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19 LUGLIO 2005 dal Giornale di Vicenza
Smog, il sindaco è “pulito”
Smog, il sindaco è “pulito” di Ivano Tolettini Smog, il sindaco è “pulito”. I valori delle polveri sottili e dell’ozono complice l’alta pressione di questi giorni tornano a salire superando le soglie d’informazione, ma stavolta il barometro giudiziario per il sindaco Enrico Hüllweck è in linea col bel tempo. Non ci sono all’orizzonte segnali di altre denunce su un fronte che, viste le giuste sensibilità della gente, indipendentemente dalla stagione è sempre caldo. Si è appreso che il tribunale ha archiviato l’inchiesta per un’ipotetica omissioni in atti d’ufficio in base a una denuncia di Legambiente presentata dall’avvocato Celestino Verlato. In estrema sintesi la patata bollente dell’inquinamento alimentato dalle polveri sottili è questione che attiene all’ambito amministrativo e non a quello penale. Il gup accogliendo la richiesta d’archiviazione del pm Vartan Giacomelli e dell’avvocato del primo cittadino Enrico Ambrosetti, ha dato ragione a quanti sostengono che la materia dell’inquinamento atmosferico è materia che va al di là delle semplici competenze comunali, perché implica coinvolgimenti a più livelli. Le singole amministrazioni, anche nel caso siano inerti, non hanno a disposizione comunque strumenti forti e adeguati per combattere fenomeni così titanici. Gli stessi blocchi del traffico più o meno prolungati hanno dato risultati limitati, proprio perché dovrebbero essere adottati simultaneamente su vasta scala. Pertanto non si possono individuare profili giudiziari in base ai quali ritenere che i sindaci abbiano violato le norme penali. Anche nell’ipotesi siano stati alla finestra a guardare. «Ma questo non è certo il caso di Vicenza dove la Giunta si è impegnata, anche a costo di andare contro certe categorie che da drastici provvedimenti avevano da perdere. Del resto si sa, la questione è molto complessa - ha più volte analizzato l’avv. Ambrosetti - perché il Comune si è posto con serietà il problema, tanto che si ricorderà che ci sono state polemiche nei mesi scorsi quando Hüllweck annunciò una serrata per il traffico urbano. Commercianti e altre categorie sono scese in campo contro il sindaco». Se la difesa parla apertamente di realismo nell’affrontare problematiche che non si possono risolvere con le denunce alla magistratura, non è dello stesso avviso Legambiente, la quale è molto critica con le politiche comunali su questo fronte. «A nostro avviso - ha detto l’avv. Verlato - non c’è stata l’adozione di misure strutturali per risolvere a livello urbano la questione dello smog. È sempre una questione di scelte. Come l’acquisto di autobus alimentati da carburanti che non inquinano, oppure aumentare le corsie preferenziali per i mezzi pubblici. La questione di fondo per noi è che bisognerebbe ridisegnare le modalità del trasporto urbano come hanno fatto altre realtà, basta pensare ai paesi nordici». L’analisi dell’avv. Verlato era già stata svolta all’epoca della denuncia alla magistratura e la replica della stessa procura era stata che non c’è giurisprudenza sul punto. È un terreno vergine quello delle responsabilità dei pubblici amministratori in materia di mancata adozione di provvedimenti per combattere l’inquinamento. Su questo fronte l’avv. Ambrosetti ha le idee chiare, come espresso fin da quanto era scoppiata la polemica in piena emergenza smog lo scorso inverno. «Mi sembra pacifico che ci troviamo in un ambito politico-sociale più che giudiziario. Il sindaco di Vicenza ha osato sfidare l’impopolarità pur di tenere fede all’impegno di chiudere la città al traffico diurno per più giorni di seguito. Di fronte a queste azioni non si può accusare un pubblico amministratore di essere stato inerte. Pertanto, l’archiviazione dell’inchiesta era un atto doveroso, perché Hüllweck non si è macchiato di alcunché. È un sindaco sensibile, tanto più essendo medico, per le questioni ambientali. Chi sostiene il contrario mente». A questo proposito Legambiente replica che l’Amministrazione comunale deve avere il coraggio di adottare provvedimenti che abbiano un respiro di lungo termine, concordati con le municipalità dell’hinterland. «Ma la battaglia ambientale deve interessare tutti da vicino, perché nessuno può chiamarsi fuori, a qualsiasi orientamento culturale appartenga», conclude convinto l’avv. Verlato.
Il Consiglio c’è, i conti pure Approvato il bilancio 2004, bocciata la mozione sulle coppie di fatto di Gian Marco Mancassola La prima notizia è: il numero legale c’è, il Consiglio comunale si fa. Ed è davvero una notizia, dopo due sedute andate a vuoto per mancanza del quorum di presenze. E invece ieri, quasi un mese dopo l’ultima seduta valida, quando andò in scena lo scivolone sul piano urbanistico del Federale, il numero è stato garantito dai consiglieri della Casa delle libertà. E sarà stato per la contentezza, sarà stato per il colpo di caldo patito in mattinata, sul banco della capogruppo leghista Manuela Dal Lago è comparso un mazzo di rose gialle, depositato dal sindaco Enrico Hüllweck. Questa sera il consiglio ci riprova con ex Q8 e rondò di S. Lucia, ma il numero legale, alla vigilia, era una chimera tutta da conquistare. No alle coppie di fatto. La seconda notizia è la bocciatura, per altro scontata, alla mozione sulla proposta di un registro delle coppie di fatto. La commissione affari istituzionali, presieduta dal diessino Gianni Cristofari, si era riunita pochi minuti prima del consiglio nella cosiddetta “sala rossa”, rossa come la Quercia del proponente, il capogruppo diessino Luigi Poletto, che ha raccattato soltanto il sostegno di Cristofari e del Verde Ciro Asproso. La maggioranza, invece, ha marciato compatta con sette no. «L’impegno definitivo e la responsabilità reciproca del matrimonio non sono paragonabili alla semplice unione libera - argomenta la forzista Chiara Garbin -. Sarebbe stato meglio prevedere interventi nelle specifiche normative già in vigore invece che costruire una discutibile gerarchia di relazioni di coppie». Un solo rinvio di voto in aula, quello di Giovanni Giuliari, leader della lista civica “Vicenza capoluogo”, che ha detto chiaro e tondo che così com’è la mozione non potrà mai trovare l’appoggio della civica. Servono quindi accorgimenti, in particolare per eliminare le ambiguità sulla differenza fra unioni civili e famiglia tradizionalmente intesa. Poletto e i suoi si sono detti disponibili a studiare la formula per accontentare Giuliari, consegnano alla mozione un tempo supplementare dopo la bocciatura. «Sono sicuro che con queste premesse il confronto in aula possa rafforzare il dibattito sulla famiglia naturale». Stadio a rischio. Sollecitato dai consiglieri Furlan (FI) e Rucco (An), il sindaco Enrico Hüllweck è tornato sui futuri scenari calcistici della città: lo stadio Menti e il limbo fra serie B e C cui è per il momento relegato il Vicenza. Di fronte alle nuove disposizioni ministeriali su ordine pubblico e sicurezza, serve un investimento per adeguare il Menti di almeno un miliardo delle vecchie lire, ha confermato il sindaco: «Ma è un problema che riguarda tutti gli stadi italiani e in ogni caso, materialmente non potrà essere risolto prima di 10-12 mesi». Sul ripescaggio in B, il sindaco ha ribadito quanto già dichiarato nei giorni scorsi, ponendo una questione “morale” sulla necessità di riconoscere l’onestà delle società che non hanno barato sui conti per avvantaggiarsi sul campo: «La sensazione è che questa volta le cose andranno secondo i crismi della moralità - ha dichiarato al microfono -. Ma se così non sarà, saremo pronti a batterci, non solo attraverso azioni legali, ma anche manifestazioni pubbliche e pressioni a tutti i livelli». Ok al consuntivo. Il clou amministrativo di ieri sera era il conto consuntivo del 2004, il bilancio chiamato a sanare il tormentone del “buco” creatosi e ricoperto un anno fa dopo il disallineamento fra i conti di Comune e Aim. Una formalità, presentata dall’assessore Mardo Zocca, entrato in gioco al posto della collega Carla Ancora ad esercizio ormai concluso, che ha dato la stura al fuoco di fila dell’opposizione, che ha criticato l’incapacità di programmare e di far fruttare talune operazioni finanziarie come la vendita della Centrale del latte. Nemmeno mezzo intervento dai banchi del centrodestra, tanto da scatenare una coda polemica sul rispetto delle istituzioni, sul ruolo del consiglio e sul vuoto politico che ha visto protagonisti Rolando (Ds), Giuliari, Asproso e Cangini (Margherita). Dopo aver ratificato una variazione di bilancio che recepisce un contributo regionale per finanziare il servizio di prenotazione degli appuntamenti in questura per gli immigrati, è arrivato il sospirato sì al rendiconto, che manda tutti in vacanza. Un sì concesso da sala Bernarda anche a cinque ordini del giorno: per impegnare la Giunta a fornire un quadro sui compensi relativo al gruppo dirigente comunale, sulle consulenze esterne, sui compensi degli amministratori di Aim e Amcps (quest’ultimo, proposto dal diessino Alifuoco, aveva le firme di tre quarti dell’aula), a coinvolgere privati per investimenti sul sociale e il culturale (Soprana di Vicenza capoluogo) e ad attivarsi sul bilancio destinato alle politiche al femminile (Dovigo dei Ds).
“Pantere”, è tutto da rifare Bocciata, dopo l’intervento del prefetto, anche la seconda convenzione di Diego Neri Non c’è pace per le pantere. Anzi, è tutto da rifare. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, e le prese di posizione pro e contro i nuovi vigilantes stipendiati dal Comune per controllare dodici ore alla settimana Campo Marzo e i giardini Salvi, si prepara una nuova convenzione Comune-privati. La terza. Sì, perché anche la seconda presenterebbe dei profili di illegittimità. O, meglio, andrebbe aggiustato ancora il tiro sul loro ruolo e su quello che esattamente possono e devono fare. Perché non sono operatori delle forze dell’ordine né guardie giurate, hanno esperienza da buttafuori di discoteca ma non è ben chiaro come potrebbero servire alla causa della sicurezza. Il silenzio dei palazzi, in queste ore, è assoluto. Ma di certo c’è che i vigili urbani, con la collaborazione dei funzionari della questura, stanno vergando una terza bozza di convenzione, dopo che la seconda è risultata indigesta anche al prefetto Angelo Tranfaglia. La “vicenda pantere” risale alla metà di giugno. Il vicesindaco Valerio Sorrentino, che aveva ideato l’iniziativa, aveva presentato i nuovi gorilla di Campo Marzo come una panacea: a basso costo (circa 10 mila euro), avrebbero controllato in mountain bike tutti i sabati e le domeniche pomeriggio dalle 14 alle 20 quei parchi cittadini. Il loro compito era quello di «supportare» l’attività dei vigili urbani. Quella convenzione però naufragò qualche settimana dopo. Il motivo era semplice, e lo ribadì Roberto Meridio, segretario provinciale del Siulp: le pantere non sono poliziotti né carabinieri, non possono fare attività di sicurezza, né hanno titolo per chiedere documenti. Al massimo, possono fare i custodi, anche per non far credere ai cittadini che possa esistere una «giustizia fai da te». Legalità e sicurezza debbono passare, secondo i sindacati di polizia, attraverso le forze dell’ordine. Il primo contratto con la “Società Pantere srl” di Michele Somma venne ritenuto illegittimo. In questo senso, qualche giorno fa venne stipulata una nuova convenzione. Si precisava fra l’altro che «gli operatori non hanno alcun potere sanzionatorio», e che il loro compito consisteva nella «semplice vigilanza per la salvaguardia del patrimonio vegetale e degli arredi pubblici», e che le pantere dovevano informare i cittadini delle manifestazioni organizzate nei parchi e dei regolamenti. Ancora, avrebbero dovuto raccogliere le siringhe e i cocci di vetro. Una formula che, con i dovuti distinguo, venne ritenuta positiva anche dal Comitato di viale Milano. Tutto a posto? Neanche per sogno. È in corso di stesura in queste ore una nuova bozza, che sarebbe stata sollecitata dalla prefettura con l’intenzione di stabilire, senza dubbi o incertezze anche per i cittadini che li vedono in azione, quali siano i compiti dei vigilantes. L’obiettivo è quello di renderli sempre più custodi e sempre meno guardie: quindi, benissimo l’attività di informazione ai cittadini sulle iniziative, che deve essere preminente, e solo in secondo luogo devono compiere controlli per verificare il rispetto delle ordinanze comunali (quella anti-bivacchi, ad esempio). Nei prossimi giorni la bozza sarà sottoscritta e inviata in visione in prefettura e a tutti i comandi delle forze dell’ordine. Le pantere, con i nuovi compiti, torneranno in pista il prossimo fine settimana. Ma quello che molti si chiedono è se abbia senso pagare 10 mila euro per avere delle guardie che, a tutti gli effetti, guardie non sono. «Campo Marzo è un problema - replica Florio Cappon, portavoce di viale Milano -. Ogni mezzo è utile per la deterrenza. Ma aspettiamo sempre i vigili».
I film bengalesi non erano in regola I carabinieri denunciano due fratelli Sequestrate 200 cassette da “Bhai bhai” in via Roma (d. n.) Una collezione di film bengalesi ad uso e consumo dei connazionali che vivono a Vicenza. Solo che i noleggiatori avevano “scordato” una serie di norme da rispettare, e sono stati perciò denunciati dai carabinieri che hanno sequestrato decine di cassette. L’indagine dei militari del radiomobile, guidati dal tenente Dotto e dal luogotenente Ruscigno, era stata avviata qualche giorno fa come attività di controllo della zona della stazione, dove insistono numerosi negozi gestiti da immigrati. L’obiettivo è quello di monitorare la zona per evitare violazioni sia di natura penale che di carattere amministrativo. I carabinieri hanno scoperto come, all’interno dell’emporio “Bhai bhai”, di via Roma 19, di cui è titolare il bengalese Hasan Sarwar, 33 anni, che vende generi alimentari e che fa servizio di call center, ci fossero centinaia di videocassette sospette. I militari ne hanno sequestrate 200, fra cui 70 prive di qualunque marchio, mentre le altre 130 avevano applicato un contrassegno Siae. Solo che in primo luogo si tratta di cassette che non si possono noleggiare (come del resto era indicato nell’adesivo applicato successivamente sulle scatole), mentre Sarwar, che gestisce il negozio con il fratello di due anni più grande, le avrebbe prestate, ed inoltre che si tratta palesemente di materiale artigianale, probabilmente registrato in casa, dalla televisione. È possibile che i negozianti abbiano tentato di mettere in regola il materiale, in maniera peraltro tale da risultare un autogol. Per questo entrambi gli immigrati sono stati denunciati per la violazione della legge sul diritto d’autore. Inoltre, i carabinieri hanno sigillato alcuni campioni di altre 500 cassette, e le hanno inviate alla Siae, affinché i tecnici verifichino se si tratta di materiale in regola oppure di altri prodotti artigianali, riprodotti in maniera illecita. In quel caso i bengalesi rischiano il sequestro di tutta la merce e una forte multa. -Incidente. Ha perso il controllo della sua moto ed è volato a terra procurandosi varie lesioni. Loris Gasparoni, 33 anni, residente a Torri di Quartesolo in via Roma, è stato medicato al S. Bortolo e giudicato guaribile in almeno un mese. l’incidente in cui è rimasto coinvolto è avvenuto qualche notte fa in via della Scola, in città, vicino al carcere S. Pio X. |