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26 NOVEMBRE 2005 dal Giornale di Vicenza
In migliaia contro la Finanziaria
Ieri città bloccata per l’astensione di quattro ore voluta da Cgil-Cisl- Uil. Presa di mira la legge che penalizza sanità ed enti locali di Chiara Roverotto «La Finanziaria è lenta, lo sciopero è rock». Anche la neve sarebbe rock, ma forse ieri mattina non ci voleva proprio. Lenti, invece, i commenti di alcuni passanti: «Basta con le manifestazioni, non ce la facciamo più, ormai si scende in piazza per tutto...». Rock anche la musica che usciva dalla macchina dei sindacati che apriva il corteo diretto in piazza dei Signori. Diecimila i lavoratori scesi in strada secondo i sindacati, tremila secondo le forze dell’ordine. Secondo i rappresentanti dei lavoratori lo sciopero ha avuto un’adesione del 90 per cento nell’industria e di oltre il 70 per cento nel pubblico impiego. In Comune il 40 per cento dei dipendenti ha incrociato le braccia, afferma l’assessore al Personale, Maurizio Franzina; altri disagi in Provincia, in ospedale e agli sportelli dell’Ulss. Problemi anche nel comparto della ristorazione (alcune scuole sono rimaste senza mensa) e ancora nel settore pulizie, vigilanza privata, banche e uffici postali. Treni fermi, scuole chiuse (un’ora) e nel pomeriggio si sono fermati i ferrrotramvieri di Aim e Ftv dalle 17.30 alle 21.30. Sciopero è stato anche sinonimo di città bloccata e disagi per molti cittadini. Per tornare alla cronaca del corteo, ieri mattina in prima fila a Campo Marzo c’erano gli operai della G.E di Cavazzale con i loro striscioni («Abbiamo illuminato il Sestriere per le Olimpiadi e qui ci vogliono spegnere») e ancora quelli della Marzotto, della Lanerossi, delle Aim reduci dalla serata trascorsa in Consiglio comunale, i rappresentanti del Siulp, il sindacato di polizia, i metalmeccanici che ieri scioperavano per otto ore accanto agli edili e ad altre categorie. Partenza in orario dal parco antistante la stazione con striscioni e slogan per chiedere equità e, soprattutto, lavoro. Fermata obbligatoria davanti a palazzo Bonin Longare, sede cittadina dell’Associazione industriali, dove una rappresentanza del settore orafo guidata da Gianni Castellan, della Fim Cisl, ha consegnato agli uscieri un lingotto in polistirolo per ricordare che la categoria degli orafi è senza contratto da 23 mesi e che lunedì prossimo, proprio in città, si terrà un’importante trattativa nazionale. Sono le 9.30, il corteo prosegue facendosi largo in corso Palladio, i negozi sono tutti aperti, in giro non si vede molta gente: la neve scende copiosa e la temperatura si è abbassata notevolmente. Gli slogan sono tutti contro la Finanziaria, soprattutto contro i tagli nel settore sanitario e negli enti locali. «Diminuiscono le tasse a carico delle imprese e questo significa per noi meno sanità, meno pensioni, meno scuola, e meno sostegno ai licenziati» dice un operaio della Valbruna. Anche Federconsumatori ha aderito alla protesta, «quotidianamente verifichiamo l’erosione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, senza che il governo intervenga per contrastare le speculazioni». Nel bersaglio dei lavoratori la Finanziaria che proprio non piace; intanto le bandiere rosse della Cgil, quelle bianche e verdi della Cisl e quelle azzurre della Uil riempiono corso Palladio in un turbinio di colori che, con la neve che scende, diventa per certi versi ancora più suggestivo. Alle 10, come da programma, il corteo entra in piazza dei Signori da contrà Santa Barbara, i lavoratori si sistemano sotto il palco, altri sotto le logge della Basilica. Sono molti e tutti attenti. In ballo c’è molto del loro futuro, come hanno ammesso senza mezzi termini i tre rappresentanti provinciali, Franca Porto della Cisl, Riccardo Dal Lago della Uil e Oscar Mancini della Cgil. «Bisogna fronteggiare le emergenze sociali, indirizzare lo sviluppo e tutelare il potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione» dice Dal Lago. «Non lasciamoci ingannare dagli aiuti alle famiglie - ribadisce Mancini - la situazione è ben più grave. Nel Vicentino sono 5.700 i lavoratori in mobilità, numeri che si commentano da soli». Il comizio in piazza è stato tenuto da Cesare Regenzi della segreteria nazionale della Cisl. «Vi ringrazio per essere qui - ha esordito - perché questo rappresenta un sondaggio importante per il nostro governo. Un sondaggio fatto di uomini e non certo di telefonate. E la risposta è chiara, inequivocabile: oramai il Governo è inadatto ad affrontare i problemi del paese, ha prodotto una Finanziaria che abbassa la qualità della scuola, penalizza la cultura, taglia i servizi, fa mancare importanti sostegni alle persone in difficoltà, rende più precarie le condizioni di molti giovani».
Mozione in circoscrizione 1 I Ds rivendicano un consigliere per gli immigrati Il rappresentante aggiunto degli extracomunitari avrebbe facoltà di parola ma non diritto di voto Presto un’analoga proposta in tutti i parlamentini (g. m. m.) Potrà partecipare a tutte le sedute dei parlamentini circoscrizionali, con facoltà di parola e di proposta, potrà formulare interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, emendamenti e proposte di delibera, ma non potrà votare. È il consigliere straniero aggiunto, l’idea che il centrosinistra lancia per riaccendere il dibattito sui diritti di partecipazione alla cosa pubblica degli immigrati extracomunitari. La proposta è stata lanciata dalla Circoscrizione 1 del Centro storico, promossa dal consigliere dei Democratici di sinistra Mattia Pilan, che ha incontrato accoglienza favorevole da parte dei colleghi diessini e della Margherita. Il percorso studiato da Pilan e compagni parte dalla presentazione di un’articolata mozione, che punta a modificare lo Statuto comunale per prevedere l’elezione di un rappresentante delle comunità di immigrati aggiunto ai parlamentini circoscrizionali. La mozione (in discussione giovedì prossimo) verrà fatta circolare anche nelle altre sette Circoscrizioni: qualora venga approvata in almeno tre Consigli circoscrizionali, avrà raggiunto il suo obiettivo. Il modello a cui si ispira la mozione è Roma, dove il consigliere aggiunto è già realtà. «Il nostro documento - spiega il consigliere - è aperto a tutti i contributi possibili, anche del centrodestra, che aveva già avuto modo di dibattere sulla proposta del vicepremier Gianfranco Fini sul diritto di voto amministrativo agli immigrati. Questo è una proposta diversa e meno ambiziosa, ma serve comunque quale ulteriore spunto di dibattito». Alla presentazione dell’iniziativa hanno preso parte anche il segretario cittadino dei Democratici di sinistra, Luca Balzi e il coordinatore diessino delle Circoscrizioni, il consigliere comunale Giovanni Rolando, che pone l’accento sulla necessità di creare un percorso di integrazione e partecipazione in una città ad alta presenza di immigrati. «Il 10% della popolazione di Vicenza è costituita da immigrati, privi di rappresentanza civile e politica. È necessario quindi costruire un patto di convivenza civile e democratico fra vicentini e immigrati, fondato su doveri e diritti per vivere tutti più sicuri». Proprio Rolando, con altri colleghi, aveva presentato nel settembre 2003 una mozione per estendere il diritto di voto amministrativo agli immigrati residenti da cinque anni e in regola con il permesso di soggiorno. Ma dopo il sì della commissione, la mozione si è arenata nelle secche del Consiglio comunale. «In attesa di arrivare a questo auspicabile obiettivo - prosegue Pilan - già oggi è possibile dare rappresentanza agli immigrati residenti o aventi domicilio nel territorio comunale, attraverso l’istituzione della figura del consigliere aggiunto, la cui elezione, affidata agli stessi immigrati residenti, può rappresentare un’occasione di visibilità, di presa di parola, di iniziativa democratica da parte dei cittadini non comunitari, che attraverso la presenza nelle istituzioni rappresentative possono far conoscere i problemi, le esigenze, la cultura, di una vasta fetta di popolazione ora non rappresentata, e condizionare dall’interno le scelte dell’Amministrazione. «L’iniziativa - è la conclusione - mira a individuare la figura del consigliere aggiunto come espressione di garanzia del carattere multietnico e delle diversità culturali presenti nella nostra comunità».
TRE VICENTINI A PROCESSO A TRENTO «Occupazione abusiva» Trento. A processo per aver occupato un vecchio stabile abbandonato e per danneggiamento. Fra i 28 giovani imputati davanti al tribunale di Trento per aver creato un centro sociale della struttura “ex Zuffo” ci sono anche tre vicentini. Si tratta di G. P., 23 anni, di Vicenza, di D. C., 27, di Marostica, e di M. R., 28, di Schio. Le udienze sono iniziate qualche giorno fa con le testimonianze dei poliziotti della questura che sgomberarono lo stabile un paio di settimane dopo. Il gruppo di giovani, nel giugno del 2002, entrarono nella struttura ridotta ad un immondezzaio. Furono tagliati i lucchetti e quindi i militanti ripulirono tutti i locali, prima di dar vita ad un centro concerti, dibattiti e incontri, che durarono fino a quando la polizia non sgomberò la struttura e segnalò in procura chi aveva partecipato alla “primavera della Zuffo”. In aula sono sfilati anche alcuni dei giovani, che hanno riferito di aver sistemato un luogo in condizioni indecenti e che hanno accusato il sindaco di aver ostacolato la loro iniziativa proprio mentre erano in corso delle trattative con la proprietà. Il processo riprenderà il 15 dicembre prossimo con l’ascolto di altri testimoni, fra cui altri giovani che hanno preso parte al blitz.
Lonigo/1. Amministratori e genitori criticano il ripetitore della Tim In piazza contro l’antenna Mercoledì il verdetto sull’aumento di potenza (l. z.) Pioggia e vento non hanno fermato i manifestanti che ieri hanno protestato contro l’antenna Tim di via Ponovo, per la quale il gestore ha recentemente chiesto un aumento di potenza. Guidato dal sindaco Giuseppe Boschetto, un gruppo di un centinaio di persone ha percorso le via del centro partendo dalla sede della scuola elementare, transitando davanti al duomo e tornando in viale della Vittoria dopo aver sfilato di fianco al traliccio contestato. La parte ufficiale della manifestazione si è svolta nella palestra scolastica, dove gli alunni hanno esposto cartelli e striscioni con scritte contrarie alla presenza del ripetitore. La direttrice scolastica Gigliola Marcolungo, il presidente del consiglio di circolo Eliano Zigiotto, il sindaco Boschetto e l’assessore all’ecologia Roberto Nisticò hanno spiegato i motivi della protesta, sostenendo come non sia tollerabile la presenza di un potente ripetitore di onde elettromagnetiche a pochi passi dalle case e dalla scuola. Ora l’attenzione di tutti è per il verdetto, atteso per mercoledì, con il quale l’autorità giudiziaria dovrà pronunciarsi in merito al contenzioso in essere tra Comune e gestore sull’aumento di potenza del ripetitore. |