31 MARZO 2005

dal Giornale di Vicenza

MONTEBELLO."Molotov, Fn non c'entra"
Il Consiglio non si fa An chiede la verifica
"La mia marmitta abbatte le tremende polveri sottili"

Montebello/2. Il segretario dell’estrema destra ribadisce l’estraneità nell’attentato alla cronista
«Molotov, Fn non c’entra»

di Eugenio Marzotto

Forza Nuova non ci sta ad essere associata all'atto intimidatorio nei confronti della cronista del Corriere Vicentino Daria Maule e accusa «è l’atto di uno squilibrato che colpisce una forza politica impegnata nelle elezioni regionali». Finirà alla Camera il caso delle molotov scaraventate sulla casa della Maule a Selva di Montebello. Sarà l'onorevole della lista Alternativa sociale, ex Alleanza Nazionale, Antonio Serena, a presentare un'interrogazione ai ministri degli Interni e della Giustizia. Da Roma a Montebello il passo diventa breve quando si parla di elezioni regionali e di mezzo c'è la lista di Alessandra Mussolini, appoggiata anche in Veneto da Fn che ieri in una conferenza stampa ha voluto ribadire l'assoluta estraneità ai fatti di Montebello. Il segretario provinciale Daniele Beschin e i responsabili di zona Alessandro Galvanetti, Matteo Danese e Giovanni Boschieri spiegano che «quando si è voluto attaccare il sistema si è fatto a viso aperto, come nel caso dell'irruzione a Telenuovo. Questi mezzi non ci appartengono». Si tratta invece di una strumentalizzazione politica secondo i vertici di Fn: «Prima la polemica delle firme nel Lazio che ha colpito la nostra candidata, adesso questo episodio. Abbiamo l'impressione che si voglia colpire il nostro movimento - spiega il segretario di Fn provinciale Daniele Beschin -. Che senso ha firmare questo attentato a pochi giorni dal voto, quando io stesso avevo condannato gli atti vandalici descritti sull'articolo della Maule? E non si può dire nemmeno che sia stata colpa di un nostro militante, abbiamo il controllo su tutti i simpatizzanti e possiamo dire con certezza che l'attentato a Daria Maule non c'entra con noi». L'impressione di Fn è che sotto ci sia una regia ben precisa con un mandante che agisce per colpire la destra radicale e quel mandante sta a sinistra. E' Alessandro Galvanetti, responsabile di Fn dell'Alto Vicentino a dire: «È sotto gli occhi di tutti come agisce l'estrema sinistra, dagli anarchici ai gruppi extraparlamentari, ci viene spontaneo fare uno più uno». «I toni della competizione elettorale si stanno alzando - interviene Beschin - e può succedere di tutto, io stesso temo per la mia incolumità. Quello che è certo è che l'attentato prima ha colpito Daria, poi di riflesso ha colpito anche noi».


Il Consiglio non si fa An chiede la verifica
Ancora una volta manca il numero legale. Decisive le assenze di quattro aennisti. Nel tardo pomeriggio primo incontro fra il sindaco Hüllweck e l’on. Conte
Milani & co.: «Bisogna accertare se sussistono ancora i presupposti per confermare il rapporto fiduciario con il sindaco»

di Gian Marco Mancassola

La maggioranza buca ancora, non trova i numeri per avviare da sola il dibattito sull’operazione abbatti-mutui, la minoranza da copione allunga la gamba per lo sgambetto a tre giorni dalle elezioni e il consiglio comunale, ancora una volta, salta per mancanza del numero legale. Confermate e ribadite le assenze di quattro consiglieri di Alleanza nazionale su cinque. Cestinata la delibera chiamata a ristrutturare il bilancio comunale, a questo punto il palcoscenico amministrativo e politico cittadino è occupato dalla crisi nei rapporti fra il sindaco Enrico Hüllweck e il secondo partito del centrodestra, scaturita dopo le nomine per la Fiera. Chiuso il consiglio senza averlo mai aperto, a palazzo Trissino si è tenuto un incontro fra il sindaco e il presidente provinciale di An, Giorgio Conte, senza che dai due protagonisti alla fine sia trapelato alcun commento. Contemporaneamente, il capogruppo Luca Milani e gli altri tre assenti (Livia Coppola, Giuseppe Tapparello e Francesco Rucco) compilavano un duro comunicato con il quale si dava il via all’escalation della crisi: dal momento che il faccia a faccia fra partito e sindaco non c’è stato, a questo punto non basta più un chiarimento, ma serve una verifica politica. «Prendiamo atto che nelle ultime ore non sono intervenute sostanziali novità nel senso più volte auspicato da An negli ultimi giorni - si legge nella nota di Milani e gli altri consiglieri - è mancato un confronto diretto con il sindaco sulla delicata e complessa situazione politica cittadina che si è venuta a creare e dobbiamo interpretare tale mancanza come un evidente sintomo di disinteresse nei confronti del secondo partito della coalizione. Constatiamo, inoltre, con grande preoccupazione il disinteresse dimostrato dal sindaco nei confronti dell’approvazione della delibera proposta dall’assessore al bilancio, che era propedeutica a una più agevole stesura del bilancio di previsione 2006». E ancora: «Rileviamo, poi, come nonostante le sollecitazioni giuntegli da più parti, il sindaco non abbia ritenuto di muovere un passo nella direzione di An ai fini di un rasserenamento del clima, che avrebbe potuto contribuire al chiarimento auspicato nonché alla partecipazione dei consiglieri di An alle sedute del consiglio comunale del 29 e 30 marzo. Riteniamo a questo punto urgente e improrogabile una seria e approfondita verifica politica, da avviarsi al più presto, per accertare se sussistano ancora i presupposti e le condizioni per confermare e proseguire il rapporto fiduciario tra il gruppo consiliare di Alleanza nazionale e il sindaco. Nel frattempo, i sottoscritti, nel pieno rispetto della linea tracciata dal segretario provinciale e ratificata dal direttivo cittadino del partito, si asterranno dal partecipare alle attività istituzionali degli organi del Comune». Ogni altro ragionamento, a questo punto, dovrebbe slittare al dopo-regionali. Se la parola "chiarimento" dava la dimensione di un confronto serrato fra il sindaco forzista Hüllweck e gli alleati di An, la parola "verifica" sembra impegnare a 360 gradi l’azione amministrativa nella sua interezza. A livello nazionale alla verifica spesso seguono rimpasti o compensazioni, anche se si continua a ripetere che non è una questione di poltrone. A palazzo, accanto alle parole ufficiali, già si rincorrono voci e sospiri, da prendere per quel che valgono. Così, dal momento che tutti danno per impossibile un nuovo giro di nomine in Fiera, si accenna a un’ipotesi di rafforzamento della pattuglia aennista in Giunta, confermando la formazione a 14 assessori, ma sostituendo un forzista con un aennista. Ci sono poi partite esterne al municipio, come la presidenza di "Vicenza Fiera international". E infine ci sono partite che si giocano lontano da casa, come i nuovi assetti regionali post-elettorali.


Un vulcanico imprenditore in pensione di S. Zenone ha inventato un “marchingegno” che forse potrebbe salvare le città dalle Pm10 Ma finora è stato ignorato: «Chi lo vuole produrre si faccia avanti»
«La mia marmitta abbatte le tremende polveri sottili»

di Sandro Sandoli
inviato a S. Zenone degli Ezzelini

Magari. Se quella specie di marmitta catalitica abbatte veramente le polveri sottili, il suo inventore passa alla storia. Anzi città come Vicenza, dove le Pm10 continuano ad essere il problema del giorno e tolgono il sonno di notte , non possono tirarsi indietro: a Nicola Di Virgilio, che sei anni fa l’ha pensata e dopo averci speso tempo e soldi l’ha realizzata, bisognerà dedicare una strada o una piazza, Anzi un monumento, facendogli scegliere come e dove lo vuole. Di sicuro lui ci crede: «Targhe alterne, blocchi totali del traffico e strade lavate? Mi fanno sorridere». Gli manca il conforto di controlli eseguiti con le famose centraline disseminate dalle Arpav nelle città venete che stanno vivendo il dramma dello smog, ma ha la risposta pronta: «Fanno rilievi generici in tutta l’atmosfera circostante e a una certa altezza, mentre io misuro l’emissioni della mia vecchia auto: ho fatto analizzare i gas di scarico da una ditta di S.Zenone e il mio aggeggio applicato alla marmitta ha abbattuto l’ossido di carbonio, l’anidride carbonica e il volume delle sostanze incombuste». Insomma, anche per la semplicità, potrebbe essere il classico uovo di Colombo. Si tratta infatti di un tubo di scarico senza filtri, nel quale i gas passano in un tunnel, bagnato, tramite alimentazione idraulica ed elettrica, da un piccolissimo “marchingegno” che è il segreto e l’anima della sua invenzione: le polveri sottili non finiscono nell’atmosfera producendo quel cocktail micidiale che rende infernali le città, ma diventano piccolissime gocce d’acqua che cadono a terra e si disperdono. Ma poichè l’idea in queste settimane compie sei anni e la curiosità iniziale non ha mai varcato i cancelli di una fabbrica di accessori per auto, viene spontaneo chiedersi perchè all’indubbio interesse iniziale (ne aveva parlato ad esempio un noto settimanale in concomitanza con il salone di Ginevra del 2003) sia poi subentrato il disinteresse più completo. Ffa l’occhio furbo e replica sibillino: «Me lo spieghi lei, perchè!». D’altra parte ci è un po’ abituato. Infatti Nicola Di Virgilio, 78 anni, originario di Ruvo in provincia di Bari, quinta elementare ma elettromeccanico geniale, ha cominciato a sfornare un’invenzione dietro l’altra appena arrivato a Milano: era addetto alla proiezione al cinema “Avel”, allora s’usavano due macchine con due addetti, ma lui ha trovato subito il modo di far funzionare da solo entrambe. La seconda grande idea l’ha avuta quando ha messo in piedi un’azienda per la bronzatura di tutti gli accessori metallici per la casa: grazie al sistema di “placcatura” da lui escogitato il prodotto finale era tanto diverso da quelli dei concorrenti che un bassanese l’ha convinto a trasferire la famiglia (moglie e tre figli) e l’attività nel Vicentino: ha aperto una fabbrichetta, nella quale lavoravano sette dipendenti, a Fellette di Romano d’Ezzelino e anche se sette anni fa è andato in pensione dalla sua casa di San Zenone non s’è più mosso. Da allora ad oggi ha inventato un po’ di tutto, una ventina di progetti li ha anche brevettati, ma non ci ha mai guadagnato una lira: «Perfino le cinture di sicurezza, che impediscono di mettere in moto l’auto se non sono allacciate, non hanno avuto il successo che secondo me avrebbero meritato: le ho montate sulla mia vecchia “Fiesta” e da sempre funzionano che è una meraviglia, la loro utilità sarebbe indiscussa, ma ci ho solo speso soldi e tempo e il brevetto nessuno me l’ha comprato». E la storia sembra che si stia ripetendo. Nel 1999 aveva scritto all’allora presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro che l’aveva indirizzato all’allora ministro dei trasporti Tiziano Treu: non era servito a niente. Ha avuto qualche momento di notorietà grazie ad alcune fugaci apparizioni televisive: poi non s’è fatto avanti nessuno. Tanto che il tubo abbatti-polveri sottili, continuamente aggiornato e migliorato, non l’ha nemmeno brevettato: «Non voglio spenderci altro denaro: se a qualcuno interessa si faccia avanti, mi dia il giusto compenso e l’invenzione è sua. Sei anni fa molti nemmeno sapevano cosa fossero le Pm10, adesso invece sono il tormentone di tutti i giorni: poichè credo che la mia idea sia veramente quella giusta, le cose stavolta potrebbero andare... diversamente».