24 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Il Dal Molin sarà esclusivamente civile
SCHIO.Scritte sui muri, ancora scambi di accuse tra partiti. Intanto il Comune le cancella

Aeroporto. L’Enac annuncia la trasformazione di 15 piste ora gestite dai militari. Ma chi seguirà la torre di controllo?
Il Dal Molin sarà esclusivamente civile

Roma. Quindici aeroporti, fino ad oggi facenti capo al Demanio Difesa e quindi considerati militari, verranno trasferiti all’Aviazione Civile. Lo rende noto l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) a seguito del protocollo d’intesa stipulato tra il ministro della Difesa, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il ministro dell’Economia. Tra questi scali c’è anche il Dal Molin di Vicenza, per il quale in questo periodo si sta predisponendo un adeguato piano di rilancio. Oltre al Dal Molin, diventeranno quindi aeroporti civili quelli di Ancona Falconara, Comiso, Napoli Capodichino, Treviso Sant’Angelo, Brescia Montichiari, Catania Fontanarossa, Rimini, Palermo Boccadifalco, Verona Villafranca, Udine Campoformido, Roma Ciampino, Brindisi, Cagliari Elmas e Capua. È quanto contenuto in un protocollo di intesa stipulato tra il Ministro della Difesa, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Ministro dell’Economia. In base a tale intesa - informa l’Enac in una nota - propedeutica a specifici Accordi di Programma per ogni struttura, questi aeroporti, attualmente in capo al Demanio Difesa, passeranno al Demanio Statale, Ramo Trasporti - Aviazione Civile - diventeranno civili, entro il 2005. Si sapeva da tempo che l’aeronautica militare aveva in programma di lasciare Vicenza, ma si pensava che fosse tutto spostato al 2006 o 2007. Questa accelerazione, evidentemente, lascia intendere che l’Enac abbia raggiunto un’intesa di massima con la Difesa, specie per quel che riguarda la gestione della torre di controllo, un servizio particolarmente oneroso e impossibile da trasferire, per esempio, sulle gracili spalle di Aeroporti Vicentini, la società che gestisce lo scalo berico. Tra l’altro, questo annuncio arriva nel momento in cui sembra in via di definizione l’accordo con l’esercito americano, ansioso di poter piantare le tende là dove c’erano gli alloggi della V Ataf. Si pensava che un presidio militare italiano fosse destinato a rimanere, mentre l’anticipo dell’addio all’Arma Azzurra paradossalmente sembra un po’ in contrasto con i programmi dell’attività di aviazione civile. Che però, stando alle prime indiscrezioni, non correrebbe alcun rischio. Si tratterà di capire chi e in che modo garantirà il fnzionamento della torre di controllo, che per un periodo di tempo ancora da stabilire potrebbe rimanere in carico ai militari. Il cambio di status avrà efficacia a decorrere dalla registrazione dei relativi decreti interministeriali.


L’amministrazione avvia la campagna per ripulire la zona industriale e Castello
Scritte sui muri, ancora scambi di accuse tra partiti. Intanto il Comune le cancella
I giovani comunisti rispondono a Bastianello (Lega) e Cioni (alternativa sociale)

(l. v.) Scritte politiche sui muri della città, va in scena l’atto finale: il Comune ha reso noto che la cancellazione è stata avviata, a partire dal sottopasso della zona industriale e dal Castello. Proseguendo peraltro in un compito - si sottolinea - che l’Amministrazione ha sempre seguito con costanza. In breve tempo, dunque, tutte le scritte, di qualunque colore politico, saranno eliminate. Stenta però a sopirsi il tono della polemica, ancora alto dopo le dichiarazioni del segretario della Lega Nord Pietro Bastianello e del portavoce di Alternativa Sociale Alex Cioni. Gianmarco Anzolin dei Giovani comunisti replica: «Diffidiamo Bastianello dal rivolgere accuse gratuite sull’imbrattamento della sede del suo partito: se dovessero ripetersi, agiremmo direttamente per vie legali. Né i Giovani comunisti né il Prc se ne vanno in giro per le strade di Schio a fare scritte: anzi, un paio di anni fa prendemmo posizione contro alcune scritte di sinistra apparse nei giorni precedenti la manifestazione fascista. Quanto a Cioni, per noi la presenza a Schio di Libera Zone non rappresenta un motivo di preoccupazione anzi, con l’amministrazione che ci ritroviamo possiamo solo essere contenti di avere un altro alleato sul terreno dell’antifascismo». Accuse rispedite al mittente, dunque, e dichiarazioni che chiamano in causa nuovamente il Comune: «Nessuno ha colto le vere motivazioni dell’iniziativa: il nostro unico obiettivo era quello di portare al centro del dibattito politico il problema della preoccupante crescita di fenomeni razzisti e neo fascisti. Se il Comune avesse accettato la nostra richiesta non avremmo certo fatto a meno di cancellare anche le scritte di segno opposto. Prendiamo atto ancora una volta che il neo sindaco Dalla Via ha dimostrato un totale disinteresse rispetto al problema, ma attendiamo ancora fiduciosi una risposta su quale sarà il suo comportamento nel caso che anche il prossimo anno i neo fascisti di tutta Italia chiedessero le piazze della nostra città».