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27 OTTOBRE 2005 dal Giornale di Vicenza
«Campo Marzo tornerà vivibile» «Campo Marzo tornerà vivibile» di Antonio Trentin
«L’intervista? Ce ne vorrebbero tre...» scherza il vicesindaco aennista Valerio Sorrentino, triplicemente delegato da Enrico Hüllweck a occuparsi di immobili comunali da vendere, di inquinamento da contenere e di sicurezza da ritrovare (nonché triplicemente e variamente beneficiato dal dono della "visibilità" che tanto bene fa ai politici, ma qualche volta li mette nel mirino degli oppositori e dell’opinione pubblica).
Sex mobbing in Comune. Depositati i motivi del proscioglimento Baldinato tornerà in aula Il pm contro l’assoluzione Il consigliere Pecori ha presentato il ricorso alla Corte d’appello di Ivano Tolettini Il sex-mobbing a palazzo Trissino non si è concluso. L’ex assessore al personale Gilberto Baldinato, 66 anni, tornerà in aula. Stavolta però a Venezia sul Canal Grande. Il pubblico ministero Paolo Pecori dopo avere letto le motivazioni depositate il 26 settembre dal giudice Marco Benatti, il quale è stato applicato dal presidente del tribunale dopo la malattia del gup Massimo Gerace che non poteva motivare la sentenza di assoluzione del 13 maggio, ha preparato i motivi per i quali a suo avviso la sentenza di proscioglimento è giuridicamente sbagliata. Motivi che per adesso rimangono riservati essendo da poco arrivati a Venezia a palazzo Grimani, sede della corte d’Appello. Il pm al processo aveva sollecitato la condanna a 14 mesi di reclusione. Invero, il giudice Benatti dopo avere elencato per 14 pagine gli episodi costati il processo per molestie sessuali nei confronti di tre dipendenti all’ex assessore di fiducia del sindaco Enrico Hüllweck, scrive: «Sussistono indubbiamente numerosi indizi di colpevolezza relativi alla condotta di Baldinato come si evince dalle dichiarazioni testimoniali». Tuttavia, osserva l’estensore, «il giudice assegnatario non ha ravvisato quella prova piena e incontestabile che sola può fondare un giudizio di colpevolezza. Con ciò egli non ha certo ritenuto trattarsi di denunce calunniose, altrimenti avrebbe disposto la trasmissione degli atti al pubblico ministero». Baldinato, difeso con grande abilità dal prof. Enrico Ambrosetti, tornerà sul banco degli imputati perché nella sua funzione di pubblico amministratore, abusando delle condizioni di inferiorità psicologica delle persone offese e con abuso di autorità, avrebbe costretto due impiegate e una dirigente a subire «atti sessuali consistenti in palpeggiamenti al seno e ai glutei, accompagnati da pesanti allusioni verbali alle attività erotiche delle signore, rivolgendo frasi ed inviti allusivamente erotici ad altre donne». Il giudice non manca di sottolineare che i fatti possono essere di difficile ricostruzione perché si sono svolti indietro negli anni, tra il ’98 e il 2002. Vero è che il quadro processuale descritto con la precisione di un entomologo da Benatti pare il canovaccio di una boccaccesca pièce teatrale, perché a fianco delle circostanze senz’altro piccanti, non mancano i colpi bassi e le vendette a sfondo politico (intesi come denunce a sostegno dell’accusa) degli ex amici del sindaco (Renato Ellero, Letterio Balsamo e Carlo Loro) e le scene grottesche che non si addicono agli austeri palazzi del potere. Roba da Anonima Magnagati. È un processo di costume, dunque, perché si racconta di un clima anche goliardico a palazzo Trissino, in cui ci sarebbe stato spazio per scherzi pesanti verso Baldinato per mano della dirigente che sostiene di essere stata molestata e che sarebbe stata “armata” dal primo cittadino, anche se lei stessa, come scrive Benatti, apostrofava l’assessore con un esplicito e raggelante «vecchio r...». «Non si vuole negare - scrive il gup, anche con una certa dose di divertita ironia - che la stessa possa essere stata oggetto di contumelie verbali da parte di Baldinato, ma pare certo che non avesse difficoltà a difendersi pagando con la stessa moneta». Il caso è fin troppo conosciuto. Esplode nel gennaio 2003 con una lettera anonima in Comune che il sindaco porta in procura. Da mesì, però, i carabinieri del luogotenete Barichello stavano raccogliendo indizi. Due dipendenti e una dirigente raccontano di essere state molestate. Baldinato replica che non è vero. Certo, la stranezza è il comportamento della dirigente che sarebbe stata molestata a fine ’99, allorché sarebbe stata massaggiata sul sedere, ed ha atteso quattro anni per mettere nero su bianco. Lei reagì urlando e minacciandolo di denuncia. Lui avrebbe risposto: «Vada pure, che tanto qua dentro siamo solo io e lei, c’è la sua parola contro la mia». L’avv. Ellero quando seppe che Baldinato veniva nominato assessore disse: «Proprio il gallo nel pollaio». Il legale, ascrivibile alla schiera dei nemici del sindaco, osserva che Hüllweck gli avrebbe detto: «Almeno lasciasse stare quelle del suo ufficio». Invenzioni di bassa lega per colpirlo politicamente, ha ripetuto il primo cittadino. All’assessorato al personale, comunque, si facevano scherzi molto pesanti. Anche con gadget dagli espliciti riferimenti sessuali. «Appare evidente che Baldinato - scrive Benatti - tenesse abitulamente un comportamento galante nei confronti di numerose (ma non tutte come si evince dalle indagini difensive) impiegate comunali e che tale comportamento suscitasse un notevole imbarazzo nei confronti delle interessate». Se ne riparlerà a Venezia il prossimo anno. Tra un mese, intanto, finirà il processo a Hüllweck perché non avrebbe denunciato a tempo debito il comportamento del suo assessore.
Nuovo allarme in via Nicolosi. Sopralluogo dei vigili: l’accampamento irregolare è tornato «Baracche fuori legge» Campo nomadi abusivo Il Comune prepara una nuova ordinanza e scalda le ruspe di Gian Marco Mancassola Scatta un nuovo allarme da strada dei Nicolosi, dove è stato riallestito l’accampamento abusivo di nomadi in zona agricola. La polizia municipale ha condotto un sopralluogo nell’area a ridosso dell’Anconetta, scattando le fotografie pubblicate in questa pagina. In un prato che sulle carte comunali dovrebbe avere destinazione agricola, è nuovamente comparso il campo nomadi mai autorizzato che con un’ordinanza comunale era stato smantellato a fine estate, dietro minaccia di demolizione delle opere abusive. Nel mirino, in particolare, c’era una roulotte che i residenti della circoscrizione 4 avevano più volte denunciato perché di fatto, con alcuni accorgimenti, era diventata a tutti gli effetti una baracca ad uso residenziale. Le polemiche non erano mancate, per un tormentone amministrativo che dura da anni e che vede il centrosinistra pesantemente critico nei confronti dell’amministrazione di centrodestra. Un paradosso, ma solo fino a un certo punto: il nuovo allarme coincide, infatti, con il caso di Bologna e della linea dura del sindaco “rosso” Sergio Cofferati contro l’abusivismo e l’illegalità. Anche Vicenza non ci sta e prepara una nuova ordinanza di sgombero. L’esito del sopralluogo dei vigili è stato comunicato ieri al vicesindaco e assessore alla pubblica sicurezza Valerio Sorrentino. Le novità, rispetto al passato, non mancano: da un lato è comparsa una baracca del tutto abusiva, con tendaggi e arredi. La baracca è appoggiata a un camper, che è la seconda novità: se la roulotte sganciata da un mezzo di trasporto è di fatto un’abitazione, il camper è invece sempre nello stesso tempo abitazione e veicolo. Un aspetto, questo, di non poco conto nell’applicazione di ordinanze che vietano espressamente strutture stabili e non in movimento. Le foto scattate dai vigili evidenziano anche ampi e lunghi teloni disposti sul terreno, restituendo un’immagine di incuria e degrado. La pratica ora verrà trasferita all’Ufficio abusi del settore Edilizia privata - spiega l’assessore Sorrentino - e con tutta probabilità si riavvierà l’iter della scorsa estate: ordine di sgombero dei manufatti abusivi, con minaccia di demolizione se non viene eseguito. Esattamente quello che accade di fronte a un abuso edilizio conclamato Le ruspe tornano a scaldare i motori, ma ormai rischia di ripetersi lo schema di un circolo vizioso già noto: la famiglia proprietaria del terreno, gli Halilovic, presumibilmente presenteranno ricorso al Tar, dove perderanno e a quel punto sgombreranno in tempo utile, per poi tornare a occupare il terreno, provocando un nuovo sopralluogo e una nuova ordinanza.
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