|
29 APRILE 2006 dal Giornale di Vicenza
«Uno sportello comunale per il mutuo agevolato»
La mozione Rucco: «Progetto contro l’emergenza casa» (g. m. m.) Come uscire dall’emergenza casa? Magari anche aprendo uno sportello comunale per il mutuo agevolato. La proposta è targata Alleanza nazionale, con una mozione di prossima presentazione che vede primo firmatario il consigliere comunale Francesco Rucco. Il documento si inserisce proprio in un periodo in cui è vivace il dibattito sugli alloggi popolari. Da un lato, infatti, c’è una forte domanda di case Erp, con circa mille famiglie in attesa; dall’altra, c’è il bando per l’assegnazione di appartamenti, che sta facendo discutere la maggioranza di centrodestra e che è in attesa del voto del consiglio comunale. «Il progetto - spiega Rucco - nasce dalla constatazione che in città un sempre più consistente numero di nuclei familiari sono intenzionati ad acquistare una casa di proprietà, ma non sono in possesso né dei requisiti per l’assegnazione di un alloggio comunale, né della possibilità di affrontare le spese imposte da un mutuo bancario tradizionale». Di qui la proposta di istituire un ufficio comunale che assista gli utenti nell’erogazione di mutui per l’acquisto della prima casa a condizioni agevolate (Euribor 0,25 per cento) rispetto a un tradizionale mutuo bancario. Lo sportello - si legge nel testo - fungerà da tramite tra il richiedente il mutuo e gli altri soggetti previsti, quali l’istituto di credito erogante e tutte le figure professionali necessarie, dal notaio al perito per formalità come il rogito, la stipula del mutuo, le perizie. Per accedere al servizio, viene delineato un identikit del destinatario, che dovrebbe essere: italiano residente a Vicenza da almeno cinque anni; straniero regolare purché residente in Italia da almeno dieci anni e residente a Vicenza da almeno cinque; non protestato; che non sia mai stato condannato penalmente o abbia carichi pendenti; che all’atto della firma del mutuo non sia proprietario di beni immobiliari. «Il mutuo agevolato - precisa Rucco - è destinato all’acquisto della prima casa. L’immobile non dovrà rientrare nella categoria di lusso e la superficie commerciale massima viene stabilita in base all’ampiezza del nucleo familiare». La mozione, che dovrà essere discussa in consiglio comunale prima di diventare eventualmente operativa, prospetta una «fideiussione simbolica da parte del Comune, che si fa garante - spiega il promotore - e prevede un’assicurazione incendio a carico del Comune per il primo anno, un’assicurazione sulla vita del proprietario obbligatoria e l’esenzione dell’Ici per il primo anno». «C’è esperienza anche in altri Comuni italiani - conclude Rucco - dal punto di vista bancario e giuridico la mozione, che potrebbe diventare proposta di delibera, regge. Il progetto può venire incontro a molte famiglie, alleggerendo la pressione abitativa».
Sono una decina le infermiere volontarie già inviate a Baghdad Crocerossine, arriva la direttiva «Non parlate con i giornalisti» di Anna Madron Bocche cucite, imbarazzo, ritrosia nel rilasciare qualsiasi dichiarazione. "Ordini del Ministero della difesa", vanno ripetendo dal comitato provinciale della Croce rossa italiana, in via Torretti, al quale ci eravamo rivolti per intervistare alcune tra le infermiere volontarie che a più riprese hanno prestato servizio a Nassiriya. In tutto una decina di crocerossine che fanno capo alla sede vicentina e a quella bassanese della Cri dove però nelle ore del dopo-attentato è calato il silenzio più totale, una sorta di inesorabile “coprifuoco” imposto dall’alto. «Non si autorizza nessuna intervista alle nostre volontarie» è la parola d'ordine che non ammette deroghe, motivata dal fatto che «si tratta di un brutto momento per quanto è accaduto, inoltre il governo non si è ancora insediato e tutto è così confuso». Fattostà che, sia a livello regionale che nazionale, le direttive sono le stesse, comunicate attraverso un telegramma inviato a tutti i comitati della Croce rossa italiani i quali si dovranno attenere al più ferreo silenzio. Segno del clima di tensione di questi giorni in cui, dopo il dolore per l'ennesima tragedia in cui nuove vite sono state spezzate, scoppiano inevitabili le polemiche intorno ad una strage che “si poteva prevedere”, come ha commentato laconico il capo del pool antiterrorismo di Roma, Franco Ionta, riferendosi agli avvertimenti giunti al contingente italiano nei giorni scorsi. Gli ultimi di una lunga serie, come riferito a suo tempo dalle volontarie vicentine che in Iraq avevano trascorso alcuni mesi: Maria Enrica Pinton, Francesca Berno, Giovanna Chiamenti, Maria Giovanna Costa, Alessandra Fioraso, Maria Selvaggi. Sono solo alcune delle infermiere che hanno partecipato all’operazione “Antica Babilonia task force”, a Nassiriya, e che al ritorno hanno testimoniato l’impegno quotidiano dei militari italiani, ma anche la tensione, la paura, il senso di precarietà connesso ad attacchi improvvisi e devastanti, come quello in cui ha perso la vita il giovane lagunare Matteo Vanzan. «È stata un’esperienza molto faticosa e dura, ma anche estremamente gratificante: in Iraq tornerei con il cuore», ha raccontato una delle crocerossine che ha lavorato nell'ospedale di Tallil, circondata da bambini divorati dalla disidratazione, adulti colpiti da malattie di ogni tipo, soldati lacerati dalle esplosioni. Racconti che, a tre anni dall'inizio del conflitto in Iraq, non hanno perso di attualità. È anche per questo che il silenzio imposto oggi dalla Cri alle sue “soldatesse” rischia di stonare.
L’Amministrazione lancia la “pianificazione partecipata”. Fasi e rilevazioni saranno pubblicate in internet Antenne, cittadini più coinvolti nella scelta delle prossime aree di Veronica Molinari Nessuna nuova antenna, prima di aver sentito l’opinione dei residenti. Il Comune gioca la carta della “pianificazione partecipata”, per districarsi nella giungla delle nuove installazioni di impianti radiobase. E con l’Arpav pubblica in tempo reale i dati sulle emissioni. Come dire, che d’ora in avanti i cittadini «non avranno più sorprese»: prima di compiere ogni passo, saranno sentite le loro esigenze. Nasce insomma una sorta di codice di comportamento, in attesa della realizzazione del Piano di localizzazione delle antenne già commissionato ad un’équipe di esperti. L’ufficializzazione del Progetto di autoregolamentazione è avvenuta l’altra sera con la presentazione dell’assessore all’urbanistica, Nereo Peserico e l’occasione è stata fornita dal convegno “Noi e le antenne”, organizzato dall’Amministrazione comunale e ospitato a palazzo Festari. La strada che intende seguire il Comune per la localizzazione delle future stazioni radio base prende quindi forma in modo definitivo. Tre le direttive che l’Amministrazione seguirà: trasparenza, informazione e condivisione. Vale a dire che i cittadini saranno costantemente informati delle scelte che verranno effettuate e parteciperanno alla verifica dei valori delle campagne di monitoraggio. «L’incontro, organizzato insieme ai tecnici dell’Arpav, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, è il primo passo di un percorso che gli amministratori compiranno a fianco dei cittadini - spiega l’assessore Peserico -. Tutte le fasi saranno conoscibili attraverso il sito internet comunale ed in pubblicazioni periodiche, per chi non ha dimestichezza con la rete informatica. Inoltre i residenti dell’area interessata dall’installazione di antenne saranno interpellati prima del via libera definitivo». Per il sindaco Alberto Neri «è necessario non lasciare mano libera ai gestori, ma soprattutto far conoscere gli aspetti del problema alla cittadinanza. Solo con l’informazione possono infatti essere ridimensionate le preoccupazioni che si sono giustamente diffuse in città. Questo sarà possibile anche attraverso la stretta collaborazione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente». Una delle strade per dissipare i timori che serpeggiano tra i residenti è stata individuata nel monitoraggio successivo all’installazione. «Le misurazioni che effettuiamo avvengono in un arco di 14 giorni, collocando alcuni rilevatori nel sito interessato - confermano Giuseppe Lorenzetto e Paolo Cesari, tecnici dell’Arpav -. I valori vengono rilevati in tempo reale e studiati anche in relazione ad agenti esterni che potrebbero interferire sulla genuinità dei dati. A Valdagno, comunque, l’Amministrazione ha sempre lavorato effettuando scelte di localizzazione, tenendo conto del principio di precauzione e cercando di mantenere le emissioni ben al di sotto dei 6 volt per metro, limite stabilito dalle normative vigenti». La conferma dell’impegno in questa direzione è venuta anche da Gianluca Passarini, ingegnere a cui è stato affidato l’incarico di studiare il Piano di localizzazione: «L’obiettivo - spiega - è quello di ottenere risultati di qualità, in termini di ricezione del segnale e di tutela della salute pubblica, attraverso l’applicazione dei criteri tassativi indicati dalla legge».
|