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24 APRILE 2005 dal Giornale di Vicenza
Un 25 aprile tra storia e politica
Sarracco primo aennista al microfono per la Liberazione: «Da presidente, non da uomo di partito» di Antonio Trentin
Sante Sarracco, presidente aennista della sala Bernarda vicentina, sarà domani sul palco di piazza dei Signori come rappresentante del sindaco Enrico Hüllweck nella cerimonia per il 60° della Liberazione. È la prima volta per un rappresentante della Destra in città, una delle prime in tutta Italia, se non la prima in assoluto. Non sarà l’oratore ufficiale, perché il ruolo è stato affidato allo storico Silvio Lanaro, ma porterà il saluto del Comune e naturalmente le sue riflessioni.
Finora gli esponenti della sequenza partitica Msi-Dn-An si sono tenuti ben lontani dalla celebrazione del 25 Aprile che coincise, nel 1945, con la fine della seconda guerra mondiale e con la fine anche dello scorcio estremo del fascismo mussoliniano, la Repubblica sociale italiana alleata dei tedeschi hitleriani. Sarracco è una primizia politica e un’eccezione: in giro per il paese il distacco resta quasi assoluto e le commemorazioni preferite dagli aennisti sono sempre quelle dei caduti di quella che fu la "loro" parte.
«Sarò al microfono solo da presidente del consiglio comunale» spiega Sarracco, in queste ore ricordato (e contestato politicamente) dalla deputata diessina Lalla Trupia per la partecipazione alle cene "in nero" che il 28 Ottobre festeggiano il ricordo della Marcia su Roma e di Benito Mussolini al potere nel 1922. «Faccio parte di un gruppo consiliare che con spirito democratico partecipa a una coalizione e il sindaco di questa coalizione mi ha chiesto di rappresentarlo» spiega.
Contestatrice
... e contestata Lalla Trupia contestatrice contestata. Dopo la diffidenza esternata dalla deputata diessina nei confronti della scelta del sindaco per la cerimonia del 25 Aprile - cioè far parlare come sostituto l’aennista Sante Sarracco - dal suo fronte politico arrivano le critiche e i "distinguo". «L’Anpi non contesta nulla e nessuno - dichiara Franco Busetto, presidente regionale dell’Associazione partigiani, uno di quelli che la lotta al nazi-fascismo l’aveva vissuta in prima persona -. Il sindaco non può esserci e delega il presidente del consiglio comunale? Il partito di appartenenza di Sarracco non ci interessa. A noi interessa che sia presente l’Amministrazione comunale di Vicenza città medaglia d’oro della Resistenza». E sul rifiuto di un giudizio negativo dato in anticipo interviene anche il segretario cittadino dei Democratici di sinistra: «Intanto va osservato che la commemorazione ufficiale è affidata a uno storico di rilievo, il professor Silvio Lanaro - osserva Luca Balzi -. Poi c’è da dire che, un’altra volta come in passato, il dottor Hüllweck non ha ritenuto di essere presente in questa data importante per la storia di Vicenza». «Sulla scelta di Sarracco, posso capire che umanamente e politicamente l’onorevole Trupia sia rimasta colpita - dice ancora il segretario diessino - ma dal punto di vista istituzionale non si può obiettare nulla preventivamente: e alla manifestazione i cittadini di Vicenza e la sinistra devono partecipare proprio per dimostrare l’importanza storica della ricorrenza e la sua caratterizzazione come ricordo di un momento fondamentale nella storia della libertà». In sintonia con questa indicazione, anche il consigliere comunale Ds Ubaldo Alifuoco obietta contro «la mancanza di rispetto verso una carica istituzionale: Sarracco si criticherà dopo, per quello che eventualmente avrà detto, e non credo succederà, ma non si può dire a priori che non lo si accetta».
Dopo l’approfondimento storico di venerdì a S. Corona, domani tradizionale messa alla Foiba Bus de la Spaluga di Lusiana «A sessant’anni di distanza dal 25 aprile 1945 è ancora in voga l'uso di ricordare quella data come la fine di una guerra di liberazione - si legge in una nota di Azione Giovani, organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale -. Tale data segna la fine ufficiale di una guerra che nel biennio ’43-’45 fu atrocemente guerra civile. E l'inizio simbolico di una seria di violenze, in gran parte impunite, che i vincitori perpetrarono ai danni dei vinti e che si protrassero per alcuni anni». «Da sempre la Destra italiana si impegna perché il 25 aprile non sia osservato con occhi ideologici e usato per rinvangare antiche e nuove divisioni - prosegue la nota dei giovani di Alleanza nazionale -. Azione Giovani chiede che il 25 aprile diventi un momento in cui si ricordi congiuntamente chi, decenni or sono, fece scelte di schieramento differenti ma sempre in nome del Bene supremo della Patria. Purtroppo le celebrazioni che si terranno quest'anno escluderanno ancora una larga fetta di popolo italiano, riconoscendo la dignità del ricordo e degli onori solo ad uno dei due contendenti». «Guidata da uno spirito di pacificazione nazionale Azione Giovani ha organizzato due momenti di incontro, uno di approfondimento storico, consci che la conoscenza sia il primo e necessario passo verso la comprensione degli eventi, e l'altro di carattere commemorativo», conclude la nota. Venerdì ai Chiostri di Santa Corona in Vicenza, si è tenuta la conferenza “Repubblica Sociale Italiana: la Storia oltre la Menzogna” con relatori Marco Cimmino, storico e giornalista, Claudio de Ferra e Pio Turchetti, entrambi ex sottotenenti della Guardia Nazionale Repubblicana, e la consigliera regionale Elena Donazzan. Domani alle 11, alla Foiba Bus de la Spaluga a Lusiana, si officerà la tradizionale messa con la quale «Azione Giovani ricorda tutti gli anni i connazionali caduti durante la seconda guerra mondiale senza omissioni o dimenticanze».
Danno fuoco al call center Ignoti scassinano la porta e incendiano il bagno. Un avvertimento? Un call center senza pace, quello di via Napoli. Da diverso tempo al centro di polemiche, di ordinanze di chiusura, di proteste da parte dei residenti. E, l’altra notte, anche di alcuni sconosciuti piromani che hanno cercato di dare alle fiamme l’intero esercizio. Si chiama African commercial center, è gestito dalla nigeriana Beatrice Okwumuo, 41 anni, e da ieri ha almeno un nemico in più. Ma si pensa che i "nemici" siano diversi, considerando la tecnica adottata per dare alle fiamme, o meglio, per tentare di dare alle fiamme il locale. Pare quasi un avvertimento, uno stile che ricorda le punizioni inflitte ai commercianti che non pagano il pizzo. Stile mafioso o malavitoso, insomma. Solo che, nel caso specifico, ci sono diverse ipotesi sul tappeto, considerati i precedenti. Quel che è certo è che l’altra notte, dopo l’orario di chiusura, qualcuno si è avvicinato al locale, ha rotto la finestra che immette nel bagno, ha versato del liquido infiammabile e poi ha gettato un fiammifero. Detto così, l’avvertimento in stile mafioso potrebbe sembrare un gesto incosciente, che avrebbe potuto causare un disastro, tipo quella successo a Parigi nei giorni scorsi, quando morirono dieci persone per un rogo nell’albergo degli immigrati. Qui siamo in centro a Vicenza, l’esercizio è al piano terra di un palazzo e ci vuol poco a portare le fiamme anche altrove. La verità è che i piromani hanno agito con il chiaro intento di dare un "semplice" segnale, di cui la polizia sta valutando i termini. Che non abbiano fatto troppo sul serio, cioè che non abbiano voluto distruggere tutto, si capisce dal fatto che nessuno, durante la notte, si è accorto dell’incendio. Le fiamme si sono propagate all’interno del bagno, distruggendo quello che c’era nel locale, annerendo i muri, senza però intaccare altre zone. In pratica, si sono spente da sole. Ad accorgersi di quel che era successo è stata la titolare dell’esercizio, subito dopo essere entrata ieri mattina. Ha avvisato immediatamente la polizia, intervenuta per i rilievi insieme ai vigili del fuoco. Dalle prime analisi è emersa la natura dolosa dell’incendio. Qualcuno ha voluto deliberatamente danneggiare l’African commercial center, svuotando un contenitore di liquido infiammabile e appiccando il fuoco. Difficile capire quale pista seguire, specie se si pensa ai precedenti. Da sempre gli abitanti si lamentano del fatto che, a loro dire, attorno a questi call center, peraltro sempre più numerosi, girano dei personaggi poco raccomandabili: può essere che qualcuno di questi, per motivi tutti da precisare, abbia deciso di passare alle vie di fatto contro la titolare dell’esercizio. Tra l’altro questo gesto di violenza arriva all’indomani di un’interrogazione presentata dal consigliere leghista, Alessio Sandoli, circa il numero di questo tipo di esercizi, e per sapere se la polizia municipale continua a fare i controlli di rito.
Casa, il Comune offre 15 alloggi a famiglie che assistano anziani di Federico Ballardin Una casa ad affitto agevolato in cambio dell’assistenza agli anziani. L’assessore ai servizi sociali Davide Piazza mette sul tavolo quindici appartamenti comunali, dieci dei quali da assegnare ad anziani soli e cinque a famiglie bisognose che, in cambio, svolgeranno attività di assistenza a tre anziani nelle piccole incombenze quotidiane. Un secondo bando di concorso speciale invece è riservato a otto donne sole con figli piccoli. Un terzo bando, infine, ha assegnato 30 appartamenti, per nove dei quali la procedura deve ancora concludersi. Certamente il primo bando speciale è il più curioso per la formula adottata dal Comune che mira anche a favorire l’integrazione tra i “vicini”. Una sorta di stipendio, sotto forma di affitto agevolato, verrà corrisposto al coniuge disoccupato delle cinque famiglie che entreranno negli appartamenti comunali, in cambio di un’opera di assistenza a tre ultrasessantacinquenni. «In questo modo vorremmo ricostituire quella solidarietà tra vicini che una volta era un fatto scontato» ha sottolineato Piazza. Un progetto ambizioso sotto il controllo dei servizi sociali. I quali dovranno assicurarsi che gli anziani non abbiano troppe pretese nei confronti delle famiglie “tutor” e che le stesse assistano effettivamente i propri vicini. Per poter partecipare a questo bando speciale gli anziani devono essere ultra 65enni e soli, cioè privi di una famiglia in grado di dare supporto. Le famiglie che vogliono accedere ai cinque appartamenti del Comune, oltre ai requisiti previsti per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, dovranno anche rispettare delle condizioni speciali. Intanto devono essere nuclei monoreddito, con massimo 3 figli a carico, il coniuge non lavoratore dovrà dimostrare di avere esperienza in campo del volontariato o di rilevanza sociale a titolo non retribuito e dichiararsi disponibile ad “accudire” tre anziani soli, anche dal punto di vista umano e relazionale. Le domande devono essere presentate all’ufficio casa del Comune in contrà Morette 17 entro il 12 maggio. Gli assegnatari degli appartamenti dovrebbero poter entrare nelle case di Borgo Casale a settembre. Il secondo bando di concorso speciale per l’assegnazione di otto appartamenti mira a dare respiro a donne sole che sono senza casa e hanno a carico figli minorenni. Anche in questo caso le domande dovranno essere consegnate entro il 12 maggio all’ufficio casa del Comune in contrà Morette 17. L’assessore Piazza ha poi annunciato l’assegnazione di altri 21 appartamenti mediante la convenzione speciale introdotta dal Comune che prevede l’anticipo da parte del proprietario di 8 mila euro, che verranno utilizzati per la ristrutturazione degli appartamenti e successivamente scalati dal canone di affitto dovuto. In questo modo infatti il Comune ha potuto recuperare una parte della somma per ristrutturare e rendere agibili un buon numero di appartamenti. Certo, ha ammesso l’assessore, chi ha accesso a queste case non è la fascia più debole delle persone che fanno richiesta di case in Comune (8 mila euro non sono pochi), anche se non si tratta nemmeno di famiglie “ricche” (il reddito annuale non deve superare i 12 mila euro). Gli appartamenti da assegnare con questa formula sono 90 (78 le domande valide pervenute). Complessivamente il lavoro di ristrutturazione sui 21 appartamenti già assegnati somma a quasi 469 mila euro, 168 mila dei quali recuperati con gli anticipi dei futuri locatari. I lavori saranno svolti dall’Amcps.
«Aumentare l’Ici
per le case sfitte» (fe. ba.) Davide Piazza sarà mercoledì in Camera di Commercio per discutere di una possibile collaborazione con alcune agenzie immobiliari della città. Lo scopo sarebbe quello di “scandagliare” anche attraverso questo canale il mercato immobiliare alla ricerca di abitazioni a canoni bassi da assegnare, appunto tramite l’incontro tra domanda (famiglie bisognose note al Comune) e l’offerta. Ben più articolato e ambizioso sarà il piano casa che verrà presentato in consiglio comunale nelle prossime settimane. L’assessore Piazza ha tutte le intenzioni di tornare a chiedere un aumento dell’Ici per quelle abitazioni sfitte da anni, un modo per incentivare i proprietari a immetterle sul mercato. Allo stesso modo, i proprietari che dovessero affittare i propri appartamenti potrebbero, sempre secondo la proposta che il consiglio dovrà vagliare, ottenere degli sgravi sull’Ici. Si tratta ovviamente di una idea sulla quale pende la spada di Damocle del bilancio, ma che comunque dovrà essere analizzata a fondo. Il Comune prevede di assegnare nel 2005 duecento appartamenti (108 quelli assegnati negli ultimi tre mesi), rispetto ad una media annuale di 120, ma l’emergenza abitativa (965 richieste di case Erp) richiede ancora degli sforzi per essere superata.
Raccolte 400 firme contro la proliferazione degli impianti sui tetti Antenne in centro storico, fissato l’incontro tra sindaco e comitato di Maria Elena Bonacini Centro storico, il comitato contro l’elettrosmog andrà “in missione” dal sindaco. L’incontro è fissato per il 5 maggio. Il neonato gruppo di cittadini che contesta l’installazione della stazione radiobase di telefonia mobile in contrà del Quartiere, ma anche la presenza di impianti analoghi nelle vicinanze delle scuole “Giusti”, “San Rocco”, “Pigafetta” e “Lioy”, ha infatti scritto al sindaco Enrico Hüllweck per chiedere un incontro durante il quale consegnargli le circa 400 firme raccolte e «presentagli - si legge nella lettera - le preoccupazioni dei residenti e dei genitori degli alunni delle scuole interessate, alla luce dei rischi per la popolazione derivanti dall’esposizione continuata alle onde elettromagnetiche, segnalati pubblicamente da studiosi esperti della materia, affinché vengano adottate le misure necessarie alla tutela della salute». E la risposta è arrivata. Il 5 maggio il comitato potrà portare le proprie istanze a palazzo Trissino e chiedere anche di effettuare rilevazioni per misurare l’inquinamento elettromagnetico nelle scuole che si trovano nei pressi delle antenne. |