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26 LUGLIO 2005 dal Giornale di Vicenza
Si incatena alla rotatoria dell’Albera
Ma intanto scatta l’ordinanza anti-tir
Strada Pasubio. Da giovedì torna il blocco notturno dei mezzi pesanti. Però sono in arrivo i ricorsi di Gian Marco Mancassola Le catene, in strada Pasubio, non si vedevano da due anni, da quando era stato abbattuto l’albero che ostacolava la costruzione della bretellina di via Pecori Giraldi. E ieri, come promesso dal comitato, sono tornate, proprio al centro della rotatoria più trafficata della città, dove si è incatenato, fra alberello e ponticello, Fiorenzo Donadello, residente nel “biscione” di Villaggio del Sole e spesso al seguito del comitato dei residenti che si batte contro il passaggio dei mezzi pesanti e a favore della nuova strada da Ponte Alto a Isola. «Non me ne andrò finché non verrà firmata l’ordinanza annunciata dal sindaco Hüllweck», è andato ripetendo per ore. Intorno a lui, dentro e ai bordi della rotatoria, i volti storici del comitato dell’Albera, a partire dai consiglieri comunali Sandro Guaiti e Giovanni Rolando, armati di mascherina anti-smog e degli arcinoti manifesti della “battaglia per la vita”. A provocare il sit-in di protesta è stato il giallo nato venerdì mattina, ultimo giorno lavorativo in municipio, quando il provvedimento che avrebbe dovuto ordinare il blocco-bis dei tir ancora non era stato firmato. In base agli annunci in consiglio comunale, infatti, lo stop avrebbe dovuto partire già da ieri, secondo quanto anticipato; e invece, venerdì l’ordinanza non era stata firmata, perché il dirigente preposto era assente per un periodo di ferie. Una motivazione che aveva mandato su tutte le furie il comitato, tanto da dare la stura a illazioni su un possibili ripensamento da parte del sindaco Enrico Hüllweck. Così, ieri mattina sono riapparse le catene, con la minaccia di far arrivare rinforzi per ogni giorno trascorso senza ordinanza. La protesta ha attirato l’attenzione di molti curiosi, finché non si sono presentatati carabinieri e uomini della questura. Il sit-in si è infine dissolto e l’incatenato si è liberato all’ora di pranzo, quando da palazzo Trissino è giunta la notizia che l’ordinanza era stata firmata. «Guai a mettere in relazione la protesta con l’ordinanza - avverte però l’assessore alla mobilità Claudio Cicero -. Era stato detto e ripetuto che il provvedimento era pronto e il suo varo era stato rinviato soltanto per questioni tecniche. Non ha alcun senso rapportare questi gesti inconsulti con l’azione amministrativa: non siamo marionette». E mentre il comitato sbaraccava, il passaggio di un tir straniero ha divelto un parapetto lungo un marciapiede, corroborando la protesta. Il nuovo divieto di transito per i mezzi di oltre 7,5 tonnellate entrerà in vigore giovedì 28 luglio e vale fino a venerdì 30 settembre, dalle 22 alle 6. Queste le strade interessate: viale del Sole, dall’incrocio con via Brigata Granatieri di Sardegna all’incrocio con strada del Pasubio; strada del Pasubio, da viale del Sole all’incrocio con strada di Costabissara; strada Biron di Sotto, dall’incrocio con Strada delle Cattane in direzione via Brigata Granatieri di Sardegna; via Ambrosini, dal comune di Monteviale verso via Monte Crocetta; strada Pian delle Maddalene, da via Canova (comune di Monteviale) verso strada del Monte Crocetta; strada di Lobia, dall’incrocio con Strada Maglio di Lobia in direzione strada del Pasubio. Il nuovo blocco, valutati i dati degli effetti della precedente ordinanza, è stato disposto in esecuzione della direttiva del sindaco del 13 luglio che invitava i settori comunali coinvolti ad attivare più azioni per la riduzione dei rumori delle strade della zona: oltre al blocco notturno dei mezzi pesanti, anche i controlli sulla velocità, lavori di manutenzione dei fondi stradali, barriere antirumore in zone più sensibili, come la scuola elementare Cabianca, e incaricava l’assessore alle infrastrutture stradali, ai trasporti pubblici e alla mobilità a convocare una conferenza di servizio per concordare l’utilizzo alternativo dell’autostrada senza il pagamento del pedaggio. Sono esclusi dal divieto di circolazione notturna gli autocarri dei residenti, chi deve compiere operazioni di carico e scarico merci nell’area interessata dal blocco, i mezzi degli enti e i veicoli in servizio di emergenza. Le deviazioni sono indicate sul posto. Dietro l’angolo, già ampiamente annunciati, ci sono i ricorsi di categorie economiche e comuni della cintura, spalleggiati con tutta portabilità dalla Provincia.
Vertice anti-punkabestia Prefetto, vicesindaco e forze dell’ordine oggi discutono del fenomeno di Silvia Maria Dubois Un vertice per risolvere il problema dei punkabestia. È quello convocato dal prefetto Angelo Tranfaglia per le 11 di questa mattina e a cui parteciperanno il vice sindaco e le rappresentanze delle forze dell’ordine locali. L’incontro è stato sollecitato proprio dal vice sindaco Valerio Sorrentino che venerdì scorso ha preso in mano carta e penna per scrivere al prefetto. Un gesto suggerito anche dagli ultimi casi di cronaca scoppiati sulla questione: dopo il pestaggio di padre e figlio, la sporcizia lasciata nelle più belle piazze cittadine e l’uccisione (a Jesolo) di un cucciolo usato come pallone, infatti, i punkabestia si vedono sgretolare l’icona di innocui ribelli vagabondi a stretto contatto con la natura. «La lettera che un mese fa avevo scritto al questore non ha avuto gran seguito - racconta Sorrentino - , ora ho chiesto ufficialmente al prefetto di convocare una riunione urgente a cui partecipino tutte le forze dell’ordine: siamo fiduciosi che possa aiutarci, il fenomeno dei punkabestia va definitivamente represso nel modo più duro ed efficace possibile». «Non abbiamo mai sottovalutato la questione - fa sapere, nel frattempo, il prefetto - : è chiaro che siamo di fronte ad un problema importante e la disponibilità mia e delle forze dell’ordine, su questo fronte, è totale». La soluzione auspicata da Sorrentino, con un intervento congiunto di polizia e carabinieri che affianchino la polizia urbana, è presto detta: «Bisogna continuare a fermarli e a contravvenzionarli, rendere loro la vita impossibile, finché non se ne andranno definitivamente da Vicenza». «Per noi è deprimente, con i punkabestia perdiamo tempo e denaro senza vedere nessuna soluzione - aggiunge il comandante della polizia municipale Roberto Dall’Aglio - e per il nostro lavoro questo non è certo gratificante». Il comandante dei vigili urbani sollecita non solo l’intervento delle altre forze dell’ordine, ma anche dei servizi sociali e delle associazioni cittadine. «Noi abbiamo le mani legate perché, nonostante tutte le segnalazioni dei cittadini, facciamo quello che la normativa ci mette a disposizione - spiega Dall’Aglio - gli strumenti sono quello che sono: l’illecito amministrativo e il verbale. Se pagano, bene, altrimenti si avvia la prassi tipica. Non solo: visto che nessuno di loro ha i documenti, possiamo trattenerli in caserma per la fotosegnalazione solo qualche ora, altrimenti il nostro può essere visto come abuso di potere o atto persecutorio. Non è più come qualche anno fa che c’era la cella di sicurezza per fermare i non identificati senza fissa dimora». Un’esercitazione di pazienza quotidiana, dunque, per le divise urbane che sta lentamente logorandosi in punte di sconforto e stanchezza. Ma chi sono questi giovani che vivono di espedienti sfidando la società civile e le sue regole? Da contrà Soccorso Soccorsetto è facile avere un identikit dei punkabestia stanziati nel territorio vicentino: «Dai controlli, ci risulta che abbiano tutti accumulato almeno una ventina di contravvenzioni e nessuna di queste è stata pagata - racconta il comandante - molti di loro sono figli di papà, come è già stato detto, e il loro atteggiamento è spregiudicato: a volte abbiamo l’impressione che vadano alla ricerca di guai e quando ci vedono non perdono tempo a riempirci di offese e di epiteti coloriti. Ci sembra, poi, che quelli di Vicenza siano un po’ l’imitazione del modello di punkabestia delle grandi città che credono di saper ben emulare, magari scimmiottandone l’atteggiamento ribelle e prendendosi un bastardino al seguito». E qui si arriva alla preoccupazione più seria che già è emersa più volte in altri uffici delle forze dell’ordine cittadine. «Quello che ci spaventa è che questi gruppi di ribelli esercitano molto fascino sui giovani - conclude il comandante dei vigili urbani - : la paura, dunque, è che attorno al loro gruppo gravitino altri ragazzi deboli che con quel mondo non c’entrano nulla, ma finiscono per imitarne lo stile di vita». E i reati.
Venerdì in Giunta era andato in scena un duro scontro verbale con l’assessore Abalti Dopo la polemica, Piazza ora tende la mano «Alienare la palazzina Liberty di via Bixio» La proposta: «In questo modo si potrebbero incassare soldi per risolvere emergenze» (g. m. m.) Perché non vendere la palazzina di via Bixio e ricavarci un gruzzoletto? In tempi di vacche magre per le casse comunali e di emergenze abitative, l’assessore agli interventi sociali, il leghista Davide Piazza, lancia la proposta di alienare la palazzina in stile Liberty che sorge accanto alla scuola materna di via Bixio, in circoscrizione 6, per recuperare almeno 400 mila euro che potrebbero tornare utili per opere o investimenti di vario genere. Nelle intenzioni dell’assessore, l’idea dovrebbe avere l’effetto di una secchiata d’acqua gelida sul fuoco che ha incendiato l’ultima riunione di giunta venerdì scorso, quando l’assessore aennista all’istruzione e ai giovani, Arrigo Abalti, aveva scodellato sul tavolo dell’esecutivo comunale un progetto con cui concorrere all’assegnazione di contributi regionali per trasformare la palazzina in un piccolo ostello da sfruttare nell'ambito degli scambi culturali con altri paesi europei. In breve era esplosa una bagarre verbale fra Abalti e Piazza, che ora torna sull’argomento cercando di raffreddare gli animi. «Quell’edificio - spiega - in passato era stato utilizzato dal mio assessorato per scopi educativi. Successivamente era emersa l’esigenza di ricavarci un asilo nido e a questo scopo l’aveva assegnato una decisione di Giunta. Poi, vengo ad apprendere che i piani sono cambiati. Ebbene, allora se non serve più il nido, anch’io ho delle emergenze cui far fronte. Per questo mi sono opposto a quell’ipotesi, che per quanto mi riguarda non s’ha da fare». Infine, Piazza ricorda che il contributo regionale coprirebbe solo una parte dell’investimento e quindi il Comune dovrebbe sborsare un bel po’ di quattrini, in una fase delicata per i conti civici. «Perché, allora, non fare cassa pensare e finanziare altri progetti, magari per dare risposte alla tensione abitativa, alienando la palazzina?». Data l’atmosfera che si respirava venerdì in Giunta, la proposta è lecita, ma è tutta da verificare l’accoglienza che incontrerà fra i colleghi. |