivacchi a Campo Marzo e Giardini Salvi, il consigliere leghista chiarisce la sua posizione: «Urgono allora interventi immediati visto che le soluzioni adottate finora non hanno portato a niente».
L’esponente del Carroccio cita addirittura Renato Baioni, sindaco ulivista di Bazzano, nel Bolognese, che ha dichiarato: «Una strada del centro stava diventando una zona franca dove stazionavano spacciatori, ubriachi, gente che incuteva paura. Il ripristino della legalità passa anche da piccoli provvedimenti come, per esempio, togliere le panchine».
«Il primo ad adottare simili provvedimenti è stato Giancarlo Gentilini a Treviso che sollevò un mare di polemiche quando rimosse le panchine nei giardini fuori dalla stazione per la continua presenza di spacciatori extracomunitari. Ne seguirono discussioni, accuse di razzismo da parte dei soliti benpensanti ma il problema fu risolto». E poi una sfilza di altri casi, da Prato a Bovolone, dove la cura delle panchine sembra risolto le situazioni di degrado più pesante.
Per questa ragione, Sandoli invita palazzo Trissino ad armarsi di un pizzico di coraggio per adottare provvedimenti semplici quanto radicali come eliminare ogni comfort dall’area verde, dal momento che proprio le panchine sono diventate un refugium peccatorum.
La priorità è restituire decoro al parco e «salvaguardare la sicurezza dei bambini e dei genitori della vicina scuola elementare, soprattutto durante gli orari di entrata e di uscita».
Verifiche fiscali in viale Milano, ma anche in via del Carso e in provincia
di Diego Neri
Scattano i controlli sugli affitti agli immigrati. La guardia di finanza sta predisponendo un’indagine a vasto raggio, con centinaia di verifiche su contratti e locazioni. E un’attenzione particolare verrà dedicata a quelle zone nelle quali la concentrazione degli stranieri è molto alta. Per fare un esempio in città, nel quartiere di viale Milano o in via del Carso, oppure ancora in molti paesi della provincia laddove la percentuale di extracomunitari è particolarmente significativa. Nel caso dell’area vicino alla stazione ferroviaria di Vicenza, di fatto l’iniziativa rientra nell’operazione sicurezza che le forze dell’ordine stanno compiendo in queste settimane per superare il degrado e riportare ordine e legalità. Un’operazione che ha meritato il pauso di Alternativa sociale: «Speriamo non si tratti di un’azione temporanea e propagandistica ma che la presenza delle forze dell’ordine sia costante e si espanda anche in altre zone a rischio», ha dichiarato Alex Cioni.
Nel mirino del comando di contrà S. Tommaso ci saranno i rapporti fra i proprietari di appartamenti e i loro affittuari immigrati. Una realtà sempre più diffusa stante il crescente numero di stranieri che vivono nel Vicentino e che il comando generale delle fiamme gialle, su scala nazionale, ha deciso di mettere a fuoco nell’ottica di combattere forme di irregolarità e di evasione.
«Si tratta di uno dei nostri obiettivi fin da inizio anno - precisa il tenente colonnello Antonio Morelli, che comanda la finanza provinciale -. Non ci saranno realtà precise su cui puntare l’attenzione se non quelle in cui la presenza straniera è più forte».
Nelle scorse settimane, quando era scoppiato il caso del muro antispaccio di via Anelli a Padova, era intervenuto il ministro Amato a sottolineare come spesso dietro la concentrazione di extracomunitari, magari clandestini, ci fosse la complicità dei proprietari italiani, che lucrano su di loro affittando gli appartamenti a prezzi molto alti per pareggiare, in questo modo, il rischio che corrono. In effetti, oltre alle sanzioni amministrative, chi affitta a clandestini o a prostitute può essere denunciato per favorire o agevolare realtà da codice penale.
I finanzieri vicentini perciò dovranno verificare la documentazione che regolamenta i rapporti fra i proprietari degli alloggi e chi ci vive. Un’indagine analoga era stata affrontata sul fronte degli affitti agli studenti universitari, e gli inquirenti riscontrarono numerose irregolarità. L’iniziativa rientra nel novero dei controlli per stanare gli evasori, di cui si fa un gran parlare in questi mesi a livello politico.
Chi ha un alloggio prima di cederlo in affitto deve controllare se lo straniero a chi lo affida è in regola con il permesso di soggiorno; in caso contrario potrebbe essergli contestato il favoreggiamento della permanenza clandestina in Italia, se era a conoscenza che si trattava di una persona senza permesso.
Inoltre, oltre al rispetto del contratto con il versamento di contributi, c’è da accertare anche che chi abita nell’alloggio non lo subaffitti ad altri, e che il numero di persone che vi abitano sia superiore ai termini previsti dalla legge.
L’inchiesta delle fiamme gialle mira a far luce nel sottobosco di affitti che costituiscono un ingente movimento d’affari per i proprietari di appartamenti: affari gestiti a volte totalmente o parzialmente in nero, con vantaggi fiscali tanto per i titolari quanto per gli stranieri, che in questo modo abbattono illegalmente le spese.
In questo modo sarà possibile anche avere una mappa molto più completa della dislocazione degli extracomunitari, che potrebbe tornare utile in caso di inchieste o di ricerche.
«Stipati come in carro bestiame»
Un’odissea per colpa del “Rossi”
di Nicola Rezzara
In piedi e schiacciati come sardine, costretti ad un cambio di corriera supplementare, gli studenti della vallata che frequentano le superiori a Vicenza rientrano a casa a pomeriggio inoltrato. Stanchi di questa situazione protesteranno domani, dalle 7,45 alle 8,15, con un corteo che dal liceo Quadri e dall’istituto Boscardin raggiungerà la stazione delle corriere di Vicenza, per chiedere migliori condizioni di viaggio.
«Abbiamo pagato l’abbonamento 30 euro più dell’anno scorso per avere un servizio pessimo. Dobbiamo correre e fare quasi a pugni per trovare un posto sul pullman. In piedi naturalmente», protestano alcuni di loro, mentre attendono di effettuare l’ennesimo viaggio nella corriera che ormai chiamano “carro bestiame”.
Sono da poco passate le 13.30 alla stazione delle corriere di Alte, quando scendono dal pullman gli studenti dell’Ovest Vicentino che frequentano gli istituti “Canova”, “Quadri”, “Montagna” e “Boscardin” di Vicenza. Una volta arrivati ad Alte devono attendere un’altra corriera che li porti a Chiampo. Chi deve proseguire verso l’alta valle ne prenderà una terza. Due o tre cambi di mezzo per arrivare a casa verso le 15.
L’anno scorso una corriera li portava direttamente da Vicenza a Chiampo, senza cambi e con il posto a sedere, ma per quest’anno le comodità sono solo un sogno. Tutta colpa di uno slittamento dell’orario all’istituto tecnico industriale “Rossi”, che ha portato al riassetto generale delle corse. All’andata, da Chiampo a Vicenza, la tratta è diretta come l’anno scorso, ma il ritorno si trasforma quotidianamente in un’odissea.
«Da quando è cambiato l’orario del “Rossi” sono iniziati i problemi - spiegano i ragazzi in attesa di tornare a casa -. La corriera che prima partiva dalla nostra scuola, ora parte dall’istituto tecnico, e quando arriva da noi è già piena. Noi allora dobbiamo prendere quella per Trissino e Brogliano, togliendo il posto agli studenti di quelle zone, per poi scendere ad Alte e cambiare mezzo. Qui prendiamo una corriera che parte sempre dal “Rossi”, va diretta a Chiampo, e siamo nuovamente costretti a lottare per un posto».
Nella confusione di corse e orari, che molte volte costringe alcuni ragazzi a restare a piedi ed attendere a lungo un altro mezzo, gli studenti ricordano anche l’intervento dei carabinieri. «Tempo fa su una corriera diretta a Trissino eravamo così schiacciati che quasi non si respirava - raccontano gli studenti -. Così abbiamo chiamato i carabinieri che alla fermata hanno verificato il sovraffollamento. Da quel momento hanno messo una corriera in più per Trissino».
Gli studenti hanno deciso di andare fino in fondo per ottenere un viaggio decente, ricordando di aver pagato il notevole aumento dell’abbonamento annuale scattato con la prima campanella di settembre. Il volantino che da giorni gira fra le mani dei pendolari delle superiori denuncia la situazione: «Abbiamo pagato per stare in piedi». Ed annuncia per domani mattina un’azione di protesta alla stazione Ftv di Vicenza.