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27 NOVEMBRE 2004 dal Giornale di Vicenza
"I consiglieri insultano i dipendenti"La Cisl non ci sta.Ipab nella bufera.
La polemica. Diffuso un volantino in cui si ricorda che «questo è un luogo di lavoro» di Silvia Maria Dubois Un cda decisamente pettegolo. E con qualche consigliere che, a detta dei lavoratori, ha addirittura la brutta abitudine di girare quotidianamente per i corridoi a dire parolacce e a parlar male dei dipendenti a voce alta. A riprova di questo, chi si è trovato a girare per i reparti dell'Ipab, in questi giorni, ha notato dei volantini Cisl decisamente curiosi, dove si chiede "il rispetto delle persone" in seguito alle numerose segnalazioni di "frasi offensive e denigratorie con cui qualche componente del cda esterna la sua poca simpatia nei confronti dei lavoratori, dei rappresentati sindacali e del sindacato in genere". Nel volantino, infine, si ricorda che «questo è un luogo di lavoro che eroga servizi alle persone, non un foro boario». L'ultima protesta Ipab, passa anche di qui, attraverso gli attriti verbali, e denota, ancora una volta, il clima teso di una struttura che non ha ancora raggiunto la sua stabilità organizzativa. «La sensazione è che il giocattolo Ipab stia diventando una struttura sempre più complessa, sempre più vasta e dunque sempre più ingestibile - spiega Maurizio Dei Zotti, segretario provinciale della Cisl - una situazione che non si risolve con l'arrivo di un nuovo direttore generale e che ci impone di cercare l'origine del malessere ben più lontano nel tempo». Dei Zotti, innanzitutto, si appella ad un clima di serenità interna che sembra essere stato perduto con la fusione dei due enti, Salvi e Trento, e mai più ritrovato. «Nessuno si era opposto alla fusione, ma le aspettative di questa operazione, che erano alte, sono rimaste disattese - puntualizza il segretario della Cisl, commentando anche le recenti dichiarazioni del presidente Meridio rilasciate al nostro giornale - la contrattazione per i novantisti era stata firmata molto tempo prima e l'unione di sinergie, parola magica con cui il Cda ci ha imbambolato a lungo, si è tradotta in un nulla di fatto». Il sindacato si chiede il perché di certe sostituzioni dirigenziali e di certe "mobilità" interne di persone che, pur avendo partecipato con piena collaborazione alla fusione, sono state poi rimosse. Decisioni che hanno reso ancora più teso il clima dell'Ipab da cui, solo nell'ultimo anno, sono emigrati 30 dipendenti. «Pensavamo che la fusione di Trento e Salvi si traducesse, oltre che in una logica operazione di risparmio, in un progressivo sviluppo di orizzonti professionali per una serie di attività, magari in dialogo con Comune e Ulss - prosegue Dei Zotti - invece, fin da subito, quando ne abbiamo visto il master plan, ci è sembrato principalmente un piano immobiliare. Il passo successivo? Hanno messo tutti i dirigenti dentro una centrifuga e poi li hanno distribuiti nelle due strutture così, senza programmi a lungo termine. Per non parlare, poi, dei dipendenti: che senso ha mettere operatori del Salvi al Trento per farli lavorare di nuovo come al Salvi? Dove sta la fusione in tutto questo? Inaccettabile, poi, l'equiparazione di stipendi effettuata dal presidente che si è tradotta nell'annullamento di indennità a diversi lavoratori». Ma le considerazioni cadono a pioggia: «Meridio ripete che l'Ipab rimane pubblica, ma la nostra sensazione è che si stia svuotando di ciò che ha di pubblico - accusa Dei Zotti -. Ipark? Chiederemo al più presto di vedere i conti interni perché rischia di diventare una grossa scatola cinese, dove far transitare di tutto. Se serve a far assumere personale, allora era tranquillamente sostituibile con delle convenzioni». La Cisl, però, trova lo spazio anche per un mea culpa: «Un po' di colpa ce l'abbiamo anche noi sindacati che, per un po', non abbiamo reagito - precisa Dei Zotti - il fatto è che quando dai fiducia ad una dirigenza, automaticamente le dai anche il tempo di attuare ciò che ha detto. La Cisl, però, ha sempre fatto il suo dovere: il fatto che Meridio padre e Meridio figlio siano nostri iscritti, non ha fatto che aumentare in noi quell'attenzione in più per non far sconti a nessuno». I sindacati, ora, aspettano il prossimo appuntamento con il cda (proposto per venerdì 3 dicembre) per riprendere le trattative. Sul tavolo ci sono già due impegnative problematiche da discutere: il "solito" contratto aziendale 2004 e le modalità da usare per le sostituzioni del personale che, attualmente, si traducono in spese onerosissime. Argomenti da discutere, appunto. Senza pettegolezzi e parolacce.
Il sabato sera inizia alle 20 sotto la Basilica Palladiana con uno spritz e finisce alle 5 di mattina con l’ultima cicca a Monte Berico, sfidando il gelo per guardare il panorama. In mezzo un lungo peregrinare tra discoteche, ristoranti e locali per tutti i gusti e per tutte le tasche. Ma niente sballo La notte berica dura otto ore E chi pensa che Vicenza sia un "mortorio", si faccia un giro... di Natascha Baratto
Febbre del sabato sera. Senza John Travolta. Fino all’ultima cicca, fino all’ultimo soldo. La "temperatura" parte da 20 e può arrivare a 45, anche 50. Euro, s’intende.
Un fiume di spritz, musica e varie realtà di divertimento fa accantonare l’idea che Vicenza sia "smorta", come molti giovani affermano. Per divertirsi si può scegliere se cominciare con l’aperitivo in centro per poi passare alla cena, alla birreria e alla discoteca, spendendo minimo 29 euro, oppure mangiare a casa e poi uscire. C’è anche chi beve lo spritz con gli amici, cena tra le mura domestiche e poi esce di nuovo. Ma la nuova realtà, che si afferma sempre di più, impone di entrare in discoteca dove si può cenare, ascoltare musica dal vivo e poi ballare.
Un sabato sera con inizio alle 20 e finale dopo otto ore ha visto una cronista ed un fotografo girare tra le vie notturne per vedere le abitudini giovanili e adulte della febbre del sabato sera.
«Ma per trovare i posti interessanti siamo costretti a uscire dalla città»
Il concetto di discoteca è cambiato col tempo: ora si va non solo per il tipo di musica ma anche per il tipo di cibo (n. b.) Sono tre le discoteche più gettonate a Vicenza. E sono tre realtà completamente diverse. Il Mah Nà Mah Nà ha una clientela adulta che preferisce mangiare e ballare all’interno dello stesso locale. I clienti infatti arrivano alle 21, prendono posto al tavolo, si servono al buffet della cucina Penacio e poi rimangono tra il dolce e il caffè sulla sedia fino a quando non sale sul palcoscenico il gruppo che suona musica dal vivo o l’ospite famoso della serata. Candele e musica soft rendono l’atmosfera accogliente e calda. Per i giovani invece ci sono due possibilità: se si esce tutti belli, in ghingheri e ci si vuole tuffare in una classica discoteca, con musica house e commerciale, si va al Victory . Che al piano alto ospita la Suite, che propone musica anni ’80-’90 e il ristorante interno, in cui sono gradite le compagnie di gran numero: più si è e meno si paga. È infatti 25 euro, a testa logicamente, il prezzo comprensivo delle bevande per la "combriccola", mentre per il gruppetto si passa a 28 euro ciascuno con esclusione delle bibite. Prima le donne e poi gli uomini, questa è la selezione che il locale impone. Se si è in coppia anche gli uomini possono entrare subito, così non ci si divide dall’anima gemella, altrimenti si aspetta. Le donne attirano più clientela e per questo pagano anche meno. Il Totem invece propone musica pop, un miscuglio tra canzoni italiane e straniere che oltre a far ballare fanno venire anche voglia di cantare o semplicemente ascoltare. Parecchie sono le persone che non si tuffano mai in pista, ma rimangono ferme al bancone od in un angolo a chiacchierare con gli amici. Cosa impone questa discoteca sull’abbigliamento? Nulla. Si può entrare vestiti anche in tuta da ginnastica, con scioltezza e tranquillità. Ma si possono anche indossare giacche e cravatte, minigonne e tacchi. Lo stile più usato è però il "no-global", della serie metto-la-prima cosa-che-capita. Capelli rasta, jeans strappati e a vita bassa, magliette larghe con immagini a colori, rendono l’ambiente vivo e colorato. Unico must: avere la T card, la tessera d’iscrizione, che si può fare però al momento d’entrata.
Computer & libertà L’istituto Piovene ospita il Linux Day (an. ma.) L’edizione 2004 di Linux Day verrà ospitata oggi all’Istituto Piovene dalle 9 alle 18, con ingresso gratuito. Si tratta di una giornata dedicata alla conoscenza di Linux, «il sistema operativo con relativo software libero - spiega il preside del Piovene, Paolo Jacolino - senza costi e particolarmente ricco di applicazioni in ambito sia sociale che scolastico, a cominciare dalla scuola elementare fino all'Università». Dunque software, ovvero programmi e/o codici per far funzionare un computer, che si possono usare liberamente e adattare secondo le proprie esigenze. Le applicazioni verranno illustrate nel corso di un convegno che si svolgerà nell'aula magna dell'Itc di corso San Felice e successivamente attraverso una serie di dimostrazioni pratiche nelle due aule multimediali della scuola dove gli studenti potranno prendere parte attivamente ai vari laboratori. Qualche curiosità: gli utenti di Linux sono valutati attualmente in circa 8.000.000 e circa il 6% dei computer della terra "girano"con questo sistema operativo ideato dal ventiduenne finlandese Linus Torvalds, studente all'Università di Helsinki. Tutte le informazioni e i chiarimenti verranno comunque forniti durante gli appuntamenti di oggi al Piovene che proprio in veste di scuola, e quindi di "utente", ospita e promuove questa manifestazione a carattere provinciale. |