|
22 FEBBRAIO 2005 dal Giornale di Vicenza
Militari Ederle distruggono l’interno di un bar
Furibonda rissa nella notte: 15 americani prendono di mira alcuni marocchini in discoteca e li seguono in città Pesanti danni al “Naat house” di via Moro: statunitensi scatenati placcati solo dai Cc Setaf (d. n.) Militari americani scatenati. Dopo essere finiti nei guai nei giorni scorsi tanto a Roma (un parà della Ederle accoltellato durante una baruffa) quanto a Firenze (tre colleghi arrestati per rissa), la notte scorsa hanno provocato il pandemonio in un bar di Vicenza. I danni all’interno del “Naat house” di via Moro sono ingenti. Quindici militari della caserma di via della Pace sono stati denunciati dai carabinieri della Setaf prontamente intervenuti per calmarli. I marocchini contro i quali se l’erano presa se la sono cavata con qualche botta. L’episodio di violenza risale alle 5 della scorsa notte ma ha un importante antefatto. Gli americani infatti avevano deciso di passare una nottata di festa e divertimento all’interno della discoteca “Nordest” di Caldogno. Nelle sale da ballo erano entrati in contatto con alcuni marocchini e, complice l’acol bevuto in quantità, era nata un’accesa discussione. Al momento i motivi del contendere non sono chiari, ma potrebbe trattarsi, più che di ragioni religiose, politiche o geografiche, semplicemente di uno sguardo di troppo ad una donna. I titolari e i dipendenti del locale, visto che gli animi si stavano surriscaldando, avevano provveduto a mandare fuori tanto gli americani che i marocchini. E lì la baruffa sembrava essersi conclusa. Gli africani, per concludere la serata, avevano deciso di andare a fare colazione al “Naat house”, un locale che resta aperto fino all’alba e che in passato era stato spesso al centro delle cronache. Nei mesi scorsi c’era stata anche una sparatoria con la polizia. I militari della Ederle li hanno seguiti e quando i due gruppi si sono ritrovati faccia a faccia è scoppiato il pandemonio. Urla, spintoni, pugni ma anche tavolini e sedie spaccati e buttati dappertutto, porte divelte, bagni danneggiati, armadi scardinati. Il titolare, Vincenzo Piero Consoli Noto, ha chiesto aiuto al 112. In via Moro sono arrivate più pattuglie dei carabinieri della Setaf che hanno calmato gli animi ed hanno riportato gli americani alla base Usa. Sono stati identificati, come pure i due africani, e tutti denunciati per rissa e danneggiamento aggravato. Difficile che il titolare del locale riesca però a vedere i soldi per i danni che ha subito. Negli ultimi mesi spesso i carabinieri sono dovuti intervenire per calmare le intemperanze degli americani. Qualche settimana fa cinque parà erano stati arrestati per rissa a Vicenza est.
«L’ultima parola a Coccimiglio» Ecco i cantieri appaltati alla Cogi Il teatro e un ospedale, mai ultimati L’assessore Ancora spiega che è un atto dovuto. «Una lettera per capire cosa vuole fare» di Chiara Roverotto « Giuseppe Coccimiglio non è ancora uscito di scena» . Parola dell’assessore ai Lavori Pubblici, Carla Ancora. L’amministratore unico della Cogi, l’impresa che due anni fa vinse l’appalto per la costruzione del teatro di Vicenza, potrebbe ancora decidere di riavviare il cantiere di via Battaglione Framarin e ricominciare a lavorare di gran lena, come, peraltro, disse anche nel corso di un’intervista rilasciata al nostro Giornale. « La giunta questa settimana non deciderà proprio nulla, ci sono procedure precise da seguire - puntualizza l’assessore Ancora - e dalle quali non possiamo prescindere, altrimenti passeremo noi, cioè il committente, dalla parte del torto ». In sostanza, dopo la relazione del direttore dei lavori, l’ing. Mario Gallinaro, del responsabile del procedimento per conto del Comune, l’arch. Gianni Bressan e dei collaudatori in corso d’opera, la palla passerà nuovamente all’amministratore unico della Cogi. « Si tratta di una procedura prevista dalla legge - prosegue l’assessore - ma non sappiamo come Coccimiglio intenda muoversi. Di fatto il cantiere è completamente fermo da quasi un mese, ma questo non ci permette di andare avanti immediatamente con la rescissione del contratto». E, quindi, come puntualizza anche il direttore dei lavori ing. Mario Gallinaro, « il Comune scriverà una lettera nella quale verrà chiesto all’amministratore unico della Cogi che cosa intende fare con il cantiere del teatro. Gli verrà dato del tempo, in media si tratta di una decina di giorni. Se entro quella data da Firenze non arriverà alcuna risposta o se ne arriverà una di negativa, il committente potrà sciogliere il contratto e decidere come regolarsi. All'orizzonte - precisa l’ing. Gallianaro - ci sono sempre due ipotesi: la prima è chiedere all’impresa che è giunta seconda nella graduatoria finale se ha intenzione di subentrare, la seconda è quella di procedere con un nuovo appalto con tempi decisamente più lunghi. Anche se ci sarà un altro problema non irrilevante da affrontare aggiunge l’ing. Gallinaro -: quello relativo ai costi: in sostanza bisogna valutare, a due anni di distanza, se gli stessi lavori previsti dal capitolato si potranno ultimare con i medesimi prezzi. Qui dovrà essere la ditta a decidere e non si tratta certo di scoglio facile da aggirare anche perché di tempo ne è trascorso parecchio ». In definitiva questa settimana il responsabile del procedimento dovrebbe inviare la lettera e, quindi, la questione teatro si dovrebbe risolvere, almeno sotto il profilo procedurale, entro i primi giorni di marzo. « Non abbiamo alcuna intenzione di allungare tempi che si sono già protratti abbastanza - conclude l’assessore Ancora -, ma la legge parla chiaro e non possiamo nemmeno permetterci, come dicevo all’inizio, di passare dalla parte del torto con chi ha vinto l’appalto ». Insomma, la telenovela continuerà ancora per qualche giorno. Nel frattempo la ditta che si è aggiudicata il secondo posto, la Vittadello di Limena, (Padova), sta seguendo con un certo interesse quanto sta accadendo nel cantiere per il teatro. « Stiamo lavorando nell’Alto Vicentino - afferma uno dei dirigenti, Luca Chiaro -, ma finora nessuno ci ha chiesto nulla e questo è normale. Se ci può interessare ultimare l’opera? È ancora troppo prematuro parlare di questo, gli aspetti da valutare sono molti e ribadisco che nessun esponente dell’amministrazione comunale di Vicenza ci ha chiesto qualcosa . Certo, di lavori finora ne abbiamo eseguiti parecchi e anche di una certa rilevanza. La nostra impresa rientra tra le prime cinquanta in Italia e proprio in questi mesi abbiamo vinto l’appalto per la ristrutturazione di uno dei palazzi storici di piazza Unità d’Italia a Trieste ». Intanto, gli operai che sono stati pagati dal Comune sono circa trenta. « Restano da valutare le posizioni contributive di quelli provenienti dalla Calabria e dalla Puglia - precisano i sindacati -, ma non sono molti ». E resta confermato anche il concerto che si terrà sabato prossimo per sostenere la vertenza. Presidio “sospeso” per la neve «Il Comune assuma gli operai» (c. r.) Ieri mattina, a causa della neve caduta anche su Vicenza, il presidio del cantiere in via Battaglione Framarin è stato sospeso, ma oggi - se il tempo migliorerà - sindacati e lavoratori saranno sempre allo stesso posto in attesa che una vicenda, che si sta trascinando da quasi un mese, possa vedere la parola fine. « Sono stati pagati ventinove lavoratori , anche quelli della ditta subappaltatrice - spiega Antonio Toniolo, segretario provinciale della Fillea Cgil -, r estano solamente da chiarire le posizioni contributive di pochi lavoratori ». La Cgil, comunque, intende chiedere al Comune l’assunzione degli operai che prima erano stati licenziati e poi reintegrati dal giudice del lavoro, Luigi Perina, visto che aveva considerato il loro licenziamento illegittimo. « Dopo oltre quattro settimane di lotta, gli operai del cantiere del nuovo teatro - scrive in una nota Giorgio Langella segretario provinciale dei Comunisti italiani - hanno ottenuto le retribuzioni. Questo primo obiettivo è una vittoria per chi crede nel diritto inalienabile della giustizia e del lavoro e rappresenta la sconfitta dell'arroganza di Coccimiglio e dell'indifferenza dell'amministrazione comunale di Vicenza costretta da questa lotta ad applicare le norme che regolano un appalto pubblico. Ora, è necessario che ai lavoratori venga garantito un futuro, un lavoro sicuro e continuativo, possibilmente in quello che da quattro settimane è diventato a tutti gli effetti il "loro cantiere "». |