|
28 APRILE 2005 dal Giornale di Vicenza
“Brigata antisfratti” evita un provvedimento
I giovani si sono presentati davanti alla casa e sono riusciti ad ottenere una proroga fino al prossimo 21 giugno di Federico Ballardin L’ufficiale giudiziario si presenta per lo sfratto esecutivo di una famiglia egiziana in corso S. Felice ma trova ad attenderlo i ragazzi dello Sportello casa che gli sbarrano la strada. Così il provvedimento è rimandato al 21 giugno, due mesi di respiro per la famiglia di Yasser Khater, un problema in più invece per i proprietari dell’appartamento e per i servizi sociali che erano stati da tempo sollecitati per risolvere la situazione di disagio. Anche in questo caso si scontrano le legittime istanze dei proprietari dell’appartamento contro il disagio sociale di un padre di famiglia, con tanto di carta di soggiorno, rimasto disoccupato con una moglie malata e due figli piccoli. Con la normativa in vigore anche il Comune ha le mani legate, non potendo assegnare una casa ad uno straniero senza lavoro. «Una delle proposte dei servizi sociali è stata quella di rispedire in Egitto la moglie e i figli di Khater in attesa che la situazione si sistemi» spiega Teo Molin Fop, dello Sportello casa. Soluzione rifiutata da Khater. Si tratta del primo atto clamoroso del nuovo organismo, il servizio messo in piedi da Rdb Cub, Coordinamento stranieri ed ex Sportello degli invisibili per dare assistenza anche legale alle famiglie in “emergenza abitativa”. Facendo blocco davanti alla porta dell’appartamento di corso S. Felice 268 i manifestanti hanno di fatto ottenuto una proroga fino al 21 giugno del provvedimento emanato dal tribunale di Vicenza per morosità nei confronti di Khater. Difficile dire se in quella data l’ufficiale giudiziario si presenterà con le forze dell’ordine che ieri si sono limitate a controllare la situazione per evitare che accadessero incidenti. Tra i ragazzi presenti alla manifestazione anche Francesco Pavin, portavoce della rete precariato sociale, che ha dato man forte al primo blocco di uno sfratto da parte dello Sportello casa. Gli esponenti del movimento puntano a denunciare l’emergenza abitativa in città ed invitano le autorità a studiare un piano in favore delle fasce più deboli. Di certo il blocco dello sfratto di ieri non sarà l’unico, assicura Sportello Casa. dal GAZZETTINO:
PROBLEMA CASA La manifestazione pacifica ieri mattina in corso S. Felice per aiutare una famiglia di egiziani Avevano annunciato "azioni di resistenza passiva per bloccare gli sfratti ingiusti". E ieri esponenti delle Rappresentanze sindacali di base (Rdb-Cub), del Coordinamento stranieri e del gruppo "Invisibili" dei centri sociali ne hanno dato un esempio bloccando pacificamente lo sfratto esecutivo ai danni di una famiglia di egiziani con due figli a carico che vive in un appartamento in corso Santi Felice e Fortunato, in centro città. Il motivo? A sentire i manifestanti l'irregolare denuncia dell'affitto. Se da una parte, hanno spiegato, la famiglia versava al proprietario 500 euro al mese, dall'altra era costretta a denunciare la metà, cioè 250. Così è stato per diverso tempo. «Poi gli inquilini si sono ribellati a questa forma di evasione e, come risposta, hanno ottenuto lo sfratto dal proprietario», ha sottolineato Morteza Nirou, del Coordinamento stranieri, tra i promotori del sit-in di ieri. Di qui la vivace contestazione che ha registrato anche momenti di tensione. Chiesta la proroga dello sfratto o, in alternativa, un'accoglienza di emergenza, considerato anche il precario stato di salute della donna. E' la prima volta negli ultimi anni che a Vicenza avviene una protesta del genere. «E non sarà l'ultima», hanno minacciato ancora i manifestanti. Tra gli obiettivi, hanno aggiunto, c'è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica a un problema che interessa molti nuclei familiari a Vicenza, sia italiani che stranieri. Problema, per la verità, segnalato più volte dagli stessi sindacati degli inquilini, preoccupati non solo per la frequente disparità tra i contratti di locazione e la somma effettivamente versata ma pure per il numero crescente degli sfratti. Dal 1999 al 2003 a Vicenza sono più che raddoppiati.
Polemica rovente. I segretari dei partiti della “Fed” prendono le distanze dalla gazzarra in piazza. La Digos intanto visiona i filmati L’Ulivo contro i fischi del 25 aprile (g. m. m.) Nel day-after si odono pochi ultras della protesta e molte prese di distanze. La sinistra vicentina si è svegliata con le ossa rotte dopo la gazzarra di piazza. L’ala moderata lavora per ricucire gli strappi, riportare la polemica nell’arena della dialettica. Nel frattempo, in questura la Digos sta visionando i filmati della manifestazione per verificare se ci sono state azioni illegittime, in particolare lancio di oggetti, Sulla vicenda c’è anche un’interrogazione di Alleanza comunale, che sembra offrire un assist al sindaco Enrico Hüllweck, cui viene chiesto «se ritiene che il 25 aprile sia una festa della sinistra o invece sia una celebrazione della fine della Seconda guerra caratterizzata da un momento di riflessione e di pacificazione nazionale». Il dato politico più rilevante, tuttavia, è il documento firmato dai vertici dell’Ulivo cittadino, vale a dire Nico Rossi (Margherita), Luca Balzi (Democratici di Sinistra), Otello Dalla Rosa (Sdi), Matteo Quero (Repubblicani per l'Europa), Adriano Verlato (Cittadini per l'Ulivo). «Il 25 aprile è il giorno che simboleggia la riconquista della libertà. Ed è perché siamo liberi e la libertà è il valore più importante che vogliamo che ogni uomo sia libero, anche chi non la pensa come noi. Difendere la libertà degli altri è difendere la nostra libertà. È inaccettabile impedire a qualcuno di esprimere il proprio pensiero. Lo si può contestare, confutare, attaccare ma dopo che lo ha espresso. I fatti accaduti in tante città del Veneto ed in particolare a Vicenza, hanno ferito l'idea della libertà quale bene comune. Chi ha impedito al presidente del consiglio comunale di Vicenza di tenere la propria commemorazione ufficiale ha sbagliato. Non importa se l'assenza del sindaco poteva essere letta come una provocazione, non importa la storia personale dell'oratore: la libertà di espressione è nel patrimonio genetico nostro e del paese e ognuno la deve difendere». (s.m.d.) «Balzi? Non c'è». Processo senza imputato in casa Ds, ieri ritrovatasi nella preannunciata riunione del direttivo provinciale, all'interno della quale ampio spazio doveva essere dedicato al "chiarimento" con l'"indipendentista" segretario cittadino Luca Balzi. Quest'ultimo, però, al confronto non si è presentato, facendosi sostituire da un lettera in cui spiega che, per l'occasione, «si preferisce non intervenire al fine di abbassare i toni della questione» e, allo stesso tempo, si auspica di arrivare presto «ad un chiarimento nelle sedi più appropriate per ritrovare un clima di serenità». Peccato per lui, vista l'opinione della controparte: «Perdono Balzi ufficialmente - fa sapere verso la mezzanotte Daniela Sbrollini, smentendo la "guerra delle due segreterie", quella cittadina e quella provinciale - però nei prossimi giorni ci si deve vedere per arrivare finalmente ad un confronto costruttivo e chiudere definitivamente tutta la faccenda». Nel frattempo, rimane il rammarico di un partito che non doveva dividersi sul 25 Aprile, come invece, poi, è accaduto. «Stiamo scrivendo un ordine del giorno, condiviso da tutti, che domani (oggi) diffonderemo - puntualizza la Sbrollini - un documento dove prendiamo le distanze rispetto ad alcuni episodi di intolleranza verificatisi lunedì, ma dove, allo stesso tempo, difendiamo la decisione di non essere saliti sul palco con Sarracco».
|