20 SETTEMBRE 2006

Piazza ha già pronte le valigie «Addio a Comune e a Lega»
Base Usa, spunta l’ipotesi Ipab

L’ormai ex assessore agli Interventi sociali si difende dopo il siluramento
Piazza ha già pronte le valigie «Addio a Comune e a Lega»
«Il partito non ha capito le mie scelte»

di G. M. Mancassola

Ha appena finito di liberare la scrivania, Davide Piazza, quando accetta di raccontare la sua versione, la sua difesa d’ufficio di fronte alla sfiducia che gli ha notificato la Lega Nord attraverso il segretario cittadino Giuliano Tricarico. L’ormai ex assessore agli Interventi sociali si dice «sereno e sollevato», e conferma le sue scelte. Anche quella decisiva per il suo futuro politico: la decisione di non presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha stralciato i punti-premio ai vicentini nel bando per l’assegnazione delle case popolari. «Non credo di aver sbagliato, rifarei le medesime scelte. Pensare che la causa sia questa decisione è quanto mai banale - afferma Piazza -, visto che qualsiasi legale di buon senso consiglierebbe di fermarsi al Tar, per le innumerevoli e gravose implicazioni, in caso di esito favorevole, sia per l’amministrazione comunale, che per le numerose famiglie alle quali verrebbe affidato un alloggio illegittimamente». La fila di chi aspetta casa è lunga , ricorda Piazza: almeno 900 famiglie. Poi versa una goccia di veleno nella freccia diretta ai colleghi di Giunta, soprattutto ai colleghi leghisti: «La decisione di non ricorrere al Tar è stata assunta da tutta la Giunta, non da me solo. Evidentemente i problemi sono sorti dopo». «Il problema - prosegue - è più complesso e riguarda una visione lontana della vita sociale della città. La Lega Nord non ha mai accettato le mie aperture sui problemi che assillano la nostra società, che io non ho mai voluto vedere attraverso un vetro color verde padano. Non possiamo chiudere gli occhi a emergenze nuove, di cui tutti parlano, ma pochi fanno qualcosa. Penso alla disoccupazione, che coinvolge l’assessorato, agli stranieri, tantissimi, in continua emergenza, alle tante famiglie che chiedono una casa popolare, alle poche abitazioni disponibili. E ancora: l’assistenza ai nostri anziani, i senza fissa dimora, i carcerati, i giovani tossicodipendenti, i malati di mente. Questo è l’assessorato della disperazione. I tre anni che ho trascorso qui mi hanno cambiato, mi hanno arricchito e sono grato per questo». Piazza, quindi, non ci sta a riflettere questa realtà attraverso la “lente verde”: «L’assessore ai servizi sociali deve talvolta superare la propria appartenenza politica, in virtù del bene comune di tutti i cittadini. La Lega Nord è un partito sempre più lontano dalla mia realtà, a cui non trovo più alcuna ragione di appartenere. Sono amareggiato perché non ha compreso che questo assessorato deve farsi carico delle ferite della città, ma sono allo stesso tempo sollevato e sereno perché in coscienza credo di aver compiuto fino in fondo il mio dovere». Con il sindaco Enrico Hüllweck, a cui riconosce «di avermi concesso la possibilità di esercitare la mia funzione in completa libertà», non ha ancora parlato: attende di incontrarlo per chiudere queste esperienza: «Lui mi ha conferito l’incarico, lui me lo toglierà». Poi difende i suoi collaboratori e la dirigente Piera Moro: «Non c’è stato alcun appiattimento sulle posizioni dei dirigenti. Sostenerlo è una caduta di stile. Mi sono sempre assunto la piena responsabilità di tutte le decisioni. Da oggi finalmente sono finiti i processi per le mie decisioni. La Lega è capitolo morto e sepolto». I rammarico più grande di questi tre anni trascorsi a S. Rocco è il nulla di fatto sul centro per la famiglia: «È uno dei miei più grandi dispiaceri», riconosce. Il futuro dell’assessorato - sembra sempre più probabile - sarà affidato a Patrizia Barbieri. Ma Piazza, con eleganza, evita ogni commento sul suo successore e sui compiti che sarà chiamato a svolgere. Uscito dal Carroccio, dice che si guarderà intorno, non ha ancora voglia di ufficializzare nuove appartenenze, anche se già circolano voci: Udc, Forza Italia, Ppe di Carollo, anche se le attestazioni di solidarietà che più lo hanno sorpreso e che più ha gradito sono venute dal centrosinistra. «Ora - garantisce - mi prenderò un periodo di vacanza e mi dedicherò alla mia passione, la pittura».


Caso “Dal Molin”. La proposta è targata Forza Italia. Borra e Meridio: «Vale la pena parlarne»
Base Usa, spunta l’ipotesi Ipab
Fra S. Pietro Intrigogna e il casello di Vicenza Est

(g. m. m.) «Di fronte a una contrarietà così forte da parte della popolazione che vive nella zona del “Dal Molin”, perché non pensare ad altre ipotesi per la nuova base Usa, come i terreni dell’Ipab a Vicenza est?». La proposta è targata Forza Italia, elaborata in questi giorni da Maurizio Borra, presidente della neonata commissione Territorio, costituita dal partito per affrontare il dibattito sui temi dell’urbanistica. Borra si è già confrontato con il presidente dell’Ipab, Gerardo Meridio, anch’egli di Forza Italia. I due precisano che si tratta di un’ipotesi di studio per ampliare il dibattito. Non c’è alcuna decisione ufficiale da parte del consiglio di amministrazione dell’ente assistenziale, né ci sono carte bollate che circolano. Tuttavia, la proposta si infila nel solco tracciato per primo da Mauro Fabris, deputato vicentino dell’Udeur, che sta seguendo passo passo l’evolversi del caso “Dal Molin” e che per primo aveva cercato di stanare i promotori del progetto: «Se è vero che la pista non serve alla caserma, perché non costruirla altrove, ad esempio a Vicenza est?». Senza entrare nel dettaglio della proposta, anche il sindaco Enrico Hüllweck, nell’ultima lettera inviata al ministro della Difesa Arturo Parisi, aveva rivolto un quesito simile, chiedendo se c’è solo la soluzione “Dal Molin” o se il tipo di insediamento progettato può essere collocato altrove. Nasce in questo quadro l’ipotesi dei terreni di S. Pietro Intrigogna, avanzata da un partito che si è già pronunciato con alcuni esponenti autorevoli a favore della nuova base. Come spiegano Borra e Meridio, in questo modo verrebbe superata la forte opposizione dei residenti di S. Bortolo e di Laghetto, salvando contemporaneamente il progetto e i posti di lavoro della Ederle. I terreni sarebbero vicino all’autostrada, ma anche alla housing area e alla caserma Ederle. Infine, l’Ipab cederebbe i terreni direttamente al demanio militare, ottenendo in cambio importanti risorse da destinare a strutture per l’assistenza alla terza età, come il progettato polo dell’Alzheimer a Monte Crocetta. Una volta ceduto al demanio, il terreno non dovrebbe sottostare ai tempi lunghi dell’approvazione di una variante urbanistica. È solo un’ipotesi, ma non è escluso che già oggi possa fare capolino nella chiacchierata fra il sindaco Hüllweck e l’ambasciatore americano Ronald Spogli.